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Autore: Hannah Murray    23/06/2015    8 recensioni
In cui una ragazza sbadata inciampa addosso ad un ragazzo lunatico nel bel mezzo della 6th Avenue di Seattle.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno.
 
Il respiro caldo della ragazza formava delle chiazze di vapore a contatto con il finestrino del taxi che sfrecciava frettolosamente per le strade affollate di Seattle. 
La mano a contattato con lo stesso finestrino lasciava le impronta delle sua dita affusolate e, troppo intenta a fissare le luci della città al buio, non si era accorta di sembrare una bambina davanti ad una vetrina di giocattoli al tassista. 
Egli le borbottò qualcosa di incomprensibile, era troppo concentrata a fissare fuori, attratta dai colori forti che creavano un contrasto con l'oscurità della notte. 
"Signorina, siamo arrivati. 6th Avenue di Seattle, fanno 45 dollari" 
Ripetè l'uomo impaziente, porgendo la mano verso la ragazza che subito consegnò i soldi e uscì dal taxi con un flebile "grazie".
Subito si guardò attorno spaesata ma anche affascinata dalla città così caotica anche di sera, circondata dalle luci provenienti dagli innumerevoli grattacieli. L'aveva sempre affascinata Seattle, con le sue luci, i suoi edifici altissimi e i suoi vicoli in cui avrebbe voluto perdersi e riperdersi. Il cielo era stellato, ma le luci che la incantavano di più erano quelle che aveva intorno.
Strinse la presa attorno al manico della sua valigia e iniziò ad incamminarsi cercando di orientarsi con una mappa che aveva raccattato, si mischiò con i passanti che affollavano le strade fermandosi ogni tanto a guardare le vetrine illuminate dalla luce al neon. Era venuta così tante volte da sua zia da piccola, come era possibile che non ricordasse più la strada?
Sbuffò infastidita con lo sguardo concentrato sulla cartina della città, era così concentrata da non accorgersi della presenza di un ragazzo di fronte a lei e così sbadata da accorgersene troppo tardi e inciampare su di lui.
"Oh Dio, scusami tanto" disse la ragazza dispiaciuta, ancora sopra il corpo del ragazzo. 
"Ti dispiace guardare dove vai la prossima volta?" rispose irritato.
"Ti ho detto che mi dispiace!" Rispose la ragazza imbarazzata, cercando di difendersi.
"A me non sembra" ribatté il ragazzo con un sorriso malizioso ricordando alla ragazza che si trovava ancora sopra di lui. 
Si alzò imbarazzata aiutando il ragazzo ad alzarsi dal marciapiede freddo, subito si chiuse la giacca a causa del vento che c'era in città.
"Harry" Le porse la mano, guardandola negli occhi. La sua voce roca le fece venire la pelle d'oca e appena alzò lo sguardo sul volto coperto dal cappuccio della felpa del ragazzo le si mozzò il respiro.
I suoi occhi erano gli occhi più belli che avesse mai visto. Era attratta dai colori e quel verde era sicuramente il più bel verde che avesse mai visto. Molto meglio di tutte le luci di Seattle, pensò che non sarebbe mai riuscita a distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
"Allora?" rise il ragazzo con la mano sospesa verso la ragazza in attesa.
"Camille" rispose precipitosamente accorgendosi troppo tardi di averlo fissato per tutto il tempo.
"Camille, ti si addice. Dolce ed innocente." Affermò con sicurezza. Quella sicurezza che non faceva che sorprendere la ragazza.
"Cosa ti fa pensare che io sia dolce e innocente?" Rispose a tono, cercando di mostrarsi sicura, ma dallo sguardo divertito del ragazzo capì di aver fallito.
"Il tuo sguardo, il tuo profumo, il modo in cui reagisci. Tutto di te traspira dolcezza e ingenuità piccola Cam."
"Camille, è Camille." Lo corresse spazientita.
Il ragazzo semplicemente rise, continuando a fissare la ragazza che, imbarazzata, abbassò lo sguardo ricordandosi che sua zia aspettava il suo arrivo da mezz'ora e che sarà sicuramente preoccupata. 
"Dove devi andare?" Chiese curioso il ragazzo.
"Sai che non si dovrebbe parlare con gli sconosciuti?" Rispose Camille.
"Come vuoi, allora. Cerca di non sbattere addosso a qualcun altro, buona fortuna." Rispose irritato, allontanandosi dalla ragazza. Per una volta che voleva fare qualcosa di gentile la gente rifiutava, pensò scrollando le spalle. 
Camille doveva assolutamente raggiungere casa di sua zia, non poteva nemmeno chiamarla avendo il telefono scarico e non si ricordava da che parte sarebbe dovuta andare. Sbuffò frustrata e rincorse il ragazzo di prima. 
"Harry!" Urlò per farsi sentire.
Al suono della voce della ragazza si girò stupito, avvicinandosi a lei.
"Ora hai capito di aver bisogno del mio aiuto, ragazzina?" Rise sarcastico.
Camille non potè che gonfiare le guance infastidita risultando tenera agli occhi di Harry. Gli spiegò velocemente dove doveva andare e si incamminarono in silenzio, un silenzio piuttosto imbarazzante.
"Vedo che sei nuova di qui, nessun abitante di Seattle potrebbe perdersi in una strada così conosciuta" la prese in giro scherzosamente rompendo il silenzio.
"Perspicace" scherzò lei non soddisfando la curiosità del ragazzo a fianco a lei che sicuramente voleva sapere il motivo per cui si stava trasferendo lì.
"Allora? Non fare la misteriosa con me, ragazzina" 
"Te lo dirò solo se smetterai di chiamarmi così"
"Va bene, ma non ti prometto niente" sorrise divertito.
"Sono venuta a stare da mia zia, avevo bisogno di cambiare aria." Disse la ragazza non dilungandosi nei dettagli, di certo non avrebbe raccontato la storia della sua vita ad uno sconosciuto.
"Sei fuggita dai problemi?"
Lei non rispose.
Una folata di vento fece stringere alla ragazza il cappotto attorno a sè ancora più saldamente. Il cappuccio che copriva il volto di Harry scivolò permettendo a Camille di vedere i suoi capelli ricci. 
Continuò a fissarlo cercando di non farsi vedere, immaginava quanto sarebbe stato bello affondare le dita fra quei capelli disordinati dal vento e guardare i suoi occhi dalle mille sfumature di verde nello stesso tempo. La risata del ragazzo e la presenza delle fossette che gli si formarono sulle guance la riscossero dai pensieri. Imbarazzata guardò da tutt'altra parte.
"Mi stavi fissando?" Rise gustandosi l'imbarazzo di Camille.
"N-no" 
"Ah sì?"
"Sì"

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Ho scritto il capitolo tutto d'un fiato, mi è piaciuta l'idea di un incontro così fra Camille e Harry. Voi cosa ne pensate? Vi piace la storia?
Se sì commentate e fatemi sapere se continuare 😊
  
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