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Autore: hapworth    13/01/2009    1 recensioni
Rukawa l’aveva guardato, come al solito, con sufficienza e poi dopo una delle sparate da Tensai gli aveva detto – Ma almeno io me ne andrò da sta merda di Paese per realizzare il mio sogno. Mi hanno chiamato finalmente: parto tra tre settimane – e il mondo gli era crollato addosso, il pensiero di non poterlo vedere più lo faceva sentire terribilmente inutile.
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Finita da poco una ff eccomi già che ne comincio un’altra!

Mah non ho ancora idea di come si evolverà la storia dato che ho scritto questo primo capitolo di getto... spero solo che non risulti una schifezza ^^ come al solito mi scuso per la trama poco originale -.-

Ovviamente è una HanaRu e qui non ci piove quindi siete avvisati... beh che posso dire se non buona lettura alle menti ignare che cominceranno a leggere sto robo?

 

Non andare via

01. Ho deciso e così sarà [ma mi manchi già]

- Hana sei sicuro? – Yohei fissava preoccupato il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi color castagna mentre quello annuiva – Si Yo... non ho alternative, devo farlo... per me ma soprattutto per lei – affermò con lo sguardo deciso ma con l’ombra di sofferenza che solo il suo migliore amico aveva avuto l’onore di vedere.

Gli scappava da ridere: il Tensai che doveva lasciare tutto e tutti, oh sapeva che non avrebbero sentito la sua mancanza, certo che lo sapeva! Ma continuava ad illudersi che loro sarebbero stati un po’ dispiaciuti... lo sperava davvero... solo così avrebbe trovato la forza di fare quel passo.

Da tempo sapevano che sua madre doveva sottoporsi a delle cure mediche speciali, era stata sempre di natura cagionevole lei, difetto che per fortuna non aveva trasmesso al figlio che, al contrario di lei, godeva sempre e comunque di ottima salute. O almeno apparentemente.

Mito Yohei sapeva perfettamente quanto Hanamichi avesse terrore di scoprire il perché sua madre in quell’ultimo periodo stesse così male... ma per farlo sarebbero dovuti andare all’estero per almeno due settimane se non un mese, e il rosso non se la sentiva, anzi, non voleva lasciare il club di Basket per così tanto tempo.

Non che fosse così determinante nelle partite la sua presenza, anzi, di solito era più un peso che altro e glielo avevano fatto notare, tutti quanti, il suo essere sempre e solo una presenza inutile, superflua. Ma quando giocava si sentiva parte di qualcosa, non che la sua Armata fosse meno importante, ma loro erano gli amici di una vita, i suoi compagni di sempre.

Invece la squadra, il Basket era un’altra cosa... era ormai diventata la sua passione, la ragione per cui continuava a lottare e ad incitare sua madre e a dirgli che presto sarebbero potuti andare a risolvere quella sua salute troppo gracile.

E poi c’era lui: Kaede Rukawa, il suo rivale, la persona che più odiava al mondo ma che allo stesso tempo ammirava più di ogni altro... la persona che gli dava sempre la grinta per andare avanti e migliorare, seppure inconsapevolmente.

Hanamichi aveva già accettato di essere attratto da lui dal suo essere taciturno e solo, incredibilmente solo... come lo era stato lui prima di incontrare Yohei... come era stato prima di imparare a fare lo sbruffone perché era più facile ricoprirsi di ridicolo che ammettere che effettivamente, si, aveva bisogno di aiuto... ma Mito l’aveva capito e gli aveva sorriso dicendogli – Puoi anche smettere con me di essere quello che non sei... e piangere – e allora si era sfogato, aveva pianto e poi sorriso.

Yohei c’era sempre stato, era un fratello per lui, il suo fratello maggiore nonostante la differenza tra le loro altezze... ma a Mito piaceva sentirsi il più grande, il maturo e aiutare il suo fratellino, aveva sempre fatto del suo meglio... anche quando Hanamichi era corso da lui in lacrime dichiarandogli di essere un invertito solo perché gli piaceva Rukawa... e allora Yohei gli aveva accarezzato i capelli rossi sorridendo e aveva detto – Il vero crimine non è te che sei gay, sei solamente innamorato e non c’è niente di sbagliato, qualunque persona tu ami... ma quello che mi da fastidio è che Rukawa non vede nemmeno il suo naso... – e avevano riso per quell’ovvietà.

Si Yohei aveva sempre dato tutto se stesso per il suo fratellino... e lo stava facendo anche ora. Anche adesso che Hanamichi soffriva al pensiero di non poter vedere quella Volpaccia per chissà quanto... non importava se lo insultava o non lo vedeva nemmeno, se si picchiavano... lui amava Rukawa e basta. Non c’era un perché e non si poteva cambiare.

Ma Dio solo sa quanto avrebbe voluto non esserne innamorato in quel momento... era vero che sarebbe dovuto partire, era vero che non l’avrebbe visto per parecchio tempo... ma poi aveva scoperto quello. Rukawa l’aveva guardato, come al solito, con sufficienza e poi dopo una delle sparate da Tensai gli aveva detto – Ma almeno io me ne andrò da sta merda di Paese per realizzare il mio sogno. Mi hanno chiamato finalmente: parto tra tre settimane  e il mondo gli era crollato addosso, il pensiero di non poterlo vedere più lo faceva sentire terribilmente inutile.

Non sarebbe mai stato capace di dichiararsi, sapeva benissimo che Rukawa lo avrebbe rifiutato in qualunque caso e la colpa era anche sua. Lui che lo insultava in tutte le maniere, che si comportava da megalomane e non faceva emergere  il suo vero essere perché troppo impaurito dalla reazione degli altri... non voleva la loro pietà e non voleva nemmeno che lo considerassero un debole.

Poi il giorno prima quella chiamata: la visita che aspettavano da anni finalmente era stata fissata, poco importava se dovevano andare dall’altra parte del mondo, avevano atteso e sperato nell’arrivo di quella chiamata e non potevano rinunciare.

Sarebbero dovuti partire il giorno dopo e probabilmente non avrebbe fatto in tempo a salutare per l’ultima volta la Volpe... e così aveva preso la decisione di salutarlo il giorno prima della sua partenza, in fondo non lo avrebbe più visto e non avrebbe dovuto dargli spiegazioni per le parole senza senso che di sicuro avrebbe detto.

Salutò Yohei e si preparò mentalmente a quello che stava per fare... sperando solo di non fare troppo la figura dell’idiota e riuscire a dire davvero tutto quello che voleva dire.

Continua...

 

Fine del primo capitolo! Oddio che robo terribile... spero solo di non aver ucciso nessuno con sto affare...

Al prossimo capitolo!

By athenachan

 

   
 
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