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Autore: Jessica Fletcher    20/06/2015    11 recensioni
Mi è stato chiesto di riscrivere la storia della visita alla tomba di Ella dal punto di vista di Christian.
Così ho riscritto la storia della mia precedente fiction "Eppure ti voglio bene" dal punto di vista di Mr Grey
Spero che vi piaccia
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ma mi hai voluto

Tutto il resto non conta


ELLEN MOORE

Guardo quella scritta: è il nome di mia madre.
Sono davanti alla sua tomba.
Ana ha voluto che ci venissi a tutti i costi ed eccomi qui.
Qui davanti a me, sotto a questa croce bianca, giace mia madre, Ella, la mia madre biologica, la puttana drogata.

Mi inginocchio sulla nuda terra e poso una mano sulla croce di legno bianco mentre con l'altra mano mi copro gli occhi, in raccoglimento.

Voglio essere da solo, da solo con la mia mamma, come ero tanti anni fa, quando vivevo con lei.
La rivedo; quasi sempre vestita in un modo che a me sembrava strano, ma che, adesso me ne rendo conto, doveva essere provocante con quelle minigonne e quelle calze a rete. E la vedo anche sciatta, spettinata, scarmigliata con il viso e le braccia coperte di lividi, mentre cammina a fatica e barcolla forse ubriaca, o fatta.
La vedo quasi priva di sensi, dopo avere fumato quella pipa malefica, starsene parecchio tempo sdraiata sul divano completamente apatica ed estranea a quanto accadeva intorno a lei.

Ricordo che le spazzolavo i capelli, erano così belli, castani, lunghi, lucenti, morbidi. Rimanevo a spazzolarli a lungo e a lei piaceva: "Sei il mio piccolo ometto Christian" mi diceva "il mio ometto speciale".

Ricordo due occhi grigi, quasi sempre tristi, talvolta arrabbiati. Non ricordo la sua risata, ma, se mi concentro rammento la sua voce.
Rammento che qualche volta giocava con me, ridendo spensierata come una ragazzina, e com'era contenta quella volta mentre mi preparava una torta per il mio compleanno.
Ma il più delle volte non si curava di me, non sapeva nemmeno che esistessi, era totalmente indifferente alla mia persona e ai miei bisogni.
Come può una madre fregarsene di suo figlio, lasciarlo morire di fame, accettare che venisse picchiato, martoriato con le cicche accese?
Mi bruciano gli occhi per le tante lacrime non versate e ho la gola chiusa.

"Oh, mamma! Sono tuo figlio, ma mi hai abbandonato, te ne sei andata e mi hai lasciato solo. Mi hai mai voluto bene? Perché io te ne ho voluto! Te ne ho voluto tanto!"
Ora me ne rendo conto: mi rendo conto di averla amata.
Come in un incubo rivivo l'ultima volta che l'ho vista mentre giaceva, fredda e senza vita, sul pavimento di casa. Io le ero stato vicino per quattro giorni, l'avevo coperta con la mia copertina azzurra, le avevo spazzolato i capelli, l'avevo abbracciata. Le volevo bene.  Aveva ragione Anastasia, i bambini amano i loro genitori senza se e senza ma.

Mi alzo e volgo lo sguardo verso mia moglie che, per tutto questo tempo, è stata in silenzio alle mie spalle. Ora avrei bisogno del suo conforto, del suo calore. Vorrei poter correre verso di lei, ma ancora non ho finito, prima devo salutare la mamma, dirle addio, questa volta sul serio, voglio chiedere i conti con lei, col mio passato.

Così appoggio la mano destra sulla croce di legno e, trattenendo a stento le lacrime, le dico quello che veramente c'è nel mio cuore "Ti ho voluto bene, mamma, nonostante tutto. Te ne ho voluto e te ne voglio ancora tanto. Addio, Ella. Addio mamma!"

Poi prendo per mano mia moglie e, insieme, andiamo via.

Non parliamo, non una parola. Ho come la mente ottenebrata, vuota. Non so cosa dovrei provare, cosa dovrei pensare, dire ... mi sento di nuovo come quando l'ho persa e non sono più riuscito a parlare per anni.

Entriamo nella nostra stanza d'albergo, lussuosissima, la sistemazione più lussuosa che io potessi trovare, naturalmente sempre il meglio per Mr Grey e signora.
 Però stasera, chissenefrega del lusso! Mi sento il peso dell'intero pianeta sulle spalle, mi sembra che le gambe non mi reggano più.

Mi lascio cadere sul divano, istintivamente porto le mani sul capo le passo fra i capelli, poi appoggio i gomiti sulle ginocchia e nascondo il viso fra le mani.

Ana si siede al mio fianco: è sempre accanto a me quando ne ho bisogno, e mi cinge la vita con il braccio.
Appoggio la testa prima sulla sua spalla , poi sul suo seno. Lei mi abbraccia forte e mi culla lentamente, avanti e indietro. Con il viso sul suo petto trovo la forza di mormorare "Le volevo bene, Ana. Non so spiegarmi come e perché, ma l'amavo; l'amavo tanto. Nonostante tutto, io l'ho amata. L'amavo, capisci? E non ero ricambiato".

La voce mi si spezza in un singhiozzo, mi sembra di non riuscire più a trattenere le lacrime, ora.
E sono le parole di mia moglie che mi fanno perdere ogni controllo su me stesso:
 "Lasciati andare Christian, Se vuoi piangere, se vuoi piangerla ora la tua mamma ... lasciati andare, ci sono io con te. Ci sono io, ti amo".

Sì, lo so che Ana mi ama, lo so e ora sono pronto a piangere per la prima volta la mia mamma morta tanto tempo fa.
Scoppio a piangere singhiozzando forte fra le sue braccia e lei .... lei piange con me.

Vorrei dirle di non piangere come me, per me .... non sopporto di vederla piangere ma so che lo fa perché mi ama, perché condivide ogni cosa con me, anche l'amarezza ed il dolore.

Ed ora ho bisogno, veramente  tanto bisogno, di sentirmi amato da lei, mi serve per scacciare quest'ombra nera che sento nel cuore.

Così vado in cerca della sua bocca e riverso tutte le mie sensazioni in un bacio tanto disperato quanto  profondo ed appassionato.
Mi alzo, la prendo per mano e le dico "Amami, Ana. Fammi sentire amato. Adesso. Ora. Ne ho bisogno".

Piano, in silenzio e dolcemente lei comincia a spogliarmi. Mi sfila la maglietta e mi bacia sul petto, sulle spalle, sul collo. Mi accarezza. Io faccio altrettanto: la libero dai vestiti, dal reggiseno, le accarezzo e bacio i seni, il ventre, le cosce.

Sempre in silenzio facciamo l'amore senza smettere un solo istante di baciarci e coccolarci.
Ed è bellissimo questo momento, questa intimità così profonda fra di noi ed è splendido sapere di amare e di essere amati.

Io Sono Amato.

Ora me ne rendo conto. Sono amato da mia moglie, dai miei genitori adottivi, da mio fratello e da mia sorella.
Dai miei meravigliosi, splendidi nonni. E sarò amato, spero, da mio figlio, quando verrà al mondo.

Ora posso perdonarti, Ella, e imparare, per quanto possibile, ad onorare il tuo ricordo.

Ci sono persone che mi amano, che mi vogliono bene.
Tutto il resto non conta.


Ed ecco qua: richiesta esaudita, spero che sia venuta bene.
Io devo dire che in un certo punto mi sono anche commossa, rileggendola. Spero che faccia un buon effetto anche a voi.

Ho fatto una certa fatica a scriverla, questa volta entrare nei pensieri di Christian non è stato così facile.
Spero che vi piaccia.

Baci
Love
Jessie
  
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