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Autore: AlisonFabray    23/06/2015    1 recensioni
”Seduta nella sua stanza, Quinn ricordava ogni cosa. E non le sembrava ancora possibile il fatto che Finn Hudson fosse morto. «Perchè lui. Perchè non io e lui sì?» Quinn si tormentava con questa domanda da giorni, ma sfortunatamente non riusciva a darsi pace, non trovando una risposta giusta“
Friend!Fuinn || Accenni Quinntana || Quick ♡
Piccola One-Shot incentrata sul personaggio di Quinn e la sua reazione alla morte di Finn. Perché non ho davvero sopportato l'assenza di Dianna nella puntata dedicata a Cory, ed ho deciso di risolvere la cosa a modo mio.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Finn/Quinn, Puck/Quinn, Quinn/Santana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Seduta nella sua stanza, Quinn ricordava ogni cosa. E non le sembrava ancora possibile il fatto che Finn Hudson fosse morto. Perchè non era qualcosa di sensato, non era giusto. Finn era il ragazzo che era sempre disponibile ad aiutare tutti. Finn era il ragazzone che spiccava tra gli altri non solo per la sua altezza, ma per il suo incredibile cuore. Finn era il ragazzo che era riuscito a fare una differenza in quella scuola, e non meritava di morire. Era tra le persone che lo meritavano di meno, tra i ragazzi del Glee. Perchè lui. Perchè non io e lui sì? Quinn si tormentava con questa domanda da giorni. Perchè lei di cose di cui non andava fiera ne aveva fatte eccome. Aveva tradito non uno, ma ben due ragazzi, era rimasta incinta a sedici anni andando contro ad ogni giuramento che aveva fatto, aveva poi abbandonato la sua bambina, aveva trattato male tante di quelle persone durante i suoi anni di liceo, e per quanto ci provasse ad essere buona, finiva sempre per ferire tutti quelli che la circondavano. Erano questi i pensieri che le affollavano la testa da giorni. Perchè non io e lui sì?




Stava cercando una canzone con un importante significato da cantare al Glee Club il giorno dopo, alla giornata in memoria di Finn che aveva deciso di organizzare il professor Schuester. Le scoppiava la testa, perchè proprio non se la sentiva di cantare davanti in quell'aula per Finn. Perchè proprio quella stanza raccoglieva i migliori ricordi della sua vita, e non voleva legarla in modo definitivo alla perdita del suo migliore amico. E poi non riusciva ancora ad accettare la sua morte. Era più forte di lei. Al suo funerale, era rimasta in disparte mentre i nuovi ragazzi del Glee insieme a Kurt, Santana, Mercedes, Mike, Tina , Sam, Blaine e Puck cantavano Seasons of Love. Lei non aveva trovato la forza per farlo. Era rimasta seduta, e piangeva. Piangeva perchè si sentiva uno schifo, piangeva perchè le mancava la sua adolescenza, piangeva per Finn. Perchè non avrebbe mai più rivisto il suo sorriso, non avrebbe più sentito le sue braccia intorno a lei e non avrebbe più sentito la sua risata. 




«Quinn, le tue amiche sono arrivate»

La mamma la stava chiamando dal piano di sotto, eppure non aveva la forza di alzarsi dal letto ed andare ad accoglierle come si deve. Non aveva la forza di fare niente, in quei giorni. Santana e Mercedes entrarono subito in camera sua, non sorprese dal fatto che la ragazza non avesse mosso un dito. Sapevano quanto stava soffrendo, perchè loro si trovano nella sua stessa identica situazione. Si abbracciarono tutte e tre in silenzio, senza dire nulla. Non c'era bisogno di parlare per esprimere ciò che stavano provando.

«Allora Fabray, che canterai domani al Glee Club ? La tua voce da canarino è rimasta in gabbia per troppo tempo, non credi?» Santana era fatta così. Lei non si faceva abbattere da nulla. O per lo meno, riusciva a non far vedere il suo dolore. 

«Stavo pensando ad "I'll Stand by You" Finn la cantava all'ecografia di Beth, quando ancora credeva di essere il padre. Mi sembrava una canzone con un significato importante da dedicargli» Era per digli grazie. Perchè lui per lei c'era stato in ogni occasione, anche quando non lo meritava. E ci avevano messo tempo per capire che non erano destinati a stare insieme come coppia ma che erano perfetti come amici. Finn era l'unico, insieme a Puck, che l'aveva capiva davvero. Che riusciva a vedere attraverso la maschera che mostrava sempre a tutti, e a conoscere la vera Quinn Fabray. 

«È davvero perfetta Quinn» Mercedes le posò una mano sulla spalla, e le sorrise in modo gentile «Io non penso di riuscire a cantare domani. Scoppierei a piangere davanti a tutti, e poi non ho idea per la canzone»

«Io mi sono davvero impegnata per Hudson. Ho cercato tra mille canzoni, e penso di aver trovato quella giusta. E poi ho anche scritto un discorso, non voglio fare la stronza come al solito» Quinn guardò Santana commossa. Anche lei sembrava sul punto di piangere, eppure non avrebbe ceduto così facilmente. Sapeva quanto la ragazza fosse legata a Finn, proprio come lei, perchè lui era il migliore amico di entrambe. 

Restarono in camera a parlare per ore, poi Mercedes tornò a casa. Santana invece rimase per un altro po'. Era mezzanotte ed avevano entrambe in mano un bicchiere di vino rosso, e avevano già buttato giù un intera bottiglia. 

«Lo sai Fabray che l'ultima volta che ci siamo ubriacate insieme siamo finite per fare sesso?»

«Oh Lopez, ti piacerebbe»

«No ! Non a me, penso solo che Hudson da lassù avrebbe un bello spettacolo a cui assistere»

Le due ragazze risero a crepapelle. Un po' per l'alcol di troppo che scorreva nel loro corpo, un po' perchè ridere era sempre meglio che scoppiare a piangere.

«Ce lo meritavamo molto di più noi, lo sai vero?»

Santana annuì «È il pensiero che mi assilla fin da quando mi sono accorta che fosse morto davvero. Se doveva morire qualcuno, allora era più giusto che morissimo noi due»

La ragazza tornò a casa verso le due, lasciando una Quinn sola, disperata e ubriaca alle prese con i suoi mille pensieri




Il mattino dopo, fu svegliata da sua madre che le ricordava il fatto che dovesse andare a scuola. Eppure Quinn non ce la faceva. Non ne aveva la forza. Affrontare i corridoi di quella scuola, passare davanti al suo armadietto, entrare in aula canto. Era troppo doloroso, e non si sentiva ancora pronta. Inviò un messaggio a Mercedes. "Canta al mio posto oggi, io non ce la faccio " La sua versione di I'll Stand by You sarebbe sicuramente piaciuta di più a tutti, e sopratutto a Finn. Perchè Mercedes aveva una bellissima voce, mentre lei? Lei era la ragazza che in tutto in quel Glee Club aveva cantato solo tre o quattro assoli. 




Passò il pomeriggio nel letto, a piangere e rivedere vecchie foto. Come potevano ancora esistere le Nuove Direzioni, se Finn non c'era più ? Il loro leader, il loro capitano. Senza di lui non avevano alcun motivo di esserci. Per portare avanti i sogni dei ragazzi del McKinley Era questo che faceva il Glee. Insegnava a sognare. Eppure tutti i sogni che Quinn aveva avverato grazie a quel club e ai suoi amici, ora le sembravano completamente insulsi, davanti alla morte del suo migliore amico. 




«Quinn, c'è qualcuno qui per vederti. Lo faccio salire o scendi tu?»

Erano le nove di sera, ed la ragazza non aveva mangiato nulla per cena. Neanche per pranzo, ad essere precisi. Si era limitata a restare tra le coperte e legarsi ai vecchi ricordi di liceo. Strano, perchè se qualcuno le avesse detto due o tre anni prima che camminare per i corridoi del McKinley un giorno le sarebbe mancato, lei avrebbe riso di gusto. Si aspettava che fosse venuta a trovarla Santana, che l'avrebbe attaccata per non essersi presentata a scuola, o magari Mercedes. Quindi si stupì di ritrovarsi sulla soglia della porta Noah Puckerman. E fu subito assalita da un terribile senso di colpa, perchè lei a lui non ci aveva pensato per niente. Eppure Finn era importante per Puck quanto lo era per Quinn, se non di più.

«Hey»

«Hey»

«Che ci fai qui Puck?»

«Non eri a scuola oggi, e poi Mercedes ha cantato "I'll Stand by You". So per certo che non può essere stata una sua idea - si fermò per prendere fiato, e poi riprese a parlare -Volevo assicurarmi che stessi bene»

«Ti sembro una che sta bene?» In condizioni normali, non si sarebbe mai e poi mai fatta vedere da un ragazzo in quello stato: indossava un vecchio pigiama spiegazzato, i suoi capelli erano inguardabili, completamente arruffati e intrecciati, e non le serviva guardarsi allo specchio per capire che il suo viso era un disastro: il mascara colato probabilmente la faceva sembrare come se si fosse rotolata nel fango, e i suoi occhi erano gonfi a causa del pianto. Ma il ragazzo davanti a lei era Puck. Come poteva vergognarsi? Era il ragazzo che era restato con lei in sala parto, che l'aveva aiutata a rialzarsi da ogni situazione difficile e che la conosceva davvero, meglio di chiunque altro. Non poteva provare alcun imbarazzo, davanti a lui. 

Lui le si avvicinò e si mise a sedere al suo fianco. Le strinse la mano, e Quinn vide nei suoi occhi lo stesso dolore che stava provando lei. E questo le diede la forza di spingersi più verso di lui e appoggiare il viso sulla sua spalla, mentre lui le cingeva la vita con il braccio. Restarono in silenzio per molto tempo, perchè non serviva parlare. Si capivano in silenzio, lei e Puck.

«Spiegami perchè io e te riusciamo a stare nella stessa stanza in modo civile solo quando uno di noi due sta soffrendo» Quinn capì subito le parole del ragazzo. Aveva ragione. Ricordava bene quando lui era riuscito a capirla, nel periodo in cui rivoleva sua figlia indietro, o quando lei gli aveva dato la forza di passare il test di geografia e diplomarsi. 

«Perchè uno di noi riesce sempre a salvare l'altro, giusto?»

«Ma questa volta stiamo entrambi messi male, lo sai vero?»

«Ci salveremo a vicenda. Come sempre»

Passarono la serata così. Abbracciati, a rievocare momenti della loro vita al liceo. A ricordare Finn. Perchè lui era il migliore amico di entrambi. Perchè lui era stato il primo a vedere il meglio in entrambi. Perchè lui li aveva perdonati, nonostante quello che gli avessero fatto. Perchè lui era Finn Hudson, e non potevi che voler bene a Finn Hudson. 

E stretta tra le braccia di Puck, Quinn si rese conto che Finn era morto davvero, e che non poteva più tornare indietro. Ma invece della solita domanda, la sua testa formulò un nuovo pensiero, doloroso, certo, ma che la ragazza aveva bisogno di esprimere.




Addio, Finn
  
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