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Autore: Shainareth    21/06/2015    2 recensioni
Non risposi, mi limitai ad avanzare e a raggiungere il prima possibile i bagni della scuola, dove lui non avrebbe potuto raggiungermi. Avevo bisogno di rimanere da sola. Avevo bisogno di sfogare, attraverso le lacrime, quel maledetto groppo che mi si era formato all'altezza dello sterno quando lui aveva pronunciato quelle dannate, dannatissime parole. E lo aveva fatto con una leggerezza tale, oltretutto, che la rabbia che adesso stavo cercando di reprimere sembrava ingigantirsi ogni volta che ci ripensavo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexy, Armin, Dolcetta, Kentin, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SOSPETTI




Subito dopo la pausa pranzo, varcai il portone d'ingresso del liceo a passo di carica, con lo sguardo fisso davanti a me e le mascelle serrate. Al mio passaggio, qualcuno si scostò per evitare di intralciarmi la strada e già questo poteva dare una vaga idea di quanto fossi nervosa. Kentin mi tallonò per tutto il tempo, cercando, invano, di persuadermi ad ascoltarlo. D'altra parte, avevo sentito fin troppo e non avevo intenzione di continuare a lasciarlo parlare, col rischio che mi ferisse più di quanto non avesse già fatto.
   «Vuoi aspettarmi?!» mi gridò dietro, incurante del fatto che il corridoio, a quell'ora del mattino, fosse pieno di studenti.
   Non risposi, mi limitai ad avanzare e a raggiungere il prima possibile i bagni della scuola, dove lui non avrebbe potuto raggiungermi. Avevo bisogno di rimanere da sola. Avevo bisogno di sfogare, attraverso le lacrime, quel maledetto groppo che mi si era formato all'altezza dello sterno quando lui aveva pronunciato quelle dannate, dannatissime parole. E lo aveva fatto con una leggerezza tale, oltretutto, che la rabbia che adesso stavo cercando di reprimere sembrava ingigantirsi ogni volta che ci ripensavo.
   «Alexy, fermala!»
   Mi accorsi a malapena di quell'invocazione d'aiuto, ma non potei certo ignorare il ragazzo dai capelli azzurri che, comparendo dal nulla, mi si parò davanti, allargando le braccia per impedirmi di proseguire. Cercai di scartarlo e, come risultato, lui mi circondò in un abbraccio che, se da un lato mi fece ruggire di sdegno, dall'altro mi confortò in qualche modo.
   «Piccola Aishilinn», cantilenò Alexy, stringendomi forte e sfregando la guancia contro la mia, prima di riempirmela di sbaciucchi affettuosi, «cos'è questo faccino imbronciato, eh?» mi vezzeggiò, cullandomi come se fossi stata una bambina.
   «Lasciami», mi lagnai con lo stesso tono che avrebbe usato, per l'appunto, una mocciosa dell'asilo. Mi agitai fra le sue braccia, pur con scarsa convinzione, e infine mi arresi quando anche Armin si avvicinò a noi insieme a Kentin.
   «Che succede?» domandò il primo.
   «Niente», mentii spudoratamente, la voce che usciva a fatica.
   Alexy mi spernacchiò la guancia, incollandoci su le labbra e soffiandoci contro. «Non sei brava a dire le bugie, piccola», mi redarguì poi con tenerezza.
   Il suo affettuoso modo di consolarmi fu contestato subito da Kentin. «Vuoi smettere di insalivarmela?!» protestò, tentando di afferrarmi per un braccio per sottrarmi alle sue grinfie.
   L'altro mi fece da scudo con il proprio corpo, frapponendosi fra noi. «Preferisci che insalivi te?» s'interessò di sapere, già che c'era.
   «Provaci e ti prendo a calci», lo avvertì quello che tutti ignoravano essere il mio ragazzo. Kentin ed io stavamo ormai insieme da qualche settimana, ma non ci eravamo ancora persuasi a rendere la notizia di dominio pubblico per svariati motivi; su tutti, spiccava il timore che proprio Alexy potesse rimanerci male - e non solo lui, in effetti. C'era da ammettere che, nonostante il suo palese interesse per Kentin, mi aveva aiutata più di una volta, confortandomi e consigliandomi al meglio per riuscire ad avvicinarmi maggiormente a lui. Questo tuttavia non mi rendeva insensibile al punto da ignorare i suoi sentimenti: e come avrei potuto, visto quanto gli volevo bene? Probabilmente avremmo lasciato che intuisse la verità da solo, ammesso e non concesso che non lo avesse già fatto. Da un pezzo, dopotutto, aveva capito non solo che Kentin non avrebbe mai potuto ricambiare il suo interesse, ma anche che fra me e lui c'era un affetto troppo profondo e ben radicato per essere scalfito in alcun modo.
   «Avete litigato?» La domanda di Armin colpì dritta nel segno. Mi rifiutai di rispondere e nascosi il viso contro la spalla di Alexy.
   «Parrebbe di sì», osservò questi. «Kentin, che le hai fatto?»
   «Niente», giurò lui, con una faccia tosta da manuale. «Lo sanno anche i sassi che l'ultima cosa che farei è farle del male.» Su questo ci avrebbero giurato tutti, in effetti, persino io. Allora perché mi aveva detto una cosa tanto meschina?
   Strinsi fra le dita la manica della felpa di Alexy, trattenendo a stento lacrime di rabbia e mortificazione.
   «Se non le hai fatto niente, perché stava scappando da te, poco fa?» volle sapere Armin. «Di certo non perché puzzi», commentò divertito. Non potevo vederlo, ma udii nitidamente il rumore delle sue narici che sembravano fiutare qualcosa.
   «Oh, piantala!» s'irritò Kentin. «Mi ha solo fatto notare un particolare e io le ho risposto che tutte le donne dicono la medesima cosa.» I gemelli emisero un verso che espresse chiaramente quanto fosse grave ciò che lui aveva appena riferito. «Cosa?!» sbottò Kentin in tono esasperato. «Non mettetevici anche voi, ora!»
   «Amico», cominciò Armin con fare diplomatico, «davvero non ti rendi conto di ciò che hai fatto?»
   «Sei stato davvero crudele», rigirò il coltello nella piaga Alexy, tornando a cullarmi e a darmi un bacio sul capo. «Paragonarla alle tue ex...»
   Kentin cascò dalle nuvole, tant'è che proruppe con un sonoro: «Non ho alcuna ex!»
   «Davvero?»
   «Certo!» confermò, per quanto quella confessione dovesse pesare sulla sua reputazione agli occhi dei nostri coetanei più superficiali. «Non ho mai avuto una ragazza, a parte...»
   Si fermò in tempo ed io irrigidii le spalle. Stava per dirlo? Stava per rivelare la verità davanti ai gemelli? Erano i nostri più cari amici, per cui non ci sarebbe stato nulla di male, ma...
   «A parte Ambra, vero?» s'impuntò Alexy, proprio colui a cui avremmo voluto risparmiare una delusione d'amore.
   Kentin imprecò, mentre io ruggii così forte che il mio presunto difensore allentò la presa attorno al mio corpo, forse per timore che potessi azzannarlo da qualche parte. Mi divincolai bruscamente dal suo abbraccio e fissai due occhi furiosi sul mio ragazzo, sfidandolo a rispondere a quella domanda. Lui ricambiò lo sguardo con determinazione e aprì la bocca per parlare, ma fu anticipato da Armin: «Che c'entra, Ambra?»
   Calò il silenzio.
   Quindi Alexy non gli aveva detto di quello che era successo quando Kentin era tornato a scuola?
   «Ehi», tornò a dire Armin, perplesso. «Mi sono perso qualcosa?»
   «Dal modo in cui si comportano questi due», intervenne di nuovo suo fratello, incrociando le braccia sul torace e scrutandoci con sospetto, «mi sa che ce la siamo persi entrambi...»
   Non aveva torto. Per troppo tempo Kentin ed io avevamo brancolato sulla sottile linea di un'amicizia fin troppo ambigua e profonda, che aveva già attirato parecchie attenzioni e portato i nostri amici a trarre conclusioni piuttosto ovvie; adesso che avevamo deciso di giocare a carte scoperte e di arrenderci definitivamente ai nostri sentimenti, forse avevamo inconsciamente abbassato la guardia anche con gli altri, lasciando che loro intuissero più del necessario.
   Kentin trasse un profondo respiro con l'intento di calmarsi. «Per l'ultima volta, Alexy», cominciò in tono perentorio, «non sono mai stato con quell'oca presuntuosa e meschina.» Quindi, i suoi occhi tornarono su di me, facendomi balzare il cuore in petto. «Quanto a noi due», riprese allora, sottolineando di proposito le ultime parole, «sappi che non mi riferivo a nessuna ragazza in particolare.»
   «Ah, no?» gracchiai a causa della voce rotta quasi dalle lacrime represse. «E a chi, allora?!» domandai in segno di sfida.
   «A mia madre!» fu la replica che mi azzittì nuovamente, lasciando che il silenzio tornasse a pesare come piombo tutt'intorno.
   Poi, non riuscendo più a trattenersi, entrambi i gemelli iniziarono a ridere sommessamente e Armin si portò persino una mano sugli occhi. «Ossignore...» mormorò, incapace di credere a ciò che aveva appena sentito.
   Col viso in fiamme per la vergogna, dopo diversi attimi di confusione, riuscii a balbettare: «Davvero...?»
   Imbarazzato quanto me, Kentin sospirò e prese a massaggiarsi la nuca. «Se mi avessi lasciato parlare subito, ci saremmo risparmiati tutto questo teatrino da soap opera...» borbottò, prendendomi in giro. Me lo meritavo, in effetti, e non solo per aver lasciato che l'orgoglio e la gelosia mi divorassero inutilmente, ma soprattutto perché avevo dubitato di lui.
   «Nah, perché?» intervenne una voce estranea alla vicenda, facendoci sobbalzare.
   Ci voltammo tutti e quattro verso l'ingresso del vicino bagno maschile e trovammo l'alta e massiccia figura di Castiel che, appoggiata allo stipite della porta, ci fissava con le braccia incrociate e un sorriso strafottente sulle labbra. «È stato divertente.»
   Ruggii di nuovo con impeto e, mandandolo di cuore a quel paese con parole poco salottiere, mi rifugiai finalmente nel bagno femminile, con la speranza che questo bastasse a superare la vergogna provata e, soprattutto, a farmi venire in mente un modo soddisfacente per scusarmi con Kentin. E mentre sfogavo con le prime lacrime le mille emozioni che mi avevano stretto il cuore fino a quel momento, dall'altro lato della porta cominciai a udire una sfilza di domande piuttosto inopportune con le quali i gemelli, e a tratti anche Castiel, si divertirono ad assalire il povero Kentin a proposito di tutta quella situazione.












Wah, mai stata così fulminea nel concepire un'idea e metterla per iscritto. Almeno, non ultimamente.
Chiedo venia a chi ancora non ha ricevuto risposta alle recensioni, domani sera dovrei riuscire a farlo senza problemi. Intanto ringrazio chiunque abbia letto anche questa shot e vi do appuntamento a... presto, spero!
Buona serata!
Shainareth





  
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