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Autore: _Tiina    18/06/2015    2 recensioni
Nuova FF.
Diversa dalle altre, questa FF parla di due persone completamente diverse. Abbie e Justin si troveranno ad affrontare problemi molto gravi a causa di una notte diversa dalle altre.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Link Video- Trailer: https://youtu.be/Ly0oUCLpQH0

Chapter one.

"Vedrai che ti piacerà, Ab." ripeteva mio padre mentre era alla guida verso la nuova casa.

I miei genitori avevano deciso di trasferirsi a Londra poiché mio padre aveva trovato un ottimo posto di lavoro. Mia madre è casalinga mentre io ho appena finito gli studi.
10 ore di volo dal Wisconsin all' Inghilterra che sembravano interminabili per me. Eravamo atterrati all'aeroporto internazionale britannico, Heathrow, dopodiché la prossima destinazione era nel quartiere Camberwell. Mai sentito nominare alle mie orecchie in realtà.

Ah, non mi sono presentata.
Il mio nome è Abbie Alicia Parker (eliminate Alicia dalla vostra mente, non mi facevo mai chiamare così nel capoluogo del Wisconsin, Madison), ho 18 anni da qualche settimana. Sono alquanto bassa ma non mi lamento, non mi sono mai piaciute le stambecche alte non so quanto. Ho i capelli lunghi, ricci e di una tonalità di biondo molto chiara. I miei occhi sono di colore azzurro.
Se devo dirvi qualcosa di me non saprei cosa scrivere. Forse qualcosa c'è: sono stata fidanzata per 3 anni con Oliver, con lui ho fatto le peggiori stronzate. Quindi prima volta in tutto e per tutto. Purtroppo ho deciso di chiudere la storia definitivamente perché le relazioni a distanza non sono fatte per me. Ci sto ancora male, certo, ma la vita va avanti no?

Mia madre si chiama Cheril, ha 36 anni ed è davvero generosa nonostante sia completamente diversa da me. Ha i capelli castani scuro e corti, occhi tendenti al nero, pelle molto chiara, alta ma non troppo. Conobbe mio padre a 14 anni, se ne innamorò e compiuti i diciotto anni mi mise al mondo. Era una gravidanza indesiderata, ma mia madre non potrebbe mai uccidere una vita quindi accettò le conseguenze e i problemi che la avrebbero ostacolata solo per me.

Mio padre è un uomo alquanto misterioso, non ama parlare con gli altri. E' coraggioso, alto, capelli biondi, occhi color ghiaccio e soprattutto sembra un armadio per via delle sue larghe spalle. Ha frequentato la palestra per qualche anno da giovane, ancora mi chiedo come può il suo fisico non essere cambiato dopo tanti anni. Lui ha 38 anni.

Banda alle ciance, arrivammo davanti alla nostra casa.

"Wow." esclamò mia madre.
"Stupenda, non è vero? Non mi è nemmeno costata granché." esultò mio padre scendendo dall'auto.

Io restai in silenzio e mentre stavo per camminare lungo l'ingresso ricoperto da fiori, prato inglese e cespugli ben curati, mia madre mi fermò.

"Abbie." mi chiamò.
"Che c'è?" mi girai esausta.
"Non credi che dovresti portare i tuoi bagagli in casa? Oppure hai delle cameriere che ti aspettano." incrociò le braccia al petto.
"Magari." bofonchiai sussurrando.

Tornai indietro e presi il mio unico bagaglio, un borsone marrone chiaro.

Entrai.

Non era una casa. Era un palazzo.

"Dio mio." esclamai spalancando gli occhi per la sorpresa.

Scale in legno, pareti dorate con dei tamponamenti colorati di nero, due pilastri all'ingresso che ti portavano nel salotto e poi non so cos'altro c'era davanti ai miei occhi.

Senza pensarci su due volte, salii le scale e mi diressi nella stanza che doveva toccare a me, era già immobiliata. Era enorme, porta in vetro, letto matrimoniale, finestra ampia e profumava di un fiore di cui non ricordo il nome. Appoggiai il borsone al pavimento e mi lasciai cadere sul letto.

"E' comodissimo!" esclamai sorridendo.

Senza aspettare, misi la mia roba nell'armadio. Poi posai tutti i miei gioielli nel cofanetto bianco sopra il comodino in legno accanto al letto. Per quanto riguarda gli scaffali posai tutti i miei libri preferiti, fra cui Il grande Gatsby, 1984, Il giovane Holden, Moby Dick ecc...

Dopo circa un ora riuscii a terminare di sistemare tutto, controllai l'ora ed erano all'incirca le quattro. Scesi di sotto e i miei genitori non c'erano. 

"Mamma!" urlai mentre scendevo le scale. "Papà!" continuai.
"Siamo in cucina." rispose mio padre.
"Che state combinando?" chiesi loro sedendomi sul tavolo.
"La mamma sta provando i fornelli." rise dandomi un bacio sulla fronte.
"Preparo dei puncakes con burro, fragole e sciroppo d'acero." specificò mia madre mentre faceva saltellare nella padella il composto rotondo e dorato.
"Ah ok. C'è qualche vicino almeno?" gli chiesi scendendo dal tavolo.
"Si, ci sono molti ragazzi e ragazze qui accanto. Esci e conoscine qualcuno, forza!" mi incitò sorridendomi.
"Ok mamma, vado a vedere chi decelebrato o decelebrata abita in questo quartiere di merda." sbuffai scendendo dal tavolo.
"Usa termini più adeguati, Abbie." mi sgirdò mio padre.

Uscii di casa e un vento freddo invase le mie narici e soffiò fra i miei capelli. Mi girai intorno e difronte a me c'era una villa carina di colore bianco, originalità 0.

Poco dopo vidi anche un ragazzo con i capelli sul castano-biondo, stava salendo sulla sua moto enorma e nera. Ne approfittai, attraversai la strada e lo raggiunsi nel suo cortile.

Lo guardai meglio, era un bel ragazzo. Occhi color miele, i suoi bei capelli, alto, magro, si intravedevano tatuaggi lungo il suo braccio. 
Si accorse di me.
Mi guardò fisso negli occhi, era così misterioso. Non riuscivo a guardarci dentro che mi confondeva.

"E tu che ci fai fuori casa mia?" mi raggiunse mettendo il cavalletto alla moto.

Respirai all'improvviso e lo trattenni nei polmoni.

Pensandoci meglio, era un vicino, e all'inizio era sempre così. Sorrisi, annuii e gli allungai la mano stringendogliela.

"Ciao. Io sono Abbie Alicia Parker, e sono la tua nuova vicina di casa!" gli mostrai uno dei miei sorrisi migliori.
"Ciao. Io sono Justin Bieber, e non me ne frega un cazzo di te." mi fece una smorfia fingendosi lieto. 


CONTINUA....
  
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