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Autore: RadioPotter    18/06/2015    0 recensioni
Un nuovo intricato caso da risolvere per il duo Weasley & Granger; riusciranno anche questa volta a trovare il colpevole?
Genere: Mistero, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Weasley & Granger - LunaLovegoodHP


Una cosa che Ron Weasley non riusciva a capire era perché la gente volesse pensare tanto. Era un detective lui stesso, era vero, ma a lui non davano il compito di pensare a cosa fare: “agisci e colpisci” era il suo motto, infatti. Piuttosto, era la sua assistente, Hermione Granger, quella che si occupava sempre della mente. Le davano il compito di sezionare i corpi, fare l’autopsia e scoprire la causa del decesso, mentre lui... Indovinava. Non era bravo a farlo, di certo, ma a questo serviva proprio lei. Erano un duo, quasi: Weasley & Granger; spesso le persone li confondevano per una coppia, ma la verità era che erano soltanto degli amici di data talmente lunga, che probabilmente oramai agivano come marito e moglie. Non che a Weasley non fosse mai venuto un pensierino sulla sua collega, ma lei sembrava interessata ad altro. Un giorno la beccò a flirtare con un uomo, mentre controllava il corpo di una donna appena caduta da un balcone. “La verità è che capisco più i morti che i vivi, Ron. Quindi dimmi, quando dovrei flirtare, se non mentre ispeziono un cadavere?”, gli chiese lei. Era una domanda piuttosto difficile e soprattutto una a cui Ron non sapeva dare risposta, quindi semplicemente scrollò le spalle e la ignorò. Quel caso lo avevano risolto velocemente, infine. Fu lui a risolverlo, salvando Hermione dall’ex-poliziotto-assassino, usando una mazza da baseball per colpirlo. Era stata lei, in fondo, ad avergli detto prima di poterla usare come arma. Questa volta, però, si trovavano con un caso più difficile: la vittima era un ragazzo di appena 15 anni e da quel che sembrava a Ron, poteva essere stato benissimo ucciso con un esorcismo; la madre del ragazzo era una donna molto religiosa e lei stessa aveva ammesso di aver esorcizzato il figlio, ritenendo ci fosse il diavolo dentro di lui. “Su, pensa che sia stato davvero l’esorcismo ad ucciderlo... Prova a indovinare!”, propose Weasley, guardando il corpo con le sopracciglia alzate. Tali parole, però, gli diedero soltanto un risultato: un’occhiataccia da parte della sua collega. “Ron, quante volte te lo devo dire che io non indovino? Io so e basta.”, si offese lei, prendendo delle provette e una siringa, per prelevare il sangue dal cadavere. “E l’esorcismo può uccidere, certo, ma non è la causa del decesso. Potrei fare ricerche, ma ti assicuro che qualunque sia la causa, non è l’esorcismo. Guarda qui, però”, prese la mano del ragazzo e la mostrò al collega, “ci sono delle linee viola, qui, sulle dita, che potrebbero significare intossicazione.” “Allora pensi sia stato avvelenato?” “Dubitevole. I suoi polmoni dimostrano che si è soffocato, prima di morire...”, rispose in tono ovvio la donna. “Quindi... è stato soffocato?” “Non ci sono segni né sul collo, né da nessun’altra parte di soffocazione, no.”, disse dirigendosi verso il grande schermo, per mostrare al collega altri segni. Tale risposta, però, non piacque a Ron, che sbuffò. “Hello! La causa della morte?”, chiese Weasley, stanco di indovinare. “Credi che Draco sia sexy? Sai, in quel suo modo di essere?”, domandò Hermione, stranamente cambiando argomento. Il giovane alzò le sopracciglia, stupito. “Ti piace?” “No, non è il mio tipo.”, disse, quasi disinteressata. “Sai, farò delle prove per vedere se la causa è

l’intossicazione”, cambiò argomento di nuovo, come se la domanda di prima non ci fosse mai stata. Questo stupì Ron ancora di più. “Ma hai detto che non è stato avvelenato!”, notò, applaudendo a se stesso per aver notato una cosa del genere, ma come al solito Hermione rovinò tutto. “Ho detto che era dubitevole, non impossibile.” L’uomo, intanto, tornò con la mente alla domanda di prima, su Draco. Non sopportava il ragazzo, questo era certo; veniva da una famiglia più ricca della sua e per questo si sentiva un fighetto. Quasi un bullo, a dire il vero. “Draco è un cretino. Mi ha sempre preso in giro, da quando eravamo piccoli! Urlava spesso, ‘Non sai giocare bene, Weasley’”. Hermione gli sorrise, stupita dall’affermazione, ma trovandosi anche un po’ dispiaciuta per l’amico. “A volte si metteva a urlare ‘Ron-è-il-nostro-Re, ogni due ne manca tre!’”. Incrociando le braccia, il giovane aspettò la risposta dell’amica, mentre il suo tono offeso si percepiva a distanza. “Non sapevi giocare davvero?” “No! Ero molto atletico, ma non ero tanto bravo quanto i miei fratelli Fred e George, tutto qui!”, rispose offeso, considerando la domanda dell’amica non molto d’aiuto. “Perché, come chiamavano te?” “Hermione-dai-libri-noios-oni”, canticchiò lei. “Dovrebbe dire che sono noiosa e leggo libri, ma siccome non faceva rima, beccati questo.” “Ah”, commentò Ron, non sapendo cosa dire esattamente. La Granger intanto si abbassò, controllando ora la bocca del deceduto. “Pensi forse che lo fossi? Voglio dire, noiosa?” Quando non arrivò la risposta, la donna decise di commentare il defunto. “Nel suo corpo ci sono segni di piume e bruciato... E anche di acqua santa.” “Lasciami indovinare. È stato... soffocato con un cuscino bruciato mentre beveva acqua santa?” Il tono dell’uomo non sembrava scherzoso, eppure sulle labbra di Hermione apparve un sorrisetto divertito. “No.” “Ok, Hermione, lo so che odii indovinare, ma mi serve una teoria, anche solo una!”, si arrabbiò Ron, sbuffando di nuovo. “L’evidenza scientifica dimostra varie cose, ma dovrò cercare se non sia stato esorcizzato sul serio.”, rispose lei. “Quindi è stato ucciso davvero da un esorcismo?”, chiese speranzoso il giovane, ma di nuovo Hermione gli tagliò le corde della speranza. “Non ho detto questo!” Infine decisero di cercare attraverso il computer i vari posti in cui era stata la vittima e controllarono addirittura una certa chiesa in cui andava spesso la madre del ragazzo; assistettero a un esorcismo, ma nulla dimostrò che la causa della morte fosse proprio quello. Quando dopo giorni e giorni di ricerca Ron sentì la sua collega urlare: “Forse so cosa l’ha ucciso”, si sentì quasi sul punto di abbracciarla, ma purtroppo fu interrotto da una chiamata di sua madre, Molly Weasley. Alzò la mano verso Hermione facendole segno di aspettarlo e si diresse verso un posto quieto per parlare con lei. “Ron! Devi venire a cena oggi, verranno degli amici, te lo avevo detto!”, urlò sua madre dal cellulare, quando Weasley lo aprì e rispose alla chiamata. “Mamma... Verrò, ma prima lasciami almeno risolvere il caso. Inoltre, potrebbero aiutarti Fred e George, visto che gli piace tanto festeggiare...”, notò lui, ma nonostante non potesse vederla, quasi sentì sua madre scuotere la testa.

“Georgie è fuori con la sua fidanzatina, Angelina o come si chiama, e Freddie vorrebbe uscire con dei suoi amici, quindi dovrai aiutarmi tu, Ronnie! E chiama anche Percy, Charlie, Bill e Ginny per venire!”, urlò lei, fortunatamente non staccandosi ancora dalla linea, visto che all’uomo venne un’idea geniale. “Ecco! Perfetto! Chiama Ginny e fa’ sì che lei stessa si occupi di tutto! È una donna e sono sicuro che lei apprezzi di più le insalatine... Oggi purtroppo devo tornare tardi, Ma’, quindi lasciami del pollo!”, e detto questo, staccò. “C’è una pianta, qua, che potrebbe aver causato la morte. O meglio, l’ha fatto. Non ci sono molti posti a Boston con queste piante, ma dovrò cercare meglio.”, disse subito Hermione, appena vide il collega staccare la chiamata. Weasley però ignorò il commento della donna, appena capì di conoscere quella pianta. L’aveva vista a casa del padre del ragazzo defunto, e subito decise di comunicarlo alla giovane. Sentite le parole di Ron, lei corrugò la fronte, stizzita. “Credi che il padre lo abbia ucciso? Impossibile!” “No, non il padre... Gli voleva troppo bene, non voleva nemmeno altri figli. Ricordi, però, che la moglie ne voleva? La nuova, intendo... Ecco, secondo me è stata lei.” “È una presunzione esagerata, ma mi trovo a concordare con te”, ammise Hermione. “Sono stupita tu sia riuscito ad arrivarci da solo, a pensare, intendo!” “Io so pensare, a volte...”, borbottò lui a se stesso, ma quando infine la sua presunzione si rivelò giusta e riuscirono a risolvere il caso, si sentì quasi felice. A rallegrarlo fu soprattutto l’abbraccio che gli diede Hermione, però. Potevano anche essere solo amici, ma avevano dormito insieme in un letto matrimoniale, avevano bevuto insieme e mangiato insieme, quindi forse erano davvero una coppia di sposi, ormai sposati da così tanto tempo, che neanche loro si ricordavano di esserlo.

Questi luoghi e personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joanne Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

   
 
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