Girò
per otto volte...
Per otto volte girò il cortile
Dopo essersi infilato incastrandosi tra una logora pietra e l'altra come fa una lucertola fra le rocce roventi di sole durante una giornata di piena estate, strisciando tra quelle dure sporgenze arrivò a ritrovare la luce, quella stessa luce dalla quale ricercava riparo, non fu niente affatto gradita dal giovane pastorello, tra l'altro una pecora del suo gregge risultava dispersa, a nulla erano valsi i suoi richiami e quindi al giovanotto rimase da pensare solo un'unica possibile causa per quella mancanza.. Le aquile quelle creature indomite, potenti e voraci .. Le aquile avevano fatto banchetto di quella pecora, perdite del genere erano all'ordine del giorno in quel luogo si diceva che nel castello sul monte quelle nobili bestie trovassero riparo e lui senza volerlo si era scoperto nel loro nido..
Il sole martellava sulla sua povera testa e quindi vedendo quella fessura tra le rocce non aveva perso tempo alcuno ad inoltrarcisi all'interno, trovando il tanto sospirato refrigerio e scoprendo suo malgrado la tana delle aquile, glielo dissero i suoi piedi quando scricchiolii di ossa spezzate ne percorsero la pianta, glielo dissero gli occhi quando vide il bianco degli scheletri insozzare il giardino dagli otto lati uguali, glielo dissero le sue narici quando arrivarono a recepire l'olezzo di residui di vello e carne.
Ed assistette ad una macabra morte
Quella della sua pecora
Un corpo venne scaraventato al centro del giardino, uno schiocco ed un belato sofferente fu quanto seguì poco dopo l'impatto col terreno, alzò lo sguardo e vide tre enormi aquile volteggiare maestose in circolo sopra alla vittima, dapprima l'anello composto dai corpi di quelle magnifiche creature si poteva a malapena distinguere come tale poi mano a mano i circoli presero a restringersi sempre più verso il mezzo, lasciando al centro il povero agnello, infine planarono feroci, come solo gli uomini sanno fare, sul corpo dell'agnello..
I robusti becchi, gli artigli arcuati ne demolirono la carcassa in pochi minuti, una delle aquile afferrò i posteriori, la seconda mantenne fermamente gli anteriori, si misero a tirare ognuna dalla parte opposta all'altra mentre la terza tramite il becco ad uncino apriva il morbido ventre della vittima disperdendone così le viscere a terra..
lo strazio dell'agnello finì e si ridusse al silenzio, interrotto solo dalle lacerazioni e dal frantumarsi dello scheletro, le aquile consumato il proprio pasto abbandonarono i poveri resti e si librarono di nuovo in volo stridendo soddisfatte e con le pance piene.
il pastorello assicuratosi della lontananza di quelle terribili e letali bastie uscì allo scoperto osservò attorno a se l'imponente struttura e purtroppo non si accorse di dove le sue mani si erano andate ad appoggiare, una minuscola crepa nel granito..
La tana di una tarantola bestiola assai facile all'ira e con un incredibile arma di difesa, il morso velenoso..
Venne morso da una tarantola il giovane pastorello..
venne morso da una tarantola e solo, tutto solo, iniziò il proprio delirio
Si dibatteva il giovane pastorello si dibatteva senza freno
Senza freno girava a vuoto il cortile
girò a vuoto senza freno
Otto giri fece a vuoto del cortile
Otto giri..
Otto giri prima di perdere conoscenza
Otto giri...
Girò per otto volte
Otto volte girò quel cortile
Cadde a terra il giovane pastorello, gli occhi spalancati
Gli occhi spalancati di giada la pupilla che tremolava la bava che colava dalla bocca fino al mento e nessuno assistette al suo tormento
Da solo..
era da solo il giovane pastorello
da solo in un mare di ossa ed erba
In un cortile dagli otto lati infiniti
Infinito come un girotondo
Per lui che a malapena sapeva contare fino a 100...
Per otto volte girò il cortile
Dopo essersi infilato incastrandosi tra una logora pietra e l'altra come fa una lucertola fra le rocce roventi di sole durante una giornata di piena estate, strisciando tra quelle dure sporgenze arrivò a ritrovare la luce, quella stessa luce dalla quale ricercava riparo, non fu niente affatto gradita dal giovane pastorello, tra l'altro una pecora del suo gregge risultava dispersa, a nulla erano valsi i suoi richiami e quindi al giovanotto rimase da pensare solo un'unica possibile causa per quella mancanza.. Le aquile quelle creature indomite, potenti e voraci .. Le aquile avevano fatto banchetto di quella pecora, perdite del genere erano all'ordine del giorno in quel luogo si diceva che nel castello sul monte quelle nobili bestie trovassero riparo e lui senza volerlo si era scoperto nel loro nido..
Il sole martellava sulla sua povera testa e quindi vedendo quella fessura tra le rocce non aveva perso tempo alcuno ad inoltrarcisi all'interno, trovando il tanto sospirato refrigerio e scoprendo suo malgrado la tana delle aquile, glielo dissero i suoi piedi quando scricchiolii di ossa spezzate ne percorsero la pianta, glielo dissero gli occhi quando vide il bianco degli scheletri insozzare il giardino dagli otto lati uguali, glielo dissero le sue narici quando arrivarono a recepire l'olezzo di residui di vello e carne.
Ed assistette ad una macabra morte
Quella della sua pecora
Un corpo venne scaraventato al centro del giardino, uno schiocco ed un belato sofferente fu quanto seguì poco dopo l'impatto col terreno, alzò lo sguardo e vide tre enormi aquile volteggiare maestose in circolo sopra alla vittima, dapprima l'anello composto dai corpi di quelle magnifiche creature si poteva a malapena distinguere come tale poi mano a mano i circoli presero a restringersi sempre più verso il mezzo, lasciando al centro il povero agnello, infine planarono feroci, come solo gli uomini sanno fare, sul corpo dell'agnello..
I robusti becchi, gli artigli arcuati ne demolirono la carcassa in pochi minuti, una delle aquile afferrò i posteriori, la seconda mantenne fermamente gli anteriori, si misero a tirare ognuna dalla parte opposta all'altra mentre la terza tramite il becco ad uncino apriva il morbido ventre della vittima disperdendone così le viscere a terra..
lo strazio dell'agnello finì e si ridusse al silenzio, interrotto solo dalle lacerazioni e dal frantumarsi dello scheletro, le aquile consumato il proprio pasto abbandonarono i poveri resti e si librarono di nuovo in volo stridendo soddisfatte e con le pance piene.
il pastorello assicuratosi della lontananza di quelle terribili e letali bastie uscì allo scoperto osservò attorno a se l'imponente struttura e purtroppo non si accorse di dove le sue mani si erano andate ad appoggiare, una minuscola crepa nel granito..
La tana di una tarantola bestiola assai facile all'ira e con un incredibile arma di difesa, il morso velenoso..
Venne morso da una tarantola il giovane pastorello..
venne morso da una tarantola e solo, tutto solo, iniziò il proprio delirio
Si dibatteva il giovane pastorello si dibatteva senza freno
Senza freno girava a vuoto il cortile
girò a vuoto senza freno
Otto giri fece a vuoto del cortile
Otto giri..
Otto giri prima di perdere conoscenza
Otto giri...
Girò per otto volte
Otto volte girò quel cortile
Cadde a terra il giovane pastorello, gli occhi spalancati
Gli occhi spalancati di giada la pupilla che tremolava la bava che colava dalla bocca fino al mento e nessuno assistette al suo tormento
Da solo..
era da solo il giovane pastorello
da solo in un mare di ossa ed erba
In un cortile dagli otto lati infiniti
Infinito come un girotondo
Per lui che a malapena sapeva contare fino a 100...