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Autore: ma_rya76    21/06/2015    0 recensioni
[Artisti musicali, attori e doppiatori]
Il giovane.Yamashita Tomohisa ultimo erede di una famiglia giapponese dove seguire le orme degli avi è questione di onore viene mandato a Londra in una delle più prestigiose scuole per maggiordomi. All'esame si classifica con il massimo dei voti. Ora è il momento di tornare e cercare lavoro ma quando fa il colloquio scopre che cercano una cameriera. Disperato perchè non vuole assolutamente ammettere l'errore di essere tornato in patri senza permesso della famiglia si inventerà qualcosa per ottenere ad ogni costo quel lavoro,ma non tiene conto di un particolare che gli causerà diverse difficoltà. È così che ha inizio l'avventura del giovane chiamato anche Yamapy il cui volto del cantante/attore giapponese con medesimo nome mi ha ispirata. Spero di avervi incuriosito abbastanza e che seguirete insieme a me le avventure del nostro mancato maggiordomo
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Appena Yamashita mette piede in casa con un unico pensiero per la testa, si precipita su per le scale per andare a controllare la soffitta. Doveva accertarsi di una cosa che lo faceva sentire a disagio. Nello stesso momento in cui sta per oltrepassare la soglia il suo cellulare squilla e senza pensarci si ferma in mezzo alla porta per rispondere. "Ti avevo chiesto di chiamare subito una volta arrivato a casa,mi vuoi portare sul serio sulla coscienza?" Chiede una voce squillante e dal tono scocciato. Yamashita si sorprende e sorride pensando che i modi burberi di Gaya non sarebbero mai cambiati. Ma infondo era anche quel suo aspetto che la rendeva la persona interessante quale era. "Sta tranquilla sono rientrato proprio ora sano e salvo,se solo fossi stata più paziente...ehm, scusa un attimo" le dice interrompendo ciò che stava per dire. "Sono tornato, ma tu sei stata sempre qui?", "cosa vuoi sapere,è solo una vecchia conoscente","no...ti sto dicendo di no...di cosa parli? quando avrei sorriso?" ,"aspetta...no,non accadrà più non fare così" Gaya che era rimasta in linea continuava a sentire Yamashita. Ma con chi stava parlando? Perché non riusciva a sentire nessun'altro oltre lui? Poi l'ultima frase. "Aspetta...cosa vuoi fare?...nooooo" Gaya sente uno strano rumore e infine un tonfo. "Yamashita. ..Yamashita rispondi,che succede?" Grida e poco dopo è già fuori in strada per raggiungere l'auto. Preoccupata come raramente le era capitato,guida ad alta velocità fino alla vecchia tenuta che un tempo era appartenuta alla sua famiglia. Bussa più volte al pesante portone,prova ad aprire,ma pare essere bloccato. "Aaah Yamashita ti prego..." trema al pensiero che qualcosa di grave possa essere accaduto al ragazzo e nel panico totale decide di chiamare l'unica persona che gli viene in mente. "Rupert aiutami!" Dice appena sente la voce del vecchio maggiordomo. Spiega brevemente quello che ha sentito per telefono e che non riesce ad entrare in casa, l'uomo fa mente locale,poi le suggerisce di andare sul retro,una volta la porta delle cucine si apriva facilmente. Gaya incitata dal suo vecchio servitore fa più in fretta che può, entrambi sono preoccupati che sia già accaduto quello che più temevano. "Ti prego, ti prego,fa che stia bene" pensa afferrando un sasso decorativo delle aiuole e lanciandolo contro il vetro a scacchi della porta. Questo si frantuma facilmente, così infila la mano destra in uno di quei quadrati e prova a sbloccare la fermatura,riuscendo dopo qualche tentativo finalmente ad aprire. Purtroppo però, nella fretta,mentre ritira il braccio dalla fessura un ultima scheggia di vetro che rimasta attaccata le lacera la carne. Trattiene un urlo di dolore e mentre con la mano sinistra copre la ferita cercando di bloccare il sangue,si precipita in casa. Adesso deve solo trovare il ragazzo. "Yamashita!" Chiama senza ottenere risposta. Veloce perlustra il piano terra per poi salire al primo piano. "Yamashita dove diavolo sei" urla ancora controllando camera per camera quasi senza fiato. Erano anni che non metteva piede in quel casale, ne aveva avuto nostalgia, ma per la prima volta iniziava a detestare quelle vecchie mura pensando che se fosse tornata ad esserne proprietaria,avrebbe provveduto personalmente a farlo cadere giù pietra dopo pietra.Un lampo le balena per la mente" la soffita" dice salendo al secondo piano e percorrendo veloce un corridoio secondario,ed eccolo lì."Yamashita" grida vedendo il corpo del ragazzo accasciato in modo scomposto ai piedi della scaletta che portava su. Temendo il peggio,terrorizzata e con le lacrime a gli occhi si costringe a percorrere quei pochi metri che la separano da lui. "Yamapi" sussurra mentre si inginocchia al suo fianco. "Yamashita ti prego apri gli occhi" supplica mentre gli solleva il busto e lo adagia sulle sue gambe."oh ti prego dio, ci sono...ci sono così tante cose che ho bisogno di dirgli, non te lo puoi prendere tu proprio ora che l'ho ritrovato" prega singhiozzando. Dopo essersi accertata che il ragazzo sia ancora vivo,prova a chiamare i soccorsi ma stranamente il cellulare non ha campo, trova un telefono fisso al piano di sotto,ma anche quello pare non funzionare, così di corsa ritorna da Yamashita che aveva lasciato ancora privo di sensi vicino alla scala. Se non si svegliava lo doveva portare in ospedale lei stessa,pensava. Ma quando imbocca il corridoio e si avvicina abbastanza al ragazzo non riesce a credere a ciò che vede. Una figura femminile avvolta da una strana aura è in piedi vicino al ragazzo e lo guarda con una strana espressione. Gaya si porta una mano alla bocca. "Era tutto vero allora" pensa incredula. Quella donna intanto nota la sua presenza e le rivolge un occhiata ostile che Gaya prendendo coraggio ricambia. "Ki-Kikyo? Sei tu? È colpa tua? Sei stata tu a ridurlo così?" Le rivolge una domanda dietro l'altra mentre cauta si avvicina,fino a che quella presenza si dissolve come nebbia. Intanto fuori è già scesa la sera, Gaya fatica a trascinare Yamashita in quella che doveva essere la sua camera e lo mette a letto. Il ragazzo per un breve istante riapre gli occhi dandole speranza. "Gaya. ..n-non dovresti stare qui" riesce a dire. "Sei tu quello che non dovrebbe stare qui,avresti dovuto darmi retta quando ti chiesi di restituire la proprietà" dice preoccupata. "Come ti senti?" Chiede poi,ma lui aveva già chiuso gli occhi. Gaya vorrebbe uscire per poter trovare un telefono funzionante,ma la paura di lasciarlo solo a lungo glielo impedisce. Decide di trovare almeno una cassetta per il primo soccorso e provare a medicare la sua ferita. A parte qualche ammaccatura Yamashita sembrava tutto intero, ma il taglio sul suo avambraccio continuava a sanguinare. Fa più in fretta che può, ma una volta rientrata in camera del ragazzo,quella tetra figura è di nuovo al suo fianco. "Lascialo in pace,lui non è Haruma,l'uomo che amavi si è fatto ammazzare in guerra" le urla facendo agitare quella presenza fino a farla scomparire di nuovo. Solo allora si avvicina al ragazzo e prova a svegliarlo ma il suo sonno sembra essere tormentato da un incubo. Allora si stende al suo fianco e lo abbraccia, quel contatto pare avere un effetto benefico dato che il respiro torna regolare e l'espressione di Yamashita è di nuovo serena. "Sei diventato così fragile da farti tormentare da lei anche nei sogni?" Si chiede preoccupata e sfinita si addormenta al suo fianco. Le ore della notte passano veloci e quando Yamashita riapre gli occhi è tutto indolensito,quasi non riesce a muoversi ma quello che lo stupisce di più lo nota non appena si gira di fianco e vede Gaya che tranquilla gli dorme accanto. "Cosa ci fa lei nel mio letto?" Si chiede confuso non riuscendo a ricordare la notte precedente. Intanto fuori al portone principale si era riunito un piccolo gruppo di persone. Rupert preoccupato per non riuscire più a mettersi in contatto con Gaya, tramite il giovane avvocato amico della sua padroncina aveva rintracciato Jun, che dopo aver appreso la situazione era subito accorso alla tenuta insieme alla madre del cugino che la sera precedente era arrivata a Londra con l'ultimo volo dal Giappone. "La porta sembra essere bloccata dall'interno" dice Jun dopo aver provato ad aprire diverse volte. "La porta della cucina" suggerisce allora il vecchio maggiordomo, ricordando di averlo detto la sera prima anche a Gaya. Intanto la ragazza si sveglia di soprassalto, Yamashita non era più al suo fianco e lei balza dal letto in preda al panico per andare a cercarlo. "Sono qui" dice il ragazzo che era fermo vicino la scrivania e lei corre da lui e lo abbraccia. "Aaah" si lamenta Yamashita per la stretta. Il suo corpo in quel momento era tutt'altro che in forma anche se non se ne spiegava il motivo. "Ti fa male? Dove?" Chiede apprensiva mentre gli prova a sollevare la camicia. Ma lui la trattiene per le mani. "Gaya" lei non sente. "Gaya,mi dici che ci fai qui e perché sei così agitata per me?" Chiede serio. "Tu...davvero non ricordi nulla?" Chiede sorpresa la giovane. "Cosa dovrei ricordare? So solo che mi sono svegliato con te nel letto e sono pieno di dolori,mi sembra di essere stato travolto da un auto in corsa" dice. Nel frattempo Rupert, Jun e sua zia erano riusciti ad entrare,le loro voci attirano l'attenzione dei ragazzi che escono dalla camera per andare loro incontro. "Madre? Cosa,cosa ci fai qui?" Chiede sorpreso. La donna vedendo il figlio salvo, corre ad abbracciarlo con le lacrime a gli occhi." Stai bene?" Chiede anche lei. "Si può sapere cosa prende a tutti? E perché continuate a chiedere come sto? Sono pieno di dolori, ecco come sto" dice infastidito,liberandosi dall'abbraccio della madre. "È caduto dalla scaletta della soffitta o almeno è lì dove l'ho trovato privo di sensi" interviene Gaya. "Va bene, ora usciamo da qui!" Dice la madre del ragazzo e a quelle parole Yamashita si torna ad innervosire. "Non vedo per quale motivo dovrei lasciare la mia casa" dice. "Piuttosto dato che stare qui vi da così tanto fastidio, andate voi e lasciatemi in pace" con quelle parole li lascia e torna nella sua camera. Jun fa accomodare i presenti in sala e si offre di preparare loro un tè. Rupert nota la medicazione di Gaya e la cosa lo fa innervosire. Come aveva potuto trattare con tanta indifferenza anche lei che pur di salvarlo si era ferita. La madre di Yamashita si scusa per il comportamento del figlio, ma Gaya le dice che non c'è nulla di cui scusarsi e che in quel momento si dovevano concentrare a trovare un modo per risolvere la cosa e una volta che anche Jun li raggiunge racconta loro cosa è accaduto a partire dalla sera prima quando per caso aveva incontrato Yamashita in quel locale. "Lui non lascerà mai questo posto di sua volontà, ormai è completamente soggiocato e allontanarlo di forza lo farebbe impazzire" riflette Jun. "Allora l'unico modo è convincere Kikyo" dice risoluta Gaya. "E come, se la vede solo lui?" Domanda Jun scettico. "Io l'ho vista,era vicino a Yamashita quando l'ho trovato" spiega. La madre di Yamashita si agita. "Allora è reale?" Chiede,portando le mani alla bocca. Rupert decide di tentare comunque a far ragionare il ragazzo e così lo raggiunge in camera. Prima lo saluta amichevolmente, infondo gli era affezionato e non lo vedeva da anni. Poi lo rimprovera chiedendo come avesse potuto permettere che la giovane signora si ferisse. Lui non capisce a cosa si riferisca,così l'uomo anziano con calma gli parla della notte passata e di quanto Gaya fosse in ansia per lui. Yamashita in principio ne è sorpreso,ma poi non tarda a ricordare che la ragazza ha un matrimonio combinato a cui far fronte con il figlio di un importante e ricca famiglia e lui non è certo nella posizione di avanzare alcuna pretesa nei suoi confronti. Consapevole di questo, preferisce non illudersi e lasciare i sentimenti per lei, sopiti in un angolo remoto del suo cuore. Il vecchio maggiordomo vede la rassegnazione nei suoi occhi e così non insiste più del dovuto,lo lascia di nuovo solo e raggiunge gli altri nel salone dove Gaya, d'accordo con la madre di Yamashita e il cugino aveva deciso di provare a convincere il ragazzo in modo meno aggressivo. Invece di insistere sul fatto di dover lasciare il casale, chiede a Yamashita di poter rimanere lì qualche giorno, usando la scusa che da bambina vi aveva trascorso tante estati e sentiva la mancanza di quel posto. Il ragazzo non riesce a rifiutare quella richiesta innocente e così quella sera, dopo aver salutato Jun, la madre di Yamashita e il vecchio Rupert che avrebbero fatto ritorno in città, i due ragazzi rimangono di nuovo soli tra quelle fredde e tetre mura.
  
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