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Autore: Shizuka__    23/06/2015    3 recensioni
Au!Malec | Coffe Shop Au
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- Ehi, sei rimasto folgorato dalla mia bellezza? -
Scosse vigorosamente il capo cercando di dimenticare il fattore “Jace”; si era completamente dimenticato del cliente che era appena entrato, si raddrizzò un po’ impacciatamente, nel contempo con le mani si stirò il grembiule ormai del tutto sporco.
- Come scusi? -
[...]
- Ohw andiamo Fiorellino, non fare il timido – inclinò di poco la testa senza smettere di fissarlo negli occhi – chi non rimarrebbe colpito da così tanta bellezza? -
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Accenni Clace - ovviamente - e Sizzy!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The Paradise Coffee.
 




Capitolo 1:

Incontro del giorno: Il RagazzoGlitter.
 
 
 


Alzò di colpo lo sguardo sull’orologio: erano ancora le dieci e come volevasi dimostrare, il locale era quasi del tutto vuoto, eccezion fatta per un signore sulla quarantina comodamente seduto ad un tavolo non troppo distante dal bancone, ed una coppietta felice avvinghiata in disparte, che continuava a sbaciucchiarsi da qualche mezzora abbondante.
Quando puntò lo sguardo sulla coppietta felice non si accorse di aver fatto una smorfia disgustata; non che il ragazzo e la ragazza seduti non troppo distante da lui non dovevano essere felicemente fidanzati o sposati o chicchessia, solo che qualcosa nella sua testa urlava la parola “Privacy”.
Ma ormai si era quasi abituato a vedere scene in cui due adolescenti si sbaciucchiavano e si strusciavano l’uno addosso all’altro senza avere ritegno; emise l’ennesimo sbuffo della giornata ed appoggiò il gomito sul bancone, mentre con la mano sinistra ticchettava incessantemente con aria annoiata.
Ad un tratto la porta si aprì lasciando che il freddo autunnale invadesse per un istante l’interno del locale, sbatté  per un momento le palpebre e si raddrizzò sulla sedia su cui si era appoggiato.
- Benvenuto al Paradise Coffe.-
Alzò lo sguardo dalle sue mani al cliente che era appena entrato per concedergli l’ennesimo sorriso finto, che sua madre – nonché proprietaria del Coffee Shop – gli costringeva a fare ogni volta che doveva servire una persona; in realtà non era mai stato bravo con le persone, infatti non aveva chissà quanti amici e di certo non aveva la solita fila di ragazze “urlanti” innamorate che lo inseguivano anche nei posti più improbabili, tutto il contrario di suo fratello Jace.
Jace era una vera e propria celebrità: qualche volta anche lui dava mano al locale ed ovviamente in quei pochi giorni in cui decideva di dare una mano, c’era la fila delle ragazzine “urlanti”, o anche definito “Fanclub personale di JaceLightwood”, ristretto a  soli pochi membri, che dovevano rispettare alcune delle regole principali:
1) Non toccare JaceLightwood per nessun motivo, Jace è di tutte o di nessuno!
2) Non parlarci per nessun motivo, se non per una qualche ragione giustificata.
3) Non guardarlo per più di tre minuti alla volta.

 Cose del genere, insomma.
Certo, non che avessero torto sul fatto che Jace fosse un bel ragazzo, anzi era veramente un bel ragazzo: capelli non troppo lunghi e biondo naturale, altezza media con occhi grandi con sfumature dorate e con un fisico mozzafiato. Forse proprio per il suo fisico perfetto non era mai stato rifiutato da alcuna ragazza, e sempre per questo motivo si capiva il perché della sua autostima più alta della media.
Per non parlare del suo sorriso, poi.
Le sue labbra erano morbide – non che le avesse provate personalmente, ma sembravano veramente morbide! – ed il suo sorriso era senza precedenti.
Arrossì di colpo senza accorgersene.
- Ehi, sei rimasto folgorato dalla mia bellezza? -
Scosse vigorosamente il capo cercando di dimenticare il fattore “Jace”; si era completamente  dimenticato del cliente che era appena entrato, si raddrizzò un po’ impacciatamente, nel contempo con le mani si stirò il grembiule ormai del tutto sporco.
-  Come scusi? -
Chiese mentre alzava lo sguardo sul cliente che si era seduto proprio davanti a lui con un sorriso che non prometteva nulla di buono: ora che lo guardava meglio, non aveva mai visto quella persona prima d’ora. Di solito entravano o studenti liceali o universitari della zona o persone del posto che volevano rilassarsi comodamente insieme ad un libro ed un caffè caldo, perché – non per vantarsi – erano i migliori caffè della zona.
Il cliente, o meglio il ragazzo seduto davanti a lui – non avrà avuto più di venticinque anni, ma era di sicuro di qualche anno più grande di lui – si sporse leggermente lasciandogli un sorriso malizioso.
- Ohw andiamo Fiorellino, non fare il timido – inclinò di poco la testa senza smettere di fissarlo negli occhi – chi non rimarrebbe colpito da così tanta bellezza? -
Concluse infine regalandogli un altro sorriso, mentre con la  mano destra si indicava con uno di quelli che avrebbe definito “gesto – forse fin troppo- teatrale”.
Aggrottò le sopracciglia confuso notando solo ora la massa informe di capelli appuntiti sulla sua testa – in pratica gel dipendente-, per poi scendere sugli occhi verde smeraldo con sfumature gialle, fino ad arrivare al color caramello della pelle, segno visibile che quel ragazzo era straniero, anche se parlava la lingua della zona con un accento perfetto.
Poi notò una cosa che prima non aveva notato.
Il glitter.
Glitter ovunque.
Pensate ad un qualcosa che brilli più di una stella, ecco quello era il Ragazzoglitter – non sapendo il suo vero nome, Ragazzoglitter era più che sufficiente per riuscire a riconoscerlo, non che ci volesse un nome per riuscire a distinguerlo-.
-  Non mi dire che ti sei innamorato di me a prima vista, negli ultimi tempi capita spesso. -
Il Ragazzoglitter fece un’espressione afflitta e dispiaciuta, come se pensasse veramente che fosse caduto ai suoi piedi con un semplice battito di ciglia. Anch’esse fatte ovviamente– indovinate un po’? - di glitter.
- …Persino modesto – borbottò piano per non farsi sentire, per poi tornare il solito barista “tutti sorrisi finti basta che sorrido” – Allora cosa desidera? – prese uno dei menù del bancone e glielo porse gentilmente – Abbiamo un menù molto vasto, che consiste perlopiù in bevande di tutti i tipi, ma le posso assicurare che sono talmente deliziose che tornerà sicuramente a trovarci. -
- Ci sei anche te sul menù? -
Chiese facendogli un occhiolino d’intesa, cosa che lo lasciò completamente a bocca aperta. Di solito non riusciva mai a capire doppi sensi, sarcasmo o cose del genere, si limitava a preparare semplicemente ciò che chiedeva il cliente, ma – fortunatamente – non era neanche troppo stupido da non capire che qualcuno ci stesse provando con lui.
Sì, proprio lui.
- C-come scusi? – sussurrò a denti stretti, mentre un brivido gli percorse la schiena – non avrebbe saputo dire se di piacere o di qualche altro stato d’animo -  e le guance si tinsero si un leggero rossore – Io n-non… Cioè… Io… -
In realtà non sapeva come reagire esattamente: era sempre stato un tipo molto riservato, odiava parlare di sé agli altri, forse era anche per questo che non aveva tanti amici, fatta eccezione per qualcuno ovviamente. Per non parlare della sua vita sentimentale: da quando aveva quattordici anni il “genere femminile” non gli era mai interessato – o almeno non così tanto come Jace -, non che odiasse le ragazze, anzi a volte le trovava simpatiche e carine, ma non erano il suo tipo. A sedici anni si convinse di essere totalmente gay, cosa che lo preoccupò non poco: la sua famiglia aveva una mentalità un po’ particolare, forse per Isabelle, sua sorella minore, non sarebbe stato chissà quale problema, ma il suo vero ostacolo era sua madre, Maryse.
Oh.
E Jace.
Assolutamente Jace non avrebbe dovuto sapere che gli piacevano gli uomini.
Ed assolutamente non avrebbe dovuto sapere che aveva una cotta per lui, suo fratello.


- Ehi ehi Fiorellino, non voglio metterti in imbarazzo – sussurrò infine posando lo sguardo sul menù – Solo un caffè. – chiese gentilmente infine riposando lo sguardo sul ragazzo.
Passarono qualche minuti abbondanti aspettando che il caffè si preparasse; cominciò a battere un piede nervoso sul pavimento, mentre il caffè non voleva saperne di uscire, non riusciva a capire il perché si sentisse così irrequieto, però sapeva che il Ragazzoglitter lo stesse guardando con molta attenzione, e la cosa non era proprio di suo gradimento.
Certo, era abituato a scambiare qualche parola con i suoi clienti abituali, ma non era come Jace che intratteneva le persone con qualche battuta – che facevano ridere solo a lui –o con qualche suo aneddoto sulla sua vita sentimentale, che tanto non interessava mai a nessuno; non si rese conto che ancora una volta il suo pensiero era sempre diretto solo e solamente al “Fattore Jace” e non si reso conto nemmeno di aver sospirato amaramente, mentre versava il caffè in una tazzina.
- Giornata pesante? –
Il Ragazzoglitter aveva parlato a bassa voce come a voler escludere gli altri clienti abituali dai loro discorsi, cosa che li fece apparire molto “intimi” anche se non lo erano assolutamente.
- Abbastanza – rispose in tono neutro, posandogli davanti la tazzina fumante.
Gli occhi verdi del Ragazzoglitter scesero sulla tazza, concedendogli un sorriso, infine la prese e cominciò a soffiarci sopra lentamente facendo increspare le labbra: al primo assaggio gli si illuminarono gli occhi colpiti.
- Niente male – annuì lentamente facendo ondulare di poco i capelli appuntiti, mentre lo sguardo si posava impercettibilmente sulla targhetta della camicia del barista.
Ora che lo guardava meglio il Ragazzoglitter aveva davvero due occhi bellissimi, da lontano sembravano essere di un semplice verde, poi cambiavano colore e sembravano gialli, di un giallo molto accesso, da ricordare un gatto. Lo sguardo era penetrante, anche perché gli occhi erano allungati, molto orientali anche se il troppo trucco riduceva la loro reale grandezza.


- Anche se in realtà mi piacerebbe assaggiare qualcos’altro in questo momento – si leccò con un gesto provocatorio le labbra, cercando di far capire il sottinteso, ma il risultato fu nullo al solo guardare l’espressione confusa del barista, che di tutta risposta gli ripassò il menù con sguardo innocente, forse fin troppo innocente.
Qualcosa cominciò a vibrare incessantemente nella tasca posteriore del Ragazzoglitter, il barista pensò subito fosse il telefono, nulla di troppo preoccupante insomma, almeno per lui; fece in tempo a girarsi appena e guardare di sottecchi il ragazzo che imprecava sottovoce a denti stretti.
Si alzò in piedi di scatto lasciando qualche soldo sul bancone, non si allontanò prima di essersi avvicinato quanto bastava per sussurrare lentamente all'orecchio del barista con voce chiara e calda: - Allora ci vediamo prossimamente Fiorellino -


Dischiuse le labbra mentre guardava il Ragazzoglitter allontanarsi sempre di più dirigendosi verso la porta, non si girò a guardarlo un’altra volta, ma alzò la mano in segno di saluto.
- Alla prossima Alexander. – gli concesse infine lasciando che il vento autunnale – per la seconda volta –invadesse la sala, provocando un brivido alla schiena del barista. Ma se di piacere o per il freddo, questo non sapeva dirlo.




 
 

 



 
 
Buonsalve a tutti!
Questa è la prima storia che decido di pubblicare su questo fandom;
ho cominciato Shadowhunters da poco,
e mi sono mangiata i primi cinque libri in una settimana
– sì, lo so che dovrei studiare per gli esami, ma il mio Alec mi chiama -,
quindi mi raccomando non fatemi spoiler
– se dovesse capitare –
sull’ultimo libro T^T
Parlando della storia…
Da tempo volevo scrivere una Coffe Shop Au,
volevo che la scena si focalizzasse su questo Coffe Shop
– in questo caso quello della famiglia di Alec -,
quindi il contesto sarà più o meno questo,
fatta eccezione per qualcosina che non sarò certo a svelare!
Sappiate che ho pronto il terzo capitolo (?) ma non il secondo
– mea culpa! –
perché quando ho le idee giuste comincio a scrivere a manetta senza pensare ad altro,
quindi scusatemi se farò ritardo nel pubblicare i successivi capitoli.
Ah ovviamente la storia è incentrata sulla Malec
– chi l’avrebbe mai detto? -,
ma non mancheranno momenti Clace e Sizzy,
e chissà magari se me la sento anche di altre coppie,
ma voglio pensarci bene prima di combinare casini.
Ultima cosa e poi vi lascio, ve lo giuro!
Mi piacerebbe sentire qualche opinione al riguardo,
vorrei sapere se almeno fa schifo oppure è appena passabile,
se non vi piace il comportamento di qualche personaggio
– bé può sempre capitare –
sappiate che è Au ed anche OOC,
preferisco metterlo negli avvertimenti,
magari non saranno neanche OOC
– non nel mio caso ovviamente –
ma preferisco essere sicura!
Grazie per la vostra attenzione!

Shizuka__
 
 
 
 
 

 
 
   
 
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