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Autore: SwanFangirl    20/06/2015    3 recensioni
A volte è necessario essere severi con le persone che si amano. Emma questo lo sa bene, perché deve esserlo quando Regina non vuole prendere le sue pillole per l'OCD.
Traduzione di una storia di NMartin.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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A/N (Note dell'Autrice) – Non intendo mancare di rispetto a chiunque soffra di questo tipo di disordine mentale, so che si tratta di un argomento delicato. L’atteggiamento di Emma è problematico, e ne sono completamente consapevole, in qualità di qualcuno che ha vissuto con una persona affetta da OCD (mia madre). Vorrei solo dire che questa è soltanto una fanfiction il cui prompt mi è stato richiesto e che è stata scritta velocemente circa alle 4 del mattino, quindi onestamente non è uno dei miei lavori migliori e decisamente non riflette questa condizione come dovrebbe.

T/N (Note della Traduttrice) – Non possiedo i personaggi di Once Upon a Time, e nemmeno l’autrice (NMartin) ovviamente. Per chi volesse leggere la versione originale della storia, potete trovarla qui:
https://www.fanfiction.net/s/11159540/1/Regina-OCD-Mills


Detto questo, buona lettura da parte di entrambe!
Swan





“Oh, wow, Regina, stai bene?”.

Il Sindaco aveva speso le ultime tre ore nel proprio ufficio, lasciando fuori la famiglia dei Charmings insieme ad Henry. Dopo essersi scusata e chiusa dentro, finalmente si era decisa ad uscire. Con quei capelli scompigliati e gli occhiali da vista penzoloni sulla punta del naso, sembrava esausta. Emma non riusciva a credere a ciò che vedeva.

“Regina, che succede?”.

Il Sindaco sospirò e scrollò le spalle, poi rivolse lo sguardo alla parete. “Quel quadro è storto” mormorò, avanzando verso il quadro raffigurante gli uccellini, e poi lo spostò. “Adesso va meglio”. Sembrava distratta, gli occhi fissi sul quadro, prima che si voltasse a guardare i Charmings. “Ho sistemato le cose con Ursula; sarà al sicuro, fuori da Storybrooke”.

“Grazie al cielo” sospirò di sollievo Mary Margaret, contenta che la strega del mare fosse di nuovo lontana da loro. Un cosa in meno di cui preoccuparsi  pensò, guardando prima David e poi la loro figlia. “Dovremmo andare a controllare Neal… Henry, vieni con noi, prenderemo un gelato”.

“Mamma, vieni anche tu?” chiese il ragazzino alla bionda, che scosse leggermente la testa e poi sorrise.

“No, ragazzino. Io e tua madre dobbiamo discutere su come trovare l’Autore”. Si alzò e poi guardò Regina. L’altra donna annuì ed abbracciò Henry. “Comportati bene” disse, prima di vederlo alzare gli occhi al cielo e girarsi, seguendo i propri nonni fuori da lì. Lei lasciò andare un sospiro e tornò dentro l’ufficio.

Chiusa la porta dietro di loro, la Salvatrice parlò presto: “Dimmi che non hai dimenticato di prendere le tue pillole questa mattina”.

“Emma, non ho avuto tempo, e non sto poi tanto male oggi” disse Regina, lasciandosi scappare un altro respiro e sedendosi dietro la scrivania.

“Sei sicura?”. Emma inarcò un sopracciglio, per poi sparpagliare le penne della donna sulla scrivania. Uno sguardo colmo di odio improvvisamente riempì gli occhi del Sindaco, occhi castani che fissarono la Salvatrice prima di posarsi sul disordine sopra il tavolo. Le mani cominciarono a tremare, i polpastrelli nervosi contro il legno.

“Non sistemi questo pasticcio, Regina?”.

“Sai quanto ti odio?” scattò l’altra, correndo a raccogliere gli strumenti d’ufficio.

“Non è vero, tu mi ami”. La Salvatrice sorrise e poi camminò intorno alla scrivania per aprire un cassetto. Prendendo un piccolo contenitore per le pillole, controllò quelle della Domenica, notando che ce n’erano ancora una bianca ed una blu. “Lo sapevo” borbottò, andando a prendere una piccola bottiglia d’acqua e porgendola a Regina. “Prendile”.

“No, sto bene. Non sono… malata di mente”.

“Sì, lo sei. Hai bisogno che io ti distrugga l’intero ufficio per farti sentire obbligata a sistemarlo di nuovo o crederai a ciò che ha detto il dottore?”.

“Non ho bisogno di essere salvata da te”.

“Non ti sto salvando! Ti sto aiutando, ti sto mostrando il mio supporto. Quindi farai meglio a prendere quelle pillole, o la Salvatrice passerà la notte nell’appartamento dei suoi genitori”.

Il Sindaco alzò gli occhi al cielo e sospirò, per poi prendere le pillole e deglutirle velocemente.

“Ora, che ne dici di una bella cena da Granny?”.

“Okay. Ma per me niente formaggio grigliato, signorina Swan. Io mangio come l’adulta che sono”. 
  
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