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Autore: koralblu    17/06/2015    1 recensioni
Cloe è vuota. Si è persa nel momento in cui i suoi genitori sono morti. Non riesce a trovare l'uscita dell tunnel di solitudine e vuoto in cui è finita. L'unico sentimento che è certa di provare è l'amore verso il suo fratellino Caleb. Non c'è spazio per nient'altro che non sia il lavoro, e l'occuparsi di lui. Lo scudo che però si è costruita attorno a se e le permette di tenere tutti fuori dal suo cuore non è abbastanza resistente. Non per lui. Non per Peter.
[...]
Sono spiazzata. Non riesco a muovermi di un solo centimetro e sono sicura di aver smesso di respirare. Il cuore accelera il suo battito, e per un solo secondo sento il vuoto dentro scomparire totalmente. Due occhi verdi come lo smeraldo mi fissano con un'intensità disarmante, quasi volessero cancellare totalmente il dolore che alberga nel mio cuore. Non riesco a decifrare questa improvvisa emozione che è nata in me. Sono così rapita da quello sguardo e dalla mia confusione che mi accorgo dopo troppo tempo di un particolare non insignificante che velocemente mi fa abbassare il viso, mentre la realtà si fa strada in me: è compassione. Lui è su una sedia a rotelle
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono di nuovo in ritardo, -come sempre- aggiungo mentalmente. Corro a perdifiato per raggiungere l'autobus dopo aver accompagnato Caleb alla fermata del suo. "Ti prego, fa che sia in ritardo oggi" continuo a ripetere mentalmente sperando che qualcuno lassù mi ascolti. Ma è chiedere troppo. Vedo l'autobus sfrecciare via, e con lui anche le mie possibilità di non prendere una strigliata da Christopher. Arrivo dopo solo quindici minuti, ma l'espressione arrabbiata dell uomo cinquantenne che mi sta di fronte mi suggerisce che non sono sufficienti per non prendermi una strigliata. -Sei in ritardo- sibila fra i denti. -Lo so, scusami- Non provo nemmeno a giustificarmi, poichè tanto non servirebbe a nulla con il mio capo. E' un maniaco della puntualità, che odia anche solo un minuto di ritardo. Sospira piano,e dopo avermi guardata di sbieco torna spolverare gli scaffali. Vado dietro al bancone, e riprendo il lavoro che ieri  avevo interrotto. Mentre inizio ad elencare tutto il materiale da ordinare, inizio a perdermi con la mente.  Sono passati tre anni da quando ho messo piede in questo negozio per la prima volta. Ricordo ancora di essere entrata quì insieme a mio padre, grande amico di Chrisopher, e di aver accettato con enorme entusiasmo il lavoro che mi era stato offerto. Sapevo però che in realtà Christopher l'aveva fatto più per accontentare mio padre, che per altro. Con il tempo però mi sono dimostrata una degna aiutante, e in pochi anni sono diventata l'unica dipendente di questo piccolo negozio di fiori. Amo i fiori. Sono una delle poche cose che ancora mi fa sorridere.  Mamma infatti ha deciso di chiamarmi Cloe per la freschezza e la giovinezza che questo nome porta con se. Proprio come i fiori. Solo ripensare a mia madre mi provoca un dolore al petto, ma cerco di ingnorarlo. Lo assorbo, come una spugna, e in pochi minuti torna a farsi spazio in me il solito vuoto con cui ormai ho imparato a vivere. "L'ho voluto io,dopotutto" penso.  Dopo la morte dei miei genitori ho pianto per interi giorni senza mai muovermi dal letto. Dopo aver finito la riserva di lacrime però ho sentito uno strano vuoto che in un primo momento mi ha terrorizzata. Ricordo ancora di essere corsa in bagno e di essermi guardata allo specchio. Vuota. Ecco com'era la mia espressione. Nonostante gli occhi rossi e lucidi e le profonde occhiaie nei miei occhi non ho visto nulla. Nessuna emozione. Questa è stata la mia medicina. Soffocare ogni emozione ad eccezione dell affetto per il mio fratellino Caleb. A soli cinque anni ha dovuto sopportare la scomparsa di ben due genitori, e la mancanza di emozioni di sua sorella maggiore. Non ha più parlato da allora. Abbiamo due modi diversi di affrontare il dolore: io soffoco tutte le mie emozioni, lui non parla. Ho fatto molta fatica all inizio per mantenerci. Il lavoro da assistente non mi permetteva di pagare tutte le bollette e tutte le spese di quella casa. Così, dopo pochi mesi dalla morte dei miei genitori ci siamo trasferiti in un appartamento piccolo e poco costoso. Ho trovato un secondo lavoro, come cameriera, e grazie ai risparmi e al duro lavoro sono riuscita a finire la scuola e a permettere a Caleb di iniziarla. In un primo momento le maestre insistevano nel farlo partecipare alle lezioni, ma dopo molti tentativi falliti hanno deciso di lasciar perdere. In compenso però, compensa la sua mancanza di loquacità con il talento per il disegno. Passa ore e ore a disegnare, riuscendo così ad esprimere le sue emozioni. Almeno lui ci è riuscito in qualche modo. Mi risveglio dal mio torpore quando sento il campanello della porta. Dev'essere entrato qualcuno, così mi stampo in faccia il sorriso più finto che riesca a fare ed alzo la testa. Sono spiazzata. Non riesco a muovermi di un centimetro e sono sicura di aver smesso di respirare. Il cuore accelera il suo battito, e per un solo secondo sento il vuoto dentro scomparire totalmente. Due occhi verdi come lo smeraldo mi fissano con un'intensità disarmante, quasi volessero cancellare totalmente il dolore che alberga nel mio cuore. Non riesco a decifrare questa improvvisa emozione che è nata in me.  Sono così rapita da quello sguardo e dalla mia confusione che mi accorgo dopo troppo tempo di un particolare non insignificante che velocemente mi fa abbassare il viso, mentre la realtà si fa strada in me: è compassione. Lui è su una sedia a rotelle  
 

Ciao a tutti! Innanzitutto voglio presentarmi e ringraziare in anticipo tutti coloro che, spero, leggeranno questa storia. E' la mia primissima fanfiction, quindi vi prego di essere clementi. So che questo capitolo è un po' corto, ma ho bisogno di prendere la mano. Vi prometto però che il prossimo sarà più lungo e degno di essere letto. Parola di scout. Cercherò di aggiornare un paio di volte alla settimana (poichè le vacanze me lo permettono) e farò del mio meglio per scrivere a meglio questa storia. Grazie ancora a tutti! Alla prossima.
   
 
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