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Autore: isntSelf    11/01/2009    3 recensioni
Ciau! Questa è la mia prima storia, l'ho scritta molto tempo fa. Spero che vi piaccia.Racconta di un ragazza (che sarebbe Amy degli Evanescence) che è morta ed è diventata un fantasma. Passa le sue giornate nella camera da letto di quando era viva ma adesso vi vive un'altro ragazzo. Lei non può uscire da lì perchè... non lo sa perchè...
Genere: Romantico, Triste, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Non sono morta molto tempo fa. Forse qualche mese, o qualche anno, al massimo. Sicuramente non sono morta cento anni fa, ricordo la mia televisione al plasma e il mio cellulare rosa e verde e il mio fedele computer, cento anni fa non c’erano, vero? Ricordo che ero molto bella, ma non ricordo perchè. Per quanto ne sappia io potevo essere bionda o mora, potevo avere gli occhi chiari o scuri, potevo essere alta o bassa. Non ricordo i miei genitori o i miei amici, non ricordo la mia casa o la mia scuola, non ricordo in che città vivessi. Ricordo solamente frammenti della mia vita. Quando il mio cuore batteva ancora mangiavo i cereali senza niente, perchè non mi piaceva il latte, quindi prendevo la scatola, ci infilavo una mano, ne prendevo una manciata e li buttavo in bocca. Ricordo il loro dolce sapore, il sapore che non sentirò mai più. Ricordo il mio primo bacio. Mi aveva baciata un ragazzo più grande di me, un ragazzo popolare e desiderato da tutte le ragazze della scuola. Mi aveva presa per la mano, mi aveva portata nel bagno dei ragazzi e, dopo avermi fatta sedere sul lavandino, aveva preso il mio viso tra le sue mani e mi aveva dato un lungo e passionale bacio davanti a chiunque fosse capitato nel bagno in quel momento. Ricordo l’estasi del momento, ricordo di pensare che se mio padre mi avesse vista in quel momento avrebbe sparato al ragazzo col suo fucile dei tempi andati e mi avrebbe costretta a promettere amore eterno a Dio. Ricordo che da quel giorno in poi ho baciato molti ragazzi, troppi per tenere il conto, troppi per avere più la possibilità di essere più considerata una ragazza per bene. Vorrei ricordare come sono morta. Vorrei ricordare come mi chiamo. Ero sdraiata sul letto a leggere un suo fumetto quando l’ho sentito suonare il campanello. Ho rimesso al suo posto il fumetto e poi mi sono seduta sulla sedia dove teneva tutti i vestiti da lavare, la sedia era proprio opposta alla porta e da lì si vedeva tutta la camera da letto, passavo la maggior parte delle mie giornate seduta su quella sedia a guardarlo. Sentii sua madre aprire la porta, lui entrare, fare uno spuntino e salire le scale. Quando aprì la porta, Christian era uno splendore, i suoi capelli biondi sembravano ancora più luminosi dopo aver passato una giornata all’aria aperta, i suoi occhi azzurri brillavano all’idea di potersi finalmente rilassare dopo una lunga giornata. Amavo questi momenti, quando tornava a casa dopo essere stato a scuola. Amavo di poterlo finalmente rivedere dopo le lunghe ore passate lontani l’uno dall’altra. Io lo amavo. Lui non sapeva neanche che fossi confinata a vivere in camera sua. Ma ero impotente, non potevo comunicare con lui. Lui non mi vedeva, non mi sentiva e anche se mi avesse conosciuta non mi avrebbe voluta comunque. C’era un solo modo per comunicare con lui. Dovevo lasciargli un messaggio scritto. Ma avevo paura a mettere in atto questo piano. E se lui avesse preso paura, sapendo che un fantasma viveva con lui? E cosa avrei potuto scrivere? Avrebbe accettato la mia presenza? Mi avrebbe abbandonata in quella camera da letto a “vivere” da sola per sempre? Avrebbe creduto di essere pazzo? Una volta avevo provato a scrivere qualcosa mentre lui era a scuola ma non avevo trovato il coraggio di lasciarglielo vedere e lo avevo spezzettato e buttato via. Un giorno lo avrei fatto, me lo ero promesso. Lo guardai accendere il televisore, sintonizzarsi su Mtv e sedersi alla scrivania per cominciare i suoi compiti. Christian aveva questa abitudine di tenere sempre un pò di musica come sottofondo e quando orecchiava una canzone che gli piaceva, si sdraiava sul letto per guardare il video musicale e poi, una volta finita, si risedeva sulla sedia a fare i compiti Lui cominciò a tirare fuori dallo zaino i suoi quaderni e libri, l’astuccio, il diario... Mi alzai e mi misi alle sue spalle, Christian non si accorse di niente, immaginai di riuscire a sentire il suo profumo. Doveva avere un buon odore perchè usava un profumo famoso e costoso, la sua pubblicità si ripeteva in continuazione sul televisore. Cercai di ricordare che odore avessero i fiori, se era un odore che mi piaceva o no, quale fosse stato il mio profumo preferito. Ma ora non sentivo più niente. Stetti tutto il pomeriggio a guardarlo fare matematica. Quando non gli tornava un risultato si rigirava il fondo della penna blu tra i denti, la batteva pensieroso sul quaderno, i suoi occhi azzurri si mettevano a vagare per la stanza, distraendosi. Quando ebbe finito guardò un pò di video, cenò e andò a letto. Adoravo guardarlo dormire, i suoi occhi nascosti dalle palpebre, la bocca carnosa leggermente aperta, il torace che si muoveva su e giù a ritmo con il suo profondo e lento respiro. Dormiva in una posizione supina, con un braccio sopra la testa e uno sopra la pancia, le gambe leggermente divaricate sotto le lenzuola. Tutte le notti mi mettevo in ginocchioni accanto al suo letto e, appoggiando la testa sul materasso, lo guardavo intensamente. Non mi annoiavo mai a guardarlo. Era il mio passatempo preferito.
  
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