Stesa sulla schiena portai le mani in alto incrociandole sotto la testa e guardando fissa il soffitto sopra di me.
Ripensai al molo, ai pescatori, alle reti, ai gabbiani, alle barche, a quei ragazzi spensierati che si rincorrevano.
Ripensai a quello scorcio di paradiso che quel piccolo porto mi prometteva ogni volta e a quell’inferno in cui invece ero confinata.
Sì, quello era decisamente il mio inferno.