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Autore: imallaboutcalumsbass    22/06/2015    2 recensioni
Isabelle è la figlia del ricco e famoso imprenditore Edward Waldner. Fin dalla sua nascita, è abituata a vivere serenamente nella sua enorme reggia, circondata da maggiordomi, governanti e camerieri, che strisciano ai suoi piedi, ad ogni suo schiocco di dita. Crescendo, si rende conto che la vita che conduce è ricca di piaceri, quanto di oppressioni. Si sente schiacciata ed intrappolata in quel mondo che predilige la perfezione, sente come se stesse sprecando la sua vita, non stesse vivendo tutte le esperienze che una ragazza della sua età dovrebbe e non ne avesse il controllo, a causa delle imposizioni che deve eseguire alla lettera per integrarsi in quella società. Quando incontrerà Calum Hood, un modesto venditore di strumenti musicali, la sua vita di accenderà e si incasinerà.
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Tratto dal primo capitolo:
"Perché hai continuato a mostrarmi le chitarre?" Chiese Isabelle, curiosa. Il ragazzo piegò la testa, elaborando la domanda. "Se sapevi che non mi interessava." Spiegò la giovane. Lui alzò le spalle.
"Perché mi piaceva il modo in cui mi guardavi, mentre lo facevo." Le sorrise, facendo colorare le guance pallide della ragazza in un tenue scarlatto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Do you need a ride?"

Era un ennesimo giorno di fitta pioggia, Isabelle stava rientrando a casa dalle sue lezioni di scherma. Arnold notò la ragazza stranamente silenziosa, scrutava il mondo fuori dalla lussuosa macchina dai vetri oscurati. Da un paio di giorni Isabelle svolgeva la sua giornata meccanicamente, come un automa, come se ormai si fosse abituata al fatto che la sua vita non appartenesse a lei.
"Dandy, ferma la macchina." Ordinò Isabelle al suo autista, bussando insistentemente sul vetro che li separava. Arnold sobbalzò all'improvvisa esaltazione della ragazza e spalancò gli occhi, quando la vide scendere dalla macchina con molta no chalance, senza né perché e né per come. Si alzò dal suo posto scuotendo la testa, ormai abituato alle piccole bravate della ragazza. La individuò, ma decise di risedersi.
Isabelle provava a raggiungere il ragazzo insistentemente, ma lui manteneva un passo troppo veloce, così si decise a chiamarlo a gran voce. Finalmente lui si girò e si avvicinò alla ragazza, strofinando le sue stesse braccia, infreddolito.
"Ti serve un passaggio?" Sorrise dolcemente Isabelle, indicando la macchinona qualche passo più indietro. Calum spostò il suo sguardo sulla macchina lussuosa e una smorfia comparve sul suo viso.
"Penso che continuerò a piedi." Scrollò le spalle, portando nuovamente il suo sguardo su Isabelle. La vide sospirare e tremare dal freddo. "Dovresti tornare in macchina." Le consigliò, allungando una mano sui suoi vestiti madidi di acqua piovana. Lei imitò il gesto del ragazzo, stringendo tra la mano la maglia umida di Calum.
"Dovresti venire anche tu." Gli consigliò, mettendo su un sorriso irresistibile. "Devi andare al negozio, vero?" Chiese Isabelle, iniziando ad allontanarsi. Calum scosse la testa ridendo e non poté fare altro, se non seguirla nell'enorme macchina, che non aveva niente a che fare con lui. Si sistemarono comodi tra i sedili e l'aria calda che filtrava nell'abitacolo li fece rabbrividire, per il cambio improvviso di temperatura.
"Stiamo inzuppando i sedili." Sussurrò Calum roco nell'orecchio di Isabelle. Quest'ultima rabbrividì, per il fatto che fosse zuppa d'acqua, si disse.
"Non importa." Sorrise la ragazza, poi piegò leggermente la testa verso il giovane, trattenendo una risatina. "Perché sussurri?" Volle togliersi il dubbio. Il ragazzo si avvicinò nuovamente all'orecchio della ragazza, facendola mettere sull'attenti.
"Perché il tuo maggiordomo, seduto di fronte, mi osserva tutto il tempo." Chiarì Calum, lanciando subito dopo uno sguardo ad un Arnold inquietante. La ragazza rise di gusto.
"Arnold è innocuo." Lo rassicurò, continuando a vedere il giovane lanciare sguardi al maggiordomo. "Canta sempre per me." Raccontò la giovane, con una sorta di ammirazione nella voce.
"Devi avere un'ossessione." Ironizzò Calum, alzando gli occhi al cielo.
"A cosa ti riferisci?" Chiese la ragazza, confusa.
"Il giorno in cui sei entrata al negozio, mi hai chiesto se cantavo." Spiegò il giovane, spostandosi sul sedile per guardarla meglio. Voleva allungare una mano verso di lei e spostarle i capelli zuppi dal suo viso di porcellana, ma la figura del maggiordomo di fronte a loro lo metteva estremamente a disagio.
"Te lo ricordi?" Si sorprese Isabelle, scostando la testa per incontrare gli occhi di Calum.
"Non dovrei?" Scrollò le spalle il ragazzo, fintamente disinteressato.
"Ammiro chi sa cantare, riconosco subito una bella voce anche solo parlando, nonostante io non abbia la voce adatta, perciò mi piace ascoltare gli altri." Confidò Isabelle, sorprendendo Calum.
"Immagino tu abbia i tuoi cantanti personali? O qualcosa del genere." Chiese il ragazzo, ma non sembrava scherno nella sua voce, solo curiosità.
"No, solo Arnold canta per me." Ammise la ragazza, sistemando il suo bracciale a disagio.
"Lo fai ogni volta." Notò Calum.
"Cosa?" Isabelle alzò lo sguardo su di lui, schiarendosi la voce.
"Giochi col bracciale sul tuo polso, quando sei nervosa." Chiarì il giovane, passando il suo sguardo dal bracciale, su cui Isabelle spostò subito la mano, al suo sguardo. Le guance della ragazza si colorarono all'istante di scarlatto.
"Siamo giunti a destinazione, signore." Informò Arnold, non appena la macchina si arrestò. Calum distolse lo sguardo dall'uomo che aveva attirato la sua attenzione, per rivolgersi nuovamente ad Isabelle.
"Grazie per il passaggio." Ringraziò gentilmente il giovane e avrebbe voluto fare qualcosa, sfiorare la sua mano o la sua guancia, ma ancora una volta decise di tenere le mani morte sulle sue gambe ed uscì dall'abitacolo. Prima di chiudere lo sportello però, rivolse le sue ultime parole ad Isabelle. "Comunque stasera suono con la mia band al Red Moon, se ti va di sentirmi cantare." Isabelle non ebbe il tempo di rispondere, perché Calum chiuse lo sportello di tutta fretta, come se temesse qualcosa.











Hi or hey?
Torno ad inizio settimana, sperando di rendere un po' più leggero questo lunedì, o meglio dire post-domenica. Voglio subito ringraziare chi ha già dato fiducia alla storia al primo capitolo, aggiungendola tra le preferite, ricordate e seguite, ed ovviamente anche alle lettrici fantasma che mi hanno regalato più visite di quante mi potessi aspettare. Ancora siamo solo agli inizi e non succede nulla di eclatante, ma spero di non deludervi più avanti e che, entrando nel vivo, possiate apprezzare sempre di più ed essere partecipi, perchè mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni anche con una piccola recensione, tanto per farmi sapere che ci siete e  che non dovrei perdere la voglia di continuare. Mi sto allungando troppo e sembro fin troppo seria, non è proprio da me ahahah intendo che essere seria non è da me, essere chiacchierona è una dote, anche se non tutti la pensano così. Alla prossima!
   
 
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