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Autore: emmamosby    20/06/2015    1 recensioni
Eric Finch è un poliziotto che lavora per un nuovo governo che usa la violenza e la paura per controllare il popolo. Un giorno conosce una ragazza attivista contro lo stato e si innamorano, ma il loro sarà un amore che dovrà affrontare molte difficoltà ed impedimenti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eric tornò in ufficio furioso. Sbatté la porta e si sedette alla scrivania mettendosi le mani nei capelli. Se pensava a tutto quello che Emily stava passando gli veniva da vomitare. Stava male per lei come, improvvisamente, stava male per tutte le altre vittime che c'erano state e su cui lui aveva chiuso gli occhi. Lei lo aveva obbligato ad aprirli. Aveva aperto qualcosa in lui che non riusciva più a richiudere.

Il suo collega Domenic entrò all'improvviso -Come va, Finch?-

-Non sono dell'umore, oggi-

-Non sei mai dell'umore- Gli rispose sedendosi di fronte a lui

-Cosa vuoi?- Gli chiese in tono di arresa

-Ho visto che è tornata la ragazza che avevamo arrestato una settimana fa-

-Si-

-Cosa voleva?-

-Non sono affari tuoi-

-Pessima risposta, Finch-

-Sono il tuo capo. E' la tua che è stata una pessima domanda-

-No, no. Lei è affar mio. E' affare di tutti, di tutti gli inglese. L'hai voluta lasciare andare. Sono cose che Sutler non scorda. Adesso farà di tutto per avere una scusa per rinchiuderla ancora in carcere e chissà quali mezzi sarà obbligato ad usare-

-Sutler non è obbligato a usare nessun mezzo. Li usa perché gli fanno comodo-

-Li usa per noi-

-Li usa solo per se stesso!- Urlò -Non ti rendi conto? Fa solo il suo interesse. Quella ragazza non è una minaccia alla sicurezza degli altri cittadini. La loro manifestazione era pacifica, finché non sono intervenuti gli squadroni di Sutler. -

-Staremo a vedere- E se ne andò dall'ufficio.

Eric aveva lo sguardo preoccupato. Lasciandola libera forse l'aveva messa in un guaio ancora più grosso di quello che poteva immaginare. Non poté, poi, non pensare al fatto che era sola, senza il suo migliore amico e stava passando un momento difficile. Al bar non era per niente in forma. Era sconvolta, stanca e arrabbiata. Erano già passati otto giorni. Sutler stava sicuramente aspettando che la storia della manifestazione sbollisse un po', prima di ricorrere ai suoi metodi. O forse aspettava che Jackson potesse dargli qualche informazione utile per attuare un'operazione che potesse distruggere definitivamente il movimento e i suoi leader. Una cosa era sicura, Emily era in pericolo e doveva aiutarla.

Cercò il fascicolo di Emily e si annotò la via in cui abitava. Alzò il telefono e decise di chiamare sua zia Gilda

-Ciao, Gilda. Sono Eric-

-Eric, il mio nipote preferito!- Urlò felicissima -Che bello sentirti! Che novità ci sono?-

-Nessuna. In realtà volevo chiederti se ti andava bene se stasera passavo a trovarti-

-Certo! Mi farebbe molto piacere. Oggi sono a casa tutto il giorno-

-Perfetto, a dopo-

-A dopo-

Gilda poteva apparire come una pazza, una svampita, ma era concreta. Era una rivoluzionaria, ma in pensione. Non era mai stata d'accordo con il nuovo governo e non l'aveva mai nascosto, si era battuta per anni, nel periodo peggiore: quando Sutler era all'apice del suo potere e i suoi oppositori erano pochissimi. Dopo una serie di eventi, era però arrivata a chiudere con quella parte della sua vita e adesso viveva nel suo mondo strano e colorato, facendo discussioni intellettuali con i suoi amici e leggendo libri della lista nera che comprava di contrabbando. Doveva chiederle un favore. Era l'unica che avrebbe potuto farlo.

 

Eric camminò fino a casa di sua zia. Viveva in una casa in campagna, di quelle vecchie, bellissime. Completamente isolata senza voler essere nascosta. Era una delle pochissime case che erano rimaste di quel tipo. Quasi tutte le altre erano andate distrutte o bruciate a causa di incidenti naturali e i proprietari erano stati tutti trasferiti a spese dello stato in orribili villette a schiera. Ovviamente erano stati tutti colpi organizzati dal governo che, così, otteneva due cose in un colpo solo: appariva magnanimo nei confronti delle famiglie bisognose rimaste senza casa e riusciva a tenere tutti vicino al centro per poterli controllare meglio.

Percorse una piccola stradina sterrata e subito dopo la curva si trovò davanti alla casa. Bussò due colpi secchi. Gilda andò ad aprirgli radiosa. In una mano stringeva una sigaretta e nell'altra un bicchiere di scotch. Indossava un ampia vestaglia di seta e aveva i capelli raccolti in un coloratissimo turbante. I suoi occhi erano verdi, bellissimi, fatti risaltare da un abbondante trucco, leggermente volgare. Lo fece entrare in casa muovendosi con passi leggeri, sembrava ballasse. Era una donna molto sola e aveva tanti rimpianti nella sua vita, tanti ricordi che la devastavano, ma Eric era l'unica persona vicina che gli fosse rimasta e per lui lei era lo stesso. Quando l'andava a trovare per lei erano sempre momenti bellissimi e allegri. Solo dopo qualche ora insieme, dopo una bella cenetta e qualche bicchiere di vino di troppo, si aprivano, rivelando qualche angoscia che li tormentava, qualche pensiero che non se ne andava, rivelando le loro paure. Quella sera, però, Eric non poteva aspettare. Perciò, mentre lei metteva su un po' di musica, lui si sedette serio sul divano

-Che ti prende?- Gli chiese vedendolo distratto -Non ti piace la musica?-

-Devo parlarti di una cosa- Le disse alzando gli occhi. Non appena Gilda incrociò il suo sguardo, si fece scomparire il sorriso sul viso, spense la musica e si sedette in poltrona, pronta ad ascoltarlo

-Sei nei guai?-

-Non ancora.

-Cos'è successo?-

-C'è una ragazza che dobbiamo aiutare-

-Chi è?-

-Si chiama Emily Blake-

Gilda si pietrificò -Stai scherzando, vero?-

-No-

-Lo sai chi è?-

-Lo so chi è-

-Come l'hai conosciuta? E' una delle leader più importanti del movimento rivoluzionario!-

-L'avevamo arrestata. L'ho interrogata e poi, dopo due giorni, l'ho fatta uscire-

-Sutler te lo ha permesso?-

-Mi aveva detto di trattenerla-

-E tu non lo hai fatto?-

-Io ho eseguito la legge. Non ci sono prove del suo ruolo all'interno del movimento e non ci avrebbe mai detto nulla che potesse aiutarci-

-Tu sei pazzo-

-Lo so, ma adesso ha bisogno del nostro aiuto-

-Hai detto che l'hai lasciata andare, perché dovremmo aiutarla?-

-Pensi che Sutler non userà metodi indegni per riuscire a ricacciarla in prigione?-

-Sicuramente li userà. L'ultima manifestazione ha dimostrato fin troppo bene che il governo si sta indebolendo e che il movimento si sta rafforzando-

-E' stato improvviso, nessuno se lo aspettava e adesso prenderanno delle decisioni drastiche. E' già scomparso un amico di Emily, un certo Jackson, un altro ragazzo tra i fondatori del movimento. Lo hanno catturato durante la manifestazione e adesso è scomparso nel nulla-

-Cos'hai intenzione di fare?-

-Non sei obbligata, la mia idea potrebbe pesarti e se ci scoprissero tu saresti la prima a finire in guai molto seri-

-Parla-

-Dovresti mandare qualche tuo amico a prenderla e portarla qui. Penso sia il posto più sicuro in cui nasconderla-

-Sarebbe meglio se mandassi un amico di un mio amico, per rendere più difficile poter risalire a me e quindi a te-

-Quindi ti va bene?-

Gilda si alzò ed andò verso il telefono -L'indirizzo della ragazza ce l'hai?-

-Ce l'ho. Vuoi chiamare qualcuno già adesso?-

-Non mi sembra il caso di prenderla comoda. Ho già in mente qualcuno che può aiutarci-  

  
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