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Autore: Gemad    23/06/2015    1 recensioni
"La luce dei raggi solari attraversa pigramente la finestra della camera di un giovane addormentato. Quando si fosse svegliato, da lì a poco, avrebbe realizzato che quel giorno era una data speciale, quella della partenza per Hogwarts."
Provate a pensare ai figli di Harry Potter e dei suoi amici, anzi, ai figli dei loro figli. Ci siete? Bene, ora aggiungete un pericolo incombente, un pericolo che per Harry e i suoi amici è impossibile affrontare. L'unica soluzione possibile per loro è comunicare con i pronipoti, sempre che riescano a trovare un modo per mettersi in contatto con loro.
Genere: Avventura, Azione, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 4


Il resto del viaggio sull’Espresso di Hogwarts, proseguì senza alcuna rissa, nella calma più totale e tutti i Grifondoro vennero portati nei primi vagoni del treno, mentre tutti i Serpeverde dalla parte opposta, per motivi di sicurezza indispensabili. La prima cosa che i quattro artefici del “casino” causato fecero quando entrarono nel vagone dove Gary li attendeva, fu sedersi per la stanchezza causata da quel curioso “esercizio fisico”.
Passarono diversi istanti in cui tutti si guardavano negli occhi, realizzando solo in quei momenti di silenzio, tranquillità e immobilità quello che avevano appena fatto. Dopo la solita ramanzina del loro Direttore di Casa, non avevano più spiccicato parola, nessuno dei quattro. Non passò molto prima che tutti e cinque incominciarono a ridere a squarciagola, soprattutto Jonathan che cadde sul pavimento contorto dalle risate.
C’era un clima di felicità, di serenità e di divertimento, in particolare quando si misero a commentare tutti i colpi presi e dati.
–E quando quell’idiota di Summerby è inciampato sui suoi stessi piedi?- disse Jackson col sorriso tra le labbra.
–Sì e a quel punto è stato facile mollargli un calcio in pancia, non credi?- commentò Jonathan completamente sganasciato dalle risate.
–Payne e Paddock sono degli illusi- disse poi James –Insomma, pensavano veramente che loro avrebbero trionfato su noi quattro?-.
–Sono delle teste di Serpente, che ti aspettavi?- chiese Eddie ironicamente che si era appena sciolto la coda lasciando i suoi capelli all’aria per qualche secondo per poi risistemarseli.
–Non potevamo inaugurare l’anno nel migliore dei modi- disse soddisfatto di sé Jonathan dopo essersi ripreso dalla “trance della risata”.
–Sarà dura quest’anno- aggiunse James.
–Pensi veramente che avranno il coraggio di vendicarsi?- chiese Jackson.
–Oh sì, eccome se lo faranno- disse una voce femminile alle loro spalle.
Il giovane Potter poteva riconoscere quella voce tra tante. Si girò e vide la figura di Andrew Line davanti a sé; la prima cosa che l’istinto gli disse, fu di andare ad abbracciarla, cosa che lei ricambiò tranquillamente. L’aveva sentita per tutta l’estate soltanto tramite lettere e non sentiva quella voce da troppo tempo. Era una ragazza un po’ più bassa di lui, con i capelli che sembravano una vera e propria criniera color marrone chiaro; in più, aveva due occhi abbastanza grandi del colore dei suoi stessi capelli, dove ci si poteva perdere per diversi minuti, se non per ore.
Ricorda ancora quando incontrò l’amica di origini Irlandesi per la prima volta: avendo lo stesso anno, s’incontrarono in classe ma si vedevano rapidamente anche nella Sala Comune essendo entrambi Grifondoro, ma non socializzarono subito: tutt’altro. Fino all’inizio del terzo anno, non si erano mai parlati. Un giorno, Jackson decise di non andare a lezione e di fingere un malore allo stomaco, rimanendo nella Sala Comune ad oziare.
Ricordava ancora quella sensazione di pace che aveva provato a non indossare la divisa e a restare con il comodo pigiama, steso nel divano e accanto al fuoco.
–Anche tu non hai voglia di imparare?- aveva chiesto lei sbucando dal nulla vestita con un pigiama.
–Per ora la lezione di Storia della Magia del professor Rüf può attendere la prossima settimana- commentò sarcasticamente il ragazzo –Potrei farti la stessa domanda- aggiunse.
–Io ho un bel ma di testa- rispose lei con aria innocente.
–Io mal di stomaco-.
–Siamo come in un ospedale- disse lei ridendo.
Poi, ne susseguirono discorsi, frasi e risate che favorirono la socializzazione tra Jackson ed Andrew. Nei successivi giorni, settimane e mesi, i rapporti tra i due Grifondoro migliorò, anche grazie al fatto che appartenevano alla stessa Casata, che permetteva la possibilità di vedersi e parlarsi più frequentemente.
–Jackson?- chiese Andrew riportando il ragazzo alla realtà.
–Cosa?- chiese lui cascando dalle nuvole.
–Ma sei sempre distratto anche quando hai uno davanti a te?- chiese lei divertita da questo comportamento.
In effetti, un po’ di ragione ne aveva: Jackson era un ragazzo certamente coraggioso, che sapeva farsi valere e molto intelligente, ma aveva sempre la testa fra le nuvole. Riesce a distrarsi molto facilmente e bisogna continuamente richiamarlo alla realtà e farlo evadere da quel mondo dei sogni che si crea in pochi secondi.
–Comunque- riprese lei –Che diamine ti sei fatto alla faccia, anzi, che cos’avete tutti e quattro alla faccia?- chiese senza includere Gary.
Jackson e compari, avevano dei volti rigati dai lividi color bluastro e graffi rossissimi con un po’ di sangue incrostato attorno ad essi. Il ragazzo, guardò l’amica con quello sguardo che spiegava meglio di ogni parola.
–Oh no- disse lei –Non dirmi che avete già ricominciato? Ed è per questo che ci hanno fatto cambiare vagone!-.
–Dovevamo vendicarci in qualche modo, no? Hai visto quello che ci hanno fatto lo scors…- venne interrotto subito da Andrew.
–Non capisci che se continui in questo modo, anzi, se continuate in questo modo, rischiate di ammazzarvi? O peggio, espellere!- il tono della sua voce era calmo, ma estremamente intimidatorio.
–E calmati Andrew- intervenne Jonathan –Siamo durati per cinque anni; pensi veramente che non riusciremo a resistere per altri due annetti? Pff, sarà una passeggiata!-.
–Parli come se fosse un gioco, ma non è come a Quidditch! Avete rischiato di far sospendere il campionato dello scorso anno per una cavolo di rissa alla Babbana; vi rendete conto che così la farete grossa?-.
–Non potranno farlo! Il rendimento scolastico è dalla nostra parte- continuò il dibattito Jonathan.
–Per favore Jackson!- disse Andrew guardando l’amico –Almeno tu, smettila di picchiare! Non serve a nulla!-.
“Oh no” pensò lui “Mi sta guardando con quegli occhi”.
–E-ecco, io, c-come-.
–Andrew sbrigati!- disse la voce di un’amica della ragazza al di fuori dello scompartimento.
Dopo un’ultima occhiata al gruppo di ragazzi, Andrew Line uscì, lasciando che Jackson prenda una boccata d’aria.
–Amico te lo devo dire- disse Jonathan che afferrò un panino –Quella ragazza ti manda in tilt!-.
Jackson rispose ridendo e lanciando un pezzo di carne al suo migliore amico. Il resto del viaggio, da lì in poi, non ebbe alcun disguido e proseguì nel migliore dei modi. Jackson e Jonathan, passarono il restante tragitto, dopo essersi abbuffati di panini e di qualche Gelatina Tuttigusti+1, a dormire per la stanchezza di quella giornata, mentre James ed Eddie si fecero qualche partita a scacchi, prestati da Gary che continuò a leggere o a guardare il panorama esterno che scorreva, o giocando a Sparaschiocco.
–Jackson!- disse la voce di Gary che lo svegliò.
–Mmh?- boffonchiò lui.
–Siamo arrivati, forse è meglio se ti metti la divisa-.
–D’accordo- disse il Grifondoro autoconvincendosi ad alzarsi di malavoglia.
Prese il baule e, dopo aver tirato fuori la sua bianca camicia con lo stemma del Grifone Rosso-Oro, ed i suoi pantaloni interamente neri, si vestì, dopo aver abbassato le tende, per poi uscire dal treno con lo zaino in spalla, il bagaglio in una mano e la gabbia della sua tartaruga dall’altra. Si diressero alle carrozze che partivano misteriosamente da sole.
–Progetti per quest’anno?- chiese Jackson agli altri dopo essere salito per ultimo.
–Io voglio superare il mio record di cento punti in una sola partita- disse Jonathan.
–Anch’io ci voglio provare- aggiunse Eddie.
–Io cercherò di aumentare la mia media scolastica-.
–Io voglio far tornare il Grifondoro a vincere il campionato da capitano. Non riusciamo a vincere dai tempi in cui tuo padre era all’ultimo anno Jackson-.
–Mmh, sarà- rispose il giovane Potter.
–Ti piacerebbe vedere il Grifondoro vincere il campionato, vero?- chiese il Capitano della squadra di Quidditch.
–Certo che mi piacerebbe-.
–E faresti di tutto per permettere ciò?-.
–Dove vuoi arrivare?- chiese Jackson anche se sapeva già la risposta.
–Devi assolutamente unirti alla squadra-. –No- rispose chiaro e tondo.
–Andiamo! Ti ho già detto che devi passare prima i provini!-.
–E io ti ho già detto che non ho assolutamente voglia di allenarmi durante la settimana e non ho alcuna voglia di giocare le partite contro le altre Case: troppa pressione-.
–Ma poi, se riusciremo nel nostro intento, vedrai che sarai contemplato e ringraziato come un eroe!-.
–Ti ho detto di no James; cosa pensi che mi faccia cambiare idea se ho continuato a rifiutare dopo tutto questo tempo?-.
–Pensaci almeno- aggiunse l’amico.
Jackson non rispose e preferì restare in silenzio e attendere che le carrozze arrivassero a destinazione, perché non vedeva l’ora di arrivare alla tavola e mangiare tutto quello che poteva, anche se avrebbe dovuto attendere il consueto Smistamento e la consueta canzoncina del Cappello Parlante. Appena scesero dalle carrozze, fu il professore di Babbanologia a guidarli presso la Sala Grande, inizialmente vuota, con tutti gli insegnanti che si erano già accomodati nelle loro rispettive sedie. I Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero, presero posto nei quattro tavoli, per poi attendere che la valanga di “primini” facessero la loro comparsa, cosa che avvenne cinque minuti dopo.
Essi erano impauriti, spaesati e rannicchiati tra di loro, cercando di non staccarsi dal gruppo e di non avvicinarsi ad altri studenti che ridevano con un ghigno sulle labbra: sembravano delle pecorelle che non volevano mantenere la loro individualità, che volevano diventare un tutt’uno che potesse contrastare coloro che avevano già incominciato a fare i soliti “commenti e pronostici di inizio anno” su quale Casa avrebbe scelto per loro il Cappello Parlante che, prima di tutto, iniziò la sua canzoncina che aveva passato a creare e a studiare a memoria per un anno intero.

<<Son anni, anzi, millenni che sono qua,
e la voglia di smetterla questo vecchio cappello, non ne ha.
Ricorda ancora i suoi primi anni,
che veniva paragonato a luridi e sporchi panni.
Ma dal nulla, furono quattro persone dilette ed intellettuali
a fornirmi un’importanza più alta, piuttosto che essere appeso ai pali.
Priscilla Corvonero mi lavò nell’acqua della sua scogliera,
Tosca Tassorosso mi asciugò con la sua bacchetta leggera,
Salazar Serpeverde mi fornì una mente per pensare,
mentre, invece, Godric Grifondoro, una bocca per parlare.
Andava tutto per il meglio,
ma il male è sempre sveglio.
I litigi inizialmente scarsi,
incominciarono ad allungarsi.
I fondatori erano tre contro uno,
uno voleva le antiche dinastie, gli altri tre il talento in ognuno.
Allora l’unico se ne andò per la sua strada,
sperando che la sua gloria all’interno del Castello non se ne vada.
Da quel giorno in poi molte cose sono cambiate,
presidi, insegnanti, regole, giorni e date.
Guerre, battaglie e morti han macchiato il passato,
ma alla fine, quel che è passato è passato.
Nuova era, nuova Hogwarts e nuovo Ministero,
per evitare che torni quel periodo buio e nero.
Ora ogni essere vivente è più sveglio,
cercando di cambiare per restare al meglio.
Ma io non sono mai cambiato affatto,
perché sempre il mio dovere ho fatto,
perciò signore si metta comodo e resti attento
perché proprio adesso inizia lo Smistamento!>>.

Ne susseguirono i sonori applausi di tutta la Sala per la scenetta divertente ed interessante, per poi passare allo Smistamento vero e proprio, mentre Jackson e compari, non ci vedevano più dalla fame!



Angolo dell'autore: Dunque, spero che vi sia piaciuta la "guerra" tra queste due Casate, perchè comunque, a mio parere, rende la storia più interessante ed avvincente. Spero, inoltre, che abbiate gradito la poesia inventata da me e cantata dal Capello Parlante; vi giuro che ho impiegato molto tempo per inventare una poesia in rima che avesse senso!
Infine, per ultimo punt, spero che voi abbiate notato che l'amica di Jackson "Andrew", abbia detto un qualcosa che, solitamente, è pronunciata dalle labbra della nostra cara Hermione ;) e poi vorrei anche aggiungere che per la sua descrizione mi sono basato sull'aspetto di un'amica a me molto cara che mi ha aiutato in un momento buio e triste della mia vita.
Spero vivamente che possiate e vogliate continuare a leggere questa storia e, soprattutto, che possiate recensire e darmi tanti giudizi :)
A presto e buona lettura!
   
 
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