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Autore: Simo6060    18/06/2015    2 recensioni
-Questa storia è stata scritta da me e Macchittinnifutti in un momento di pazzia e fantasia guardando per la milionesima volta i due film di "Camp Rock". Amiamo i Jonas Brothers e Demi Lovato e non troviamo corretto che non sia stato girato un terzo film, quindi abbiamo provveduto noi a scriverlo-
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Shane Gray e Mitchie Torres dopo la seconda estate passata insieme, trascorrono l'inverno come una coppia. Lui, costantemente impegnato con i Connect 3, non è sempre presente come vorrebbe lei. Così i due si lasciano e ognuno va per la propria strada. Nel frattempo l'estate è cominciata e Camp Rock ha avuto un grande successo nonostante la perdita contro Camp Star. Mitchie e Shane andranno a Camp Rock, consapevoli uno dell'assenza dell'altro e ingannati da Brown Cesario e i fratelli di Shane, Nate e Jason Gray, passeranno l'estate insieme. Cosa succederà? Cliccate sul titolo della storia e vedrete. Buona lettura ;)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

La scorsa estate è acqua passata, aver perso contro Camp Star non è stata del tutto una perdita perché le persone hanno capito che per noi le cose più importanti sono la passione per la musica e il divertimento e non vincere ad ogni costo con lo scopo di diventare, appunto, delle Star. Moltissimi nuovi ragazzi si sono iscritti a Camp Rock e questa per noi è stata una vittoria.
Quell’estate è stata una delle più belle per me e il mio ragazzo Shane Gray, il bellissimo cantante dai capelli neri dei Connect 3, finché non ho rotto con lui. Non fraintendetemi, è stata una storia fantastica.
Alla fine del campo estivo ci sentivamo ogni giorno per telefono, tramite e-mail e messaggi. Lui, almeno una volta al mese cercava di liberarsi dai suoi mille impegni, tra cui concerti e interviste, per raggiungermi. Quasi mai riuscivamo a vederci ma in quei rari momenti in cui lui era insieme a me, riusciva a far splendere il sole nelle mie giornate buie.
Andavamo nel parco vicino casa mia dove stavamo sdraiati sull’erba a prendere il sole abbracciati, ma lui non riusciva mai a farmi rilassare perché mi stuzzicava sempre. A volte lo trovavo davanti la porta di casa con la chitarra in mano pronto a cantarmi una canzone.
Passeggiavamo in bicicletta, altre volte camminavamo per le stradine del mio paese e quando si fermava all’improvviso, guardandomi le labbra riusciva a farmi perdere la concentrazione con un suo bacio. Insieme festeggiammo i suoi vent’anni, lo portai a fare un picnic al tramonto, gli cantai una canzone e gli regalai un bracciale con scritto “Mitchie”.
-“Hai paura che mi dimentichi il tuo nome?”- mi disse.
In realtà la mia paura era di perdere lui.
Per il mio diciottesimo compleanno lui non riuscì ad essere presente e mi accontentai di una semplice chiamata di tre minuti e quarantasette secondi.
Una sera, quando stavamo ritornando a casa mia, lo invitai ad entrare dato che i miei genitori non c’erano. Appena varcammo l’uscio, iniziò a baciarmi e allora capii le sue intenzioni.
Salimmo le scale continuando a baciarci fino ad arrivare nella mia camera ed infine sul letto dove mi fece distendere delicatamente e appoggiò i gomiti nel materasso per non far pesare il suo corpo sopra il mio. Iniziò a togliersi la giacca di pelle nera, la maglietta bianca aderente e infine si sbottonò i jeans. In quel momento ero davvero emozionata e avevo un po’ paura ma mi convinsi che ero con lui ed era tutto perfetto...o quasi. Nell’esatto momento in cui si stava abbassando la cerniera, quel suo maledetto telefono squillò.
-“Spero sia importante Nate, sai, ero un po’ occupato”- gli disse al fratello, in modo molto scontroso.
Dall’altra parte del telefono sentii Nate che diceva:
-“Fratello, torna subito. Dobbiamo fare le valigie, sai che è necessario andare a Los Angeles”-
-“Merda”- imprecò, alzandosi dal letto.
Si sporse per baciarmi un’ultima volta dicendomi che doveva andare urgentemente e che mi avrebbe chiamata in seguito. Non si scusò nemmeno, mi lasciò lì, distesa e senza parole con ancora il sapore del suo bacio.
Quella chiamata non la ricevetti e dopo due giorni decisi di andare a L.A per assistere al suo importante concerto.
Una volta arrivata lì, attesi l’inizio del concerto per sentire Shane cantare. Lui era vestito come sempre benissimo, con la sua giacca nera e i pantaloni strappati da rock star. Sul palco accanto a Shane, c’erano i suoi fratelli Nate e Jason, Quest’ultimo, che stava suonando la chitarra, mi vide. Cercò di avvertire con un cenno il cantante che una volta aver incrociato il suo sguardo con il mio, le parole della canzone sembravano scritte apposta per me, ma subito spostò il suo sguardo altrove, gesto che mi fece molto infastidire e ricordai il vero motivo per cui ero lì.
Conclusa la prima parte del concerto, lui mi raggiunse.
-“Cosa ci fai qui?”- mi chiese confuso, forse anche irritato.
-“Sono davvero felice di vederti Mitchie, oh anch’io Shane”- feci io acida.
-“Molto divertente, ora me lo dici cosa ci fai qui?”-
-“Sai, dato che era frustrante aspettare una telefonata da parte tua che non è mai arrivata ho deciso di venire direttamente da te. Ci vediamo una volta su mille, inoltre vuoi evitarmi telefonicamente? Con tutti i tuoi impegni non abbiamo tempo di fare niente né di stare insieme”-
-“Non è che posso mollare tutto all’improvviso..”-
-“Ed ecco a voi la seconda parte del concerto dei Connect 3. Shane, Nate e Jason salite sul palco!”- annunciò il presentatore del concerto.
-“Ora devo andare, non possiamo stare insieme in questo momento”-
-“Non possiamo più stare insieme, definitivamente. Ciao Shane, non disturbarti a chiamare”-
Io me ne andai sentendo lui che mi chiamava ma alla fine dovette risalire sul palco. Sentii la musica ripartire ma la voce di Shane era diversa, spenta e distrutta.
Da quel giorno il telefono non smise di squillarmi ma io non risposi a nessuna delle sue chiamate, anche se la cosa mi costava tantissimo. In quel periodo non facevo altro che piangere e stare nel mio letto a non fare niente, a volte non mangiavo nemmeno. Mi sentivo vuota senza di lui ma mi convinsi che era la stessa cosa dato che non era quasi mai presente.
Io e suo fratello Nate diventammo grandi amici, per tutto l’inverno ci sentivamo e io mi sfogavo con lui perché sapevo che non lo avrebbe riferito a Shane inoltre parlavamo di qualsiasi altra cosa e ci tenevamo in contatto.
Verso il mese di giugno, Brown Cesario, il direttore di Camp Rock, nonché zio di Shane, mi chiamò chiedendo il mio aiuto ad organizzare le attività del camping.
-“Ciao Mitchie, come stai?”- mi salutò.
-“Sto bene e tu?”-
-“Alla grande! Davvero stai bene? Non è successo proprio niente? Comunque ti chiamavo per sapere se quest’anno sarai dei nostri a Camp Rock. Avrei bisogno del tuo aiuto-“-
-“Ti riferisci a qualcosa in particolare per cui io non dovrei stare bene?”- gli chiesi, scettica. Ovviamente sapeva della rottura tra me e Shane (così come tutto il mondo, accidenti) ma davvero si aspettava che mi confidassi proprio con lui?
-“Beh, mi piacerebbe aiutarti con l’organizzazione come l’anno scorso. Ci vediamo tra qualche giorno”-
Mia madre, Connie Torres, mi comunicò che anche quell’estate avrebbe lavorato nella cucina del campo e dovevamo andarci tra due giorni. Ero emozionata all’idea, avrei rivisto tutte le mie amiche e conosciuto nuove persone e artisti e io stessa sarei cresciuta artisticamente. Ma da una parte sarebbero stati tre mesi difficili a Camp Rock perché ogni cosa, luogo e canzone mi avrebbero ricordato Shane.
Non l’avevo dimenticato, provavo qualcosa di molto forte per lui ma sicuramente non era lo stesso per Shane, ormai non ero più nei suoi pensieri. Forse mi aveva già rimpiazzata con qualche modella o attrice. Evitavo in tutti i modi di essere aggiornata sulla sua vita, preferivo rimanere all’oscuro ma una volta mi era capitato di vedere in una rivista una foto che ritraeva lui insieme ad una modella e subito pensai che fosse la sua nuova ragazza. Buon per lui.
Quel giorno stesi molto male, di nuovo.
-“Per tutto il viaggio non hai smesso di sorridere”- puntualizzò la mamma quando ormai mancavano dici minuti all’arrivo.
-“Quest’estate non me la rovinerà niente e nessuno”- affermai mentre sentii un bip proveniente dall’indicatore del carburante e il pick up si fermò improvvisamente.
-“Mamma...”- sussurrai, pronta ad avere una crisi isterica.
-“Ops, faremo un po’ tardi tesoro”-
Grandioso.
 
Shane’s Pov

 -“No, no e no. Zio Brown è inutile che mi convinci perché io non voglio andare anche quest’estate a Camp Rock. Preferisco stare a casa mia senza vedere nessuno e senza rompermi i coglioni!”- stavo quasi urlando al telefono con mio zio.
-“Shane, smettila di fare il bambino. Se lo dici per Mitchie sappi che l’ho chiamata e non verrà. Ha altri impegni in programma”-
Cosa potrà mai fare per tutta l’estate? Forse aveva un altro ragazzo...
-“Ma che dici, non ci avevo nemmeno pensato a questo”- mentii.
Ovviamente era solo per lei che non volevo andarci perché se fosse venuta non mi sarei concentrato a sapere che eravamo così vicini anche se lontani e probabilmente l’avrei baciata subito.
Jason mi prese il cellulare di mano.
-“Non preoccuparti zio Brown, noi verremo”- e riattaccò.
-“Non ci pensate nemmeno”- sbuffai.
-“Ti manca vero?”- mi chiese Nate.
Certo che si...
-“Certo che no”- dissi invece, non l’avrei ammesso.
-“Non negare Shane. Da quando ti ha lasciato tu sei uno stronzo egoista e non ti vedo ridere da tempo ormai”- mi rimproverò Nate.
Aveva ragione ma non gliel’avrei riconosciuto.
-“E poi, ti fai trattenere da una ragazza e non vai a Camp Rock solo per lei? Dato che non c’è, vacci! Così saprà che non dipendi da lei”- m’incoraggiò Jason.
-“Sai che ti dico? Hai ragione fratello. Facciamo le valigie!”-
Nate e Jason si scambiarono il cinque, complici, ma non ci feci molto caso. Adesso dovevo prepararmi a vivere un’estate fantastica con tutti i miei amici!
 
Mitchie’s Pov
 
Quei dieci minuti che avremmo dovuto trascorrere con il pick up per arrivare a Camp Rock, si trasformarono in trenta minuti dato che avevamo camminato per tutto il tempo.
A me non importava tanto arrivare puntuale ma se volevo avere l’onore di scegliere il dormitorio, sperando che ce ne fossero ancora, dovevo arrivare presto. Fantastico, non sarei potuta stare con Caitlyn, la ragazza con cui avevo legato fin dal principio e nemmeno con Peggy, Ella e Tess.
La mia estate era iniziata di merda. Ero molto stanca e quello che desideravo maggiormente era rilassarmi ma in quel momento era impensabile.
-“Ciao ragazze, siete arrivate! Avete avuto qualche problema?”- ci venne incontro Brown. Anche lui sapeva che ritardare non era una nostra caratteristica.
Era lo stesso di sempre, l’unica cosa diversa che avevo notato era quella barba che non aveva rasato. Così, sembrava più grande e più rocker!
-“Brown, ciao! Si purtroppo il pick up è andato”- disse la mamma.
-“Perché qualcuno ha dimenticato di fare benzina”- la fulminai con lo sguardo ma mi spuntò subito il sorriso vedendo così tanti ragazzi che si divertivano sfruttando la bella giornata di sole.
-“Mitchie, sei fortunata. E’ rimasto solo un dormitorio, quello vicino al lago. E’ un po’ isolato ma se vorrai rilassarti avrai tutta la tranquilla a tua disposizione”-
Ah.
-“Non importa, è perfetto”- gli sorrisi.
-“Vieni Connie, ti accompagno al dormitorio per i dipendenti”-
E io rimasi da sola ma in meno di cinque secondi vidi una ragazza dai capelli corti correre verso di me. Era Caitlyn.
-“Ommioddio che hai fatto ai capelli?”- le urlai entusiasta non appena ci separammo dal nostro abbraccio.
-“Ti piacciono? Volevo cambiare. Tu sei stupenda!”-
In effetti ero un po’ cambiata. Avevo i capelli molto più lunghi e del mio castano naturale ed ero più formosa dato che ero cresciuta. Ormai avevo diciotto anni, ero un’adulta.
Caitlyn mi portò dalle altre e cominciammo a urlare, contente di rivederci...come i vecchi tempi.
-“Ci credete che a settembre dovrò registrare un album?”- ci comunicò Peggy.
-“Forte al quadrato!”- aggiunse Ella.
Fortunatamente nessuno nominò Shane né mi chiesero come stava andando o il motivo della nostra rottura. Era perfetto così.
Arrivò Tess insieme ad una ragazza più alta e del suo stesso biondo nei capelli, davvero molto bella.
-“Mitchie, non ti ho ancora presentato mia sorella”-
-“Ciao, sono Clarissa”- mi disse, sorridendo superficialmente.
Aveva una voce più grave rispetto a Tess ma erano molto simili e non per questo mi era sembrata così familiare. Dove l’avevo vista? Forse era solo un’impressione.
-“Molto piacere! Io e Tess finalmente siamo amiche dopo molti battibecchi”- le sorrisi.
-“Cosa ti porta qui? Ti piace Camp Rock?”- aggiunsi.
-“In teoria non mi porta niente qui. Io faccio la modella e Tess voleva mostrarmi il camping così passerò quest’estate qui. Molti mi avevano parlato di Camp Rock, ad esempio un ragazzo meraviglioso. Shane Gray, lo conoscete?”- rise.
Ecco dove l’avevo vista, sulla rivista insieme a Shane.
Fanculo.
 
Shane’s Pov
 
Finalmente, dopo aver trascorso un’ora e mezza sull’autobus dei Connect 3, arrivammo a Camp Rock. Ormai era tardi e avevamo perso la Jam di presentazione, perfetto.
Il camping aveva l’odore dell’estate, mi venne in mente quando l’estate prima diedi inizio alla battaglia d’acqua e mi spuntò un sorriso. Poi vi era il lago, dove alcune volte andavo e facevo un giro in canoa insieme a...insieme a Mitchie. Mi mancava e tanto. Tutto quello che la riguardava mi faceva stare bene e mi faceva sorridere, lei stessa. Ormai era finita. Definitivamente. Nate mi aveva raccontato che durante l’inverno loro si parlavano spesso ed erano diventati molto amici e la cosa mi faceva incazzare, anche perché non voleva dirmi di cosa parlavano.
Forse non era stata una buona idea andare a Camp Rock, non sarei riuscito a dimenticare Mitchie con tutti i ricordi che avevamo lì.
-“Ragazzi”- ci venne incontro zio Brown.
Noi lo abbracciammo anche se io ero un po’ arrabbiato con lui.
-“Ho una brutta notizia. Dato che siete arrivati per ultimi è rimasto solo un dormitorio con un letto e l’altro è già occupato quindi due di voi dormiranno con me”- ci comunicò.
-“Io”- dissero in coro Jason e Nate.
-“CHE COSA? CI MANCA SOLO QUESTA, NON SE NE PARLA”- urlai rabbioso.
-“Mi dispiace Shane ma non è così male dopotutto. E’ il dormitorio vicino al lago, un po’ isolato ma rilassante!”- mi disse zio Brown.
Questi volevano farmi impazzire. Non solo non volevo venire ma addirittura mi facevano stare da solo ed escluso dal mondo. I miei fratelli erano degli egoisti, mica mi lasciavano un posto a me.
-“Almeno starai vicino ai tuoi simili! Nel lago ci sono tanti pesciolini antipatici”- disse Jason.
-“E stai attento agli uccelli affamati”- concluse Nate.
-“Questo non sarebbe successo se avessi costruito la mia casetta per gli uccelli!”- si lamentò Jason.
-“Andate a fanculo!”- mi chiusi la porta alle spalle e andai verso il lago prendendo la mia chitarra. Andavo a presentarmi ai miei simili, ovvio.
 
Mitchie’s Pov
 
Forse un gatto nero mi era passato davanti oppure ero passata sotto ad una scala. Nah, impossibile, io faccio attenzione a queste cose. Allora perché succedevano tutte a me? Doveva capitarmi la forse-fidanzata-di-Shane a Camp Rock? Il mio momento di pace era finito. Sicuramente l’aveva fatto apposta perché tutti sapevano che stavamo insieme e che successivamente l’avevo lasciato, questa è cattiveria. Mi promisi di non lasciare che gli altri mi mettessero i piedi in testa, dovevo vivere una bella estate senza pensare a niente e a nessuno, ovvero a Shane.
Alla fine non sarebbe stato così male stare da sola. Le ragazze sarebbero venute spesso a farmi compagnia e dato che c’era un letto in più potevano restare a dormire. Avevo la mia tranquillità e privacy, avrei potuto cantare e andare a nuotare senza che nessuno mi disturbasse.
Dopo aver sistemato le mie cose nel dormitorio, presi il mio diario con tutte le canzoni che scrivevo e diedi un’occhiata a quelle passate. Quanti ricordi.
Il vento che entrava dalla finestra fece volare il quadernetto e andai verso essa per chiuderla ma sentii una melodia suonata con la chitarra. Io conoscevo troppo bene quella canzone. Uscii dal dormitorio correndo e seguii quella musica, quella voce finché non lo vidi.
Era lì, seduto sulla piattaforma di legno con i piedi che penzolavano sul bordo fino a toccare l’acqua. La chitarra in mano, i capelli neri, quella leggera barba che mi faceva impazzire e quegli occhi scuri incorniciati dagli occhiali da vista, sicuramente un nuovo acquisto.
 
You’re the voice I hear inside my head. The reason that I’m singing. I need find you, I gotta find you. You’re the missing piece I need, the song inside of me. I need find you...
 
Avevo quel “I gotta find you” sulla punta della lingua, invece dissi:
-“Shane”-
Lui si girò, troppo velocemente e perse l’equilibrio.
-“Mitch...”- ma non riuscì a finire il mio nome che lui e la sua chitarra finirono in acqua e...s’immerse nella sua musica, letteralmente.

-Simo6060&Macchittinnifutti

 
  
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