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Autore: innocentGREEN    13/01/2009    2 recensioni
« Perchè dopo tanto tempo ricevetti una rosa di un roseto vero e non una di quelle che si comprano al supermercato. La odorai e la contemplai a lungo. »
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Demyx, Roxas, Sora, Zexyon
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 01.


Fin da piccolo pensavo che le rose fossero dei bei fiori. Dietro casa mia c'era un roseto in cui passavo la maggior parte del mio tempo libero. Giocavo,disegnavo,sognavo. Sognavo il mio futuro. Il mio futuro li' in quella cittadina dove tutti erano amici. Dove tutti si divertivano. Pensavo gia' che sarei rimasto li' per sempre. Li' con il mio roseto. Pero' non fu' cosi.
Mi ricordo, era il 15 Luglio e faceva molto caldo. I miei genitori stavano caricando le ultime cose in macchina. Ci stavamo trasferendo. Io ero rimasto li' davanti al roseto tutto il giorno,con lo zaino in spalla. Non volevo abbandonarlo,perchè sarebbe stato anche abbandonare i miei sogni ed il mio futuro gia' prestabilito nella mia mente. Avevo solo undici anni pero' mi ero gia' immaginato tutto. Mia madre mi venne a chiamare. Io presi una rosa rossa come ricordo ed andai in macchina. Dissi addio a tutto. Durante il viaggio non apri' bocca, mi limitavo a fare si e no con la testa mentre avevo lo sguardo sulla mia rosa. Me lo ricordo quel viaggio. Ero estremamente triste e malinconico. Pero' dentro di me speravo in una nuova vita. Tutta positiva.


Sono passati tre anni da allora. Il giorno del mio quattordicesimo compleanno mia madre aveva messo sul giornale cittadino l'annuncio di esso.
Il giornale cittadino non era letto da molti oltre a noi di Mica. Gia',vivevo li'. Potevi fare ogni annuncio,per i compleanni c'era la sezione apposita. Dovevi scrivere anche qualcosa di interessante sul festeggiato. Mia madre aveva scritto: “Roxas Lauw. Compie 14 anni. Gli piacciono i gelati al sale marino”.
Quel giorno mi arrivo' a casa un pacco. Non diceva chi era il mittente,non c'erano bigliettini. Dentro la scatola c'era un buono per il gelato al sale marino e una rosa rossa. Non capii chi me l'avesse potuto mandare. Nessuno oltre alla mia famiglia sapeva che mi piacevano le rose. Chiesi in giro ma tutti dissero che non mi avevano mandato un regalo cosi banale. Ma per me non era banale,era prezioso. Perchè dopo tanto tempo ricevetti una rosa di un roseto vero e non una di quelle che si comprano al supermercato. La odorai e la contemplai a lungo. Poi la misi in un vasetto d'acqua e l'apoggiai al mio comodino. Quella notte sognai di tutto.

** ** **

Sono passati due anni da allora. Era il primo giorno di scuola,il primo giorno del mio secondo anno di liceo. Mi affrettai ed arrivai a scuola in anticipo, come la maggior parte degli studenti. Incontrai Sora, era il mio migliore amico. Ci eravamo conosciuti quando ci siamo trasferiti. Per coincidenza ci trasferimmo lo stesso giorno. Da allora siamo amici per la pelle.
Venni risvegliato dai miei pensieri appena Sora mi disse -L'hai visto?- io lo guardai perplesso. Sentii qualche altra voce chiedere “l'hai visto?”. Io cercavo di vedere tra la gente pero' non notavo niente di strano. Anche in classe sentii quella stessa domanda. L'hai visto?
Arrivo' l'ora di pranzo e Sora ed io ci sedemmo al nostro solito tavolo a mangire il cibo della mensa. Me lo richiese ancora.
-L'hai visto?-
-Chi?- dissi io ancora perplesso
-Il nuovo studente! Ah guardalo è la'!-
-La' dove?-
Sora mi giro' la testa con le mani verso la direzione del nuovo arrivato. Cosi finalmente lo vidi. Era un ragazzo alto e snello,aveva i capelli rossi e dalla sua pettinatura faceva ricordare una specie di porcospino,aveva gli occhi verdi. La cosa che mi fece piu' incuriosire furono due goccie rosse che aveva sulle guancie. Lui non era come noi. Un nuovo arrivato dall'aspetto buffo o come dire bizzarro. Nessuno in quella scuola era cosi. Tutti erano uguali. Tutti avevano gli stessi pensieri, gli stessi vestiti, gli stessi atteggiamenti. Eravamo una sola cosa uguale. Ma lui....lui era un puntino rosso fuoco che vagava in mezzo a noi. Lui era “diverso”.
Mi rigirai verso Sora. Lo guardavo incredulo. Lui continuava a mangiare,quando vide la mia espressione mi passo' una mano davanti alla faccia.
-Ehi c'è qualcuno?- mi disse per scherzare.
-Si ci sono. Sai qualcosa su di lui?-
-Si chiama Axel Toulis e se non mi sbaglio va nel secondo anno come noi. Fino ad ora ha studiato a casa, sua madre è un insegnante.- Feci si con la testa per far capire che avevo sentito. Mi voltai ancora una volta verso di lui. Nessuno gli si era seduto vicino. Tutti lo guardavano,pero' nessuno si avvicinava. Lui sembrava non farci caso e continuava a mangiare tranquillo. Appena fini' mise a posto il suo vassoio ed usci dalla mensa. Sembrava quasi non sentisse tutti gli occhi puntati su di lui, come se non se ne accorgesse.
Il resto della giornata passo' piu' in fretta di quel che pensassi. Piu' che altro durante le lezioni pensavo al nuovo arrivato. Pensavo ad Axel. Mi pareva un bel nome. Appena iniziavo a pensare cose del genere scuotevo la testa e rimettevo i pensieri al posto giusto. Mi ripetevo tra me e me -Sto andando fuori di testa-.
Mentre tornavo a casa a piedi vidi Axel che andava dalla parte opposta. Avevo scoperto che non prendeva l'autobus. Pensai vivesse vicino cosi lo seguii. Ero a qualche metro di distanza. Lui non si giro' mai. Caminammo a lungo. Arrivammo all'autostrada e ci stavamo dirigendo verso il deserto. Il sole stava calando ed io mi fermai. Lui continuava a camminare tranquillo verso il nulla del deserto. Dovetti prendere una decisione. Decisi di tornare indietro.

Fine Capitolo 01.

  
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