Aveva fatto pace con Leo. Senza troppe spiegazioni, senza troppe parole: erano bastate quelle giuste.
Soprattutto era bastato che l'amico restasse con lui nel post operatorio.
Era tutto passato. L'attesa, la paura, l'angoscia di rientrare in sala operatoria, i dissapori: Vale si sentiva, in parte, sollevato dopo quell'onesto confronto e non temeva più nemmeno i risultati della biopsia.
In qualche modo sapeva che sarebbe andato tutto bene.
Quando Ulisse l'aveva riaccompagnato in stanza, come l'altra volta, era riuscito persino a rilassarsi sulla barella e a dimenticare, per qualche istante, il dolore che riaffiorava adesso che i sedativi stavano esaurendo il loro effetto.
Si era sollevato appena e aveva incassato la carezza profonda di sua madre poi, con un groppo in gola, aveva spiato oltre le spalle di Nora.
Marco era lì e non aveva esitato a chinarsi sul suo ragazzo e a rivolgergli un apprensivo:
"Come ti senti campione?"
Vale si era lasciato ricadere sul materasso, aveva stretto i denti ma, alla fine, aveva ammesso onestamente:
"Mi fa male tutto!"
Marco si era lasciato cadere sulla sedia accanto al letto, senza lasciare la mano del figlio, poi gli aveva sorriso nonostante fosse arduo essere, forse per la prima volta per davvero, spettatore delle sue fragilità.
"Vedrai che presto ti sentirai meglio!"
Era seguito un lungo silenzio che né Nora, né Leo erano riusciti a spezzare. Vale sembrava lì, lì per assopirsi ma, all'improvviso, aveva spalancato i suoi occhioni e aveva voltato la testa verso Marco.
"Credi che andrà bene, papà?"
L'uomo aveva incrociato,, per un istante, l'occhiata perplessa di Nora, quasi che cercasse in lei un salvagente poi l'incertezza della sua ex moglie si era trasformata in un mezzo sorriso di sprono.
"Certo bambino mio, starai bene. Ne sono sicuro, anzi...sicurissimo!"
Vale era sembrato riconfortato da quella convinzione e aveva richiuso gli occhi, dipingendosi sul viso un sorriso sereno e appagato.