PAIRING: SeKai.
GENERE: Angst (?!),
Slice of life,
Sentimentale.
AVVERTIMENTI: Seghe mentali a manetta,
scurrilità varie, Slash,
un po’ di inevitabile OOC.
DISCLAIMER:
Nessuno
degli EXO mi
appartiene (anche se vorrei adottarli in massa, ma vabbè);
fyccina scritta
assolutamente non a scopo di
lucro:
non guadagno nulla dalla mia attività di fangirlamento
compulsivo.
NOTE: La mia fonte
d’ispirazione
è stato Love Me Right,
in particolare
tutte le scene SeKai. E ovviamente questa cosa magnifica che mi ha
causato una
devastazione ormonale da record (http://33.media.tumblr.com/7ef7f65999ae54a1c8dc7c7085605e39/tumblr_npipr6tmsr1rnq7q2o3_r1_500.gif).
Doveva venir fuori una storiella leggera e divertente, ma poi
l’angst si è
messo in mezzo. Piccola precisazione: ho fatto mia la teoria secondo
cui l’mv
sarebbe un omaggio ad Alice in Wonderland
e, perciò, Jongin sarebbe la Regina di Cuori e Sehun una
delle sue Carte.
Buona lettura
(si spera)!
Jongin ha
capelli color porpora che virano al rosa, una t-shirt a righe, jeans
scuri e
sneaker bianche –le stesse indossate da Chanyeol, nota Sehun
con un pizzico di
(malcelata) gelosia. Il regista, il signor Lee, dà
indicazioni riguardo alla
scena che stanno girando: Chanyeol sporgiti in avanti, Kai getta il
joystick a
terra e spintonalo, devi sembrare irritato.
Sehun, come
da copione, si limita a fissare lo schermo del televisore, indifferente
al
finto alterco in corso. Gli viene facile mantenere
l’espressione del volto
assente, impassibile. Le rare volte in cui Jongin si arrabbia con lui,
gli
borbotta contro “faccia di broccolo” e Sehun ci
rimane sempre male. Non è colpa
sua se la sua mimica facciale lascia a desiderare, se non riesce ad
atteggiarsi
a bel tenebroso o ad allegro adolescente cazzone in uno schiocco di
dita, a
seconda delle esigenze, come fa l’altro.
Il regista
gli abbaia un ordine che sulle prime non raggiunge i meandri
più remoti del suo
cervello, troppo impegnato a rimuginare su ciò che vorrebbe
essere e non sarà
mai (e Jongin, invece, è già).
“Sehun,
il
concept del video non è il Bell’Addormentato!”
strepita l’uomo, torvo. “Datti una svegliata, per
la miseria, e sturati le
orecchie quando parlo”.
“Chiedo
scusa” mugugna, poiché non può
replicare altrimenti.
“Non
mi
servono le tue scuse, bensì che tu obbedisca alle mie
direttive” sospira con l’aria
di un povero martire. “Adesso vatti a sedere in braccio a
Kai, di grazia” dice
un po’ ammansito.
In
braccio… a Kai?
Sehun sbatte
le palpebre, cercando di capire. Lui e Jongin non hanno quasi mai scene
insieme, tantomeno viene richiesto loro di mostrarsi particolarmente
affettuosi
l’uno con l’altro durante i live o i programmi
televisivi a cui partecipano. Le
fan vogliono KaiSoo, e KaiSoo è ciò che ottengono
la maggior parte delle volte.
Sehun ormai ha smesso di incazzarsi: è finzione, fanservice
costruito a
tavolino per incrementare le vendite. Rodersi il fegato, ha scoperto
nell’ultimo
anno, è dannoso per la propria salute oltre che inutile.
“Sehun,
se
non ti è di troppo disturbo gradirei terminare le riprese
entro stasera”.
Ma non gli si
secca mai la lingua?, pensa con un
moto di fastidio che
però maschera all’istante, svuotando lo sguardo di
qualsivoglia emozione. Se
Lee vuole che lui e Jongin giochino ai fidanzatini (ma, ehi, no homo!),
Sehun
deve eseguire. Perciò si alza, si scosta la frangia corvina
dalla fronte, si
adagia -non senza una certa delicatezza- sulle ginocchia
dell’amico.
“Sorridete,
mi raccomando!”
Sehun
schiude le labbra e simula un’allegria che è ben
lontano dal provare. Sente le
braccia di Jongin avvolgerlo e chiudersi intorno alla vita, quasi ad
impedirgli
di tagliare la corda o ribellarsi a
quell’assurdità melensa. Percepisce il
sorriso dell’altro -falso quanto il proprio, di sicuro- anche
se non può
vederlo. Lo immagina.
Jongin
è
espressivo e rende verosimile qualsiasi smorfia egli desideri.
E’ un bravo
attore; il suo sorriso è franco, morbido benché
spesso a labbra serrate –il che
gli conferisce un alone di misterioso compiacimento, come se ridesse di
una
battuta nota solo a lui. Sehun lo sa, lo conosce come il palmo della
propria
mano.
Eppure
ignora molte cose. Ad esempio, che Jongin non ha bisogno di sforzarsi
di
mostrarsi felice quando lui è nei paraggi, perché
lo è davvero. Non si accorge
di come le mani del ragazzo, ora posate sui suoi fianchi, tremino
leggermente,
né dello sguardo segretamente divertito che Chanyeol
indirizza loro.
Sehun
sorride, Jongin sorride. Va tutto bene. Entrambi serbano in cuore
parole mai
pronunciate e recalcitranti a farsi strada tra la paura del rifiuto e
quella,
più infida e sottile, del vedere le proprie fantasie
romantiche realizzarsi. Ma
il regista è soddisfatto e sostituisce l’isteria
con i complimenti per l’ottimo
lavoro svolto, e non potrebbe andare meglio di così.
Il giorno
seguente, con il cielo nuvoloso e l’aria greve di
umidità, vengono girate le
scene in esterno. Sehun e Jongin passeggiano rasente un vecchio
viadotto i cui
basamenti sono ricoperti di graffiti. I cameramen li riprendono mentre
si
passano al volo una bomboletta di vernice spray, conciati come due
bulletti non
del tutto convinti, figli di papà che vogliono credersi
trasgressivi a
bighellonare e imbrattare delle pareti di cui nessuno si cura
più.
L’aiuto
scenografo
posiziona una bottiglia di birra vuota a terra e porge una mazza da
baseball a
Jongin, che la soppesa impacciato.
“Sei
la
Regina di Cuori” il signor Lee si rivolge a lui con
più gentilezza di quanta ne
riservi di solito a Sehun. “Hai presente il cartone di Walt
Disney, la partita
di cricket che si tiene al castello? La Regina usa dei ricci al posto
delle palle
e un fenicottero come bastone. Bene, voglio che tu faccia lo stesso con
questa
bottiglia. Colpiscila con tutta la forza che hai, distruggila e poi
scaglia la
mazza contro il muro. Attento a non ferirti con i cocci”.
“Ed
io?”
domanda Sehun, a disagio nel suo maglioncino rosa chiaro.
“Tu
sei una
delle Carte, fedele servitore della Regina” l’uomo
sposta l’attenzione su di
lui. “La segui, la assecondi, cammini al suo fianco.
Basta”.
“Chi
ha
deciso che devo essere una carta?” stringe i pugni con forza.
Non saprebbe
spiegare perché, di colpo, l’ira lo abbia accecato
a quel modo. “Perché non
posso interpretare il Re di Cuori? La Regina era sposata, se non
ricordo male”
è aggressivo e arrogante, ma non gliene importa
granché.
“Sehun,
dai…”
Jongin lo prega con la voce e lo sguardo, una mano tra i capelli.
“Dai cosa?” sbotta.
“Ti vergogni all’idea
di avere me come marito fittizio? Avresti preferito Kyungsoo? Non sono
alla
Vostra altezza, Maestà?”
Jongin
spalanca gli occhi, ferito o semplicemente offeso, e il resto della
troupe
ammutolisce per la sorpresa. Sehun capisce di aver esagerato.
Sicché,
anticipando le urla indignate (e, una volta tanto, giustificate) del
regista,
gira i tacchi e si allontana. Non va molto lontano, giusto a qualche
pilone di
distanza; la location è sprovvista di cunicoli in cui
nascondersi e maledirsi
per la propria immensa idiozia.
Jongin non
merita tanta villania, porca vacca. Sehun non ha
scusanti. E’
innamorato senza speranza dell’amico, e allora? Gli anni di
esperienze
condivise che li legano, la stima reciproca, i successi comuni non
valgono più
nulla? Possono essere tranquillamente gettati al vento per colpa dei
suoi
stupidi ormoni che lo incitano a sbattere Jongin contro una qualsiasi
parete
verticale od orizzontale, strappargli i vestiti con i denti,
scoparselo, spingersi dentro di lui fino ad eiaculargli addosso?
E’ questo il
problema?
Lascia perdere,
se lui non ti vuole
non puoi importi. Piantala di comportarti da ragazzino viziato, pensa con
rabbia, cresci.
“Dobbiamo
finire di girare”.
Jongin,
materializzatosi di fronte a lui, gli parla senza guardarlo e strofina
la suola
delle scarpe contro l’asfalto. “Vieni?”
Sehun
annuisce stancamente e si rimette in piedi. Chi
nasce Carta non muore Re.
Il signor
Lee non lo rimprovera, né perde tempo a fissarlo con
riprovazione. Magari anche
lui è stanco. Spiega ai ragazzi la prossima scena da
filmare.
E
così
riprendono a camminare, stavolta con la telecamera che li segue da
dietro, i
gomiti che si sfiorano. Ad un certo punto Jongin -no, Kai- cinge le
spalle di
Sehun in una sorta di abbraccio che esprime possesso,
intimità, affetto.
Accosta le labbra all’orecchio dell’amico.
“Sei
un
coglione” sussurra, guardandolo dritto negli occhi con un
sorrisetto sornione
che promette ogni sorta di delizia (o vendetta, dipende dai punti di
vista).
Poi comincia
a correre. E Sehun, che forse è sempre stato Re, lo segue.
Avrà
un
qualche senso? Ai posteri l’ardua sentenza.
Vi lascio il
link della mia pagina Facebook, in caso
abbiate apprezzato questa one-shot e vi incuriosisse seguire
in diretta i miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).
Torno a
studiare che è meglio.