19/06/2015
1 recensioniIl "suicida" della 404
E se BB non fosse morto?
Forse mi sbagliavo.
«Kotone, svegliati!» mi disse mia madre intenta ad interrompere il benessere che ogni adolescente aspira, quello di dormire tutto il giorno.
D'altronde non sono una ragazza molto vitale, anzi, al contrario sono abbastanza pigra e paurosa. Per non parlare del mio apatismo, che non mi lascia stare ogni giorno.
Fui obbligata ad alzarmi, purtroppo, così decisi di andarmi a lavare, mentre mia madre uscì di casa per andare a lavoro. Varcai la porta del bagno e tutto pareva stranamente normale, silenzioso. Quel silenzio che normalmente sembra promettere un enorme frastuono. E così fu.
Appena misi piede nella vasca, un frastuono proveniente dall'altra parte del muro mi echeggió nelle orecchie. La cosa mi parve abbastanza strana, siccome dall'altra parte del muro c'è un altro appartamento, e a quanto sapevo io, quell'appartamento doveva essere abbandonato. Decisi di convincermi che forse erano solo i topi, oppure un semplice ladro che si era preposto di accamparsi in quell'appartamento disabitato. Poi la seconda scelta mi sembró quella più intelligente, d'altronde quell'enorme tonfo non poteva essere causato da un semplice topino, a meno che non sia una colonia. Subito dopo sentii puzza di bruciato come se qualcuno dell'altro appartamento avesse appiccato un incendio. Non capì il bisogno di fare codesta azione, stando alla supposizione che la casa fosse piena di mobili di legno.
In realtà non ero certa che quella casa fosse davvero disabitata. Dato che io e mia madre non parliamo molto, semplicemente me ne ero convinta.
Quell'odore nauseabondo infestava le mie narici, non riuscivo a fare la doccia. Mi vestii velocemente, uscii di casa e guardai la porta dell'appartamento accanto al mio, il 404. Era sfondata, un po' bruciacchiata...decisi di sbirciare all'interno. C'era una figura ustionata a terra. Seppur fosse sfigurato riuscii benissimo a capire che era un ragazzo sulla ventina, e di sicuro non era il signor Blackberry Brown, il signore che doveva avere abitato l'appartamento prima che mi convincessi che quest'ultimo l'avesse abbandonato. I brandelli di vestiti che gli rimanevano mi facevano pensare a dei jeans e ad una maglietta bianca. Accanto a lui, completamente vestita di nero e con lunghi capelli corvini, c'era una ragazza.
« ...Non hai il diritto di rimanere in silenzio, non hai il diritto di un avvocato e non hai il diritto ad un equo processo» annunciò lei, dopo un attimo di silenzio che sembrò non finire.
Chiunque fosse quel ragazzo, era un malfattore. In un attimo mi guardò. Il volto era pieno di ustioni, era difficile capire chi davvero fosse...e le sue iridi erano cremisi. Sí, cremisi. Che strano colore pensai. Per quanto strano fosse quel colore, accese la mia curiosità, così diedi inizio al "caso": il suicida della 404.
Salve salve!
Ok, so che non mi conoscete ancora, ma spero che questa piccola intro vi piaccia (a chiunque la legga, ovvio)
È un po' corta, lo so. Ma come ho detto prima, questa dovrebbe essere una prefazione, insomma un qualcosa che serve sapere prima di iniziare la vera storia.
Tenterò di aggiornare regolarmente, ma è una cosa che nessuno può promettere lol
You_Are_A_Baka
P.S.: il vero titolo è:«Il "suicida" della 404» ma siccome le virgolette nel titolo non le mette (boh .-.), ho messo il titolo all'inizio della storia.