Quel lunedì è tutto un nuovo tipo di inferno, per Kurt Hummel.
Come se non fosse abbastanza il ritorno a scuola – a un nuovo round di slushie in faccia, spintoni sugli armadietti e insulti per essere se stesso – dopo due giorni di meravigliosa tranquillità, il suo ragazzo è sparito da venerdì pomeriggio e Kurt è incazzato. O forse è più facile dire così che fuori di testa per la preoccupazione.
Il fatto è che Blaine è il classico ragazzaccio, di quelli che i genitori ti avvisano di non frequentare. Non che Burt abbia di questi pregiudizi: ha conosciuto Blaine ed è totalmente d’accordo con i mille piercing – e ne ha visti probabilmente solo la metà di quanti il ragazzo ne abbia davvero – e con l’eyeliner, e anche con i capelli alzati di quello strano blu elettrico. Se il ragazzo ama suo figlio, Burt Hummel non è nessuno per giudicare il modo in cui si mostra al mondo.
Ma è il solo, probabilmente. Tra i corridoi del McKinley, Blaine Anderson ha una certa reputazione, che tiene alla larga i coetanei e i bulli, ma che si è procurato a suon di cazzotti e risse, facendosi più nemici di quanto sia consigliabile in una vita, figuriamoci solo alle superiori.
E da quando una breve telefonata l’ha allertato che il ragazzo avrebbe dovuto saltare la classica cena del venerdì sera, Kurt ha elaborato circa una ventina di scenari diversi, che finiscono tutti nel sangue. Nel più memorabile, Blaine ha continuato a digitare risposte quasi monosillabiche a tutti i suoi sms nel weekend perché ha entrambe le mani rotte, fatta eccezione per un paio di dita, e il labbro spaccato – ragion per cui non l’ha richiamato. O perlomeno, questa è l’unica ragione che gli eviterà una sonora urlata non appena Kurt riuscirà a trovarlo.
L’attesa si rivela minore del previsto, perché non appena il ragazzo ha nella visuale il suo armadietto, lo vede: Blaine lo sta aspettando, appoggiato su una spalla e con un mezzo sorriso sul volto – che è decisamente integro, senza occhi neri o labbra gonfie. Non ancora.
«Dove diavolo sei stato?!» sibila Kurt, quando è abbastanza vicino da essere sentito. «Ti rendi conto di quello che mi hai fatto passare?! Pensavo che ti avessero conciato per le feste!»
Senza aspettare una risposta, Kurt apre il suo armadietto e comincia a organizzare i libri per la giornata, continuando nel frattempo a parlare: «Ricordi di avere un ragazzo che si preoccupa per la tua salute, vero, Blaine?! Perché da come ti sei comportato negli ultimi giorni, non si direbbe! Io non ho ancora dimenticato quella volta in cui sei sparito da scuola per una settimana, per poi tornare con quello stupido paio di occhiali da sole che servivano solo a coprire l’enorme occhio nero che quei bastardi ti avevano fat… Umph!»
Ancora nel bel mezzo della sua tirata, Kurt non si accorge nemmeno del fatto che Blaine si è avvicinato a lui fin quando le labbra calde del ragazzo non premono sulle sue, obbligandole a schiudersi sotto la pressione. Nel suo ultimo momento di lucidità, il castano riesce a pensare che diavolo pensa di fare, siamo nel bel mezzo del corridoio ma ben presto anche quel barlume si spegne, nel sentire qualcosa di decisamente differente in questo bacio da tutti quelli che si sono dati in precedenza.
Qualcosa di tiepido e rotondo e estremamente eccitante scivola lungo la sua lingua, e per un momento Kurt si preme più vicino perché vuole assaporare questo nuovo pezzo di Blaine, sentirlo più intimamente, farlo diventare un’altra parte di se stesso, come tutto ciò che hanno già condiviso.
Saranno forse minuti dopo – sul serio, Kurt non può essere biasimato se non ne è davvero sicuro – quando i due si staccano finalmente per prendere aria, e Blaine ha quel luccichio divertito negli occhi che tante volte, all’inizio, ha ugualmente irritato e attratto l’altro. «Sorpresa, tesoro» dice lentamente, quasi gustando ogni parola. «Ne è valsa la pena?»
Kurt lo fissa per un secondo, ancora mezzo stordito e non completamente sicuro di quale dovrebbe essere la sua reazione. Se solo il suo cervello potesse ricominciare a funzionare e concentrarsi per mezzo secondo su qualcosa che non sia assalire di nuovo Blaine e le sue labbra e la sua dannata lingua con il nuovo piercing.
«Un altro, Blaine? Sul serio?» replica alla fine. «Credevo bastassero quello al capezzolo, e al sopracciglio, e all’ombelico, e sai dove altro…» Poi, fulminato da un pensiero che gli fa stringere considerevolmente i pantaloni, conclude: «Anche se, devo ammettere, ti saprò dire se ne è valsa la pena dopo che avrai messo a miglior uso quella lingua. Un semplice bacio non mostra tutte le sue potenzialità.»
Blaine rimane davvero senza parole per un attimo, a osservare il suo ragazzo che ancheggia leggermente, nel corridoio ormai vuoto, verso la sua classe, prima di ghignare con soddisfazione. Quello è davvero il mio ragazzo, il cucciolo di pinguino che sei mesi fa non era capace di dire “sesso” senza arrossire.
«E allora, Hummel,» gli urla dietro, correndo per raggiungerlo, «quando possiamo testarlo?»

Angolino dell'autrice :)
Accidenti, sono davvero riuscita a pubblicare due storie in due giorni! Dovrei preoccuparmi? Il prompt uscito per questa breve shot (se non sapete di cosa sto parlando, potete capire meglio leggendo le note al fondo del Cap.1 della mia altra fanfiction, "Domesticity") è il 167 - Pierced tongue. Badboy!Blaine è uno dei miei AU preferiti, ma è la prima volta che ne scrivo. Mi sono divertita, però, e mi era venuta una mezza idea di iniziare una serie - qualcuno che la leggerebbe? Lasciatemi due righe, se vi va ^^ Baci!