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Autore: My_Name_Is_Toby    22/06/2015    1 recensioni
[ Theyna Normal!AU, POV Talia]
Pioggia.
Dannata, bagnatissima pioggia.
Gocciolavo dalla testa ai piedi, i vestiti fradici e il naso freddo come un ghiacciolo.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Reyna, Talia Grace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pioggia.
Dannata, bagnatissima pioggia.
Gocciolavo dalla testa ai piedi, i vestiti fradici e il naso freddo come un ghiacciolo.
Guardai la rosa che avevo in mano, maledicendomi per aver avuto quella stupida, stupidissima idea; voglio dire, avevo calcolato le possibilità di riuscita ed erano pari allo zero assoluto. L’unica cosa che mi consolava un po’ era che non aprivo un libro di Matematica da anni.
Mi infilai sotto il porticato, ringraziando gli dei per aver dato agli uomini la geniale idea di inventarlo, poi tirai fuori il cellulare e digitai il numero: ero troppo pigra per salvarlo, ma troppo schifosamente innamorata per non saperlo a memoria.
- Che vuoi?- Sempre con quella voce distaccata…
-Scendi. - dissi, cercando di risultare il più menefreghista possibile. La verità? Ero agitata come una novellina alle prese con l’amore. Oh, giusto, ero una novellina alle prese con l’amore.
-Perché dovrei?-
- Scendi e basta.- Riattaccai, stufa di quella conversazione, e iniziai ad aspettare.
Quando sentii la porta aprirsi, mi girai di scatto con la rosa in mano, sperando che fosse lei e non una vecchietta a caso: non volevo avere la vita di una vecchia bigotta sulla coscienza.
Guardai quella che un tempo, prima di subire il diluvio universale, era una rosa e imbarazzata dissi: -Bhe, prima era una rosa. Spero che il pensiero conti lo stesso.-
Poi alzai gli occhi su di lei: indossava dei semplici jeans con una maglietta viola , i capelli erano raccolti con uno chignon di fortuna fatto con una matita, il volto era struccato e le labbra erano semiaperte; sulla faccia aveva un’espressione confusa, le sopracciglia abbassate.
Poi queste ultime si alzarono, gli occhi color pece si spalancarono e, compreso il motivo di quel gesto, il suo volto prese una tonalità bordeaux.
- Che stai facendo, scema?- chiese.
Abbassai gli occhi verso la rosa, una finta espressione innocente.
- Uhm.. – iniziai, inclinando la testa. – A me sembra una rosa, quindi…. Sì, penso proprio di avere l’intenzione di dichiararmi.-
Mi fissò per un lunghissimo istante, gli occhi neri che brillavano.
-  Starai scherzando spero- disse, con il solito tono autoritario. Tipico. Mi sentii una stupida e il mio stomaco prese a contorcersi. In fondo, qualcosa di Matematica lo sapevo anche io.
Aveva il volto impassibile, ma gli occhi rimanevano bassi e per un secondo mi chiesi se provasse un minimo di compassione per la sottoscritta. Abbassai la testa, irritata, quasi sul punto di piangere.
-Sei proprio una scema, Grace.-
-Ci ero già arrivata. – dissi, di rimando. – Grazie, Arellano.-
Montai in collera, le lacrime agli occhi, una voglia matta di litigare; in fondo, quello era l’unico modo per provocare in lei un sentimento diverso dall’astio.
<< No, forse e meglio che tu te ne vada. Sai, non vorrei mai condizionarti con la mia insulsa stupidità. >>
Alzò gli occhi, la mascella serrata e sembrava sul punto di prendermi a schiaffi.
Indietreggiai, fino a tornare sotto la pioggia.
- Mi raccomando. – mi gridò. – prenditi una broncopolmonite-
Strinsi i pugni, sperando che avvenisse, sperando di prendermi una bruttissima influenza.
- Magari è la volta buona che mi ammalo e ci lascio le penne!-
La sua espressione cambiò, come se volesse scusarsi. Fissò la pioggia per un minuto buono, poi si avvicinò a passo spedito. Chiusi gli occhi, sicura che mi avrebbe tirato uno schiaffo. 
- Al diavolo -urlò.
“Ecco, sono morta” pensai, prima che delle mani afferrassero il colletto della mia giacca.
Poi accadde qualcosa che mi fece spalancare gli occhi: sentii le sue labbra sulle mie. Era un bacio violento, pieno di parole mai dette. Per un momento mi sentii in paradiso; forse facevo davvero schifo in Matematica.
 
 
 
  
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