Disclaimer: I personaggi non mi appartengono
La storia è
scritta senza scopo di lucro.
Offer Me My Deathless Death
The only heaven I'll be sent to
Is when
I'm alone with you.
«Cosa sogni?»
«Sono malato, Rogers, non dovresti
farmi parlare. Mi affatica.»
C’è come una risata nell’aria e
minuscole gocce di tenerezza che cadono sulle foglie dei cipressi come lacrime.
«Siamo tutti malati. Coraggio.
Dimmelo. Cosa sogni?»
Stark reclina la testa, sente il
bisbiglio del vento lungo la schiena. Brividi picchiettano sul collo, il sudore
incolla i vestiti alla pelle, il tessuto della camicia stride ruvido sulla
carne.
«Sogno la prima volta che hai messo
piede in casa mia.» di nuovo quel suono, quell’infinitesimale risata che
dondola e danza nel mondo circostante «Sogno il rumore dei tuoi passi. La
cadenza del tuo respiro. Il cigolio della suola contro il pavimento. Sogno il
tuo profilo. Sogno i tuoi occhi, azzurri e caldi nel tepore della sala. Sogno
il cielo dietro alle tue spalle. Sogno la luce che attraversa la stanza e si
raccoglie nell’incavo della tua clavicola e su quella tua dannata camicia a scacchi.»
L’aria assume la forma di cinque dita
e Stark flette le nocche in risposta, chiudendo le falangi in una volatile
stretta di ossigeno. La avverte contro il palmo, gli sembra di avere ancora la
mano del Capitano nella propria, e la sua pelle ha il profumo dell’incenso che
gli pizzica le narici, i suoi baci hanno il sapore del pianto appeso alle
ciglia, il suo calore è il freddo che cristallizza le membra e ferma il
respiro. Nel sogno, il corpo di Steve palpita ed il cuore batte, canta ancora.
Il sangue gli colora il viso ed è musica sotto i polpastrelli.
Nel sogno, quella notte di tante
notti prima inizia con una porta aperta che non si chiuderà mai, e non c’è
fine. Non esiste una conclusione, perché come concludere il loro filare di
parole, l’intreccio del loro respiro? Non si può estinguere un’armonia
perfetta. È scorretto.
È peccato.
«E cosa sogni, ancora?»
«Sogno il tuo sorriso.»
Un brusio crocchiola tutt’attorno,
gli morde i nervi simile a mille zanzare. C’è l’odore del legno. Delle nuvole.
Dell’erba. –Di corpi affastellati, pigiati, di sedie di plastica, di fiori
dolenti, di candele accese, di terra bagnata.
«Dovresti svegliarti. Vivere. Non
puoi morire dentro un sogno.»
Aprire agli occhi è un’agonia dei
sensi e il sole è una tagliola che sbrana la cornea.
«Dipende dal sogno.» un sorriso che
non è tale, ma solo l’affiorare della triste realtà a fior di labbra, gli
stringe la gola -Ed è come soffocare.
«Perché, Tony?»
Guaiscono le campane e piangono
bronzee lacrime di morte. Se è la Pace, meglio la Guerra, meglio uno contro l’altro,
perché c’è l’uno e c’è l’altro, e la
solitudine è solo divergenza di vedute –Non è un vestito a lutto, non la
bandiera a mezz’asta, non una statua commemorativa, neppure una notte che vive ormai
unicamente nel ricordo.
«Perché nel sogno c’è ancora la tua
voce.»
E non
c’è accusa. Né recriminazione, né senso di colpa. Solo il mio nome confuso –Unito al tuo.
Nient’altro.
Perché
in questo, di sogno, sono riuscito a salvarti.
Perché non hai fatto di più?
Note finali
Che vi
devo dire? Sonoorribile Era da un po’ che non scrivevo.
E’ la
Civil War è sofferenza. Fumettistica, cinematografica che sia, è sempre
sofferenza.
It wasn’t worth it.
L’ultima
frase in corsivo è quella pronunciata da Steve nel sogno di Tony in Age Of Ultron.
L’ispirazione
viene dalla canzone Take Me To Church.