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Autore: Hibris    13/01/2009    3 recensioni
bè...è la mia prima fanfic, anche se in realtà ho preso e ri-adattato la storia da un vecchio tema. Non vuole essere un inneggio all'odio razziale, alla guerra o cose simili. Assolutamente, ho provato solo ad immedesimarmi in un padre... Non so quanto sarà credibile o ben fatta, siete avvertiti! xD
Genere: Romantico, Malinconico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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yaasir

Sono il peggior imam di Baghdad. Inshallah.

Lo so bene e non mi importa più. Nella mia moschea solo famiglie distrutte, decimate, ogni settimana conto due fedeli in meno ma, in compenso, tre fanatici in più.

Ormai lo sono anche io ormai. Fanatico, perché non  voglio, non posso perdonare.

Ma a che serve poi essere fedeli? Salva forse i nostri figli dal dolore, la mutilazione e la morte?

Li salva dalla guerra?

Salva i nostri figli dagli odiati cinesi, dai maledetti israeliti e dai demoni americani?

Li salva dai nostri stessi connazionali?

Se sono adoratori del dio sbagliato, idolatri, tutti harami figli di cagna, perché allora il nostro dio non li uccide, salvando i nostri figli?

Sarò io il pazzo che non crede più, ma…

Ha salvato i vostri figli il vostro Allah, il misericordioso?

I miei no di certo.

La mia.

 

Fatima.

Ricordo bene quel giorno, quando la tua breve vita ebbe fine, e cadde il mio cuore, finì nella buca scura col tuo corpicino. Spero ti faccia compagnia. Ora al posto del battito ogni notte sento il ritmo di un Kalashnikov che suona a morte, mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime.

A volte, che io possa morire per questo, vorrei scordarti, piccola mia.

Ma come si fa a scordare i tuoi occhi chiari, grandi, che si illuminavano ad un mio gesto? Il tuo nasino, i tuoi lineamenti delicati, la tua voce incerta di bambina alle prese con il mistero delle prime parole, il tuo dolce peso abbandonato a me nel sonno.

Oh quanto ti fidavi di me, e a torto, allora!

Ogni particolare è una pugnalata.

E’ anche colpa mia, lo so bene, e questo mi importa.

Ma ero giovane e per alcuni lo sono ancora, Fatima-Jan, spero tu possa perdonarmi.

Con la mia arroganza ti uccisi. Insieme agli americani, che il loro anti-cristo possa venire e tormentarli.

Ma ti ricordi quanto eravamo belli insieme?

Io vicino alla mamma, con la barba lunga e il turbante e la colonia che le piaceva tanto, lei splendida col burqua migliore delle feste, alta e con quel portamento fiero che mi aveva fatto innamorare e che di certo l’ha aiutata a farsi una posizione nel suo nuovo harem.

Ma soprattutto c’eri tu, la gioia dei nostri occhi, coi passetini goffi e veloci non riuscivi a stare al passo con la tua bella mamma, ricordi? Allora “su su, Yasir” mi gridavi, e io ti tenevo tra le mie braccia tutto il tempo.

Alla mamma piaceva vestirti un po’ come fossi una bambola, eri la bimba più carina di tutta Baghdad e, forse, anche la meglio vestita. Profumavi sempre, l’odore di rose si era sostituito a quello del latte. Jamila ha sempre negato di spruzzarti gocce d’essenza e forse era così eri tu che profumavi, per magia.

Ora lo so, dovevamo scappare dalla città, dal paese se necessario, tutto per salvarti.

Era solo questione di tempo, sapevo sarebbe successo.

 

Una bomba, di quelle intelligenti mi hanno detto, doveva colpire un ritrovo di taleban, peccato che casa nostra distasse appena mezzo kilometro da lì, un tragico errore, proprio un peccato; come dissero nel comunicato stampa le loro autorità.

Così ogni giorno dopo la morte di Fatima e la sua balia andavo ad ascoltare i discorsi deliranti degli  imam taleban e inspiegabilmente mi ritrovavo d’accordo con le loro scelleratezze, certo da mesi avevo perso la fede, ma questo sarebbe rimasto il mio piccolo segreto.

Dopo qualche mese iniziai anche io a prendere la parola salendo sull’altare; i miei discorsi non era tanto diversi dai loro, ora. Diventai intimo con uno dei capi, portavo ancora il lutto, i capelli mi si ingrigivano; non ero più la persona di  quattro mesi fa.

 

Mi caricano il giubbotto di tritolo, mentre rido e scherzo, sono pronto, non ho paura. Presto avrò la mia vendetta, i demoni americani pagheranno, oh sì se pagheranno. Ancora non so quale sarà il mio obbiettivo: un pullman, l’ambasciata, una cosa vale l’altra. Dicono che sono un martire della fede, una fede che sento estranea, una fede che mi ha portato via mia figlia, una fede in cui non credo più.

 

Addio Fatima-jan, spero tu sia felice nel “ paradiso degli innocenti, non ti vedrò mai più, se una giustizia divina c’è, giacerò all’inferno coi tuoi aguzzini.

Addio. Sono proprio il peggior imam di Baghdad.  Inshallah.

grazie a tutti per la lettura =D  siate clementi, è la mia prima volta! xD

_Fuoco di Fieno_

  
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