Libri > I Regni di Nashira
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Autore: _Star_Fire_    23/06/2015    0 recensioni
Questa fic l'ho scriita da piccola. É l'infanzia di Talitha e Lebitha(alcune cose sono mischiate al film di Frozen,perché Anna e Elsa mi ricordano molto le due protagoniste;),anche se so che Licia Troisi ha pubblicato anche un capitolo originale su questo argomento.
La mia é un pò diversa,e forse alcune cose non torneranno,ma cercherò di correggerla:). Scusate in anticipo per la mancanza dell'htlm,ancira non ho scoperto come averlo:(. Spero che vi piaccia
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lebitha, Megassa, Saiph, Talitha, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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[Pov Lebitha] Era al piano degli schiavi quando senti il pianto di un neonato. Da poco era nato il figlio della sua balia, un piccolo femtita con due occhioni vispi: Saiph. La contessina spesso andava da lui a fare visita, e a farlo giocare un po. Ma quel giorno il pianto che sentì non era quello di un piccolo femtita. Corse subito ai piani alti, e poi al piano delle camere e si buttò dentro quella di sua madre. Altre femtite erano intorno al letto, e le paravano la vista. Dovette aspettare una decina di minuti prima di poter scongere, in braccio a sua madre, una cosina rosa e calda avvolta in un panno bianco. A volte quella cosina si muoveva e strillava. Una sorellina. Una sorellina con in testa un ciuffo di capelli rossi, come i suoi. Passarono circa un paio di minuti prima che suo padre si accorgesse di lei: "Lebitha! Vattene subito e non tornare in queta stanza. Non è posto per te!" Lebitha dovette andarsene. Per quattro settimane non vide più la bambina appena nata. Stava sempre in camera con sua madre. Non la facevano mai uscire, non gliela facevano mai vedere. Perché? Aveva fatto lei qualcosa per cui doveva essere punita? La bambina stava male? Aveva solo una certezza: era viva. La notte spesso la sentiva piangere e la svegliava.------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Passarono 8 mesi. E in quegli otto mesi Lebitha vide sua sorella solo 10 volte, per pochissimo tempo. Passavamolto tempo giù, nelle cantine, dove Saiph aveva compiuto un anno e aveva imparato a camminare. Nonostante la contessina si divertisse molto a stare con il piccolo femtita che ogni giorno imparava cose nuove, sentiva la mancanza di una sorella. La notte spesso apriva la finestra, e, guardando il grande Talareth illuminato dalla luna, ripensava al giorno in cui per la prima volta aveva visto quella piccola cosina rosa e fragile, fantasticando sul nome che le era stato dato: Non lo sapeva.----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Talitha uscì dalla camera di sua madre quando già sapeva camminare, il giorno del suo primo compleanno. Lebitha non la vedeva da due mesi: cavolo se era cambita! Era cresciuta un sacco. Per la prima volta, dopo un anno d attesa, Lebitha poté prendere in braccio la sua sorellina, che non appena la vide le corse incontro con le sue gambette cicciottelle, come se la conoscesse già. Sapeva di latte. A Lebitha non era mai piaciuto quell odore, ma addosso a Talitha le sembrò il profumo più bello del mondo. Si rese conto fin dal primo momento che avrebbe amato tantissimo quella bimbetta con gli occhi verde prato, e non vedeva l ora di presentarla a Saiph. ------------------------------------------------------------------------------------------- Anche il piccolo servo fu felice di conoscere una nuova amica. La madre di Saiph prese a far da balia anche a Talitha, visto che da quando l aveva fatta uscire da camera sua, la contessa dedicava alla figlioletta il minimo indispensabile. Aveva fatto così anche con Lebitha, le spiegò la balia: il primo anno di vita lo passavano in quella grande camera, al sicuro da malattie e contatti estranei. Il giorno del primo compleanno le contessine escono dalla stanza, e vengono affidate ad una balia. La madre si prende poca cura di loro, per esempio le mette a letto. Dal secondo anno le contessine saranno praticamente abbandonate dai genitori. "Un comportamento da animali" pensò Lebitha. Vedeva pochissimo sua madre e ancora meno suo padre, che si faceva vivo praticamente solo ai pasti o per infliggerle punizioni. "Che dovranno fare di così importante? Così importante da non guardare le loro figliole in faccia?" Lebitha era sempre confusa su questo. La sua famiglia ora era quella di Saiph, più sua sorella. Quando il conte e la contessa non c'erano quei tre combinavano di tutto di più. --------------------------------------------------------------------------------------------- La marachella peggiore la misero in atto il giorno del quarto compleanno di Talitha. La contessina amava i dolci, e Lebitha spesso la invidiava, perche sua sorella era venuta su magra, solo le cosce erano rimaste grassottelle come le aveva da piccola. Lebitha invece era più robusta, anche se non definibile grassa. Quel giorno suo padre aveva una riunione con i sovrani del regno della Primavera. Il re e la regina erano molto raffinati di gusti, e visto che erano di grado più elevato del loro, il conte ne approfittò per preparare una vasta gamma di dolci, di tutti i tipi:cioccolato, fragole, rum, caffè, crema con sfoglie... La contessina festeggiata pensò che tutti quei dolci erano per lei. E così pensavano anche il suo amico e sua sorella. Talitha non resistette. Doveva assolutamente mangiare quelle leccornie,anche se sapeva bene che senza il consenso del padre sua sorella non avrebbe mai acconsentito. Quindi si ritirò furtivamente nei piani alti del palazzo, e stette nascosta lì per un po. Quando, spiandoli, si rese conto che Lebitha e Saiph la stavano cercando corse da loro. Con un sorriso furbo disse "Nottlo padle ha detto che li potemo mangiae i dolci. " e guardò Saiph di sottecchi. Talitha sapeva che anche lui andava matto per i dolci. E la domanda che la bambina aspettava arrivò: "Magai possiamo andae un minutino oa, no?" Talitha non esitò. Prese il suo amichetto per un polso e lo trascinò nella Sala Grande. Lebitha li seguì, in fondo anche lei aveva un debole per le torte.------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Difronte a loro stava un grande tavolo pieno zeppo di roba. Talitha e Saiph non ci arrivavano. Lebitha, che aveva quasi dieci anni, qualcosa riuscì ad afferrare. Talitha disse alla sorella di prenderle una torta alla frutta, che però era più lontana dalla portata di Lebitha. Ma la contessina lo stesso decise di accontentarla:anche lei voleva dare un morso a quella grande torta. Afferò qualcosa. Tirò verso di lei con forza, troppa forza. La tovaglia immacolata cascò su di loro, trascinando con se una buona parte dei dolciumi. La torta alla frutta cascò sopra a Saiph. Talitha era tutta sporca di cioccolato, con un graffio sul braccio. A Lebitha cadde sui lunghi capelli appena lavati una ciotola intera di punch violaceo, dal naso colava sangue. La sorellina si mise a urlare vedendo una cosa rossa che gocciolava sul pavimento dal suo braccio. Saiph riemerse da sotto un grande piatto ormai rotto con la faccia piena di panna, un labbro spaccato. Lebitha non ci fece caso. Non sentiva il bambino che spostava i piatti per rimettersi in piedi, la sorella che strillava per il bruciore del taglio. Guardava smarrita l enorme catasta di torte e ciotole che stava davanti a lei, e le arrivava all ombelico. Era tutta colpa sua. Suo padre sarebbe stato lì a momenti. Avrebbe anche potuto ucciderli tutti e tre: erano quattro mesi che progettava quel pranzo.----------------- La contessina si riscosse, decisa a prendere i bambini e a portarli nei piani degli schiavi, dove avrebbero potuto nascondersi. Mosse un passo veloce, ma venne subito bloccata da qualcuno che la tirò per la lunga treccia appiccicosa che le arrivava fino al sedere. Si girò di scatto. Suo padre. Lebitha sentì che non c'era più nulla da fare. Scoppiò in lacrime. Il conte tenne stretta per i capelli la figlia più grande, e trascinò la più piccola verso di lui afferrandola con forza per il braccio sanguinante. Talitha lanciò un urlo acuto, e a Lebitha sembrò di avere il cuore stretto in una morsa. Sentendo lo strillo suo padre alzo di peso, sempre tenendola per il braccio, la piccola e le urlò in faccia di stare zitta. La bambina trattenne il fiato per lo stupore. Quella sgridata non se la asapettava. Quando il conte la ributtò giù iniziò a singhiozzare con forza, spaventando la povera Lebitha che non poteva fare altro che pregare la dea Mira. La contessa entrò preoccupata nella sala. Non appena la vide Talitha ricominciò ad urlare aprendo e chiudendo la manina del braccio libero e chiamando con tono di supplica " Mamma, mamma!" La contessa corse verso di lei con le braccia aperte, e non appena vide il sangue per terra lasciò due lacrime cadere. "Amore mio! Che ti hanno fatto!" Quando stava per raggiungere le figlie il conte si girò con rabbia, tirando i capelli a Lebitha che emise urlo soffocato. Tirò un calcio nel ventre della moglie, che avrebbe pisciato sangue per una settimana. La contessa cadde a terra con un grido, svenendo. Invano l'uomo le urlò "Ti avevo detto di stare lontana da loro!" Lebitha capì solo allora che sua madre non stava lontana da loro volontariamente. Non potè trattenersi :"Madre!" La voce della contessina riecheggiò nella sala. Per un attimo Talitha smise di piangere. Poi però ricominciò, più forte di prima. Le urla impaurirono il piccolo Saiph, che si nascose sotto il tavolo. Ma prima di afferrare la figlia maggiore, il conte si accorse anche del femtita, e ordinò all attendente che stava con lui di afferrarlo e di portarlo al suo cospetto. Così l uomo fece: si chinò sotto la tavolata e afferrò Saiph per la casacca, trascinandolo fuori. "E tu? Sporco moccioso che ci facevi nelle mie sale?!" gli gridò Megassa. Alzò la testa e guardò l attendente,un talarita di mezza età. "Vai a chiamare Varish. Digli di dare una bastonata con la Pietra a questo schiavo ficcanaso." "No ti prego!" Disse piano Lebitha. "No? Perché no?" Ribattè il conte con una voce gentilmente provocante e con un sorriso falso, che innervosirono la contessina ancora di più.Si sentì scoppiare il cuore nel petto. Lebitha non rispose e abbassò lo sguardo. "Anche voi due assisterete alla bastonata" dichiarò il conte con freddezza riferendosi alle figlie. Lasciò braccio e capelli e si allontanò. Arrivato alla grande porta per uscire ordinò all attendende di portare in camera la moglie, ancora sdraiata per terra. L uomo trascinò verso la contessa anche Saiph, che lanciò uno sguardo impaurito alle amiche. Talitha ricambio. Lebitha restò con gli occhi fissi a terra ed un pensiero che le lacerava la mente: "È tutta colpa mia". L attendente del conte non fece in tempo a chiudere il portone della sala che già un altro entrò dentro, e prese le contessine per un braccio, trascinandole in camera loro, dalla quale in due giorni usciranno solo una volta: per assistere alla punizione di Saiph. Talitha ricominciò invano a chiamare la madre, dibattendosi. Lebitha non oppose resistenza. Lacrime di rabbia iniziarono a solcarle le guance.
   
 
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