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Autore: Il_Genio_del_Male    21/06/2015    7 recensioni
Sehun rimugina su ciò che vorrebbe essere e non sarà mai (e Jongin, invece, è sempre stato).
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol, Kai, Kai, Nuovo personaggio, Sehun, Sehun
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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PAIRING: SeKai.

GENERE: Angst (?!), Slice of life, Sentimentale.

AVVERTIMENTI: Seghe mentali a manetta, scurrilità varie, Slash, un po’ di inevitabile OOC.

DISCLAIMER: Nessuno degli EXO mi appartiene (anche se vorrei adottarli in massa, ma vabbè); fyccina scritta assolutamente non a scopo di lucro: non guadagno nulla dalla mia attività di fangirlamento compulsivo.

NOTE: La mia fonte d’ispirazione è stato Love Me Right, in particolare tutte le scene SeKai. E ovviamente questa cosa magnifica che mi ha causato una devastazione ormonale da record (http://33.media.tumblr.com/7ef7f65999ae54a1c8dc7c7085605e39/tumblr_npipr6tmsr1rnq7q2o3_r1_500.gif). Doveva venir fuori una storiella leggera e divertente, ma poi l’angst si è messo in mezzo. Piccola precisazione: ho fatto mia la teoria secondo cui l’mv sarebbe un omaggio ad Alice in Wonderland e, perciò, Jongin sarebbe la Regina di Cuori e Sehun una delle sue Carte.

Buona lettura (si spera)!

 

 

 

 

 

Jongin ha capelli color porpora che virano al rosa, una t-shirt a righe, jeans scuri e sneaker bianche –le stesse indossate da Chanyeol, nota Sehun con un pizzico di (malcelata) gelosia. Il regista, il signor Lee, dà indicazioni riguardo alla scena che stanno girando: Chanyeol sporgiti in avanti, Kai getta il joystick a terra e spintonalo, devi sembrare irritato.

Sehun, come da copione, si limita a fissare lo schermo del televisore, indifferente al finto alterco in corso. Gli viene facile mantenere l’espressione del volto assente, impassibile. Le rare volte in cui Jongin si arrabbia con lui, gli borbotta contro “faccia di broccolo” e Sehun ci rimane sempre male. Non è colpa sua se la sua mimica facciale lascia a desiderare, se non riesce ad atteggiarsi a bel tenebroso o ad allegro adolescente cazzone in uno schiocco di dita, a seconda delle esigenze, come fa l’altro.

Il regista gli abbaia un ordine che sulle prime non raggiunge i meandri più remoti del suo cervello, troppo impegnato a rimuginare su ciò che vorrebbe essere e non sarà mai (e Jongin, invece, è già).

“Sehun, il concept del video non è il Bell’Addormentato!” strepita l’uomo, torvo. “Datti una svegliata, per la miseria, e sturati le orecchie quando parlo”.

“Chiedo scusa” mugugna, poiché non può replicare altrimenti.

“Non mi servono le tue scuse, bensì che tu obbedisca alle mie direttive” sospira con l’aria di un povero martire. “Adesso vatti a sedere in braccio a Kai, di grazia” dice un po’ ammansito.

In braccio… a Kai?

Sehun sbatte le palpebre, cercando di capire. Lui e Jongin non hanno quasi mai scene insieme, tantomeno viene richiesto loro di mostrarsi particolarmente affettuosi l’uno con l’altro durante i live o i programmi televisivi a cui partecipano. Le fan vogliono KaiSoo, e KaiSoo è ciò che ottengono la maggior parte delle volte. Sehun ormai ha smesso di incazzarsi: è finzione, fanservice costruito a tavolino per incrementare le vendite. Rodersi il fegato, ha scoperto nell’ultimo anno, è dannoso per la propria salute oltre che inutile.

“Sehun, se non ti è di troppo disturbo gradirei terminare le riprese entro stasera”.

Ma non gli si secca mai la lingua?, pensa con un moto di fastidio che però maschera all’istante, svuotando lo sguardo di qualsivoglia emozione. Se Lee vuole che lui e Jongin giochino ai fidanzatini (ma, ehi, no homo!), Sehun deve eseguire. Perciò si alza, si scosta la frangia corvina dalla fronte, si adagia -non senza una certa delicatezza- sulle ginocchia dell’amico.

“Sorridete, mi raccomando!”

Sehun schiude le labbra e simula un’allegria che è ben lontano dal provare. Sente le braccia di Jongin avvolgerlo e chiudersi intorno alla vita, quasi ad impedirgli di tagliare la corda o ribellarsi a quell’assurdità melensa. Percepisce il sorriso dell’altro -falso quanto il proprio, di sicuro- anche se non può vederlo. Lo immagina.

Jongin è espressivo e rende verosimile qualsiasi smorfia egli desideri. E’ un bravo attore; il suo sorriso è franco, morbido benché spesso a labbra serrate –il che gli conferisce un alone di misterioso compiacimento, come se ridesse di una battuta nota solo a lui. Sehun lo sa, lo conosce come il palmo della propria mano.

Eppure ignora molte cose. Ad esempio, che Jongin non ha bisogno di sforzarsi di mostrarsi felice quando lui è nei paraggi, perché lo è davvero. Non si accorge di come le mani del ragazzo, ora posate sui suoi fianchi, tremino leggermente, né dello sguardo segretamente divertito che Chanyeol indirizza loro.

Sehun sorride, Jongin sorride. Va tutto bene. Entrambi serbano in cuore parole mai pronunciate e recalcitranti a farsi strada tra la paura del rifiuto e quella, più infida e sottile, del vedere le proprie fantasie romantiche realizzarsi. Ma il regista è soddisfatto e sostituisce l’isteria con i complimenti per l’ottimo lavoro svolto, e non potrebbe andare meglio di così.

 

 

Il giorno seguente, con il cielo nuvoloso e l’aria greve di umidità, vengono girate le scene in esterno. Sehun e Jongin passeggiano rasente un vecchio viadotto i cui basamenti sono ricoperti di graffiti. I cameramen li riprendono mentre si passano al volo una bomboletta di vernice spray, conciati come due bulletti non del tutto convinti, figli di papà che vogliono credersi trasgressivi a bighellonare e imbrattare delle pareti di cui nessuno si cura più.

L’aiuto scenografo posiziona una bottiglia di birra vuota a terra e porge una mazza da baseball a Jongin, che la soppesa impacciato.

“Sei la Regina di Cuori” il signor Lee si rivolge a lui con più gentilezza di quanta ne riservi di solito a Sehun. “Hai presente il cartone di Walt Disney, la partita di cricket che si tiene al castello? La Regina usa dei ricci al posto delle palle e un fenicottero come bastone. Bene, voglio che tu faccia lo stesso con questa bottiglia. Colpiscila con tutta la forza che hai, distruggila e poi scaglia la mazza contro il muro. Attento a non ferirti con i cocci”.

“Ed io?” domanda Sehun, a disagio nel suo maglioncino rosa chiaro.

“Tu sei una delle Carte, fedele servitore della Regina” l’uomo sposta l’attenzione su di lui. “La segui, la assecondi, cammini al suo fianco. Basta”.

“Chi ha deciso che devo essere una carta?” stringe i pugni con forza. Non saprebbe spiegare perché, di colpo, l’ira lo abbia accecato a quel modo. “Perché non posso interpretare il Re di Cuori? La Regina era sposata, se non ricordo male” è aggressivo e arrogante, ma non gliene importa granché.

“Sehun, dai…” Jongin lo prega con la voce e lo sguardo, una mano tra i capelli.

Dai cosa?” sbotta. “Ti vergogni all’idea di avere me come marito fittizio? Avresti preferito Kyungsoo? Non sono alla Vostra altezza, Maestà?”

Jongin spalanca gli occhi, ferito o semplicemente offeso, e il resto della troupe ammutolisce per la sorpresa. Sehun capisce di aver esagerato. Sicché, anticipando le urla indignate (e, una volta tanto, giustificate) del regista, gira i tacchi e si allontana. Non va molto lontano, giusto a qualche pilone di distanza; la location è sprovvista di cunicoli in cui nascondersi e maledirsi per la propria immensa idiozia.

Jongin non merita tanta villania, porca vacca. Sehun non ha scusanti. E’ innamorato senza speranza dell’amico, e allora? Gli anni di esperienze condivise che li legano, la stima reciproca, i successi comuni non valgono più nulla? Possono essere tranquillamente gettati al vento per colpa dei suoi stupidi ormoni che lo incitano a sbattere Jongin contro una qualsiasi parete verticale od orizzontale, strappargli i vestiti con i denti, scoparselo, spingersi dentro di lui fino ad eiaculargli addosso? E’ questo il problema?

Lascia perdere, se lui non ti vuole non puoi importi. Piantala di comportarti da ragazzino viziato, pensa con rabbia, cresci.

“Dobbiamo finire di girare”.

Jongin, materializzatosi di fronte a lui, gli parla senza guardarlo e strofina la suola delle scarpe contro l’asfalto. “Vieni?”

Sehun annuisce stancamente e si rimette in piedi. Chi nasce Carta non muore Re.

Il signor Lee non lo rimprovera, né perde tempo a fissarlo con riprovazione. Magari anche lui è stanco. Spiega ai ragazzi la prossima scena da filmare.

E così riprendono a camminare, stavolta con la telecamera che li segue da dietro, i gomiti che si sfiorano. Ad un certo punto Jongin -no, Kai- cinge le spalle di Sehun in una sorta di abbraccio che esprime possesso, intimità, affetto. Accosta le labbra all’orecchio dell’amico.

“Sei un coglione” sussurra, guardandolo dritto negli occhi con un sorrisetto sornione che promette ogni sorta di delizia (o vendetta, dipende dai punti di vista).

Poi comincia a correre. E Sehun, che forse è sempre stato Re, lo segue.

 

 

 

 

Avrà un qualche senso? Ai posteri l’ardua sentenza.

Vi lascio il link della mia pagina Facebook, in caso abbiate apprezzato questa one-shot e vi incuriosisse  seguire in diretta i miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).

Torno a studiare che è meglio.

 

 

 

   
 
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