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Autore: ceeline    21/06/2015    2 recensioni
"Giorno 365.
Oggi voglio parlare del silenzio. E forse in questo momento ti starai chiedendo perché abbia aspettato trecentosessantacinque giorni per ricordare – forse, ma indubbiamente – il tuo argomento preferito."
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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             Waltzer delle cose perdute
 

Giorno 365.
Oggi voglio parlare del silenzio. E forse in questo momento ti starai chiedendo perché abbia aspettato
trecentosessantacinque giorni per ricordare – forse, ma indubbiamente – il tuo argomento preferito.

Per un anno intero ho scritto in questo diario – che parla di te – la tua vita, ciò che amavi, ciò che odiavi. Nella prima pagina il dolore, nella seconda la rabbia, nella terza l'impotenza, sensi di colpa, abbandono, depressione, tristezza.
Ed oggi a distanza di un anno, in quest'ultima pagina voglio ricordarti così, sorridente e spensierato come un normale ragazzo di ventitré anni dovrebbe essere.
Ti ricordi com'eri felice ogni qualvolta varcavamo il cancelletto di questo parco? E di come quello splendido sorriso ti spuntava fra le labbra quando ci sedevamo sotto questo salice piangente che ti piaceva tanto? Ti faceva sentire a casa tua.
Un giorno mi dicesti che quando eri solo e/o non avevi niente da fare, ti mettevi ad ascoltare il silenzio. Di come ogni volta riuscivi a trovare un qualsiasi rumore che potesse storpiarlo, che il silenzio non era silenzio.
Quel giorno mi convincesti a tenere la bocca chiusa per più di mezz'ora ad ascoltare tutto attorno a noi, e mi facesti notare di come il silenzio fosse così... rumoroso. Una marea di rumori che si mischiavano; il vento, i rami degli alberi, le foglie secche che cadevano a terra, le voci ovattate della gente in lontananza, i clacson, il rumore dei passi... i nostri respiri. Eri così esaltato all'idea di aver scoperto qualcosa di nuovo che se anche qualcuno lo avesse già testato non te ne sarebbe importato, e fu così che ogni giorno scoprivi nuovi rumori che “facevano parte del silenzio”. Mi mancano quei giorni sai? Ma tu mi manchi di più perché senza di te quei giorni non ci sarebbero mai stati, e non proverei questo dolce dolore nel ricordarli.
Ora sono seduta qui, sotto questo salice piangente – come quel giorno di un anno fa – a cercare di ascoltare il silenzio, ma non ci riesco, non senza di te. Allora ti prego fammi ricordare come facevi, perché questo silenzio è straziante, non è un silenzio rumoroso è solo silenzio, da farmi scoppiare la testa. Ed anche se non lo potrò più ascoltare a me basta il ricordo di te, seduto sotto questo albero con le gambe distese, mentre felice osservavi il cielo.

 

 


 
   
 
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