Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Sonrisa_    17/06/2015    1 recensioni
Lui alza lo sguardo ed i vostri occhi si incrociano nuovamente nel giro di poche ore.
Per la seconda volta ti ritrovi a credere che abbia degli occhi davvero belli...
Gli mimi un "grazie" con le labbra e ti limiti a fare un cenno di saluto con la mano.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanon Houshou, Misuki Tarou, Shirai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi qui! :)
Vi ero mancata? ;)
Sì, lo so, dovrei concentrarmi sulle long, ma dovevo scrivere questa fic.
Come potrete notare ho usato nuovamente la seconda persona singolare, anche perché in "Just a dream" aveva avuto un discreto successo. Il titolo "Nuvole Bianche" si riferisce alla composizione di Ludovico Einaudi.
https://www.youtube.com/watch?v=kcihcYEOeic

Canzone con un significato ed un valore particolari per me, in questa fic è proprio il brano suonato. Capirete il secondo motivo di questa scelta una volta terminata la lettura.
Spero che la fic vi piaccia! :)
Fatemi sapere le vostre impressioni, ci tengo!
Marty

 
Nuvole Bianche
 
Dedicata a tutti coloro che si sentono un po' tristi e giù di morale,
affinché possano liberarsi da tutto ciò che è brutto e diventare delle belle
Nuvole Bianche.





Ti ritrovi a stringere ancora più forte lo spartito al petto.
Il tuo cuore batte sempre più veloce per l'emozione.
Ma dai, su, hai provato quel brano fino allo sfinimento!
Lo conosci a memoria, non sai nemmeno perché ti sia portata dietro lo spartito, riesci ad eseguirlo anche ad occhi chiusi ormai...
Ma, infondo, sai che non è
questo il problema.
A te non interessa suonare quel pezzo alla perfezione.
Tu vuoi trasmettere qualcosa al pubblico che ti ascolterà.
Vuoi trasmettere qualcosa a lui.
Il tuo intento è fargli capire i tuoi sentimenti: esiste uno strumento migliore del pianoforte per parlare con lui?
I tuoi occhi scivolano fra il pubblico, desiderosi di incontrare i suoi.
Niente... Non c'è.
Manca più di un'ora all'inizio del saggio, è inutile preoccuparsi.
Arriverà.
"Deve arrivare".
Non può abbandonarti, non può farlo.
Non di nuovo.


Fin da piccola avevi sempre amato il canto, ma non ti aveva mai attratto l'idea di suonare uno strumento.
Fino a quel giorno.
Hai udito la meraviglia nascere dalle sue mani e da lì è nato tutto.
Vogliosa di imparare, ti sei iscritta a scuola di musica scegliendo il pianoforte e con piacevole stupore te lo sei trovato davanti.
Sarebbe stato proprio lui il tuo insegnante, cosa desiderare di più?
Pian piano, con il passare dei giorni, quel sentimento di pura ammirazione verso il bel Taro Mitsuki si era trasformato in qualcosa di più.
Con la tipica gioia e spensieratezza dell'amore giovanile custodivi gelosamente quel nuovo sentimento, alla ricerca del momento perfetto per dichiararti.
Quel giorno avevi indossato il tuo vestito preferito, era il 14 febbraio, il giorno degli innamorati, quale migliore occasione per confidargli i tuoi sentimenti?
Avevi deciso di parlargli al termine della lezione, gli avevi anche preparato un pacchetto pieno di cioccolatini, come da tradizione.
Ma, purtroppo, le cose non erano destinate ad andare bene...
Non ti aveva accolto con il solito sorriso, la sensazione che ci fosse qualcosa di strano ti aveva accompagnato per tutta la durata della lezione, rafforzandosi quando lui ti aveva detto di doverti parlare.

«Fra due giorni parto. Vado in Germania.»
Una secchiata d'acqua gelida, ecco cosa ti erano sembrate quelle parole.
Ti eri sentita venire meno.
Una pugnalata ti sarebbe sembrata meno dolorosa. Tutti i progetti fatti, puff!,  si erano dissolti. Quelle parole ti avevano così destabilizzato da non permetterti di ascoltare il resto. Eri riuscita a comprenderne alcune: vincita... davvero importante... il mio sogno... non ci speravo più...
Ti eri resa conto che lui era in attesa di una tua risposta che tardava ad arrivare.
Ma cosa avresti potuto dire, se le lacrime  minacciavano di fuggire dai tuoi occhi?

«Wow, è una notizia fantastica. Sono molto contenta! Sarà sicuramente una bella esperienza...»
Bugia, bugia, bugia.

«Ma sta' tranquilla, non rimarrai senza professore. Verrà un giovane ragazzo, è stato anche mio alievo, ti troverai bene con lui.»
Ma tu non volevi un altro professore, tu volevi lui.
«Dovrei riuscire a tornare per il saggio di fine anno, non vedo l'ora di sentire i progressi che farai.»
Proprio quell'ultima frase ti aveva spronato a continuare a suonare, volevi che lui ti sentisse e, magari, trasmettergli quei sentimenti a lungo taciuti.


«Hanon, ciao!»
Quella voce ti risveglia.
Non puoi non riconoscerla.
Ti giri di scatto, il cuore che ti martella nel petto ancora più forte.

«P-professore!» balbetti per l'emozione «Che bello rivederla!» esclami con un sorriso che illumina il tuo viso.
È venuto! Non ti ha mentito, è davvero qui!
«Anche io sono felice di esser tornato. Non vedo l'ora di ascoltarti.»
Gioia e tripudio!
Fuochi d'artificio, palloncini e cuoricini colorati!
Quelle parole ti danno una carica in più, non vedi l'ora di salire sul palco e dimostrargli quanto sei migliorata in quei mesi.
Potresti metterti a saltare per la felicità, ma ti limiti ad arrossire, mentre il tuo sorriso aumente sempre più.

«Fino a quando rimarrà in Giappone?» chiedi impaziente.
«Oh, ripartirò fra quattro giorni...»
Meglio di niente, no?
Avrete la possibilità di parlare e tu potrai finalmente confidargli il tuo amore!

« ...giusto il tempo di permettere a Sara di visitare la città.»
Stoooop!
Cosacosacosa?

«Chi è Sara?» chiedi, dando voce ai tuoi pensieri, mentre un orribile presentimento si fa strada nel tuo cuore.
«Ah, giusto! Tu non la conosci! Sara è la mia fidanzata.»
Respiro mozzato.
Le palpebre sbattono velocemente.
I pugni sono stretti lungo i fianchi.
No, no, no, no, no, no.
Perché? Perché? Perché?!

«Ehy, tutto bene?»
Avverti una presa salda sul tuo braccio, una voce nuova parla e non hai il tempo di rispondere.
Ma forse è meglio così, cosa avresti potuto dire?

«Mi scusi professore, devo dare le ultime dritte ad Hanon per l'esibizione. Ci vediamo dopo lo spettacolo.»
Shirai.
Ti duole ammetterlo, ma per una volta sei felice di vederlo.
Lo segui, quasi come un automa con le lacrime che scivolano giù dai tuoi occhi, dimenticandoti della sua caviglia slogata e di quanto debba risultargli difficile trascinarti via.
Quando te ne rendi conto è troppo tardi e siete già nel camerino.

«Hanon, basta piangere. Tra un po' inizia il saggio.» ti dice, forse con un tono troppo duro, mettendoti le mani sulle spalle.
Ti sottrai alla sua presa, vergognandoti del fatto che lui ti stia vedendo piangere.
Con tante persone proprio lui?
Quel moccioso?!
Vorresti ringraziarlo, dopotutto ti ha tolto da una situazione difficile, ma non riesci a parlare.
Dalle tue labbra escono solo dei singhiozzi sommessi.

«Ehy, guardami.» ti dice dopo un po' con tono più dolce, alzandoti il mento con due dita «So cosa stai provando, credimi, ma adesso abbiamo bisogno che tu rimanga concentrata
Probabilmente per la prima volta, ti ritrovi a specchiarti nei suoi occhi.
Non ti eri mai accorta che fossero così belli...

«Sempre se te la senti, se vuoi possiamo dire che non ti senti bene o che...»
Ti dice, forse interpretando il tuo silenzio come una resa, mentre con un dito ti asciuga le lacrime.

«No, tranquillo.» dici ferma, rendendoti conto di quanto sia delicato il suo tocco «Abbiamo lavorato tanto, non voglio gettare la spugna. Non sarebbe giusto.»

«Ed ora sale sul palco Hanon Houshou, giovane pianista piena di talento! Facciamole un grande applauso!»
Tocca a te! Presto, sali sul palco!
Facendo attenzione a non inciampare nei numerosi cavi sparsi un po' dapertutto, ti avvicini verso il bel pianoforte a coda in mezzo al palco, prendi un bel respiro e ti siedi.
Le tue mani affusolate con le unghie smaltate tremano leggermente prima di posarsi sui tasti dello strumento.
L'inizio del brano non è impeccabile, ma è colpa dell'ansia.
Devi calmarti, lasciati andare ed andrà tutto bene.
Il pianoforte non può tradirti, è il compagno fidato di lunghi pomeriggi passati a provare e riprovare, è un tuo alleato in questa prova.
Inizi a suonare e chiudi gli occhi, cullata dalle note che tu stessa crei.

Ma poi, ad un tratto, nella tua mente compare l'immagine di Taro.
Le tue dita tremano, non c'è più la fluidità che eri riuscita ad ottenere.
Senti gli occhi pizzicare, dietro le palpebre ancora chiuse le lacrime spingono per poter uscire.
Ti fermi, non riesci a continuare.
Tra la platea si alzano alcuni borbottii e Shirai si ritrova a trattenere il respiro.
No, ti prego, non cedere proprio ora.

"Resisti, resisti, resisti."
Apri leggermente gli occhi, mostrando leggermente le tue iridi castane velate di lacrime che si scontrano con quelle più chiare di Shirai.
Quello sguardo, non sai perché, ti da la carica per continuare.
"Non posso arrendermi proprio ora."

Ed è proprio lui l'ultimo che vedi, prima di chiudere nuovamente gli occhi e tuffarti nella musica.
Adesso siete un tutt'uno.
Tu e lei.
Lei e te.

Non puoi saperlo, hai ancora gli occhi chiusi, ma Shirai si è irrigidito e ti guarda in modo diverso.
È il brano di sempre, gli accordi sono gli stessi, il tempo è giusto, ma questa volta lo stai suonando meglio.
No...
Non lo stai semplicemente suonando, lo stai vivendo.
E' una sensazione così bella che vorresti non finisse mai...
Ti ritrovi a sorridere, non sai il motivo.
Fino a poco fa non stavi per scoppiare in lacrime?
Man mano che le tue dita scivolano sui tasti, ti senti diversa.


Una standing ovation accompagna la tua uscita dal palco.
Ti dirigi verso l'esterno, per prendere una boccata d'aria fresca.
Ci sei riuscita, ce l'hai fatta!
Devi essere fiera di te stessa!
E, finalmente, lo sei.



«Complimenti cara Hanon, sei stata davvero spettacolare! E poi quella pausa improvvisa... Tutta scena per la magnifica parte finale. Bravissimaa davvero!»
Sorridi compiaciuta e fai un leggero inchino, ma ti fa male vederli insieme, non vuoi prolungare ancora di più il tuo dolore e quindi decidi di dirigerti verso l'uscita del teatro.
Mentre stai sorpassando la porta esterna che conduce verso il palcoscenico, però, lo vedi.
A causa della caviglia slogata è costretto a saltellare con una gamba sola verso le quinte.
Ti fermi ad osservarlo e lo trovi tremendamente tenero.
Scuoti la testa a quel pensiero: ma che ti salta in mente?!
Ma poi, inaspettamente, succede.
Lui alza lo sguardo ed i vostri occhi si incrociano nuovamente nel giro di poche ore.
Per la seconda volta ti ritrovi a credere che abbia degli occhi davvero belli...
Gli mimi un "grazie" con le labbra e ti limiti a fare un cenno di saluto con la mano.
Lui ti sorride e ricambia il tuo gesto, per poi mandarti un bacio con la mano.
Rimani spiazzata, anche perché per la prima volta le sue attenzioni non ti danno fastidio, anzi...
Con un cenno gli indichi una delle quinte e con una corsa lo raggiungi.
Venendo verso il teatro prima delle prove hai visto un nuovo locale molto carino; avevi pensato di andarci con il professor Mitzuki, ma ormai non ti sembra più una bella idea.
Chissà se Shirai è libero...

Ti stupisci di te stessa, ma ti sorprendi ancora di più quando lui accetta la tua proposta.
L'inizio non è dei migliori, l'aria fra voi due è tesa ed impacciata; poi però l'atmosfera si distende e quell'uscita, che doveva durare poco meno di un'ora, si prolunga per tutta la serata.
Non sai cosa ne uscirà...
Amicizia o un qualcosa di più?
Le ferite non si rimarginano subito, il dolore si affievolisce pian piano...
Non sei stupida, né superficiale.
Non vuoi buttarti in una relazione, senza sapere cosa vuoi davvero e soprattutto non vuoi ferirlo o prenderlo in giro.
Ma con lui ti sei sentita bene, dopo tanto tempo, e ti sei ritrovata a sorridere.

Fino a poco fa eri come una nuvola grigia, carica di pioggia, ora ti senti come una bella nuvola bianca.
Pulita, libera, leggera.
 
  
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