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Autore: Bea67    23/06/2015    0 recensioni
"...Forse è proprio per questa paura lancinante dell'ignoto, di non conoscere il mo futuro, che smetto di vivere..."
"...Mi sento come se fossi la spettatrice della mia vita, la quale non può far nulla per cambiare le cose e aspetta inesorabilmente la fine di questo film..."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non lo so.

Io non so nulla.

Non so nè chi sono, nè cosa farò della mia vita e perchè io sia qui. Non so quando morirò.

Forse è proprio per questa paura lancinante dell'ignoto, di non conoscere il mio futuro, che smetto di vivere. Sì, esatto. Smetto di vivere. Mi isolo dal mondo esterno e mi rifugio nel mio,di mondo, mi rinchiudo in casa per tutto il giorno, esco solo per andare a scuola ma non socializzo come tutti gli altri, inizio a pensare a tutt'altro, divento silenziosa, scostante, fredda.

Strana.

Il resto della giornata lo passo con le cuffie costantemente nelle mie orecchie, ascoltando musica ininterrottamente, per evitare che la vita reale irrompa nella mia vita immaginaria e perfetta ricordandomi che in realtà la mia vita fa schifo. No. Non fa schifo. Non ha senso. Non è mai successo nulla degno di nota,nè positivamente, nè negativamente. Si è svolto sempre tutto in maniera asettica e anonima.

Mi sento come se fossi la spettatrice della mia vita, la quale non può far nulla per cambiare le cose e aspetta inesorabilmente la fine di questo film.

Non capisco.

Non capisco cosa io stia sbagliando, perchè deve per forza essere cosi. E' colpa mia. Oppure il karma mi sta punendo per qualcosa che ho fatto ancor prima di nascere? Non mi so spiegare tutto questo. Non capisco perchè i miei coetanei riescono a godersi la vita.. Si divertono, fanno i superficiali, si innamorano, fanno sesso, si lasciano, bevono, fumano, escono tutti i giorni.. Insomma, vivono la loro vita, e gli riesce così facilmente, mentre a me riesce così difficile fare tutto ciò. Non riesco a capire il motivo.

All'inizio davo la colpa a tutti gli altri, a tutti coloro che mi stanno attorno. I miei compagni di scuola, i miei insegnanti, i miei genitori, i miei parenti. Tutti. Questo è troppo superficiale, questo è troppo stupido, questa è troia, questo è stronzo, mia madre è ingiusta, i miei parenti sono tutti falsi. Ma ho realizzato che la colpa non è la loro.

Poi davo la colpa alla mia città. Troppo piccola, troppo noiosa, troppo ipocrita, piena di persone pettegole. Iniziavo a pensare di andarmene, di scappare. Ma poi ho realizzato che scappare non sarebbe servito a niente.

Poi ho iniziato ad inveire contro il modello di società in cui sono cresciuta e in cui ci ritroviamo, pronto a giudicarti se non sei perfetta e se non conduci uno stile di vita perfetta, mostrandoci di continuo davanti ai nostri occhi, nelle televisioni e nelle copertine delle riviste ad esempio, a cosa avremmo dovuto aspirare. Ad una bella taglia 38 con uno stipendo a sei zeri. Bella merda.

Poi però ho realizzato che il vero problema non è nelle persone che mi circondano, non è nella mia città e non è neanche nel modello di società odierno. Il problema sono io. Non è la società che è pronta a giudicarmi per qualsiasi cosa, ma sono io la prima a criticarsi e ad autodemolirsi.

Mi sento sbagliata.

Sono sbagliata.

Sono così patetica da sfogarmi scrivendo queste parole, immaginando che il ragazzo di cui sono segretamente innamorata o la mia ipotetica migliore amica le leggano e vengano da me a salvarmi, a tendermi la mano facendo così scorgere ai miei occhi un piccolo fascio di luce in mezzo a questo buco nero che per me è la vita.

Sono proprio patetica. E ingenua. E troppo fantasiosa. Troppo sognatrice.

Ancora ci spero. Sì esatto. Spero che le cose migliorino.

Ecco.

Ho capito.

E' quì che sbaglio.

Devo smettere di sperare.

Ora so quello che devo fare.

Sono in bagno. Vedo rosso dappertutto. Ora che il mio sangue mi sta abbandonando e il dolore mi sta asfissiando, la vita mi sembra più dolce. Forse ora anche io raggiungerò la felicità.

Chissà.

Forse qualcuno si ricorderà di me dopo oggi.

Ecco.

Ho sbagliato di nuovo.

Ho sperato un'altra volta.

Che stupida.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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