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Autore: tenj_98    22/06/2015    2 recensioni
"Ho provato ad aprire e forzare il lucchetto di quel libro sigillato che parla di te, perché presto non ho più saputo accontentarmi della bella copertina lucida che ne fa da involucro, ma non sono riuscita a scorgere altro che piccoli frammenti della tua vita, le cui pagine sono, forse, ancora troppo tue perché io possa leggerle."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Pensieri di te 
 

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Questo non è mai stato ciò che sognavo a lungo, da piccola, sotto le coperte, nel buio della mia stanza. Insomma, l’amore non dovrebbe essere tutt’altro? Sull’amore ne ho lette tante, io, e niente mi era mai risultato tanto banale come quello che, invece, è stato quel giorno. Ne ho lette di cose! Si parlava di incontri bizzarri, di vite salvate, di vecchie memorie, di passioni e di follie. C’erano danze, sguardi, sorrisi e desideri, nei libri che ho letto.
Niente di tutto ciò che ho provato allora.
In quel frangente di vita c’eravamo solo io e te. Non c’era stato nessuno scrittore impazzito, seduto davanti ad una vecchia scrivania in legno, che con saggia pazienza aveva inventato il nostro incontro.
Eravamo lì come qualunque altro giorno, ognuno con il peso delle proprie vite da portare sulle spalle. Entrambi stanchi di qualcosa che non si può spiegare, con le cicatrici nascoste sotto un maglione pesante o l’inchiostro sbiadito di un tatuaggio.
C’eravamo io e te, per caso, con gli occhi rivolti altrove, alla ricerca di un sogno lontano.
È una strana cosa, il caso, vero? Un giorno ti svegli e trascini la tua vita come sempre, con lo stesso sorriso di quando sei andato a dormire: quello che di cose brutte ne nasconde tante, ma che in fin dei conti resta vero.
E prosegui, ignaro di cosa potrebbe accadere da un momento all’altro, continuando a programmare tutto come hai sempre fatto. Perché se non riordini tutto, poi finisci con il non raccapezzarti più. E tu l’hai  provata la sensazione di disordine nel tuo mondo e non ti è affatto piaciuta.
Così, allo stesso modo, cammini dritto per la tua strada, su quella che è la linea retta della tua esistenza monotona a cui, lentamente, ti sei abituato.
Poi, per caso, qualcuno decide di incrociare il tuo passo. Non ti guarda negli occhi, mentre cammina, anche se ti sta di fronte.
Prosegue anche lui senza mai fermarsi e si avvicina a te inesorabilmente, senza saperlo, fino a quando lo scontro non diviene inevitabile.
E allora, solo in quel momento, alza distrattamente lo sguardo e capisci che qualcosa l’ha cambiata per davvero, per sempre, nella tua vita.
Succede così, alle volte, e così è successo a noi.
C’era anche il resto del mondo attorno ai nostri occhi incrociati. Quello continuava a girare seguendo le stesse leggi scientifiche di sempre, ma io non ci ho badato più.
È davvero bastato solo uno sguardo distratto per farmi cadere in quella gigantesca trappola finemente intessuta dalle abili mani raggrinzite del destino?
Tutta colpa della curiosità ingenua di chi vuol sempre conoscere, mi sono detta, e da allora non ne sono più uscita.
Ho provato ad aprire e forzare il lucchetto di quel libro sigillato che parla di te, perché presto non ho più saputo accontentarmi della bella copertina lucida che ne fa da involucro, ma non sono riuscita a scorgere altro che piccoli frammenti della tua vita, le cui pagine sono, forse, ancora troppo tue perché io possa leggerle.
Dietro il tuo sguardo cupo e pensieroso si nasconde, timido, il sorriso sereno di un bambino divertito e, avvolti dall’aria sempre stanca che trascini dietro come un pesante masso, ci sono due grandi occhi marroni che celano il desiderio di poter volare via nel silenzio complice di una notte estiva.
Le spalle incurvate e le mani affusolate, nascoste nelle tasche dei pantaloni consumati, tracciano il segno della mia stessa insicurezza malcelata.
Ed io, che sono caduta nella tua trappola, non riesco più a fare a meno di te.
Mi sono innamorata di te quando ho cominciato a dubitare dell’amore stesso.
Ti ho scoperto senza volerlo, come un regalo inaspettato e da allora non ho più saputo lasciarti andare. 
Mi sono innamorata di te che rappresenti in ogni minimo dettaglio tutto ciò che ho sempre detestato ed evitato così accuratamente.
Perché, lo giuro, sei l’essere più imperfetto che sia mai esistito su questa terra.
Ti amo anche se le strade del nostro destino, per un attimo coincidenti, sono destinate a proseguire parallelamente.
E manchi a questo cuore come qualcosa che non ho mai avuto il piacere di provare.

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