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Autore: _Juddy_    19/06/2015    4 recensioni
[Happy birthday Sissy-chan!]
Ma proprio perché la legge era uguale per tutti, il principe vincitore rivolse uno sguardo ad Haruna, che lo fissava in lacrime dagli spalti. La legge è cieca, non guarda i tuoi abiti, non le importa il tuo rango: che tu fossi il più lurido dei mendicanti o il più splendente dei re, uccidere in qualcuno portava una sola conseguenza in quel regno. La morte.
Genere: Angst, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Celia/Haruna, Jude/Yuuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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THE LAW IS EQUAL FOR ALL
 


- Onii-chan! Sta' attento!

La voce di sua sorella gli risuonava nelle orecchie, ricordandogli costantemente cosa ci facesse lì a combattere contro una persona che non aveva mai visto. Lui, il principe, aveva ingaggiato un duello contro uno dei soliti pretendenti di sua sorella, che aveva da poco raggiunto l'età in cui ci si aspetta che una principessina prenda marito. Giusto. Così semplice e... banale. Bé, banale se quel particolare pretendente non fosse conosciuto in tutto il regno per la sua triste fama di duca sanguinario.

Haruna non ci teneva proprio a prendere come marito uno che probabilmente avrebbe meditato di decapitarla in media due volte al giorno, e Kidou non avrebbe mai accettato di averlo come cognato. Peccato che il caro sanguinario non si fosse accontentato, come tutti gli altri scansafatiche che si presentavano a corte, di un rifiuto da parte della ragazza, e avesse continuato ad importunarla diventando un anacronistico stalker. Il principe non aveva avuto altra scelta. Un torneo. Se lui avesse vinto, il duca se ne sarebbe andato. Per sempre. Se invece avesse perso avrebbe potuto dire addio a sua sorella. Tutto chiaro.

Era il miglior spadaccino in tutto il regno, le sue strategie di battaglia erano infallibili, non aveva la minima possibilità di perdere contro il pomposo duca.

Queste le regole: il primo che viene disarmato, perde. Con un'elegante torsione del polso, Kidou fece volar via il fioretto dalle mani del proprio avversario. La lama lucente andò a conficcarsi nel terriccio rossastro bruciato dal sole pochi metri più in là. Sua sorella era salva, aveva vinto.

Il duca non sembrava deluso, però. Non aveva certo l'aria di qualcuno che è stato appena sconfitto e umiliato davanti a svariati testimoni, anzi, sembrava quasi che fosse soddisfatto di come si stavano evolvendo gli eventi.

Kidou non ci prestò attenzione e si voltò per uscire dall'arena, acclamato dalla folla in festa. Improvvisamente udì un mormorio di sorpresa, seguito da un'acuta fitta all'altezza della spalla, quell'unico lembo di pelle non coperto dall'armatura. Si girò lentamente, prendendosi il tempo per fulminare con lo sguardo quell'infido uomo che aveva osato prenderlo in giro. A palazzo vigeva una regola: nessuno si prendeva gioco di Kidou Yuuto. Mai. Pena? La decideva il principe stesso, a seconda del proprio umore. In genere si limitava a far pulire al mascalzone i bagni del palazzo, ma adesso... adesso era di cattivo umore. Non era mai un buon segno quando era di cattivo umore.

Ragionò a mente fredda. Domanda: quell'uomo lo aveva colpito alle spalle, lo aveva messo in ridicolo davanti al popolo e in più voleva portargli via sua sorella, meritava la morte? Risposta: assolutamente sì. Dopotutto, quel gesto poteva significare una sola cosa: non tutti e due potevano restare in vita.

Un affondo, un schivata, una parata, una finta... Kidou si muoveva veloce come un gatto, animato non più dal desiderio di vincere, ma dalla voglia di sangue. Per la prima volta in vita sua, voleva uccidere. Un lampo di pelle bianca in quel punto scoperto tra l'elmo e l'armatura. Lì doveva colpire. Un fiotto scarlatto fuoriuscì dalla ferita sotto la lama lucente del suo fioretto.

Un silenzio teso accolse la vittoria del principe, mentre l'avversario si accasciava a terra senza vita.

- Nessuno si prende gioco di Kidou Yuuto, e nessuno può toccare mia sorella. - sibilò il ragazzo fissando con disprezzo il corpo esangue a terra – La legge è uguale per tutti.

Ma proprio perché la legge era uguale per tutti, il principe vincitore rivolse uno sguardo ad Haruna, che lo fissava in lacrime dagli spalti. La legge è cieca, non guarda i tuoi abiti, non le importa il tuo rango: che tu fossi il più lurido dei mendicanti o il più splendente dei re, uccidere in qualcuno portava una sola conseguenza in quel regno. La morte.

E così, mentre le guardie lo portavano via, gli elmi abbassati, Kidou alzò gli occhi, cremisi come il sangue che imbrattava il terreno, a guardare il cielo, trovandolo azzurro come gli occhi della ragazza per cui aveva dato la vita.

 
 

*Angolino del bad-ending*
 
Non avevo mai provato a scrivere qualcosa di così angst e, sono sincera, il fatto di voler pubblicare una One-Shot simile proprio per il compleanno di Sissy mi sconvolge alquanto.
Innanzitutto so perfettamente che il compleanno della mia compare fatina sarà tra due giorni e che quindi io sono leggermente in anticipo, ma durante le prossime quarantotto ore non avrò la minima possibilità di avvicinarmi al pc, motivo per cui ho dovuto pubblicare oggi.
Passando ad analizzare la shot direi che c’è molto poco da dire. Non avrei voluto scrivere una cosa simile proprio per un compleanno, ma soprattutto avrei tanto desiderato un lieto fine...  *piccola lacrima di commozione*
Ma, a parte tutte queste mie elucubrazioni, sono abbastanza soddisfatta del mio lavoro e spero che anche voi lo apprezziate e che vi piaccia almeno un po’.
Un grazie a tutti colore che leggeranno e arriveranno fin qui e anche a chi recensirà.
Un super mega abbraccio alla festeggiata: auguri per un felice compleanno, Sissy-chan, e per i tuoi sedici anni. <3
Direi che ho già detto abbastanza, ci vediamo alla prossima fanfic.
Un abbraccio
Juddy <3

 

 
 
  
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