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Autore: MrsCrowley    17/06/2015    3 recensioni
Gli eroi, si sa, non possono vivere una vita tranquilla. E i maghi tanto meno.
Qualcosa di grande - e forse terribile - sta per succedere, e le ripercussioni potrebbero essere tali da spingere gli studenti della Magisterium (presi dal mondo di Rick Riordan) a chiedere aiuto a quelli di Hogwarts (presi dal mondo della Rowling).
I rapporti tra la scuola americana e quella inglese sono sempre stati tesi, questa nuova fratellanza insospettisce tutti e non poco. Perchè proprio adesso?
Qualcosa si sta risvegliando, qualcosa di pericoloso.
Le forze oscure di entrambi i mondi si agitano, e se le ombre si unissero sarebbe la fine.
Nuove amicizie, nuovi amori, nuove sfide e nuovi nemici attendono i vecchi eroi.
Ma attenzione: non tutto è come sembra.
Fanfiction scritta a quattro mani con la stupenda e MIA Kamala_Jackson. Si ringrazia per il sostegno anche il nostro lupetto spelacchiato personale.
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Warning: Storia scritta a quattro mani con Kamala_Jackson (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=753098) più un piccolo aiuto pulcioso.
 

Chapter 1. Lo strano ladro di Api Frizzole
 

 Draco ✪ 

 

L'espresso per Hogwarts era in ritardo, e neanche quella stupida locomotiva verde aveva il diritto di farsi aspettare da lui.
Lui era Draco Malfoy, il mezzo albino che avrebbe messo il mondo al guinzaglio, un giorno.
Tutti gli studenti di Hogwarts erano già riuniti in piccoli gruppi, parlottavano fra di loro sorridenti ed eccitati, raccontandosi della loro estate.

Troppe persone dai capelli rossi, lentiggini e oggetti di seconda mano interrompevano la sua visuale: non aveva intenzione di mischiarsi con quella plebaglia.
Un nevrotico Potter gli passò accanto, parlando animatamente con la Mezzosangue zannuta.
Tiger e Goyle lo aspettavano spalleggiandosi, ma il rampollo di casa Malfoy fece finta di non averli visti.
Scappò dalla Parkinson, nascondendosi dietro a un gruppo di Corvonero che si scambiavano appunti sui loro compiti per le vacanze, confrontando la lunghezza delle relazioni.
A quanto pareva, gli studenti di Hogwarts non erano cambiati: o forse sì, adesso che ci pensava sembravano essere ancora più stupidi e meno degni di lui di quanto ricordasse.
Potter sembrava più isterico di una ragazzina alle prese con il mestruo, e forse la spilla da Prefetto sulla divisa ammaccata di quel Babbanofilo di un Weasley ne era il motivo.
Non che gli interessasse davvero, ma seriamente? Ron Weasley Prefetto?
Hogwarts era caduta davvero in basso, pensò il Serpeverde, quando finalmente un fischio nell'aria annunciò l'arrivo dell'Espresso.

Blaise Zabini gli si avvicinò, guardando con la sua stessa aria di superiorità il resto dei presenti.
“- Tieni lontani Tiger e Goyle dal mio scompartimento, Zabini” ordinò Draco, consapevole che non avrebbe sopportato la loro stupidità per tutta la durata del viaggio.
Non poteva davvero reggere quell'anno scolastico, non adesso che aveva visto la spilla di Prefetto anche sulla Parkinson.
Lo avrebbe tormentato anche durante le ronde, a dimostrare che no, non c'era mai fine al peggio.
Draco aveva la sensazione che il mondo stesse tramando contro di lui per farlo andare fuori di testa, e di riflesso strinse forte la bacchetta con la mano destra pronto a lanciare qualche Maledizione.
Zabini sorrise deliziato di quel gesto: se volevi attaccare briga, lui era l'amico giusto. Senza ombra di dubbio.

Draco si sedette in quello che, da ormai cinque anni, era il suo scompartimento: non aveva intenzione di raggiungere quello dei Prefetti.
Andiamo, chi sarebbe stato così folle da condividere la stessa aria della Granger, di Weasley e della Parkinson?
“- Iniziamo a trasgredire le regole da Prefetto, Draco?” Chiese soavemente Blaise, guardandolo con tutta l'ammirazione di cui i suoi occhi erano capaci.
Il ragazzo scrollò le spalle in tutta risposta, lasciandosi sprofondare nel sedile morbido, socchiudendo appena gli occhi.
Quello sarebbe stato un anno terribile, lo prevedeva già.
Ne fu ancora più certo quando un ragazzino mai visto prima entrò nel loro scompartimento, brandendo sotto il braccio quello che sembrava un gioco da tavolo.
“- Posso? Il treno è tutto occupato” Chiese, la voce leggermente insicura, puntando gli occhi prima su Blaise e poi su Draco.
Le due Serpi si guardarono, doveva essere un novellino, perchè sulla sua uniforme non spiccavano ancora i colori di nessuna Casata.
Blaise ignorò la sua richiesta, voltandosi verso il finestrino e scaricando a Draco la patata bollente.
Come sempre.
Gli era piaciuto essere il leader? E adesso doveva assumersene le responsabilità.

“- Entra.” Concluse un laconico Draco, facendo un cenno alla donna che spingeva il carrellino.
Ordinò un sacco di schifezze e dolciumi che probabilmente non avrebbe toccato, soltanto per passare in qualche modo il tempo.
Zabini si avventò subito sulle Cioccorane, facendogli alzare gli occhi al cielo.
Non poteva crederci. Non poteva ancora collezionare figurine a quindici anni suonati!
Draco per un istante si sentì più isterico di quel mestruato di un Potter, ma si costrinse a calmarsi per non perdere la sua malefica aura inscalfibile.
I suoi occhi color ghiaccio si posarono sul ragazzino che era da poco entrato, e che silenziosamente aveva iniziato ad estrarre modellini di... che Merlino erano, quelle cose?
“- Mi manca ancora Ade!” Sbuffò con un sorrisetto il ragazzino, come se ci fosse qualcosa da ridere in quella comunicazione.
Chi era questo Ape? Non voleva forse rubargli le sue amatissime Api Frizzole?

Con la stessa aria protettiva che una mamma di lupo ha verso i suoi cuccioli, Draco agguantò le bustine più vicine di Api Frizzole, continuando a guardare male il ragazzino.
Per gli slip in pizzo di Morgana! Non solo chiedeva l'onore di sedere insieme a lui, ma adesso voleva anche rubargli i suoi dolciumi preferiti!
Non poteva crederci. Non poteva davvero credere che quell'anno sarebbe stato così insopportabile.
Già sentiva la nostalgia dell'estate, del costume da bagno bianco di Daphne Greengrass, che diventava trasparente non appena la ragazza entrava in acqua...
Draco si era perso in pensieri poco leciti riguardanti le trasparenze di quel benedetto costume da bagno, ma quando tornò in sé notò che il ragazzino lo stava fissando piuttosto insistentemente.
Oh certo, la sua bellezza memorabile doveva averlo colpito così tanto che adesso quel piccoletto stava già iniziando a pensare a cosa fare per poter essere come lui.

“- Ti sei incantato, ragazzino?” Chiese sprezzante Blaise, che a quanto pareva si era accorto dello sguardo di lui.
Blaise non era una persona gentile, questo aveva fatto sì che i due andassero così tanto d'accordo in quegli anni.
“- Sai, a Draco piacciono le ragazze, non i ragazzini effemminati...” Lo informò, come se ce ne fosse bisogno.
Insomma, la fama di sciupafemmine di Draco Malfoy era diventata leggenda a scuola, anche i nuovi arrivati dovevano esserne a conoscenza!
Si vociferava che avesse fatto più conquiste di quanto in effetti fosse il numero effettivo di studenti e studentesse presenti nella scuola, a dirla tutta.
Il ragazzino seduto di fronte a loro era violentemente arrossito, e stava guardando Blaise come se avesse voglia di tirargli un pugno.
Un'azzuffata era l'ultima cosa che i suoi doveri da Prefetto avrebbero dovuto tollerare, eppure Draco sembrava deliziato di quella prospettiva.
Due ragazzi che combattevano per lui, senza che vi fosse un logico motivo valido a sostenere quella lotta. Chi avrebbe chiesto di meglio?
“- Via Blaise, adesso il ragazzo penserà che noi Serpi siamo persone perfide e velenose...” sdrammatizzò il mezzo albino, intervenendo per calmare gli animi.
Non voleva subire la ramanzina della Granger, non avrebbe tollerato che la sporca Mezzosangue iniziasse a tormentarlo già dal primo giorno di scuola.

“- Come ti chiami?” Domandò, rivolto verso il moro seduto di fronte a lui.
La vera domanda che gli premeva porgli era, però, che cosa volesse dalle sue Api Frizzole.
E il modo in cui nella sua testa aveva sottolineato la parola “sue” non ammetteva alcuna replica.
Gli ricordava fastidiosamente una versione meno sfregiata di quel Potter, adesso che ci rifletteva.
Volto pallido, capelli neri e ribelli, per fortuna nessuna cicatrice sanciva una fratellanza con quell'essere indegno di essere nominato.
“- Nico di Angelo” Rispose il ragazzo, guardandolo dritto negli occhi.
Nico di Angelo. Doveva stare tra i Serpeverde, gli era piaciuto il modo con il quale si era presentato, senza nessuna nota di incertezza nella voce.
Forse Nico di Angelo avrebbe reso meno orribile quell'anno, ammesso che rinunciasse al pensiero di conquistare le sue...
“- Api Frizzole?” Propose, porgendogli il sacchetto.

Non era una vera offerta, lo stava solo mettendo alla prova.
Se avesse osato allungare la mano, lo avrebbe Cruciato senza pietà.
Nico di Angelo scosse la testa, e Draco decise che infondo quel ragazzino poteva anche stargli simpatico.
Blaise si alzò, annunciando che sarebbe andato volentieri a trovare le sorelle Greengrass, dietro le quali sbavava da più o meno tre anni.
In effetti, tutti a scuola avevano fatto un pensierino su Daphne e Astoria Greengrass, possibilmente insieme, ma nessuno pareva aver avuto successo con loro due.

“- Sei nuovo qui, non ti ho mai visto.” Constatò Draco, quando rimase solo con il ragazzino.
Si sentiva abbastanza loquace da cercare di fare una conversazione, cosa piuttosto strana per lui.
Non amava dare confidenza agli sconosciuti, più che altro perchè avrebbe rischiato di contaminarsi con la plebe.
Eppure, quel ragazzo non puzzava come la Granger, forse il suo sangue era abbastanza pulito da meritarsi la cordialità del rarissimo esemplare di un socievole Draco Malfoy.
“- Ho frequentato il primo anno in un'altra scuola” Rispose il ragazzo, senza aggiungere nient'altro.
Fu in quel momento che Draco capì cosa di quel ragazzo lo stesse disturbando: non era il tentativo scampato di vedersi sottrarre le sue Api Frizzole,no.
Era quel maledetto accento. Yankee. Parlare con uno yankee era quasi come parlare con un Mezzosangue.
Oh, povero Draco! Chi poteva immaginare quanto orribile sarebbe stato quello stramaledetto anno?

“- Ma tu sei uno yankee!” Esclamò disgustato, chiedendosi cosa ci facesse lì in Inghilterra.
Non si vedeva uno come lui a Hogwarts da generazioni di maghi, si vociferava che in America avessero aperto una prestigiosa scuola di Magia e Stregoneria.
Non ne ricordava il nome, la sua repulsione per quel continente era tale da fargli passare dalla mente ogni nozione che lo riguardasse.
“- Beh, non proprio. Sono un Mezzos... ah, lascia stare!” Disse il ragazzo, con un leggero cenno della mano.
Cos'era lui? Uno Yankee Mezzosangue? Draco Malfoy si sentì svenire.
E probabilmente avrebbe davvero perso i sensi, se una sorridente Daphne Greengrass non fosse entrata nello scompartimento, accompagnata dalla musica travolgente di uno spogliarello.
Ok, ammettiamo pure che quella musica fosse presente solo nella sua testa, era chiaro dallo sguardo della ragazza che non desiderasse altro che essere spogliata da lui.
Se il Mezzosangue yankee non fosse stato lì, avrebbe volentieri accontentato quel suo desiderio...

“- Draco Malfoy, non sei ancora venuto a salutarmi!” Lo rimproverò, guardandolo con i grandi occhi azzurri.
Poi si voltò verso il ragazzino, chiaramente insoddisfatta dal fatto che quello scompartimento non fosse vuoto. A chi lo diceva!
“- Ci vediamo a cena, prendimi il posto alla tua sinistra” Tagliò corto la ragazza, scoccandogli un bacio sulla guancia.
Doveva aver lanciato un incantesimo su se stessa, perchè quando camminava sembrava partire in automatico quella musica...
Nico di Angelo catturò di nuovo la sua attenzione, distraendolo per la seconda volta consecutiva dall'immagine poco lecita che stava formulando di Daphne Greengrass.

“- Siete tutti così in questa scuola?” Chiese il ragazzino, guardandolo preoccupato.
Ora, lui era un Prefetto. Doveva occuparsi dell'immagine che Hogwarts dava.
Eppure, si chiese davvero cosa lo facesse preoccupare così tanto: il costoso profumo francese della Greengrass gli aveva forse dato al cervello?
“- Dipende cosa intendi, Nico” Rispose, sforzandosi di non usare anche il suo cognome.
Era sua abitudine chiamare le persone solo usando il loro cognome, ma per quella volta avrebbe fatto un'eccezione, sebbene non troppo volentieri.
Era curioso di sapere, però, cosa avesse da ridire su di loro.
Se davvero nella sua mente avesse trovato qualcosa da rimproverare a Zabini o alla Greengrass bionda, cosa avrebbe dovuto dire sui Grifondoro?
Che cosa avrebbe detto, se l'anno scorso durante il Ballo del Ceppo avesse visto un ubriaco Dean Thomas cantare “I Grifondoro ce l'hanno d'oro”?

“- Non lo so, ma siete diversi da noi. Anche i nomi delle vostre Case, sono così strani... e poi, perchè ne avete solo quattro? Vengono qui solo i figli dei Pezzi Grossi?”
Non che Draco avesse seguito troppo attentamente le domande del ragazzo, ma c'era qualcosa di strano nel suo ragionamento.
Se fosse stato una Serpe, si sarebbe seriamente dovuto occupare di lui: se lo ripromise, osservano il suo sguardo leggermente smarrito.
“- Se vedessi i Weasley ti ricrederesti subito. Ahimè no, non vengono qui solo i figli dei pezzi grossi come me” Lo informò Draco, vedendo sorridere raggiante il ragazzo.
Aveva capito che tipi fossero i Weasley, imparava in fretta allora!
“- Oh, anche tu sei figlio di uno di loro? Non lo sapevo, cioè di solito si trovano in America. E di chi, precisamente?” Chiese elettrizzato, guardando con aria interrogativa la statuetta che aveva in mano.
Un uomo – pesce che brandiva un tridente, che razza di statuette collezionava quel ragazzino?
Draco si passò una mano tra i capelli, pronto a rispondere.

Ma il treno si fermò, e i suoi compagni di Casa lo prelevarono così velocemente che sembravano essersi Materializzati lì.
Gli avevano appena interrotto il monologo sul sangue Purissimo che scorreva nelle sue vene, questa gliel'avrebbero pagata cara.
Il ragazzino lo salutò con un cenno del capo, e le Serpi si diressero verso il castello, parlando tra di loro.
La Parkinson lo rimproverò di averla lasciata sola tutto il tempo, ma uno Zabini piuttosto di buon umore lo salvò dalle moine della ragazzina.
Ogni tanto faceva qualcosa di sensato, quel Blaise! Aveva più cervello di Tiger e Goyle messi insieme... non che ci volesse molto, si intende.
“- Era simpatico, il bambino?” Chiese irriverente, facendogli alzare gli occhi al cielo.
Erano stati al primo anno anche loro, certo nessuno aveva avuto il suo stesso fascino già a quella giovane età, ma lui era un Malfoy. Non tutti potevano brillare come lui, no?

“- Credo che sarà uno di noi, quindi smettila di prenderlo in giro. Il tuo unico obiettivo deve essere Potter, è lui la nostra preda. Ricordi?”
Ogni tanto Blaise pareva dimenticarsi che il loro compito era quello di tormentare i Grifondoro, e soprattutto Potter e quegli strampalati che lo circondavano.
La sua vita sarebbe stata meno interessante forse, se non avesse avuto quel babbeo su cui sfogare tutti i suoi malumori.
“- San Potter, dici?” Indicandoglielo appena, con una gomitata.
Draco sogghignò, i cancelli di Hogwarts si aprirono davanti a loro, accogliendo vecchi e nuovi alunni in quella che sarebbe stata la loro dimora per mesi interi.
Si erano aperte le porte di un altro anno, un orribile anno – stando a quello che Draco sospettava.
Il tavolo dei Serpeverde lo accolse alzandosi in piedi, i ragazzini erano stati ben addestrati a riconoscere chi comandasse.
Prima che iniziasse lo Smistamento, la McGranitt annunciò che un nuovo ragazzo si era trasferito a quella scuola.

Draco sperò con tutto se stesso che non si trattasse di qualche babbeo di Durmastrang, non avrebbe potuto sopportare un qualche cugino strampalato di Krum.
Una bella francese sarebbe già andata decisamente meglio, sarebbe stato interessante vedere le sorelle Greengrass scontrarsi contro il fascino di una straniera.
Una bella sfida a suoni di tacchi a spillo e minigonne era decisamente la prospettiva per un anno scolastico meno orribile, sì.

“- Nico di Angelo, della Magisterium, ha deciso di studiare qui a Hogwarts.”
Concluse la professoressa di Trasfigurazione, guardando con aria severa tutti i presenti, come se si aspettasse che nessuno sapesse cosa Merlino fosse la Magisterium.
E invece no. Hermione Granger lo sapeva. E lo sapeva anche lui.
D'un tratto, l'accento yankee del ragazzo seduto nel suo stesso scompartimento fu nettamente più chiaro: dunque Nico di Angelo non era un novizio.
Se fosse capitato tra i Serpeverde, avrebbe avuto molto da chiedergli sulla sua scuola: voleva sapere qualcosa in più, sui maghi americani.
Il Cappello Parlante si poggiò sulla testa corvina del ragazzo, restando in silenzio per qualche lunghissimo minuto.
Forse c'era stato un errore, magari Godric Grifondoro aveva fatto una buona azione una volta nella sua vita e aveva impedito agli yankee di mettere piede a Hogwarts?
- Ti metterò in... Serpeverde!” Annunciò il cappello, ricordando al mezzo albino che nessun Grifondoro avrebbe potuto mai fare qualcosa di anche lontanamente accettabile.
Il Prefetto si unì all'applauso educatamente, sbottando a Goyle di trovarsi posto altrove.

Mosse appena il capo chiaro, per indicare a Nico di Angelo il posto alla sua destra, un onore che non aveva mai concesso a nessuno se non ai ragazzi della sua cerchia.
“- Benvenuto tra i Serpeverde, Nico. Sei fortunato a sederti a questo tavolo, dove si trovano i figli dei pezzi grossi
Disse citando le parole che il ragazzino aveva usato nel treno, e vedendolo sorridere.
Fortunatamente aveva lasciato le statuine imbarazzanti con le quali stava giocando prima, e nessun uomo – pesce disturbava la loro conversazione.
“- Quindi qui ci saranno sicuramente dei miei... parenti?” Chiese il ragazzo, sorridendo.
Draco si accarezzò il mento, fissandolo.
Era decisamente l'ultima domanda che si sarebbe aspettato, ma optò per una risposta quanto più diplomatica possibile.
“- Come saprai bene, tutte le famiglie Pure sono imparentate tra di loro. Quindi immagino proprio di sì”
Nico non chiese oltre, e iniziò a mangiare guardandosi distrattamente in giro per la sala.
Sperava vivamente che quel ragazzino riuscisse a rendere quell'anno vagamente interessante, visto che per colpa sua aveva dovuto rinunciare alla gara di bellezza tra le Greengrass e una francese.

Certo, Nico di Angelo non aveva nessuna colpa del fatto che la fantasia del Serpeverde galoppasse a mille ippogrifi in più del normale, ma...
A qualcuno doveva pur affibbiare le colpe di tutto, no?
San Potter era troppo lontano quella sera, perciò si limitò a guardare in cagnesco nella sua direzione, incontrando gli occhi furenti della Granger.
Quella ragazza riusciva ad essere incavolata con lui anche quando non faceva nulla per meritarselo.
Il Prefetto ricambiò l'occhiataccia, le avrebbe tolto dieci punti soltanto per avere osato guardarlo, se solo non fosse stata anche lei un Prefetto.

Quando era stato deciso che i Prefetti non potessero togliersi punti tra di loro?

  Nico 

Nico osservò con curiosità il cibo che compariva nel suo piatto. Gli ricordava il Campo Mezzosangue.
E Campo Mezzonsangue = Percy Jackson. No cosa buona.

Ora aveva la possibilità di una nuova vita. Lontana dal luogo dove era morta Bianca. Lontana da suo padre. E soprattutto lontana dal figlio di Poseidone. Dai suoi capelli neri, perennemente arruffati, che lui moriva dalla voglia di toccare. Da quei suoi occhi verdi come il mare, così grandi e dol... no, stop.
Stava decisamente divagando.

Il giovane semidio alzò lo sguardo verso Draco, seduto a fianco a lui, che continuava a fissare con fare cagnesco il tavolo dei Grifondoro.
Provò ad allungare il collo, per vedere chi o cosa stesse fissando, ma riuscì solamente a scorgere una zazzera di capelli neri e due occhi troppo grandi e rotondi per essere umani. Della palle da baseball al posto degli occhi.
Nico assottigliò lo sguardo e si rese conto che erano degli occhiali. Degli occhiali così orrendi che Afrodite si sarebbe rivoltata sul suo trono, sull'Olimpo.


Non si rese subito conto che la sua attenzione era tornata a Draco.
I capelli erano di un biondo quasi albino e rilucevano alla luce delle candele della Sala Grande. Gli occhi che sembravano due pezzi di ghiaccio e la pelle candida, il viso angelico.
Nico riportò l'attenzione al suo piatto con velocità fulminea, pregando che non stesse colando bava dalla bocca. Deglutì e afferro un calice, bevendone il contenuto tutto in un sorso, giusto per distrarsi.

Per poco non sputò l'acqua dal naso quando si accorse che Draco lo osservava.
Sentì le guance andare a fuoco e quando incontrò i suoi occhi il fiato gli mancò. Si stava mica innamorando di lui? Naaah.


-"C'è qualcosa che non va?"- biascicò, osservandolo di sottecchi. Il ragazzo al suo fianco scosse la testa, ma sorrise.
-"Ho intenzione di mostrarti personalmente la scuola e il dormitorio dei Serpeverde. E anche di illustrarti che, purtroppo, non ci sono solo pezzi grossi in questa scuola, come il sottoscritto, ma anche fecce che strisciano ai nostri piedi."
-"Sottostanno ai vostri ordini?"- domandò Nico, curioso.
-"Ma ovviamente. Hai la fortuna di stare accanto al re della scuola, sai."
Nico lo guardò stupito."-Oh."
Draco gongolò. "-Beh, come hai detto ci sono persone importanti, e mio padre ha un sacco di agganci con tutti. Ovviamente io posso avere tutto ciò che voglio, dentro e fuori dalla scuola."

Il semidio sgranò gli occhi. Agganci importanti...padre....tutto ciò che voleva...ma era un figlio di Zeus, per le mutandine in pizzo di Plutone.
Okay, forse pensare a quella cosa non era stata una grande idea. Si immaginò suo padre che andava in giro per gli Inferi con indosso solo...bleah !
Il ragazzo rabbrividì, diventando verde.
Poi pensò che allora Draco era suo cugino, dato che i loro padri erano fratelli. E che lui era fratello di Jason e Thalia.
Ma da quale parte? Romana? Greca? Forse romana... nutriva troppa curiosità nei confronti di quel ragazzo.


Appena finirono di mangiare, Draco l'agguantò per un braccio e lo trascinò con sé. Nico sospettò si stesse nascondendo, dalla Parkinson. Morbo di nome e di fatto.
Ridacchiò per la sua battuta brillante e seguì il Serpeverde più grande.
-"Ebbene, Nico, devi sapere che Hogwarts si divide in quattro case : Serpeverde, come me e te, che è ovviamente la casata migliore. Le altre non sono molto importanti, ma mi sforzerò di insegnartele. Sai com'è, svaniscono al cospetto della mia casa. E soprattutto al mio cospetto."
Draco sghignazzò e Nico poté notare una specie di tic all'occhio.
"-Un'altra casa è quella dei Corvonero, dei pazzi caffeinomani che non fanno che studiare dalla mattina alla sera, pensando di essere chissà chi. Ovviamente rispetto a me non sono nessuno. Ci sono poi i Tassorosso, dei pappamolla peace and love che amano lavorare più del dovuto. E in particolare curare le piante della serra, degli schizzati figli dei fiori, insomma. E infine ci sono loro. I Grifondoro. Che trasudano orrore e disgusto da ogni poro. E ho fatto delle bellissime rime che dovrebbero accumulare punti alla mia casa. Dove sono i professori, quando servono? Comunque, dicevamo. Loro sono delle vere e proprie fecce. E sono capitanati da quell'incompetente di Fotter, che osannano come il re degli dei in terra. Anche se lui sarebbe più una fatina, piccola e insulsa, una caccola in confronto a me. Il nostro principale obbiettivo è rendergli la vita difficile. Sai com'è, lui è assolutamente inutile ed è la vergogna di noi, veri maghi. Noi figli dei pezzi grossi, no?"

Draco sorrise, e Nico poté scorgere un lampo di follia in quegli occhi chiari. Ecco, già lo amava.

-"Giusto."
Draco sembrò felice della sua risposta e continuò a guidarlo per i corridoi, salendo sempre di più.
Il figlio di Ade capì che si dirigevano in una delle torri che aveva scorto da lontano.
Si ritrovarono presto di fronte a un muro di pietra, con ai lati le sculture di due cobra.
-"Per entrare c'è bisogno della parola d'ordine, oppure questi due serpenti si animeranno e potrebbero cercare di ucciderti. Ricordala bene, è toujurs pour".- spiegò Draco.
Al suono della parole d'ordine, una porzione di muro scivolò di lato, rivelando un'entrata con un tavolo, con sopra una scacchiera e una tazza di tè. Draco tirò il petto in fuori e con naturale eleganza si fece largo presso la Sala Comune, arredata con grandi divani e poltrone in pelle nera, cinque camini di pietra sormontati da ritratti e dipinti. Nico sussultò, accorgendosi che le figure al loro interno si muovevano.

Okay, che il castello era pieno di fantasmi, ma non si era accorto che anche i quadri erano posseduti...
alla sua destra vi era un grande biblioteca, i cui scaffali erano arricchiti da manoscritti e libri di tutti i tipi.
Un lungo tavolo abbelliva la camera dove erano riuniti gli studenti, che salutarono Draco con rispetto e timore.
Nico lo guardò, ammirato. Era proprio un degno figlio del re degli dei.

-"Lui" - e il serpeverde più grande si spostò di lato, mostrandolo ai compagni di casa.- "è Nico Di Angelo, si è trasferito qui dalla sua scuola e da oggi è un nostro nuovo compagno, trattatelo con il massimo rispetto, oppure..."
Nico fissò Draco.
-"...oppure lo dirò a mio padre".- concluse lui, soddisfatto.
Poi indicò una scala dalla ringhiera in legno di mogano, intarsiata con dei serpenti.
"-Da quella parte ci sono i dormitori. Benvenuto a casa."
 
 
  
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