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Autore: Alls    23/06/2015    1 recensioni
Loena de picch, Loena de coer
Loena che segna i cart e poe messéda el mazz
Loena redunda, Loena pelanda
Loena che sculta tucc e parla cun nissoen
Loena che sculta tucc e parla cun nissoen.
Anni dopo la guerra tornare a casa e ritrovarsi, diversi da come ci si era lasciati, ma con lo stesso amore, finalmente insieme. Una piccola Dramione senza troppe pretese.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Buooooonsalve lettori,
premetto dicendo che è la mia prima storia. E che dovrete perdonarmi se farà schifo, ma sono mesi e mesi che questa storia mi ronza in testa. Non riuscivo più a sentire questa canzone senza vedere i personaggi formarsi nella mia mente, era un tormento incredibile capitemi.
Dovevo scriverla e togliermela dalla testa.
Ora può anche non leggerla nessuno, ma io DOVEVO scriverla. Ne andava della mia sanità mentale.

Sì, è una Dramione, chiedo scusa a coloro che non amano questo paring, ma io lo amo, non potevo fare altro che scrivere di loro. Come ogni Dramione che si rispetti è un OOC, ma pesante. Mi scuso con la zia Row per aver cambiato i suoi personaggi, ma non me ne vogliate, assomigliano ancora agli originali.

Bene, io mi sono dilungata anche troppo, ma è la prima introduzione che scrivo, devo prendere le misure.
Spero vi piaccia questa mia prima creazione, se vi piace lasciatemi una recensione, se non vi piace lasciatemi una recensione, se non sapete se vi piace o meno lasciatemi una recensione. Insomma lasciatemi una recensione!

Tanto affetto per voi, (e buona lettura)
A.


-mi stavo dimenticando la cosa più importante, mentre leggete mettete come sottofondo questa canzone "Loena de picch" di Davide Van de Sfroos, è una canzone in dialetto laghèe, ma non preoccupatevi, si capisce abbastanza. Solo il ritornello potrebbe creare problemi, ma se non capite cosa dice chiedetemi e vi darò la traduzione, non so se esiste su Internet.-



"Il giorno della Colletta Alimentare

del plenilunio che lustrava la stazione

lui ritornò dal militare con l'ombrello

come una spada di San Giorgio senza il drago."

Scese dal treno e appena appoggiò il piede a terra respirò profondamente e pensò 'Sono a casa'.
Non appena prese coscienza del pensiero appena fatto si diede dell'idiota da solo: era Draco Malfoy, era nella parte Babbana della stazione di King's Cross e pensava 'Sono a casa'? Per Merlino, cosa era successo in quei ventiquattro mesi?
In realtà era molto più di quei due anni passati al distaccamento degli Auror di Firenze che aveva provocato quel cambiamento, era il sesto anno ad Hogwarts passato come spia per l'Ordine della Fenice e l' "ottavo" anno con Lei. Ma quei due anni erano stati effettivamente necessari perchè accettasse di essere cambiato.
Aveva preso ben due mezzi babbani per giungere fino a lì invece della Passaporta organizzata da Roberto, il Capo Auror di Firenze, perchè nonostante tutto temeva il ritorno a casa e aveva preferito prendersi i suoi tempi per metabolizzare il fatto che stava effettivamente tornando e due ore e mezza di viaggio erano state fondamentali per prendere certe importanti decisioni.
Una di queste era quella di passare prima al Manor per darsi una ripulita e bruciare quei vestiti nel camino: era cambiato, ma l'idea di aver passato due ore in mezzi pubblici circondato da Babbani gli metteva ancora i brividi. 

"Aveva troppe cicche in bocca e un cielo in testa

e un anello di un mercato in riva al mare"

Si smaterializzò fuori dai cancelli di Malfoy Manor e avvicinò la mano allo stemma dei Malfoy. Come a dargli il benvenuto il cancello lentamente si aprì, riconoscendo in lui il legittimo proprietario della tenuta. Dopo un attimo di esitazione varcò il cancello e si accese una sigaretta, un brutto vizio imparato dai suoi colleghi italiani. Era una notte limpida, lucida  di stelle e con una bellissima luna. Portò improvvisamente una mano al collo e sotto la camicia sentì il familiare rigonfiamento del piccolo anello di legno che aveva rubato a Lei prima di partire, perchè gli ricodasse in ogni momento cosa stava facendo e per chi lo stava facendo. Lo strinse nel pugno e sussurrò "Ora sono davvero a casa."

"Lei era stanca con due guance da conchiglia

dietro un'insegna che diceva forno a legna

sotto una pianta che perdeva foglie rosse

sotto una pianta che perdeva la pazienza"

"Giuro che mollo tutto, riuscirò a trovare un altro lavoro" pensava una ragazza appoggiata a un albero. Dopo otto mesi iniziava ad odiare quel lavoro, tornava a casa alla sera stremata dalle ore in piedi, con i capelli simili a quelli di medusa e con un odore terribile addosso. Marco, il pizzaiolo, era gentilissimo con lei, si trovava bene, ma iniziava a sentire la mancanza della sua vera vita. Una folata di vento le fece venire i brividi, infondo era ancora marzo e lei era uscita senza un cappotto, e la riscosse dai suoi pensieri. Era una fredda notte lucida di stelle e con una bellissima luna, ma doveva finire il suo turno di lavoro, andare a casa, dare da mangiare al suo piccolo micetto e fare una lunga dormita.

"Lei era stufa di guardare la sua ombra

con quella forma di bottiglia d'altri tempi

lei era stanca di ascoltare i tavolini

e di tradurre al pizzaiolo gli ingredienti"

- Hermione, il tavolo 4! Dai che hai quasi finito il turno - fu la prima cosa che sentì una volta varcata la porta del forno a legna.
- Sì, Marco! Scusami, ero un attimo in pausa. Rimedio subito - rispose.
Era diventata spenta negli ultimi due anni, era l'ombra di sè stessa, ed era stufa di essere così. Ma aveva bisogno di qualcosa che la risvegliasse e che la spingesse a rindirizzare la sua vita nel senso giusto.

"Lui non aveva neanche gli abiti d'inverno

solo una tuta come un pugile di strada

una cintura tolta via dalla divisa

gli anfibi rotti e gli occhi fissi sul menu"

Il vento lo sospinse verso l'entrata di quella piccola pizzeria italiana, che aveva scelto perchè non era ancora pronto per farsi vedere nella società magica. In una piccola pizzeria nella periferia della Londra babbana non avrebbe incontrato nessuno. Era vestito ancora leggero, come era abituato a Firenze, dove oramai era quasi primavera, non al freddo di Londra; ma aveva ancora indosso gli anfibi della divisa, suo padre l'avrebbe diseredato se l'avesse visto conciato in quel modo e la comunità magica non l'avrebbe riconosciuto, ma il modo di vivere imparato in Italia aveva radicalmente cambiato il suo modo di fare e di comportarsi. Si sedette a un piccolo tavolino vicino all'uscita e aprì il menù davanti a sè. 
- Buonasera, cosa posso portarle?
pensò di avere le allucinazioni quando sentì quella voce. Alzò la testa di scatto, quasi aspettandosi di aver confuso quella voce con quella di qualcun altro.

"Quando la vide si sentì tornato a casa

lei lo guardò e gli sorrise per metà.

Abbiamo un cielo di tessuto e silicone

un bacio in gola che ci prude dalle medie.

Lo stesso palo che sorregge i pomodori

lo abbiamo in pancia ma non lo diremo mai."

Guardarsi negli occhi dopo tutto quel tempo fu un duro colpo per entrambi e per Hermione fu come prendere una boccata d'aria dopo tanto tempo passato in apnea. Un sorriso spontaneo nacque sul suo volto e sussurrò - Sei tornato a casa finalmente.

"Sotto la luce con problemi di tensione

lei chiuse gli occhi e se lo ricordò bambino.

Lo avrebbe preso per il collo con la mano

lo stringerò finchè quel bacio ti uscirà."

Uscirono insieme dalla piccola pizzeria, finito il turno di Hermione e si fermarono sotto un palo della luce, di fianco alla macchina della donna. La luce andava e veniva lasciandoli spesso al buio, ma a nessuno dei due importava. Entrambi erano assaliti dai ricordi e dalla voglia di abbracciarsi, di stringersi fino a realizzare di essere davvero lì, insieme.

"Loena de picch, Loena de coer

Loena che segna i cart e poe messéda el mazz

Loena redunda, Loena pelanda

Loena che sculta tucc e parla cun nissoen

Loena che sculta tucc e parla cun nissoen"

Avevano avuto un destino beffardo, che si era preso gioco di loro, aveva giocato con loro dandogli le carte perfette per giocare, ma impedendogli di farlo. Si erano trovati in due schieramenti opposti, costretti ad odiarsi perchè non c'erano altre scelte, poi a combattere insieme, costringendosi ad odiarsi perchè oramai era questione di principio, era sempre stato così, che senso avrebbe avuto cambiare? Poi, finita la guerra, avevano fatto l'ultimo anno di scuola stanchi e logorati dalla guerra senza più le forze di odiarsi per un principio stabilito da altri e avevano lentamente abbassato le difese e si erano conosciuti per quello che erano. Avevano scoperto di essere in sintonia, di capirsi. Di essere fatti l'uno per l'altra.
Ma il destino ancora li aveva beffati e allontanati. La società non avrebbe mai capito come erano davvero andate le cose per Draco, cosa aveva fatto durante il sesto anno ad Hogwarts, finchè non avrebbe portato una prova tangibile della propria buona volontà. Allora era andato a studiare e a lavorare a Firenze, al Ministero della Magia italiano, dove libero dai pregiudizi aveva dimostrato il proprio valore e la propria tempra. Ma si erano dovuti dividere, con la promessa di ritrovarsi, e di poter far vivere quella intuizione di amore che avevano provato. E si erano lasciati senza nemmeno un bacio, credendo che sarebbe stato più semplice il distacco; con la decisione di vivere ognuno la propria vita, credendo di non sentire la nostalgia l'uno dell'altro; con la decisione di non scriversi, perchè l'affetto che li legava non avrebbe dovuto compromettere il lavoro di Draco. Ma era stata una decisione stupida. Se ne rendevano conto solo ora che si guardavano negli occhi.

"La lunga tavola della cena aziendale

urlava brindisi e bestemmie sorridenti"

Blaise, Theo e Pansy avevano organizzato quella sera per festeggiare il ritorno di Draco una festa al Manor. Grazie al loro ruolo di spie durante il sesto anno e l'ottavo anno passato insieme ad Hogwarts il piccolo gruppo di Serpi aveva legato con tutti (con qualche difficoltà) tanto che non sermbrava più troppo strano vederli a tavolo con Harry Potter, Ginny Weasley, Neville Paciock o Luna Lovegood. Quella sera c'erano tutti, tutti volevano salutare Draco e sincerarsi di quel cambiamento che avevano seguito sui giornali in quegli anni.

"Mancò la luce per problemi di tensione

qualcuno rise, qualcuno neanche lo notò."

Erano tutti seduti e decisamente allegri a causa di un buon numero di bottiglie di vino elfico consumato, mentre aspettavano il dolce in un clima caldo e leggermente goliardico a causa delle battute di spirito di Blaise improvvisamente saltò la luce.
- Malfoy, hai dimenticato di pagare la corrente? - disse ridendo Pansy
- Molto simpatica Pans, mangiato troppo limone stasera? Adesso torna, nel frattempo goditi l'atmosfera - le rispose e con un colpo di bacchetta accese tantissime candele che sospese attorno al tavolo lo illuminavano come se non fosse successo nulla.

"E lui la urtò mentre passava verso il bagno

lei si aggrappò per non cadere contro il muro"

Tra le sue braccia Hermione si sentì bene, come non si sentiva da anni. Si era ritrovata a lavorare in quella pizzeria perchè aveva bisogno di staccare un po'da quel mondo che la vedeva solo come la 'Salvatrice del mondo magico', che le chiedeva interviste e che la opprimeva con i suoi riflettori sparati addosso. Lei credeva invece di aver bisogno del suo tempo per metabolizzare ciò che le era accaduto: la guerra, la perdita dei suoi genitori e i morti in battaglia. In quel momento si rese conto che in realtà nulla l'avrebbe fatta sentire meglio di quel preciso istante. Allora relegò in un angolo la sua proverbiale razionalità e si strinse al suo petto.
Per un attimo temette la sua reazione, ma quando sentì le sue braccia avvolgerla come se stesse stringendo la cosa più preziosa al mondo. Sentendosi amata in quel modo si lasciò completamente andare.

"Senza più occhi, senza luce, senza dubbi,

partì quel bacio che nessuno seppe mai.

Era un incontro tra una rosa e un pipistrello

fuori dal quadro di ogni tempo fino a lì.

Solo la luna rimbalzando sopra il lago

sorrise quando poi la luce ritornò."
  
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