Phase I: Singularity
La rugiada di mattina brilla ancora sul prato coperto del sale venuto dalle onde del mare che cresce lungo le fondamenta del vecchio faro . Il proprietario del faro non è più in servizio e perciò  è stato ristrutturato per crearne una dimora privata.
 
All’interno dell’alta torre del faro, sulla cima, un giovane uomo è accasciato sul pavimento in un angolo della stanza come se fosse in trance. È pallido come la morte, ma il costante aumento quasi impercettibile del battito del suo petto mostra il tuo tentativo di aggrapparsi alla vita. In piedi accanto a lui vi sono una giovane donna e un uomo più anziano. Entrambi angosciati e sconvolti dall’accaduti.
 
I loro sguardi frequenti verso la porta danno l'impressione che siano nell’attesa di qualcuno che deve ancora arrivare. Sulla parete accanto a loro vi è una lavagna coperta di equazioni impenetrabili. L'uomo più anziano lambisce nelle mani un pezzo di carta stropicciato- sembra essere una nota scarabocchiata in fretta da una mano malferma e tremolante. Quella che segue è la storia di quello che è successo.
 
Prologue: the Blackboard
8:49-mattina-faro

L’uomo più anziano, un Insegnante, si passa tra le mani il foglio di carta scarabocchiato nella fretta. Lo guarda, lo osserva, lo analizza, e subito dopo posa il proprio sguardo sulla lavagna, colma di simboli, numeri e lettere, che non hanno un apparente senso, ma che l’uomo è sicuro che dicano qualcosa.
La giovane donna, una Ragazza, si avvicina al giovane uomo steso sul pavimento, gli tocca una mano, gli sfiora la guancia. Sembra morto. E forse lo è, ma dentro di lui, non fisicamente.
L’uomo anziano con voce flebile si rivolge alla Ragazza, seduta sul pavimento di fianco al giovane uomo:
‘’Riusciremo mai a comprendere questo genio, questo pensatore, così complesso e visionario? Riusciremo a riunire le grandi forze del nostro Universo, avvicinandoci a lui?’’
Il suo sguardo si posò dal giovane alla lavagna, e nuovamente al giovane. L’uomo anziano scosse la testa lentamente e pesantemente e portò le dita alla fronte come se stesse sudando: forse non avrebbero mai conosciuto la verità su cosa fosse accaduto nel faro, e forse non era loro dovere provarci.
La Ragazza aveva le lacrime agli occhi, calde, e pronte a piangere su quel corpo apparentemente senza vita che le stava di fianco. Le sue parole furono le seguenti, quel giorno:
‘’Riusciremo mai a comprendere la sua solitudine.. o il suo senso di meraviglia..? Non riusciremo mai ad avvicinarci a lui… è passato troppo tempo. Penso se ne sia andato per sempre..’’


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