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Autore: Reiko87    23/06/2015    2 recensioni
Questa one shot è ambientata dopo la 1x14 Madeline Pratt... ovviamente LIZZINGTON! ^^
"Attraversai il grande ingresso dell’abitazione momentanea di Raymond Reddington, mi sono sempre chiesta per quanto tempo avesse alloggiato lì, se mai un giorno avessi scoperto entrando che era semplicemente andato via; ma non era quello il giorno"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, questa è la mia prima one shot su questo fantastico telefilm, spero di aver reso al massimo le caratteristiche dei personaggi, se così non fosse stato chiedo venia XD ....Ho scoperto da poco The Blacklist e ho appena iniziato a vedere la seconda stagione, e ovviamente sono rimasta incantata da Red e dal rapporto speciale che ha con Lizzie... da perfetta romantica e sognatrice spero che questo rapporto sia di tipo amoroso! ^^ ...Tornando alla storia, spero vi piaccia e che possiate dirmi cosa ne pensate tramite le recensioni, specialmente nel finale perchè non mi soddisfa... se avete consigli li accetto volentieri :) ....Enjoy!









Attraversai il grande ingresso dell’abitazione momentanea di Raymond Reddington, mi sono sempre chiesta per quanto tempo avesse alloggiato lì, se mai un giorno avessi scoperto entrando che era semplicemente andato via; ma non era quello il giorno. Dopo aver risolto il caso di Madeline Pratt, ero andata come spesso accadeva ultimamente a casa di Red, di sera, quando eravamo soli, oltre la presenza costante di Dembe che dopo avermi aperto la porta era salito al piano superiore, come per fargli rapporto sull’avvenuto; credo che ultimamente era più un comune accordo, e da parte mia un modo per vederlo senza doverlo chiedere… mi infastidiva ammetterlo, ma la sua presenza mi tranquillizzava, mi sentivo protetta. Entrai nel salone alla destra dell’ingresso e vidi Red in piedi affacciato alla finestra, probabilmente mi aveva vista arrivare dalla strada, ma non sembrava intenzionato a muoversi. Rimasi immobile anche io tra lui e la porta del salottino fino a quando non lo sentii parlare
-Buonasera Lizzie- la sua voce tradiva un accenno di sorriso, ma non potei averne la conferma fino a quando non si voltò verso di me… i suoi sorrisi erano sempre a metà tra l’inquietante e il dolce, come se condividessero il mostro e l’essere umano.
-Buonasera Red- dissi senza far trapelare emozioni.
-Desideri qualcosa da bere?- disse voltandosi a guardarmi ed indicando con la mano sinistra la poltrona per farmi accomodare, mentre la destra stringeva un bicchiere che conteneva presumibilmente dello scotch liscio.
Faccio qualche passo verso la poltrona e mi lascio andare delicatamente su di essa. –Certo, dopo una giornata come questa vorrei proprio qualcosa di forte, grazie- e sbuffo un po per scaricare la stanchezza della giornata.
Red accenna un altro sorriso e si avvicina al carrello dei liquori scegliendo per me qualcosa di adeguato. Torna nel giro di pochi secondi, sempre in silenzio, sedendosi al mio fianco e passandomi il bicchiere. Volto lo sguardo a lui e mantenendo il contatto afferro il bicchiere, nell’atto sfioro le sue dita con le mie e un brivido mi attraversa il braccio fino ad attaccare tutto il corpo. Negli ultimi tempi mi sono resa conto che Red mi fa uno strano effetto: da lui mi sento protetta e amata come una figlia, si vede che ci tiene a me, ma allo stesso tempo mi attrae, mi capisce, è intelligente e carismatico, spiritoso quando serve e… e affascinante; al pensiero scrollo impercettibilmente la testa e do un altro sorso dal bicchiere: il matrimonio con Tom non va bene già da tempo, ma resto una donna sposata. Red ha sicuramente notato che sono pensierosa, ma non me lo fa pesare, nonostante questo cerca di alleggerire la tensione facendomi parlare.
-Sei venuta qui per qualche motivo particolare, Lizzie?- dice con il solito tono dolce nella voce
-No… non sarei dovuta venire, Red?- lo guardo un po dispiaciuta pensando che forse avrei fatto meglio a rimanere a casa, forse la mia presenza non è gradita. Poi volge lo sguardo e punta i suoi occhi dritti sui miei, è il suo modo di mantenere il controllo.
-Sai che sei sempre la benvenuta, Lizzie, e la tua compagnia mi fa sempre enormemente piacere-  Parla senza sorridere questa volta, mi sta facendo capire che è serio. Interrompo il contatto ancora una volta e perdo lo sguardo nel liquido alcolico nel fondo del mio bicchiere.
-Allora… giornata interessante, che mi dici di Madeline Pratt?- cambio argomento
-Direi che non la rivedremo per un po di tempo- dice senza staccare gli occhi, sento le sue pupille fisse su di me. Poi continua sarcastico –Se non ti conoscessi, potrei dire che sei un po gelosa di quella donna, Lizzie- dice sorridendo sarcastico.
Strabuzzo gli occhi e mi volto verso di lui, trafiggendolo con lo sguardo –Io gelosa? E perché mai dovrei esserlo, Red?-
Red ride di gusto alla mia espressione, ma lascia cadere l’argomento; non vuole farmi arrabbiare. Allora si alza posa prima il suo bicchiere sul tavolino e poi prende il mio affiancandolo al suo sul mobile di legno. Poi si avvicina all’antico stereo lì vicino e fa partire una canzone molto familiare, la canzone sulle cui note avevamo ballato mentre eravamo sotto copertura. Si avvicina a me, mi tende la mano e mi invita a mettermi in piedi.
-Ora che ci penso, non abbiamo avuto il nostro ballo- dice sorridente aspettando che accetti il suo invito.
Sorrido ai suoi modi e mi alzo in piedi senza però prendere la sua mano.
-Red…- scuoto la testa, ma non lo sto rimproverando –A dire la verità abbiamo ballato e come- dico sorridendogli. Lui ride ancora ma controbatte alla mia affermazione continuando ad avere la mano a mezz’aria nell’attesa della mia
-E quello lo chiami ballo? Suvvia Lizzie, come tuo accompagnatore non puoi negarmi un ballo- allarga di più il sorriso; quando vuole riesce ad essere terribilmente convincente.
-Sai Red, quello era un caso sottocopertura e soprattutto è passato- dico rispondendo al suo sorriso con uno mio, nonostante la mia risposta mi avvicino e gli porgo la mano, lui subito la stringe e questo mi provoca un altro brivido, poi porta l’altra dietro la mia schiena, mi sento come in trappola, sovrastata da mille emozioni diverse, infine si mette in posizione per iniziare il ballo.
Lo guardo negli occhi, che lui mantiene fissi sui miei, e gli dico –Questa volta conduco io però-  sorridendo ma sapendo che non me lo consentirà mai.
-Lizzie, sai che non posso lasciarti condurre.. ne va della mia immagine di accompagnatore e gentiluomo- dice con voce gentile.
Iniziamo così il nostro ballo, lì dove nessuno può vederci, siamo solo noi due e l’atmosfera è quasi romantica, noto che almeno il camino è spento altrimenti sarebbe stato davvero strano. Per un solo attimo mi lascio andare e non seguo più la musica, nella mia testa si sostituisce ad una melodia lenta e vado ad appoggiare la testa sulla spalla di Red, rilassandomi. Quest’ultimo trema al contatto, ma non me ne rendo conto; io porto la mano, che prima incrociava la sua, al collo dell’uomo che mi sta guidando in quei splendidi passi, e lui di riflesso sposta la sua verso la mia schiena, come in un abbraccio. Restiamo così per qualche momento e sento la sua testa appoggiarsi alla mia, baciandomi i capelli. Io sospiro e lui fa lo stesso, ho ormai chiuso gli occhi e so che lui ha fatto lo stesso, lo sento rilassato nel mio abbraccio.
-Lizzie…- mormora il mio nome come se stesse sognando.
A quel sussurro riapro gli occhi e mi stacco leggermente da lui, in modo da tornare alle posizioni richieste dal ballo e punto lo sguardo sul suo. Sembrano attimi interminabili e vedo la sua espressione interrogativa, questa volta non riesce a capire che cosa stia pensando… oppure sì? Continuo a guardarlo, consapevole che qualcosa dentro mi spinge irrimediabilmente verso di lui, ma non posso. Non capisco i miei sentimenti e ne sono tormentata. Devo sapere, perché solo la conoscenza mi può dire se sono impazzita, o meno.
-Red…- sussurro e la mia voce sembra una supplica.
Red assottiglia gli occhi e rimane in silenzio aspettando che gli ponga la domanda.
-Red, ho bisogno di sapere, mi sento di impazzire… sei tu mio padre?- la mia voce è tremante, me ne rendo conto e gli occhi sono lucidi.
Continuiamo nel nostro ballo come trasportati da un’onda e finalmente dopo quella che sembra un’eternità, Red inizia a parlare
-Hai bisogno di sapere o lo vuoi sapere, Lizzie? Sai, è molto diverso…- lascia la frase a mezz’aria e scrolla la testa come per lasciarmi intendere che non risponderà a questa ennesima domanda su mio padre.
A quella risposta esplodo, non ne posso più –Dannazione Red- gli urlo quasi in faccia fermandomi nel mezzo della stanza e divincolandomi dal suo abbraccio, non sento più la musica, ma solo l’urlare del mio cuore. Lo vedo raggelare, come se non si aspettasse una tale reazione da me, vuole parlare, vedo che la bocca si muove come per formulare una frase, ma nessun suono esce dalla gola, anzi lo interrompo dal provare a dire qualsiasi cosa.
-Ho bisogno di sapere! Io devo sapere se sei mio padre… non posso più vivere nella menzogna… e soprattutto non posso più vivere col dubbio di provare qualcosa per colui che potrebbe avermi dato la vita… mi sento una folle… mi sento così sporca…- abbasso la testa e lo sguardo non reggendo più il suo, le lacrime minacciano di rigarmi le guance. La mia non voleva essere una dichiarazione dei miei sentimenti, anzi, ma le parole sono uscite come un fiume in piena, incapace di trattenerle… non so neanche cosa davvero provo in realtà per quell’uomo.
Con la testa bassa non lo vedo avvicinarsi nuovamente, ma sento i suoi passi e infine la sua mano calda e delicata sotto il mio mento, sollevandolo per permettergli di guardarmi; una lacrima solitaria riga il mio viso.
-Lizzie… - con l’espressione triste continua a guardarmi ma non risponde alla domanda, asciuga solo la lacrima sul mio volto con il pollice della sua mano, questa carezza mi fa socchiudere gli occhi e poi riaprirli. Il suo silenzio mi porta a capire che c’è una risposta affermativa alla mia domanda e non so se stringerlo forte per il padre ritrovato o scappare via per la vergogna… alla fine prevale la seconda alternativa. Mi volto, divincolandomi dalla sua carezza, e mi dirigo a passo deciso verso l’uscita, nascondendo le lacrime che minacciano di rivelare la mia fragilità di quel momento, ma una presa forte mi blocca stringendomi il polso e impedendomi ogni movimento; resto immobile attendendo le prossime parole…
-Lizzie… io non sono tuo padre… questa è la verità, puoi fidarti di me, lo sai…- dice con un tono che alle mie orecchie sembra sofferente e carico di emozioni.
A quelle parole il mio cervello smette di funzionare in modo razionale, ora voglio solo sentire la sua presenza, così mi volto e di scatto mi lancio verso di lui abbracciandolo, legandogli le braccia al collo ed affondando il viso sulla sua spalla. Red mi porta una mano al capo, accarezzandolo. Lo sento sorridere e trarre un profondo sospiro.
-Credo che dovremmo parlare, Lizzie-
Mi allontano da lui quel tanto che basta per guardarlo negli occhi ma lasciandogli le braccia al collo.
-Beh, Lizzie, dopo quello che hai detto, non posso fare finta di niente… ma se tu lo vorrai me ne andrò e non mi rivedrai, in modo da poter continuare la tua vita come se io non ne fossi mai entrato a far parte… te lo prometto- dice con aria grave, questa volta realmente non sa cosa io stia pensando, è solo preoccupato di rendermi felice. La stessa cosa mi rende felice e lo guardo sorridendo leggermente senza proferire parola.
-…Se invece vorrai, ti starò vicino e ti proteggerò come ho sempre fatto- alza una mano che va ad accarezzarmi la guancia destra e subito sento il calore del suo tocco irradiarsi in tutto il corpo. Socchiudo nuovamente gli occhi alla sua carezza per poi riaprirli e guardarlo negli occhi che sembrano carichi di affetto ed aspettative. Mi avvicino di più a lui e mi sporgo verso le sue labbra sfiorandole con le mie; a questo contatto la mano che prima era sulla mia guancia si sposta sul collo e l’altra sulla mia schiena, stringendola più forte in modo da non permettere movimento e approfondire il bacio, mentre le mie restano nella stessa posizione precedente stringendo anche esse più forte per la paura di perderlo; allo stesso modo sono decisa a non aprire gli occhi, troppa la paura che facendolo tutto potrebbe rivelarsi solo un sogno e svanire.
Il nostro bacio resta a mezz’aria quando Red sembra, con non poca difficoltà, recuperare la lucidità e con gli occhi fissi su di me, dice
-Sei sicura di quello che fai?- la domanda è solo sussurrata e in questo momento sembra lui l’insicuro, ma io capisco che è quello che vuole e che in realtà si preoccupa solo per me, per le conseguenze che ci saranno alle mie azioni. Non parlo, solo lo guardo e mi avvicino per baciarlo nuovamente…  sì sono sicura, penso. Lui immediatamente porta la mano che prima era dietro la mia nuca tra le nostre labbra, impedendo il contatto, e la sento tremare lievemente.
-Se mi bacerai di nuovo, non sono sicuro che riuscirò ancora a fermarmi…  quindi, ti prego Lizzie, sei in tempo per tirati indietro se lo desideri-  nei suoi occhi leggo il desiderio che io non me ne vada.
Rifletto un attimo su cosa dire e mi muovo impercettibilmente prendendogli la mano ed incrociando le mie dita alle sue, lo spazio tra i nostri visi è di nuovo libero e non posso trattenermi dal fissare le sue labbra, per poi dire
-Sai Red, ti sbagli… quello di prima non era un bacio…- e dopo aver sorriso maliziosa premo più forte di prima le mie labbra alle sue; la sua reazione arriva immediata e tenendomi ben stretta dischiude la bocca per accogliere la mia, le nostre lingue si intrecciano e ballano insieme come poco prima avevano fatto i nostri corpi. Le emozioni mi travolgono e mi spingono sempre più vicina a lui, perdendo anche l’ultimo briciolo di lucidità, ma forse il raziocinio mi aveva abbandonata già da tempo, visto che mi ero innamorata di un mostro. Mi stacco un attimo da lui per riprendere fiato e con i pensieri che mi affollano la mente lo guardo e mi rendo conto che non è un mostro, ma solo Red, il mio Red… mi sono innamorata di Raymond Reddington, l’uomo che farebbe di tutto per proteggermi. Lo vedo avvicinarsi di nuovo, ma questa volta non punta le mie labbra, ma il mio collo, lasciando una scia di leggeri baci su di esso, il mio corpo vibra sotto i suoi tocchi e quando arriva all’altezza dell’orecchio destro sento un sospiro caldo e la sua  voce sussurrare
-Ora sei mia, Lizzie…- a quelle parole divento tutta un brivido e dalla mia gola esce un suono di piacere che per Red è un chiaro invito a proseguire. Alla fine sono abbandonata alla sua volontà, così mi raccoglie tra le sue braccia, alzandomi da terra e facendomi stendere sul divano del salotto dove poco prima eravamo intenti a sorseggiare i nostri drink. Lascio gli occhi chiusi per non perdermi neanche un attimo le sensazioni che la sua bocca provoca sul mio corpo, che non fa che fremere e riscaldarsi sempre di più. Con le mie braccia ancora intorno al suo collo lo attraggo verso di me, i nostri corpi si adattano perfettamente uno sull’altro. Alla fine gli porto le mani al volto baciandolo nuovamente, con più passione di prima e lascio sfuggire quella frase dalla bocca mentre ci stacchiamo per riprendere fiato
-Ti amo, Red…-
Lui si ferma un attimo e apre gli occhi, guardandomi tra l’incredulo e il divertito
-Oh Lizzie- dice accarezzandomi con dolcezza la testa e i morbidi capelli –Anche io…- confessa e si riporta su di me con tanta forza da farmi dimenticare dove sono. 

  
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