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Autore: Bloody_Breeze    22/06/2015    6 recensioni
DAL CAP.7:
la principessa abbassò lo sguardo -dei pirati hanno ucciso mia madre… tu sei un pirata… tu conosci il nome di mia madre… - sta volta anche il pirata spalancò gli occhi -ehi… cosa stai insinuando Amu?-
DAL CAP.8:
- sei davvero bravo a danzare, io invece non tanto- Ikuto la fece girare di nuovo e poi rispose - hai ragione, sei davvero una frana principessa - Amu lo guardò accigliata -e tu sei terribilmente crudele-
DAL CAP.11:
- Midori… riesci a sentirlo anche da qui?- chiese incuriosita la bionda - Certo. Per me è come un richiamo. Lui, l’oceano, mi chiama, mi sussurra,mi culla, mi parla e per me, non c’è voce più bella.- detto ciò, si alzò, andò fuori il balcone ed iniziò a cantare una strana melodia...
Le acque del mare si alzarono e la pioggia cominciò a cadere incessante, i tuoni squarciarono il cielo, il vento aumentò d’intensità ed una luce abbagliante ricoprì ogni cosa. Poi si fece più piccola fino a scomparire del tutto in un unico punto; appena la luce scomparve del tutto, al suo posto, sulle acque del mare, comparve una figura fatta completamente d’acqua. Assomigliava tanto ad una… sirena.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17. Lo Scacco Matto Della Regina
 

Un fiume di sangue fuoriuscì dalla bocca di Ikuto, che nel frattempo si premeva il torace, per evitare che altro sangue fuoriuscisse dalla ferita. Ogni secondo che passava diventava sempre più debole e guardava imponente la scena che gli si stava presentando davanti: Kukai era disteso a pancia in giù, senza forze e pallido in volto che urlava e piangeva come mai era accaduto prima, mentre strisciava arrancando e protendeva la mano verso la figura che si stagliava inerme e senza vita di fronte a lui, circondata dal colore rosso che, oramai, avevano visto troppe volte; Utau. Che si trovava poco distante dal castano era immobilizzata e urlava e piangeva guardando nella stessa direzione di Kukai.

Ikuto portò una mano sulla bocca, trattenendo l’ennesimo conato di vomito. Poi, sentì la voce di Nagihiko e  voltò lo sguardo verso di lui << Purtroppo dobbiamo tenerti in vita, gatto nero. Il re ti sta aspettando >>. Il pirata  lanciò uno guardò pieno d’odio verso la figura che si stagliava dinanzi a sé e che diventava sempre più vacua. Voleva ribellarsi, trovare l’energie per prendere la spada e fare ciò che avrebbe dovuto sin dall’inizio, ma un colpo alla nuca non glielo permise. Tutto diventò più sfocato e poi fu buio.

Avevano perso.
 

DUE ORE PRIMA…
 

Dai lati della barca salirono con una velocità mai vista prima Ikuto e Kukai, che si scagliarono immediatamente contro i membri della flotta nemica.

Utau arrivò in volo ed iniziò a cercare con lo sguardo il fratello minore, preoccupata << Cerchi qualcuno, baronessa? >> Rima guardò la bionda ghignando e tenendo fra le braccia Yoru, che nel frattempo era ancora privo di conoscenza. Nel vedere il corpo del pirata in quelle condizioni, Utau spalancò gli occhi e urlò di rabbia. Un’aura rossa la circondò e dalla testa le spuntarono due corna lunghe, mentre i canini divennero più affilati << Cos’hai osato fare a mio fratello, strega?! >> Rima rise, posizionò Yoru per terra, accanto a lei e la guardò con sfida << Forza, biondina, mostrami il potere del Diavolo! Vediamo se sei davvero capace di tirar fuori dalla tua trasformazione, tutto il potenziale! >> Utau non se lo fece ripetere due volte e le volò incontro furiosa, pronta ad urlare e lanciarle un’onda d’urto, quando l’abominio la guardò, le si posizionò davanti, aprì la bocca e la precedette: anche lei sapeva lanciarne e così fece. La bionda le rivolse uno sguardo sconvolta e, non riuscendo a schivare il colpo, andò a sbattere con potenza contro l’albero maestro, su cui comparve una crepa.

Utau rimase per un momento senza fiato, ma si riprese subito dopo udendo la risata divertita della riccia; così, presa da una rabbia cieca, mista a stupore, fece spuntare dalle mani due palle di fuoco e le lanciò contro la nemica.

Rima riuscì a schivare il colpo in tempo, gettandosi verso un lato della nave; mentre il punto in cui era arrivato il colpo aveva incominciato a incendiare la nave << Ma bene, questa sì che è una sorpresa! Hai il potere del fuoco, questo è molto interessante, ma, mi dispiace darti questa notizia, baronessa, non basterà >> l’abominio sogghignò e allargò lentamente le braccia, con i palmi delle braccia rivolti all’insù.

Man mano che le braccia si alzavano, la nave ondeggiava sempre di più. D’un tratto l’oscillare della nave si bloccò e dall’acqua fuoriuscì la figura di Amu, sorretta da un’onda e ancora nella sua forma di Sirena D’Acqua << Oh! Che piacere vedervi, Principessa! Immagino che vogliate unirvi a noi >>.

Amu la guardò duramente e le puntò una mano contro, facendo comparire delle lame acquatiche dal mare << Non dovevate toccare i miei amici >> detto ciò, scagliò il colpo contro la riccia; nello stesso istante Utau le scaraventò contro un’onda d’urto che, al contatto con le lame d’acqua, le franumò in mille bolle d’acqua che, ad un gesto di Amu con l’altra mano, si dilagarono e circondarono Rima, facendola entrare in un vortice acquatico, fatto completamente d’acqua.

<< Ottimo lavoro Amu, in questo modo non dovrebbe respirare e potremmo farla svenire per  un bel po’ di tempo, giusto Principes… >> << Utau… >>

La biondina guardò preoccupata la ragazza e si precipitò da lei << Amu che ti succede?! >>  la Sirena portò le mani alla testa e iniziò a boccheggiare << Ce la sto mettendo tutta Utau, ma non riesco a… la mia energia è… >> l’onda su cui era la principessa s’infranse in un secondo, ma, prima che Amu potesse cadere in mare, tornò umana dando modo all’amica di prendera al volo << Utau… era il prezzo da…pagare, mi dispiace >>dai lati degli occhi della principessa fuoriuscirono alcune lacrime, che cessarono qualche secondo dopo. Non aveva più neppure la forza di piangere.

<< Amu! Ehi, stai diventando pallida…. Quanta energia hai usato per trasformarti e per quel colpo? >> Utau la guardava con sguardo vuoto, preoccupato e rassegnato allo stesso tempo. Amu le sorrise, facendole intuire che era rimasta senza un briciolo di energia.

<< D’accordo Amu, ora riposati. Continuiamo noi d’ora in poi e poi… ora quella ragazza dovrebbe essere svenuta, quindi puoi riposare tranquilla. Non hai sprecato la tua forza invano >> un battito di mani e una risata beffarda seguirono la frase di Utau che, guardando gli occhi spalancati della Principessa capì cosa stesse succedendo.

<< Ma che bella scenetta commovente! Peccato che non potevate essere a conoscenza del fatto che possa respirare in acqua, come la suddetta principessa sirena >>

Amu stette per pronunciare qualcosa ma non ci riuscì, chiudendo gli occhi e svenendo.

Rima sospirò e, come un non nulla fuoriuscì dalla bolla d’acqua che si ruppe subito dopo. << Sai, devo dirti che mi aspettavo molto di più da te, cara Principessa. Bèh, così sarà più facile portarti da tuo padre >> Utau strinse a sé più forte la Sirena, con fare protettivo << TU NON LA TOCCHERAI CON UN DITO >> dopodiché lanciò un’onda d’urto enorme contro l’avversaria, che la parò con un’altra onda d’urto.

Il contatto delle due onde d’urto fecero cessare il vento e un rumore assordante si diffuse nell’aria, tanto che tutti quelli che si trovavano sulla nave in quel momento, dovettero cessare per alcuni secondi di combattere e portare le mani sulle orecchie, per non udire il suono.

Nel frattempo Utau, notando che Rima non aveva cenni di cedimento, decise di tentare una cosa che, nel caso non fosse riuscita, avrebbe portato alla distruzione la nave: tolse un braccio dalla presa di Amu e lo posizionò sull’onda d’urto, poi, aumentando l’urlo e ingigantendo l’onda d’urto, fece diventare il braccio di fuoco che, al contatto con l’onda, fece diventare quest’ultima completamente di fuoco.

<< Mio Dio… Utau! Cosa stai cominando?! La nave andrà a fuoco! >> Kukai volse lo sguardo verso la ragazza spaventato e dicendo ciò, fece distrarre anche Ikuto, che non si era accorto di niente, concentrato a combattere contro Ngihiko e i membri della flotta che sembravano aumentare ogni minuto di più. Il Capitano voltò quindi lo sguardo verso la sorella, ma non si accorse di una spada diretta verso di lui e che gli perforò il torace.

Un urlo lacerò l’aria << Non dovresti distrarti, “Gatto Nero”. Qui non stiamo giocando >> Nagihiko avanzò verso Ikuto che, a causa del colpo ricevuto, aveva iniziato a perdere copiosamente sangue. << E’ un vero peccato che io non possa ucciderti. Ma, sai, sua Maestà Tsugumu vuole che ti porti da lui ancora in vita. Dunque non preoccuparti. Se ti può consolare saperlo, il punto in cui ti ho colpito di preciso non è fatale, quindi anche se faccio così… >> estrasse lentamente la spada dal torace di Ikuto, facendolo urlare ancor di più << … e anche se uscirà tutto questo sangue… >> toccò con la mano la spada insanguinata e la mostrò al pirata << … tu non morirai ed io riuscirò a trarre giovamento lo stesso, facendoti soffrire e pentire di aver portato Amu via con te >>

Utau, udendo per due volte le urla del fratello maggiore, si distrasse. Rima, approfittò del momento e ingignatì la sua onda d’urto che riuscì a inghiottire quella della bionda e farla sua, insieme al fuoco. La baronessa si accorse di ciò che aveva fatto la riccia troppo tardi; quando tornò a guardare daventi a sé notò l’onda infuocata andarle addosso. Venne scaraventata verso un altro albero della nave, ma lo trapassò e andò a sbattere anche contro l’altro, che al contatto con il corpo della ragazza e dell’onda d’urto si spezzò cadendo verso la prua, dove si trovavano Kukai e Daichi.

Il castano riuscì a intravedere in fretta l’albero che cadeva e a gettarsi su Daichi, per spostarlo dalla traiettoria della caduta. << Kukai! >>

Il tonfo dell’albero fece innalzare la polvere e ruppe parte della nave che, nel mentre, stava andando a fuoco a causa del colpo di Rima.

Dopo che la polvere si diradò, Daichi incominciò a urlare vedendo tutte le persone che erano rimaste vittime del colpo e incominciò a correre verso il cugino, la cui gamba era rimasta sotto l’albero << Kukai, Kukai! Svegliati, te ne prego! >>

Il castano si svegliò e guardò il cugino sollevato, cercando di non pensare al dolore che provava in quel momento << Per fortuna stai bene, Daichi… non farmi preoccupare più in questo modo >> il piccolo osservava in lacrime il ragazzo << Ora dammi una mano a togliere questa gamba dall’albero >> Daichi annuì e posizionò le mani sotto la “colonna”; dopodiché spinse verso l’alto e riuscì ad alzarla, dando modo a Kukai di strisciare al di fuori della traiettoria dell’albero. << Utile avere il potere della super-forza, in situazioni come queste non trovi, cuginetto? >> proclamò,poi, il castano trattenendo gemiti di dolore e notando che la gamba si era rotta e che da essa era fuoriuscito molto sangue, troppo.

Daichi si avvicinò al cugino, lo abbracciò e lo guardò negli occhi << Se tu mi avessi avvertito qualche secondo prima, forse sarei riuscito a reggere la colonna e a non procurarti questo >> << Non avresti fatto in tempo, Daichi, la caduta dell’albero era troppo veloce. Saresti rimasto schiacciato. Ora non pensare a me, hai fatto un ottimo lavoro >>  Kukai scompigliò i capelli al cuginetto e volse subito dopo lo sguardo verso la base della colonna << Vai da Utau ed Amu adesso, prima che le fiamme le raggiungano >>

Utau era svenuta e alcune scheggie dell’albero le avevano perforato alcune parti delle braccia e delle gambe e aveva graffi ovunque. Amu era caduta un metro più lontana da lei ma, fortunatamente riportava solamente alcuni graffi e alcuni lividi sul corpo. Daichi le trovò con facilità.

Per prima prese Utau, che nel frattempo era tornata normale e aveva sciolto la trasformazione e la trasportò in braccio in un posto lontano dal fuoco, qualche metro lontana da Kukai, in seguito fece lo stesso con Amu.

Nel momento in cui appoggiò la seconda ragazza a terra, tornò dal cugino per prenderlo e portarlo dove si trovavano la Principessa e la biondina ma, mentre si stava avvicinando a Kukai, non si accorse di due uomini della ciurma nemica dietro di lui.

Kukai, che stava assistendo alla scena impotente tentò di muoversi verso di lui e gli intimò di scappare ma, prima che Daichi potesse metabolizzare ciò che stava accadendo, uno degli uomini lo afferrò saldamente per le braccia, mentre l’altro uomo, con un braccio strinse ancor di più la presa sulle spalle, dando un aiuto al compagno e dalla mano libera estrasse un pugnale dalla cintura, lo puntò alla gola del ragazzo e << … Kukai >> tagliò. Il corpo di Daichi cadde a peso morto sulla nave, circondato sempre più dal sangue che si stava espandendo.

Utau si era risvegliata due secondi esatti, prima dell’accaduto ed aveva osservato la scena immobile, non riuscendo a capire cosa stesse succedendo. Ma, nel momento in cui il corpo di Daichi cadde a terra, coperto di sangue capì e incominciò ad urlare; il suo urlo venne coperto, però, da un altro, ancor più potente…

L’urlo di Kukai era disumano, così come il suo aspetto in quel momento: aveva gli occhi spalancati, la bocca aperta e lo sguardo terrorizzato e affranto al tempo stesso; era diventato ancora più pallido e continuava a urlare come un forsennato e con una disperazione mai vista prima. << NOO!! NO, NO!! DAICHIII!! >>

Nel sentire quell’urlo tutti quanti fermarono il combattimento e si voltarono verso Kukai.

Nello stesso istante Rima era apparsa davanti a Utau, dandole le spalle << Era solo un bambino… >> disse  a bassa voce ai due assassini a volto basso e, senza che questi ultimi potessero fare o dire qualcosa, li trafisse con una spada e li gettò in mare.

 Utau guardò la scena senza dire nulla, ancora sconvolta per ciò che era successo. Poi, Rima si voltò a guardarla, con uno sguardo indecifrabile, poi pronunciò delle parole che mai la bionda avrebbe immaginato fuoriuscire dalla sua bocca << Mi dispiace, baronessa… >> dopodiché la riccia, con un gesto della mano, come era solita fare Amu, fece innalzare un’enorme massa d’acqua e la gettò sulle fiamme, spegnendo l’incendio.

Infine, colpì lievemente Utau alla nuca e la fece svenire << … mi dispiace davvero >>
 

 
TRE GIORNI DOPO...
 

Il verso dei gabbiani si fece largo nella nave e una leggera brezza tirava verso la nave.

<< Capitano, riesco a vedere le sponde del Regno di Chara! >> Nagihiko, che si trovava nella sua cabina sorrise. Era riuscito a completare la missione e a riportare Amu a casa.

Poiché era ancora svenuta, dopo l’accaduto di tre giorni prima, al contrario degli altri membri della Kuro Neko che si trovavano nelle prigioni della flotta, lei era stata portata nella cabina del Capitano.

Nagihiko la guardò, stesa sul letto, con i capelli scompigliati e gli occhi gonfi per il troppo pianto e per l’incessante stanchezza. Istintivamente le posò una mano sui capelli e le fece una carezza lieve con il dorso della mano e le si sedette affianco << Ogni tanto torno indietro con la mente ai giorni in cui eravamo piccoli e giocavamo insieme a palazzo, quando tua madre era ancora in vita… Eri così solare, così piena di vita e non piangevi mai. Il tuo sorriso faceva invidia al sole stesso. Ti ho sempre voluto bene Amu, sei sempre stata la migliore delle amiche. Poi, però, è arrivato lui. È arrivato quel pirata e ti ha portata via da tuo padre, da me e dal tuo regno. Non potrò mai perdonarlo per averti rapita. Lo odio con tutto me stesso, nonostante io sappia che queste mie parole ti spezzerebbero il cuore, se le venissi a udire. Devi sapere che io ed Ikuto ci conosciamo da molto più tempo di quanto lo conosci tu. Siamo sempre stati due rivali e conosciamo l’uno le potenzialità dell’altro e i corrispettivi punti deboli, bèh, non tutti, ma una buona parte… So che tu e tuo padre negli ultimi anni non siete più andati d’accordo Amu, ma io ho visto il suo sguardo prima di venire a prenderti e… lui ti vuole davvero bene. penso che tu sia l’unica persona, dopo tua madre, che abbia amato con tutto sé stesso, quindi non riesco a capire cosa possa averlo fatto diventare così pieno d’odio, così brutale e malvagio qual è ora. Di una cosa però sono certo, mia cara Principessa: riuscirai a farlo tornare com’era prima. Solamente tu puoi riuscire in un’impresa del genere. Mi dispiace per quello che ho dovuto fare, so che non volevi tornare a casa,Amu, ma tuo padre ha minacciato di uccidermi se non fossi riuscito a riportarti indietro. Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi >>

Dopo aver detto ciò, Nagihiko si alzò e si diresse verso l’uscita della cabina

Quando fu fuori, la Principessa aprì gli occhi, che coprì subito dopo con una mano, nascondendo le lacrime, mentre con i denti si mordeva il labbro inferiore per trattenere i singhiozzi. Aveva sentito tutto << Come posso trovare la forza per perdonare te e, soprattutto, perdonare mio padre, dopo tutto quello che mi avete fatto? >>
 

NELLA PRIGIONE…
 

Ikuto, Kukai ed Utau si trovavano in tre celle diverse, l’una accanto all’altra. Erano divisi, ma lo sguardo privo di speranza, il dolore nel cuore e le ferite che avevano, li rendevano uniti. Uniti nella consapevolezza di aver fallito e di non avere più la forza di reagire.

Il castano si trovava a terra, con la schiena poggiata sulla parete e le gambe distese. Aveva le mani legate con delle catene e due occhiaie enormi gli circondavano gli occhi, segno che non era riuscito a dormire. Ogni tanto volgeva lo sguardo verso la gamba, a cui un paio di giorni prima erano state date delle medicazioni, e piangeva, tornando con il pensiero a quel giorno e rivedendo lo sguardo spaventato del cugino, prima che il suo corpo cadesse a terra privo di vita.

Utau guardava impotente il ragazzo, che si trovava nella cella accanto alla sua e ogni tanto, con un briciolo di energia, allungava la mano attraverso le sbarre e toccava quella di Kukai, che continuava a piangere e a guardare il vuoto e si malediva per non aver potuto fare niente per salvare il cugino.

Ikuto, invece, aveva lo sguardo fisso sull’oblò, che gli dava la possibilità di osservare il mare e di pensare. Era stata anche colpa sua << … se non mi fossi distratto forse adesso… >> le parole gli morirono in gola e due calde lacrime gli rigarono il volto. Con un braccio si strofinò gli occhi, pulendosi quelle piccole tracce di pianto e andò a toccarsi,poi, il torace che avevano medicato, insieme a tutte le altre ferite, subito dopo che era svenuto. D’un tratto, dall’oblò, notò che si stavano avvicinando sempre più alla terraferma e, al pensiero di ciò che lo aspettava, s’irrigidì.  Portò le mani all’interno della giacca, sperando di trovare la Dumpty Key e trasformarsi,per poi scappare via, ma rinunciò subito dopo, sapendo che gliel’avevano presa quando lo avevano medicato; lo stesso dovevano aver fatto con la Principessa mentre era svenuta << Amu… >>

 
NELLA CABINA DI RIMA…
 

La ragazza era seduta sul tavolo della scrivania e guardava l’amaca accanto al suo letto, su cui dormiva Yoru.

Il ragazzino le era simpatico e aveva deciso di accudirlo, in quei lunghi tre giorni. Yoru le ricordava la sua sorellina, che le era stata strappata via anni prima, quindi non aveva trovato neppure la forza di provare a fare di nuovo del male al piccolo. Si era enormemente pentita di avergli fatto male ed era stata lei stessa ad annunciare a Yoru, quando si era svegliato il giorno dopo della battaglia sulla nave ad annunciare la morte di Daichi al piccolo barone; quando il  pirata  lo venne a sapere spalancò gli occhi e iniziò a piangere, non volendo credere di aver perduto il suo migliore amico. Rima, vedendo Yoru in quello stato lo abbracciò istintivamente e lo lasciò sfogare.

Da quel giorno, tra i due si era instaurato un rapporto particolare, che si poteva definire quasi “rispetto reciproco”, tanto da far riverlare a Rima il segreto del suo potere di preveggenza al piccolo.

Ad un certo punto gli occhi di Rima divennero verdi e il corpo le iniziò a tremare. Yoru si svegliò in quel momento ed osservò sbalordito la ragazza che si era portata le mani sulla testa e aveva iniziato a dire frasi sconnesse. Tre di quelle frasi catturarono maggiormente la sua attenzione, tanto che decise di scendere dall’amaca e di andare verso Rima, che continuava a ripetere << … la principessa è… >> ; << … acqua torna acqua … >> ; << Lei è… >>

Il piccolo pirata toccò le spalle della ragazza ed iniziò a scuoterla delicatamente << Ehi, Rima… cos’hai visto? Rima, riprenditi dai >> Gli occhi della riccia tornarono al loro colore naturale e lo sguardo di lei si posò su quello di Yoru. Poi, gli scostò innervosita le braccia dalle spalle. Non le piaceva essere toccata << Non posso dirtelo Yoru, mi dispiace. Ora spostati, devo andare dal leccapiedi >> il pirata però non si spostò dalla sua posizione e le rimase di fronte.

<< Non mi muovo da questa posizione finché non mi dici cos’hai visto >> Rima alzò un sopracciglio, sorpresa dalla testardaggine del moccioso << Non posso dirtelo perché non sono riuscita a vedere tutto e non riesco a capire bene cosa dovrà succedere. Ora spostati, altrimenti ti farò tagliare una mano >> Yoru si spostò e la fece passare << Bugiarda. Non lo faresti mai. Ti sono troppo simpatico >> la ragazza lo guardò divertita << Non mi tentare, moccioso, non sai quello di cui sono capace >>  il piccolo pirata la guardò ghignando << Io invece credo proprio di sì >> Rima stette per uscire dalla cabina, quando lanciò fulminea un pugnale poco distante dall’orecchio del piccolo pirata << Non ti uccido solamente perché mi ricordi mia sorella, moccioso. Quindi vedi di non approfittarne troppo. Sono una ragazza che si stanca in fretta dei suoi giocattoli >> rivolse un ultimo sguardo al pirata, che la guardava incuriosito, e uscì dalla cabina, chiudendola a chiave dall’esterno.

 
DOPO UN’ORA…
 

La flotta reale attraccò al porto del Regno. Dopo mesi e mesi in mare, ora si udivano le risa dei bambini che giocavano per le strade, il rumore dei carri dei mercanti ed il rumore dei passi delle persona e il loro vociferare.

Nagihiko tornò verso la sua cabina ma, prima di entrare sospirò, non sapendo come comportarsi, arrivati a questo punto.
Dopo un paio di minuti si costrinse a farsi coraggio e aprì la porta.

Trovò Amu seduta sul letto, ad aspettarlo << E’ ora di rivederlo? >> il ragazzo annuì amaramente << Mi dispiace Amu, non c’era altro modo >> la ragazza a quelle parole lo guardò stizzita << C’è sempre un altro modo >> Nagihiko le si avvicinò e le prese la mano, su cui posò l’Humpty Lock, sbalordendo la ragazza << Sarebbe bello se fosse come dici tu. Delle volte Amu, non si ha una seconda scelta >> le richiuse la mano su cui aveva posato l’Humpty Lock e le porse l’altra mano, incitandola ad andare << Perché mi hai riportato la collana? Potrei essere un pericolo con questa >> disse la ragazza, mettendosi l’Humpty Lock al collo. Il Capitano sorrise tristemente << Sentivo di doverti almeno questo, Amu e poi non puoi ancora trasformarti. Ti è tornata l’energia necessaria che ti permette di camminare e reggerti in piedi, ma prima che potrai attuare una trasformazione dovranno passare alcuni giorni… ora andiamo, Principessa >> << Come sai… >> Nagihiko le prese la mano con delicatezza e la portò fuori dalla cabina << Rima >> rispose semplicemente.

Amu rimase per un attimo abbagliata da tutta quella luce, tanto che dovette chiudere gli occhi per un istante; quando li riaprì rimase a bocca aperta e una forte sensazione di malinconia l’avvolse. Mai avrebbe creduto di doverlo ammettere, ma, alla vista del suo Regno e della sua buona gente, alla vista dei pescatori che raccontavano le loro avventure, dei bambini che si rincorrevano e giocavano con i cani del porto, lo confessò: quel luogo, le era mancato e nonostante tutto, lo definiva “casa”. Lì era cresciuta con sua madre, lì aveva visto per la prima volta il mare, durante le sue scappatoie da palazzo e lì, prima ancora che cambiasse tutto, aveva stretto in un caloroso abbraccio i suoi genitori.

 << Bentornata a casa Principessa >> i membri della flotta, nel momento in cui scesa dalla nave, si disposero in due file distinte e le porsero un rigoroso inchino. La ragazza li osservò spaesata e con una nota di disprezzo, poi si voltò verso Nagihiko e lo guardò duramente << Dove sono i miei amici? >> il Capitano le rivolse uno sguardo irritato e le indicò con un cenno della testa dove si trovavano, ovvero alcuni metri più dietro di lei.

Non appena Amu si voltò, incrociò lo sguardo di Ikuto e, come risvegliatasi da un sogno effimero, si liberò dalla presa del vecchio amico e si catapultò dal pirata e gli altri membri della Kuro Neko.

Il Pirata tentò di liberarsi con delle spallate, dalle guardie che lo tenevano bloccato, ma a causa della ferita al torace, ancora aperta in parte, non riuscì nell’intento << Amu! Devi andartene da questo posto! Tuo padre ti terrà rinchiusa per sempre, se rimani ancora in questo Regno! >> la Principessa venne bloccata da Nagihiko, che l’aveva raggiunta di corsa e la tratteneva in una stretta ferrea per un braccio << Principessa Amu! Lasciate stare questi pirati. Oramai per loro non c’è più speranza, lo sapete bene… >> il suono di uno schiaffo risuonò per la strada e un’impronta purpurea spuntò dalla guancia di Nagihiko << NON TI PERMETTERE! TU SEI UN TRADITORE! TUTTE LE PAROLE CHE MI HAI RIVOLTO STA MATTINA, PENSANDO CHE FOSSI SVENUTA ERANO DUNQUE UNA BUGIA?! E NON DARMI DEL “VOI”, SOLO QUANDO TI FA COMODO, NON TI PERMETTERE! LO HAI DETTO E RIPETUTO TU STESSO, SONO IO LA PRINCIPESSA E TU SEI UN MIO SUBORDINATO, QUINDI LASCIAMI IMMEDIATAMENTE! >> il ragazzo spalancò gli occhi sorpreso dalle parole della ragazza e con la mano libera andò a toccarsi la guancia, che era diventata ancor più rossa; poi chiamò tre guardie e diede loro l’ordine di scortare la Principessa a palazzo, per prima.

Kukai che si trovava su un carretto a due ruote, trascinato da una guardia, a causa della gamba rotta, guardò la scena
sbalordito dall’atteggiamento della principessa: lei stava lottando per loro, mentre lui, Utau e forse anche Ikuto si erano già arresi. Voltò, in seguito lo sguardo verso la biondina, che gli camminava a fianco, scortata da due guardie e le afferrò velocemente una mano. Utau si voltò verso di lui e, intuendo cosa volesse dirle, attraverso lo sguardo, annuì e gli strinse la mano con vigore << Non abbiamo ancora perso >> gli disse sottovoce.

Poco più dietro di Kukai e Utau si trovava, invece Yoru, che aveva le mani bloccate da delle catene, come gli altri ed era scortato da Rima e un’altra guardia. Il piccolo barone osservò la sorella e poi rivolse uno sguardo alla veggente accanto a sé << Cosa c’è, moccioso? … >> la ragazza si avvicinò all’orecchio del pirata  << … mi dispiace ma non posso aiutarti se sono in questo territorio. Tengo più alla mia vita che alla tua e a quella dei tuoi amici >> il ragazzino la guardò duramente e le si avventò contro << Sei davvero il mostro che tutti dicono che tu sia! Pensavo fossi buona in realtà, invece sei un abominio! >> Rima lo ignorò << Guardie, lo lascio a voi, vado dal vostro Capitano >> detto ciò la ragazza si allontanò e andò da Nagihiko, che nel mentre era intento ad aiutare le guardie a trattenere Ikuto che cercava di raggiungere Amu a tutti i costi.

<< Gatto Nero non ti muovere, farai riaprire la ferita! Se muori dissanguato poi sarà colpa mia, quindi vedi di stare fermo >> disse Nagihiko mentre bloccava il passaggio del pirata, verso la principessa che nel frattempo si trovava di fronte alla barriera che, sin da quando era piccola le bloccava il passaggio per il mare.

<< E’ questo che vuoi per lei, leccapiedi?! Non dicevi di tenere ad Amu una volta? EH?! Sei solamente un ipocrita! Lei, nonostante tutto stava cercando di perdonarti ed è così che tu la ripaghi? Portandola dalla persona che le rovinerà la vita? >> << FAI SILENZIO PIRATA! TU NON SAI UN BEL NIENTE! >> Nagihiko aveva gli occhi ciechi dalla rabbia e dalla paura. In quel momento Ikuto capì la motivazione del comportamento del ragazzo. Nagihiko voleva bene ad Amu, ma era debole e non sarebbe mai riuscito a proteggerla << Questo non ti giustifica, leccapiedi. Io mi libererò e porterò di nuovo Amu via con me. La renderò libera e felice e tu non potrai impedirlo… >> Ikuto si fermò, dando modo alle guardie di allentare la presa << … la salverò da suo padre >> Nagihiko lo guardò << E chi salverà te? >> poi, si voltò e, seguito da Rima che nel mentre lo aveva raggiunto, s’incamminò verso la direzione della Principessa.

Amu, arrivata di fronte alla barriera si bloccò ed iniziò a tremare. Solamente pochi minuti e avrebbe rincontrato l’ultima persona che avrebbe mai voluto rivedere in vita sua. Alzò lo sguardo verso la barriera e ripercorse con la mente tutte le stanze che si trovavano nel palazzo, dietro quell’enorme muro e ricordò il giorno del suo rapimento. La sua camera si trovava molto più lontano rispetto al porto, eppure Ikuto era riuscita a trovarla con facilità e a portarla via da tutto quel male. L’aveva salvata in tutti i modi possibili, come nessuno era mai riuscito a fare prima.

Il tocco delicato di una guardia, sulla sua spalla la fece destare dai suoi pensieri e tornare in sé << Principessa, dobbiamo entrare, ve ne prego, non opponete resistenza >> la ragazza annuì rattristata e valicò il cancello, che si trovava alla base della barriera.

Nel momento in cui superò il muro, fu come se tutti i suoi incubi peggiori si fossero risvegliati in lei: l’enorme castello le si stagliò davanti in tutta la sua potenza e magnificenza. Diresse uno sguardo terrorizzato e supplichevole alla guardia che l’accompagnava << Ve ne prego, messere… >> il soldato la guardò amareggiato << Sapete bene che non posso, Principessa >> gli occhi della ragazza iniziarono a diventare lucidi e la guardia, notando ciò, le si posizionò davanti, di spalle, nascondendola dagli occhi delle altre guardie, che si trovavano di fronte al portone del palazzo e dandole modo di asciugarsi gli occhi dalle lacrime. << Vi ringrazio… potrei sapere il vostro nome? >> << Nikaido, Principessa. Non mi dovete ringraziare, è il minimo che potessi fare per voi >>

D’un tratto, furono al suo fianco Nagihiko e Rima, mentre qualcuno la chiamò a gran voce da dietro. La Principessa non dovette neppure girarsi per capire da chi provenisse. Poi, toccò il braccio di Nikaido, che le porse l’orecchio, preso alla sprovvista << Raggiungi il pirata che mi sta chiamando e digli che andrà tutto bene e che da questo momento in poi, dovrà fidarsi di me >> la guardia annuì e fece come ordinatogli.

Dopodiché Nagihiko aprì la porta del palazzo e le fece segno di entrare.

Amu chiuse gli occhi ed entrò. Appena fu dentro, un profumo a lei famigliare inondò l’aria. Aprì gli occhi ed osservò un’altra porta che si stagliava diversi metri da lei, oltre la quale si trovava il re. Prese un respiro profondo, raddrizzò la schiena e la testa e guardò dritta di fronte a sé, facendosi coraggio e preparandosi ad affrontare suo padre.

Quando furono presso la porta, due guardie laterali ad essa, l’aprirono, dando libero accesso alla principessa e al segutio, alla sala del trono.

Un silenzio di tomba proveniva dalla sala. La principessa si guardò intorno, cercando di trovare qualche differenza, nella stanza, ma poi il suo sguardo si posò su quello duro, freddo e furioso di suo padre, che l’attendeva seduto sul trono.

Aveva una postura austera e imponente e teneva costantemente una mano sulla sua spada, pronto a tirarla fuori dalla cinghia per qualsiasi evenienza.

Non appena il re vide la Principessa, però, si alzò e le andò incontro. La ragazza cercò di indietreggiare, ma Nagihiko, che le stava dietro le strinse un braccio intimandola a non muoversi e a non fare sciocchezze, preoccupato per lei. Tsugumu guardò a lungo la figlia, poi alzò una mano e le tirò uno schiaffo così forte da farla sbilanciare e cadere. Rima osservò la scena pietrificata e la tensione regnò nell’aria.

<< Non sai quanto mi hai fatto penare, figlia ingrata! >> Amu era ancora a terra e si toccò con le dita il labbro inferiore, che a causa dello schiaffo si era spaccato da un lato; poi guardò il padre, carica d’odio.

Il Re le fu,poi, di nuovo vicino e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, ma Amu la scostò con irriverenza e si rialzò da sola << Ora sono qui, padre. Quindi lasciate stare i miei amici e vi prometto che non scapperò più >> a quelle parole, il sovrano la prese alla gola e l’alzò di poco da terra, mentre la ragazza tentava di liberarsi dalla presa per prendere aria << AMICI?! TU CHIAMI I TUOI RAPITORI AMICI?! IN REALTA’ SONO SOLAMENTE DEGLI ABOMINI CHE SONO DIVENTATI COSì A CAUSA DI QUEL MOSTRO! E POI, COSA FAI INOLTRE? VAI A INNAMORARTI DI TSUKIYOMI IKUTO! LO FARO’ IMPICCARE QUEL BASTARDO! >> Amu era diventata rossa in viso per la mancanza di ossiggeno, quando ad un tratto sentì le guardie rincorrere qualcuno << TSUGUMU! LASCIALA STARE! E’ ME CHE VUOI GIUSTO? LASCIA IN PACE AMU! >> Ikuto si era posizionato di fianco alla principessa, mentre Naghihiko tentava di trattenerlo da dietro << Sei un suicida, pirata >> gli sussurrò poi il ragazzo, mentre il pirata continuava a divincolarsi.
Il sovrano, non appena vide il Capitano pirata, lasciò la presa dal collo di Amu, che prese finalmente aria, lo osservò ad occhi spalancati << Sei identico ad Aruto, incredibile >> << Hai ragione. Sono identico all’amico che hai tradito! Mio padre sarebbe molto deluso da te >> L’atteggiamento di Tsugumu, nell’udire quelle parole cambiò e tornò ad essere crudele come prima.

Si avventò contro il ragazzo e lo colpì violentemente sul plesso solare, lasciandolo senza fiato. A causa del colpo, inoltre, la ferita tornò a sanguinare e solamente in quel momento, Nagihiko, che ancora tratteneva Ikuto, prave farsi coraggio e affrontare il re suggerendogli di posticipare la punizione del pirata nella stanza rossa, dove si trovavano oggetti di tortura.

<< Ikuto!!!! >> Amu, che era riuscita a recuperare fiato e un po’ di energia corse verso il ragazzo, che si trovava in ginocchio con le mani che stringevano il torace dolorante e lo abbracciò. Tsugumu, osservò la scena impietrito e furibondo al tempo stesso, sino a che la figlia non gli rivolse uno sguardo pieno d’ira; il sovrano la prese per il bacino e la allontanò con violenza dal pirata << Non fategli del male padre, né a Ikuto né agli altri, ve ne prego! Sono io che non sono voluta tornare qui a palazzo… non è il mio posto questo, padre. Il mio posto e lì fuori, nel mare! Anche la mamma sapeva che sarebbe stato questo il mio destino. Lei mi avrebbe lasciata andare >> il re, che teneva la figlia tra le braccia, in una presa salda cossicché non potesse scappare, ascoltando la parte finale del discorso di Amu, strabuzzò gli occhi e la strinse per le spalle ancor più forte << … il tuo destino dici? No, non è così che deve andare, non farai la sua stessa fine. Se non fosse stato per quel pirata tu ora non saresti venuta a conoscenza di nulla e saresti stata bene! non va bene, non lascerò che si ripeta la stessa cosa che è successa in passato, anche se questo dovesse dire di uccidere il figlio del mio unico amico, per fare in modo che tu non abbia più alcun collegamento con il mare >> Amu ascoltò il padre a bocca aperta e, intuendo cosa volesse fare, incominciò a divincolarsi in tutti i modi possibili << No, no, NO! Non lo fate padre! NOO!! >> Il re parve non ascoltarla << .. guardie! Portate mia figlia nella sua camera e sorvegliatene la porta. Non deve uscire di lì >>

Nikaido e altre tre guardie si avvicinarono alla Principessa, la presero per le braccia e la trascinarono fuori dalla porta, cercando di ignorare le sue urla e il suo pianto

<< Nagihiko, ben fatto. La tua testa per ora rimarrà dov’è. Ora porta i prigionieri nelle segrete e porta il nostro caro barone nella stanza rossa >> il Capitano deglutì e annuì, eseguendo gli ordini del sovrano.

<< Tu, abominio, invece, avvicinati >> aggiunse poi Tsugumu, rivolgendosi sprezzante a Rima. La ragazza andò dinnanzi al re e fece un inchino di riverenza << Mi chiedo cosa voglia il Re in persona ancora da me >> << Hai visto qualcosa, di recente? >> la ragazza lo guardò ghignando << Nulla di importante, vostra altezza ma, se mi permettete, non credo che questa sia la domanda che vaga nella vostra mente in questo momento, o sbaglio? >> il re le rivolse un sorriso sornione << Stai imparando a capirmi troppo bene e parli un po’ troppo, per i miei gusti. Forse un giorno dovrei tagliarti la lingua, non credi? >> la ragazza rispose con altrettanta arroganza a quello sguardo << Ma, altezza, dopo non potrete più conoscere i contenuti delle mie visioni, quindi non credo vi convenga fare una cosa del genere >> Tsugumu alzò un sopracciglio, divertito da tanta insolenza, ma d’altronde sapeva che la veggente aveva ragione, quindi fece finta di nulla e le concesse quella piccola irriverenza, poi si fece serio << Quanto sa Amu di sua madre e della sua stirpe? >> la ragazza lo guardò dritto negli occhi << Sa troppo, ma non tutto, altezza. È riuscita a superare tutte le prove e a recuperare l’High-Tide e per riuscire in ciò ha dovuto abbattere la sua parte malvagia e vedere… Midos >>

Il re, a quel nome, strinse un pugno ed iniziò a sudare freddo << Cosa stai dicendo? Lei è morta! Così come la mia amata moglie… come ha potuto vederla? >> << Sembra che nella prova dello Specchio, l’ultima prova da superare per la Principessa Sirena, vi fosse un pezzo dell’anima di Midos, Sire >> lo sguardo di Tsugumu divenne terrorizzato << No… Amu deve stare il più lontano possibile da lei. Se solamente Ikuto non fosse tornato nel Regno e l’avesse presa con sé lei non sarebbe venuta a conoscenza di nulla e tutto questo non sarebbe successo! È partito tutto da quel baroncino e l’ossessione di Midori/Midos nei suoi confronti. Deve sparire da questo mondo >> dette quelle parole il sovrano si allontanò in fretta uscendo dalla sala del trono e dirigendosi verso la stanza rossa.

Rima osservò il re allibita andare via, dopodiché, non appena fu sola ebbe un nuovo capogiro e gli occhi le divennero nuovamente verdi.

Non appena la visione finì Rima spalancò gli occhi e corse velocemente nella sua stanza << Yaya, dunque sei ancora viva! Mia dolce sorellina se devo tenere la bocca chiusa per rivederti in un prossimo futuro, lo farò. “l’acqua deve tornare acqua”, l’inganno è stato messo in atto, mi dispiace Principessa ma non sei importante quanto mia sorella o la mia stessa vita >>

 
NELLA CAMERA DI AMU, QUINDICI MINUTI DOPO…
 

<< Lasciatemi uscire, ve ne prego! Devo andare a salvarli, prometto che non vi sarà fatto niente! lasciatemi uscire da questa stanza! >> i pugni della principessa sbattevano incessantemente contro il portone della stanza, nella speranza che ci fosse qualcuno che avrebbe superato il terrore per suo padre e l’avrebbe aiutata. Mai avrebbe immaginato, però, che la porta si sarebbe aperta.

Stava per battere ancora una volta i pugni sul legno del portone, quando quest’ultimo si aprì << Cos…chi? >> << Principessa, sono io. Sono riuscito a farmi dare il cambio dall’altra guardia, ora forza, queste sono le chiavi della stanza rossa, andate prima che qualcuno scopra ciò che ho fatto e mi faccia uccidere >>        Nikaido aveva messo nelle mani della ragazza tre chiavi e l’aveva spinta fuori dalla stanza e spronata a scappare, prima che andasse via però, Amu gli strinse una mano in segno di ringraziamento e lo guardò dritta negli occhi << Non saprò mai ringraziarvi abbastanza, messer Nikaido. Per ora posso dirvi solamente “Grazie” >> dopodiché corse via, lasciando il cavaliere in balìa di molti pensieri e preoccupazioni.

 
NELLE SEGRETE…
 

<< Utau ci sei riuscita? >> Kukai guardò la ragazza maneggiare con una forcina di ferro per liberarsi dalle catene << Fatto! >> Gli occhi della biondina si illuminarono per la gioia e subito dopo si avvicinò al castano per liberare anche lui da quegli oggetti << Sorellona sbrigati, sento dei passi! >> Yoru guardò preoccupato le scale, dove intravide un’ombra, seguita da una torcia. << Ci sono riuscita fratellino, non preoccuparti >> la ragazza, d’un tratto osservò la figura che era scesa dalle scale, abbassarsi il cappuccio del mantello e si avventò contro le sbarre, presa da un momento d’ira << TU! >>

<< Rima? Cosa ci fai qui? >> Yoru rivolse uno sguardo interrogativo alla riccia, che aprì velocemente le celle e diede le spalle ai ragazzi << Dovete sbrigarvi. Avete poco tempo >> << Perché ci stai aiutando mostro?! >> Appena uscì fuori dalla prigione, Utau stette per colpirla con un pugno, quando Yoru la bloccò << Aspetta sorellona. Se ha fatto questo dev’esserci qualcosa sotto… che cos’hai in mente, Rima? >> la veggente volse uno sguardo divertito al piccolo e ghignò << Vedo che inizi a capire come ragiono, baroncino. Ora salite nell’ultima stanza del palazzo, a destra, dove si trovava la stanza privata della Regina Midori. È li che finirà tutto >> detto ciò, la riccia si mise di nuovo il cappuccio, prese la mano di Yoru, lasciandogli una chiave diamantata e poi salì le scale, scomparendo dalla loro vista.

Utau scostò poco delicatamente il fratello minore e lo guardò furibonda << Per quale motivo mi hai fermata? Èh?! Ti rendi conto di cosa è capace quell’essere?? >> il piccolo pirata la ignorò e si diresse verso Kukai, aiutandolo a mettersi in piedi, a causa della gamba << Ragazzi, a dopo i litigi, andiamo dove ci ha detto quella ragazza, c’è qualcosa che mi turba nelle sue parole, sbrighiamoci >> Utau annuì incerta e aiutò Yoru a trasportare il castano.

 
NELLA STANZA ROSSA…
 

Amu raggiunse presto la stanza e, non appena si trovò la porta davanti, si bloccò. Il cuore le aveva incominciato a battere all’impazzata e il respiro era aumentato incredibilmente; abbassò lo sguardo nella serratura, per vedere se c’era qualcuno e posò l’orecchio sulla porta per cercare di udire anche il minimo rumore. Quando appurò che all’interno non ci fosse nessuno, provò una delle chiavi e, notando che era quella giusta aprì la porta ed entrò.

Il volto della ragazza venne pervaso dal terrore: c’era sangue ovunque e un corpo era legato per le mani a delle catene che erano a loro volta legate ad un filo di metallo al soffitto. La schiena del ragazzo era imbrattata di sangue ed Amu notò che a terra, di finaco a lui, vi erano un pugnale e una frusta, insanguinati.

Si avvicinò di corsa al corpo, pensando che fosse arrivata troppo tardi, ma non appena fu dietro al ragazzo, notò che respirava ancora. La principessa fece appello di tutta la sua concentrazione per contenersi e non urlare e andò di fronte al pirata

<< Ikuto… mio Dio, cosa ti ha fatto’ ehi, Ikuto, ti prego, svegliati, sono io, Amu, sono qui con te! Ikuto >> il pirata aveva la testa bassa e gocce di sangue gli incorniciavano il volto, a causa di una ferita che si trovava al di sopra del suo sopracciglio destro. La principessa gli prese il volto tra le mani e poggiò la fronte sulla sua, come era solito fare Ikuto quando lei era giù di morale << Ikuto, sono qui >> il ragazzo al contatto con la ragazza, sentì il petto bruciare e una luce circondarlo di calore, così, aprì gli occhi ed incontrò quelli di lei << Amu >> la Sirena gli sorrise, felice di saperlo ancora vivo. Dopodiché con un’altra chiave liberò Ikuto dalle catene e lo prese al volo tra le braccia, prima che potesse cadere a terra ferendosi ancor di più.

Il pirata alzò un braccio e le fece una carezza << Come hai fatto ad arrivare fin qui? Non dovevi venire. Se tuo padre lo venisse a sapere farà del male anche a te. Scappa via senza di me e salvati, Amu >> la principessa strabuzzò gli occhi << Ma cosa stai dicendo? Non ti lascerei mai qui a morire! Puoi scordartelo. Tu vieni con me. So cosa dobbiamo fare, per andare via, quindi lasciami fare e staremo bene, vedrai >> il pirata annuì incerto e provò ad alzarsi, senza successo. Il dolore che provava era troppo acuto. Amu se ne accorse e si posizionò dietro la sua schiena << Ho capito come posso aiutarti… farà un po’ male, ma dopo starai bene, credimi >> prese l’Humpty Lock e lo posizionò davanti le ferite, poi intonò una melodia sottovoce e il lucchetto s’illuminò, insieme alle ferite che, con l’aumentare della luce, si rimarginarono; poi fece lo stesso con la ferita al torace. Ikuto dovette mordere un lembo della parte anteriore della maglia, per trattenere le urla di dolore ma, nel momento in cui la luce scomparve, il dolore cessò.

Il pirata si toccò il torace e, con sua grande sorpresa non sentì dolore. Non c’era più alcuna ferita. << Ha funzionato, Ikuto? >> il ragazzo per tutta risposta, le afferrò un braccio e l’attirò a sé in un abbraccio fortissimo e carico di dolcezza << Grazie Amu, davvero >> la ragazza affondò la testa sul suo collo e ricambiò l’abbraccio. Quando i due si staccarono, il pirata la prese per mano e gliela strinse con fare protettivo << Dove dobbiamo andare adesso? Dobbiamo anche liberare gli altri >> Amu, con ancora la stretta della mano di Ikuto nella sua, s’incamminò verso l’uscita opposta all’entrata ed aprì la porta con l’ultima chiave << Dobbiamo prendere la Dumpty Key. Con essa potremo far comparire l’High-Tide ed in quel momento esprimerò il mio desiderio. Vi salverò tutti Ikuto, lo prometto. Questa “guerra” deve giungere al termine >> << Come sai dove trovare la Chiave? Nagihiko deve averla data a tuo padre e chissà in quale luogo deve averla nascosta! >> la ragazza iniziò a correre verso un corridoio << La camera di mia Madre. È l’unico posto in cui nessuno, compresa me, poteva accedervi >>

 
NEL FRATTEMPO IL RE…
 

Tsugumu,che era andato a lavarsi le mani dal sangue, entrò di nuovo nella stanza rossa, per vedere le condizioni del prigioniero. Nel momento in cui entrò e non vide nessuno urlò irato e capì che la figlia era riuscita a scappare << Guardie incapaci! Non sono neppure in grado di tenere sotto controllo una ragazzina! >> ad un tratto ebbe un’illuminazione, chiuse in fretta la porta della stanza rossa e si diresse verso la camera della defunta moglie. << Non fare idiozie, figlia mia >>
 

GIUNTI DI FRONTE LA STANZA DI MIDORI…


La principessa respirava affannosamente. L’utilizzo dell’Humpty Lock le aveva portato via un po’ dell’energia che era riuscita in parte a recuperare quando era svenuta << Amu stai bene? >> Ikuto le posò una mano sulla spalla, preoccupato << Non c’è tempo per pensare a me, dobbiamo cercare la chiave per aprire la porta o forzare la serratura >> << Non ce n’è bisogno Principessa >> una voce luminosa e famigliare fece voltare la Principessa e il Pirata di colpo e un sorriso radioso comparve sul loro volto << Kukai! Ragazzi! Come avete fatto a… >> << E’ stata Rima a liberarci, Amu >> concluse Utau sorridendole e abbracciando la ragazza e il fratello nello stesso momento << Ehi Capitano, come fai ad essere tutto intatto? >> scherzò Kukai battendo il pugno con l’amico << Opera di Amu. Te lo spiegherò bene in un’altra occasione >>  << Fratellone, Rima inoltre ci ha dato questa e ci ha detto di venire qui >> aggiunse poi Yoru mostrando al fratello e alla ragazza la chiave. << E’ questa, Ikuto! È la chiave della stanza della mamma! >> il pirata la prese tra le mani ed aprì velocemente la porta << Perfetto. Sbrigatevi ad entrare, sento dei passi provenire da questa parte! >>

I ragazzi della ciurma entrarono e chiusero la porta a chiave velocemente << Amu, Utau cercate quella maledetta Dumpty Key e fate in fretta e tu,Yoru, dammi una mano a spostare quello scaffale davanti la porta >> il fratellino annuì e fece come dettogli.

La Principessa ed Utau cercarono in ogni angolo della stanza, ma non riuscirono a trovare la Chiave; d’untratto, però, il Lucchetto s’illuminò e illuminò il quadro di Midori che era appeso alla parete, di fianco al letto. Amu rimase a guardare il quadro incantata e malinconica, poi con l’aiuto di Utau, spostò il quadro dal muro e lo poggiò sul letto. Iniziò a tastare la parete e riuscì a trovare un pulsante nascosto che fece uscire fuori dalla parete un piccolo sportellino, all’interno del quale vi era la Dumpty Key.

<< Amu! Apri questa maledetta porta o sarò costretto a farla butare giù! Ti darò cinque secondi di tempo a partire da ora! Uno… >>

La voce possente di Tsugumu si fece largo dall’altro lato della stanza e dei colpi fortissimi incominciarono a percuotere la porta << due… tre… >>

La principessa cercò di ignorare la voce del padre e unì la Dumpty Key e l’Humpty Lock, da cui, come era già successo la prima volta, comparve l’High-Tide.

<< …cinque! >> Ikuto riuscì ad allontanarsi intempo insieme a Yoru dalla porta, quando l’Ariete ruppe quest’ultima in mille pezzi e una coltre di polvere circondò la stanza.

<< Amu, fallo! >> Kukai, che era rimasto seduto accanto al balcone della stanza, approfittò della polvere nell’aria per riportare in sé la principessa e dandole modo di bere dalla boccetta.

<< NOOO!!! >> Il re entrò nel momento in cui Amu bevve l’ultimo sorso dell’acqua magica. << Cos’hai fatto, figlia mia? >> le guardie erano rimaste al di fuori della porta, non sapendo in che modo comportarsi e assistettero alla scena sbalorditi.

<< Desidero che tutti vengano salvati >> Disse, poi, la ragazza guardando il padre dritto negli occhi.

Una luce abbagliante avvolse la Principessa e la trascinò fuori dal balcone, in aria. Ikuto avendo un brutto presentimento si precipitò fuori dal balcone, insieme al re e seguito da Utau e Yoru, mentre Kukai assistette alla scena dal luogo in cui era seduto.

Un’onda enorme si alzò dal mare e, in quel momento, il corpo della Principessa incominciò a diventare spuma di mare, a partire dai piedi e a raggiungere l’onda.

Amu guardò spaventata il proprio corpo dissolversi lentamente, poi una frase si fece largo nella sua mente “Attenta, attenta, lo Specchio di tenta” Era stata ingannata. Lo Specchio aveva vinto. La Regina Nera aveva vinto.

<< Amu! Cosa sta succedendo?! No, non può essere, tu hai espresso il desiderio, perché ti stai dissolvendo?! >> Ikuto si sporse dal balcone e allungò la mano verso la Principessa, che l’afferrò prontamente. << Figlia mia, non puoi andartene anche tu. Non come lei. Che cosa ti ho fatto... ti prego, Amu perdonami. Sono stato un mostro, è vero e mi dispiace, ma non posso perdere anche te. Anche se è da tempo che non te lo dico più e che non te lo dimostro più io ti voglio bene, sei la mia bambina. Volevo solamente tenerti alla larga da tutto questo, per evitare che ti accadesse la stessa cosa che successe in passato a tua madre e invece… ti prego bambina mia, resta! >>

La spuma di mare era arrivata sino al bacino della ragazza << Mi dispiace Ikuto, Utau, Kukai,Yoru… ho fallito. La Regina Nera mi ha ingannata e questo è stato il vero prezzo da pagare: la mia vita. Questa non è mai stata la vera High-Tide, ma un falso. Lasciatemi dire un’ultima cosa, però: ho condiviso con voi le avventure più belle che potessi desiderare, ho imparato a conoscere me stessa e la mia storia e non mi resta che dirvi Grazie. Grazie per aver creduto in me fino alla fine, grazie per essere stati dei veri amici. Kukai, ho un piccolo dono per te, prima che io vada via per sempre >> con uno schiocco di dita, una cortina d’acqua avvolse la gamba del pirata, che tornò come nuova << Amu… >> il castano guardò impotente la principessa ed iniziò a piangere << …Vi terrò sempre nel mio cuore… Addio! >> poi, la ragazza si rivolse al padre << Papà, non so se riuscirò mai a perdonarti. Però, spero che con questo mio sacrificio tu possa tornare il padre che ho sempre amato e a cui sono legata dal profondo; il padre che da bambina mi abbracciava, mi faceva il solletico quando ero triste riuscendo a farmi ridere di cuore, il padre che quando piangevo era sempre pronto a prendermi in braccio tra le sue possenti braccia e a proteggermi da ogni male, il padre che quando giocava con me, mi lanciava al cielo e mi diceva che un giorno sarei riuscita ad essere libera; voglio che tu torni ad essere il mio vero papà. Abbandona tutto quest’odio e non fare più del male alle persone a cui tengo. In questo modo forse riuscirò a perdonarti >> la principessa iniziò a lacrimare, seguita dal padre e da Ikuto, che la guardava sconvolto.

<< Non dire cazzate Amu! Tu non morirai! >> Ikuto inveì contro la ragazza, l’avvicinò a sé e l’abbracciò. La spuma era arrivata sino al seno.

 La sirena cercò di liberarsi dalla presa del pirata, senza riuscirci << Ti prego, non rendere le cose ancora più difficili >> la ragazza incominciò a singhiozzare più forte e prese il volto di Ikuto tra le mani << Sei stata la cosa più bella che mi sia capitata, Ikuto >> il pirata le posò una mano dietro la nuca e l’avvicinò ancor di più, fino a quando le loro labbra furono a due centimetri di distanza, poi la principessa gli sorrise amaramente e pose fine alla distanza tra di loro, lasciando che quelle labbra che si ambivano a attraevano l’una con le altre, si unissero.

Fu un bacio trise e pieno d’amore al tempo stesso. Ad un tratto la parte restante del corpo della principessa, divenne completamente d’acqua e Ikuto aprì gli occhi di scatto, non sentendo più la pressione delle labbra morbide di Amu << Grazie Ikuto, io ti a… >> la Sirena non riuscì a finire la frase e divenne spuma di mare.

Il pirata guardò la spuma tornare nell’onda e sparire. Poi, iniziò a piangere sempre più intensamente e urlò << AMUU!! >>
 
 

NELL’OCEANO, IN UN LUOGO INCANTATO…
 

<< Ora ho capito la motivazione di quel sorriso, Regina Bianca, ciò non toglie che questa partita l’abbia vinta io…Oh, ma guarda guarda chi è arrivata dalla mamma! >>

La Spuma di mare si riunì e fece ricomparire Amu in forma di Sirena d’Acqua. La principessa aprì gli occhi lentamente e, non appena riuscì a focalizzare qualcosa, iniziò ad agitarsi e a controllarsi il corpo << Cos’è successo?! Dove sono? Non ero morta?! >> << In un certo senso è così che sarebbe dovuta andare, cara la mia Principessa. Però la Regina Bianca è riuscita a modificare l’acqua della boccetta, che doveva ucciderti e ti ha fatta trasformare permanentemente in… Acqua! >>

La principessa si voltò di scatto verso la figura che aveva parlato e, non appena vide chi aveva davanti spalacò gli occhi << Mamma? >>

Midori aveva la pelle candida come la luna, i capelli lunghi raccolti in un’elegante e morbida treccia laterale, la sua figura era snella e imponente, sul capo aveva una tiara nera, abbinata al lungo vestito del medesimo colore che indossava in quel momento. Gli occhi erano di un verde brillante, mentre le labbra erano rosse come il sangue. << Non è possibile, dopo tutto questo tempo tu eri qui, eri viva e sei diventata la… >> Midori si avvicinò alla figlia, che non riusciva a credere ai suoi occhi << Sono diventata chi Amu? Avanti, dillo! >> << La Regina Nera... >> la Regina batté le mani entusiasta << Esatto, Principessa!  Ed ora che sei fuori dai giochi lascia che ti sveli alcune cose >> Amu si portò le mani alla testa, sconvolta. Non voleva crederci. Non poteva quella donna essere sua madre << No, aspetta, tu sei Midos, non è vero?! Cosa ne è stato di mia madre, che le hai fatto? >> Midori ghignò e si avvicinò alla figlia << Midori non è mai esistita Amu. Ci sono sempre stata solamente io. Quella che tu in realtà credevi tua madre è un falso. io sono nata per essere questo ma, la Regina Bianca, un giorno, per contenere il mio potere e rendermi una Regina incompleta è riuscita a impiantare nella mia mente una coscienza, una “parte buona”, per così dire, a cui è stato dato il nome di “Midori”. All’inizio Midori è riuscita a sopprimermi ma, dieci anni fa, grazie ad una scoperta e ad una leggenda, ho saputo come fare per distruggerla e diventare ciò che sono ora. Se non sbaglio, Ikuto deve averti parlato del giorno della mia “presunta” morte, no? >> Amu non era riuscita a pronunciare una singola parola e l’aveva lasciata continuare << … poi sei arrivata tu. Un effetto collaterale causato da Midori, perché innamorata di quel miserabile umano. Tu però sei sempre stata la pedina finale alla mia rinascita, perché tu non sei altro che la reincarnazione mortale della Regina Bianca. Te l’avevo già detto nello Specchio che eri raccapricciante, sbaglio? “Gli occhi di lui e il cuore di lei”, ovvero gli occhi del pirata e il cuore della principessa.  Il mio potere con te ancora in gioco era limitato, ma ora  sei bloccata in questo posto incantato e in questa forma per sempre, quindi posso finalmente risvegliare i miei poteri dal loro lungo sonno. Qualche domanda tesoro? >> aggiunse sorniona la Regina.

La principessa osservò la “madre” che aveva davanti e solo alla fine di quel racconto riuscì a convincersi del fatto che fosse la realtà. Lo aveva già intuito prima ma, come le aveva detto Ami, non era mai riuscito ad accettarlo completamente, fino ad ora.

<< Quindi era questo l’inganno dello Specchio? Mi hai fatto credere di aver trovato l’High-Tide, invece, usufruendo dell’anima che avevi lasciato lì dentro, hai scambiato la boccetta ed hai tentato di uccidermi; ma, se non sbaglio tu stessa sei stata ingannata, poiché la Regina Bianca ha inserito nella tua boccetta un’acqua che mi avrebbe permesso di rimanere ancora in vita. In più, il mostrarti nello Specchio prima in tua veste, poi in quella di mia madre e poi, nuovamente nella tua, era solamente un indizio per farmi capire che mi avevi ingannata per tutto questo tempo, giusto? E poi… io reincarnazione della Regina Bianca? Che cosa vuoi dire con questo? E se io sono la sua reincarnazione, come fa lei ad essere ancora viva, ma, soprattutto, lei chi è? >> Midos sogghignò << Sei perspicace, bambina mia. Ma risponderò solamente a due delle tue domande: sì, la Regina Bianca è ancora viva, in quanto ella è immortale e, bèh, Ikuto deve averti raccontato della leggenda della prima Sirena D’Acqua giusto? >> Amu strabuzzò gli occhi << Non è possibile… >> la Regina Nera rise << Oh, sì che è possibile invece. La Regina Bianca non è altri che la prima Sirena D’Acqua ed io non sono altri che la sua parte oscura che, nel momento della sua morte, ha preso vita distaccandosi da lei e crescendo come una persona distinta, con gli stessi poteri se non più forte. Il nome della Regina Bianca è Amu >> la ragazza sentì d’un tratto una fitta al cuore e l’Humpty Lock le uscì dal petto e si andò a posizionare sul collo di Midos << Questo me lo riprendo, figlia mia. Mi permetterà di uscire fuori da questo posto. Ora devo lasciarti. Divertiti nel Limbo, dove nessuno potrà più uscire >> Amu cercò di nuotare verso la madre, ma l’Acqua glielo impedì e le tenne bloccata dov’era << NOO!! MAMMA!! MAMMAAA!! >>

Midos la ignorò ed iniziò a ridere malefica, poi iniziò ad intonare una canzone, che riportava le parole della leggenda:

“Cantiamo questa canzone,
piena di tristezza e malinconia
che il mare tempestoso porta via.
Le navi che cercano l’oro
pian piano sprofonderanno
ascoltando questo dolce e triste canto.
E quando la settima alba sorgerà
Una nuova era segnerà
Il mare l’abbraccia quelle luci dorate
Che pian piano riscaldan l’acque macchiate;
O triste melodia,
perché la sirena vuoi portar via?
Nell’abbraccio del mare ella cadrà
E la sirena d’acqua regina diverrà
 

<< Che si aprano i giochi Regina Bianca. La lotta per l’Oceano ha inizio da ora >>
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
EPILOGO
 

UNA SETTIMANA DOPO…
 

IN UNA LOCANDA…
 

<< Dove si sarà cacciato? >> un ragazzo entrò nella locanda più malfamata del regno accompagnato da due ragazze, un ragazzo e un ragazzino.

<< Spero che non sia in condizioni pietose >> aggiunse la ragazza bionda salendo su per il secondo piano, seguita dagli altri.

<< Oh, ecco il Gatto Nero! >> il ragazzo dai capelli lunghi indicò un pirata che si trovava nel tavolo in fondo, circondato da prostitute, con i capelli spettinati e la barba lunga  e che puzzava di alcool.

I cinque si diressero con aria minacciosa verso il pirata che, non appena li vide scansò malvolentieri le donne dal suo corpo e fissò i ragazzi << Lasciatemi in pace. È inutile che cerchiate di riportarmi indietro >>

<< Abbiamo un mandato dal Re in persona. Sappiamo come trovarla >> Kukai porse il mandato a Ikuto, che non appena lo vide, lo strappò in mille pezzi << Lei è morta! Come pensate di trovarla, èh?! Vi ho detto di lasciarmi stare! >>

<< Guarda come ti sei ridotto. Amu sarebbe molto delusa da te >> Utau guardò con disprezzo il fratello maggiore che, udendo quelle parole scoppiò in lacrime << Sarebbe stato meglio se me lo avesse detto lei di persona. Ma lei non può perché se n’è andata via e poi cosa ci fanno questi due qui con voi?! Vi devo ricordare tutto quello che ci hanno fatto passare?! >> Yoru si avvicinò al fratello maggiore e gli scompigliò i capelli << In questa settimana sono cambiate molte cose, Ikuto >> << Già, Gatto Nero. Il Re in persona ci ha ordinato di venirti a cercare e cita testuali parole, che poi spera di poterti dire di persona: “ Sono stato un padre, un sovrano e un amico terribile, ma ora voglio rimediare;  ho ridato a te e ai tuoi fratelli il titolo nobiliare che vi spetta ed ora voglio porgerti le mie più sentite scuse e supplicarti di fare una cosa: riporta indietro mia figlia Ikuto. Salvala e rendila libera!”. Naturalmente io ho acconsentito, in quanto voglio farmi perdonare anche io per ciò che ho fatto ad Amu >> Ikuto lo guardò duramente << Anche se io accettassi, il viaggio sarebbe inconcludente. Come può essere viva dopo tutto quello che è successo? >> << Riesco a sentirla, pirata. Riesco a sentire la sua corrente e riesco a vedere un luogo lugubre in cui è stata imprigionata. È diventata lei stessa mare ed è sola; ora aspetta solamente te >> il pirata ascoltò sbalordito la veggente << Quindi è ancora viva? >> Rima annuì.

Kukai guardò l’amico con dolcezza << Ora vatti a dare una ripulita. Tra due ore partiamo. Sono riusciti a rimettere a nuovo la Kuro Neko, quindi andremo con quella, ti aspettiamo fuori sulla nave, Capitano >>


 
DUE ORE DOPO. SULLA KURO NEKO…
 


<< Qual è la direzione? >> Chiese Nagihiko alla riccia accanto a sé, mentre era sul timone << Virare per cinque leghe a nord. Issare la prua, si parte! >>

Ikuto  si trovava sulla punta della nave, dove era solita andare Amu quando doveva pensare e osservò l’orizzionte di fronte a sé; poi, strinse la Dumpty Key tra le mani e vi posò un bacio << Sto venendo a prenderti, amore mio >>

 

NEL LIMBO…
 


Il battito del cuore di Amu si fece sempre più intenso, sino a quando una voce la raggiunse. La principessa aprì gli occhi di colpo e voltò lo sguardo verso l’alto, dove riuscì ad udire, anche se a leghe e leghe di distanza, il rumore di una nave che veniva trasportata dalla corrente nella sua direzione. Toccò con la mano la superifice dell’acqua, da cui non poteva scappare e vi posò sopra un bacio.


<< Ti sto aspettando, Ikuto >>
 
                                                                                                                                   
                                                                                                                              FINE PARTE I






ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ed eccoci giunti, all'ultimo capitolo. bèh, spero di avervi sorprese e, soprattutto, di non avervi deluso.
in questo capitolo ho cercato di chiarire il più possibile il punto della situazione, rispondendo a delle domande che non avevano trovato,appunto, risposta, nella storia.
come avrete notato dalla fine, ci sarà un sequel.

prima che mi metta a lavoro per scriverlo, però, non mi resta che ringraziare tutte voi lettrici, che mi avete supportata fino alla fine e che avete creduto in me, nonostante i continui ritardi...
siete fantastiche! non avrei potuto desiderare lettrici migliori!
un ringraziamento va, naturalmente anche alle mie lettrici silenziose, siete meravogliose!

spero che, quando lo scriverò, mi seguirete anche nella seconda avventura de "La Principessa e Il Pirata", il cui titolo sarà: 
" La Principessa e Il Pirata II- Il gioco della Regina"

GRAZIE ANCORA DI CUORE A TUTTE VOI!

Vi mando un bacione e un abbraccio.
passate delle belle vacanze, mi raccomando, ve lo meritate! ;) <3

xxx
la vostra,
Bloody_Breeze

 
  
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