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Autore: eugeal    23/06/2015    1 recensioni
Questa è una raccolta di “missing moments” che appartengono all'universo della serie “From Ashes” e che possono collocarsi prima, dopo o durante le storie “A World That Will Not Turn to Ash” e “The Nightwatchman”. Per non rischiare spoiler e per capire meglio i racconti, vi consiglio di leggere prima le altre due storie.
I racconti non saranno in ordine cronologico.
In ogni caso all'inizio di ogni racconto segnalerò il momento in cui esso si colloca.
Se ci sono momenti che avreste voluto vedere approfonditi nelle altre storie, vi invito a dirmelo nei commenti. Non garantisco né prometto nulla, ma se uno o più di essi dovessero ispirarmi, potrebbero diventare racconti. :)
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Questo racconto è ambientato durante la storia "The Nightwatchman"
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Il rumore del fiume, di solito tanto forte da essere quasi assordante, era ridotto a un gorgoglio sommesso e Guy fu costretto ad arrivare quasi a metà del letto ghiaioso prima di potersi inginocchiare sul greto del fiume e immergere le mani nell'acqua fresca.
Lavò via il sudore e la polvere dopo una giornata di lavoro a Knighton Hall, poi si passò una mano tra i capelli bagnati e tornò sulla riva per sedere all'ombra di un albero, sperando di trovare un po' di fresco.
Da qualche giorno faceva molto più caldo del solito e non pioveva da troppo tempo. I ruscelli avevano iniziato a seccarsi, i raccolti ad avvizzire per la siccità e molti abitanti dei villaggi non avevano abbastanza acqua per bere. Durante la notte, Guy e Robin erano riusciti a sottrarre alcuni barili d'acqua dai magazzini dello sceriffo per aiutare i più bisognosi, ma la situazione iniziava a essere preoccupante.
Anche il fiume era quasi secco e se non fosse arrivata presto la pioggia, quasi tutti i villaggi avrebbero sofferto.
Guy osservò la luce del sole che brillava tra le fronde degli alberi: era solo tardo pomeriggio, ma gli operai e lui stesso erano talmente sfiniti per il caldo che aveva deciso di sospendere i lavori in anticipo per quel giorno.
Gisborne aveva cavalcato fino al fiume in cerca di un po' di acqua e di una temperatura un po' più fresca e ora che era riuscito a rinfrescarsi un po' non aveva la minima voglia di indossare di nuovo la camicia nera che in quei giorni indossava al posto della giacca di pelle. Era un indumento largo e di tessuto leggero, ma il caldo era talmente opprimente da togliere il respiro.
Guy decise di restare per un po' in quel punto leggermente più fresco per riposare un po' prima di tornare a Locksley e iniziò a giocherellare distrattamente con i sassolini del greto. Ogni tanto ne raccoglieva uno e lo lanciava, cercando di farlo cadere nell'acqua o mirando a un determinato sasso. Se il fiume fosse stato in piena avrebbe scelto i ciottoli più piatti per farli rimbalzare sull'acqua, ma in quel momento si limitava a raccoglierli a caso, tanto per passare il tempo.
Ne prese uno, gli diede un'occhiata distratta prima di tirarlo e si fermò senza lanciarlo: aveva una forma insolita, simile a un cuore, ed era completamente nero.
Guy lo appoggiò a terra e notò quanto fosse diverso dagli altri sassi più chiari, quanto spiccasse nettamente tra di essi, come se fosse qualcosa di diverso e fuori posto.
Come me.
Con la mano spostò gli altri ciottoli, liberando un tratto di terreno sabbioso intorno al sasso nero e isolandolo dal resto dei sassolini.
Fino a poco tempo prima quella sarebbe stata una rappresentazione piuttosto accurata della sua situazione, pensò Guy, raccogliendo un ciottolo candido, il più bianco tra quelli accanto a lui.
Con un sorriso, Gisborne lo mise accanto a quello nero, il quale per contrasto sembrò ancora più scuro, ma anche più bello e lucido.
Marian, la luna brillante che riusciva a illuminare la più oscura delle notti.
Guy sfiorò i due sassi con le dita e pensò che mancava ancora qualcosa. Scelse una pietra grigia apparentemente banale che nascondeva al suo interno pagliuzze dorate che brillavano al sole e una piccola e arrotondata dai colori caldi e sfumati.
Allan, sempre pieno di idee e ugualmente capace di trovare guai e modi per tirarsene fuori, e Djaq, generosa e rassicurante, sempre pronta a offrire calore e buoni consigli.
Li mise accanto agli altri due e ne trovò un altro dal colore giallo dorato e dalla forma simile a una punta di freccia. Lo piazzò accanto al cuore nero e notò che in fondo le loro forme non erano troppo diverse: quello giallo assomigliava a un cuore rovesciato, un po' più appuntito e leggermente più piccolo.
Robin Hood, così diverso da me a prima vista, ma dopotutto non così tanto. Fratello mio, forse siamo più simili di quanto non ci piaccia ammettere. Ma a me non dispiace, anche se non te lo dirò mai.
Aggiunse altre pietre accanto a quelle che aveva già disposto sulla sabbia: una per Sir Edward, una per Tuck, una per Cedric e due piccoline per Mary e Jack, poi, con un sospiro, ne scelse due in ricordo dei suoi genitori e una per Isabella.
Gli capitò tra le mani un sasso appuntito che gli graffiò le dita e lo sollevò per osservarlo meglio: assomigliava a un rapace e gli ricordò lo sceriffo.
Guy sogghignò e lo scagliò lontano, facendolo affondare nel fiume.
Guardò tutti i ciottoli raccolti intorno a quello nero e vide che coprivano quasi tutto il terreno sabbioso che aveva liberato: il ciottolo nero non era più solo, né isolato.
Gisborne si alzò da terra, raggiunse il suo cavallo e prese un sacchetto di tela dalla bisaccia da sella, poi iniziò a raccogliere tutti i ciottoli da terra, mettendoli via con cura.
Indossò la camicia, salì a cavallo e tornò a Knighton Hall.
Gli operai erano già andati via da tempo e il cantiere era deserto, come aveva sperato.
Guy raggiunse il punto centrale di quella che sarebbe diventata la sua casa, si inginocchiò a terra e scavò una buca con le mani, poi vi lasciò cadere dentro il sacchetto pieno di ciottoli di fiume e lo ricoprì, compattando il terreno in modo che non si notasse nulla.
Si rialzò in piedi sorridendo: non avrebbe potuto trovare fondamenta migliori su cui basare una casa e ricostruire una vita.
   
 
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