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Autore: aplaceformyhead    24/06/2015    0 recensioni
Bugie, occasioni sprecate. E se Lily e James non si fossero messi insieme al settimo anno?
Dalla storia:
"«Io non sono innamorata di te, James. Non voglio ferirti ancora.»
James la guardava senza dire una parola."
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“E nell' ansia che ti perdo ti scatterò una foto.”
 
«Evans, sorridi!»
Lily fu colta nel momento in cui si girava e apriva la bocca per gridare un fine ed aggraziato: «Vaffanculo, Potter!»
La ragazza cercò di sottrargli la macchina fotografica, ma James fuggì via sghignazzando insieme a Sirius.
«Tanto sei bella comunque!»
Lily imprecò e tornò al suo libro, continuando a pensare a quanto quel ragazzo la facesse diventare volgare. E lei, Lily Evans, prefetto del sesto anno, era tutto fuorché volgare.
-
 
James era steso sul letto e sfogliava il suo album fotografico. C’erano foto collezionate negli ultimi quattro anni, da quando suo padre, per il suo compleanno, gli aveva regalato una macchina fotografica. Chi l’avrebbe mai detto che a James Potter piacesse la fotografia?
Il ragazzo sorrise guardando quelle pagine piene di foto assolutamente serie dei suoi amici. C’era Sirius, al quarto anno, con la camicia sbottonata e la cravatta stretta sulla fronte. Ce n’era una in cui Remus provava a cavalcare una scopa e una in cui Peter mangiava il cioccolato dal baule di Remus.
Ce n’era anche una che ritraeva James e Sirius sul divano, che ridevano come matti. L’aveva scattata Peter, uno degli ultimi giorni del quinto anno.
C’erano anche scatti magnifici, vedute in bianco e nero di Hogwarts e del Lago Nero. Ce n’era una con Hagrid e una sua strana creatura e una di una sua partita di Quidditch, nel momento in cui afferrava il boccino. Le sue dita si chiudevano sulla piccola pallina dorata e un sorriso compariva sul suo volto. Quella scena si ripeteva all’infinito.
E poi c’era lei, mentre si girava e un’espressione furiosa compariva sul suo volto. Aveva la bocca aperta e gli occhi spalancati. Sicuramente gli stava gridando una delle sue rare parolacce. Era quasi un onore, all’epoca.
James si sentiva tutto d’un tratto più pesante. Il solo vedere quella foto gli aveva messo addosso una malinconia inspiegabile.
L’hai dimenticata, idiota, l’hai dimenticata.
Ma, in cuor suo, sapeva che non era così. Perché quando Lily gli passava davanti e gli sorrideva tristemente, lui moriva dentro. E sentiva per ore il suo profumo.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime. Chiuse quell’album, lo gettò nel baule e sussurrò un nox per spegnere la luce.
-
 
«Io non sono innamorata di te, James. Non voglio ferirti ancora.»
James la guardava senza dire una parola.
«Per tutti questi anni … Ti ho risposto male, ti ho rifiutato … Ma non avrei mai pensato che tu facessi sul serio. Credimi, non ho mai avuto l’intenzione di ferirti e ti chiedo scusa per tutte le volte in cui l’ho fatto.»
Lily si fermò un attimo, la voce che le tremava.
Erano seduti sui gradini del Campo da Quidditch, tirava un leggero venticello, il sole splendeva nel cielo, brillava sugli anelli del campo, brillava su tutta Hogwarts , ma non su James. Lui aveva il cuore infranto.
«Non mi devi spiegazioni. Va bene così.» Riuscì a dire, dopo svariati minuti di silenzio.
«James, io …»
«Lily.» La guardò negli occhi. «Ti prego, basta. Va bene così.»
Si alzò e se ne andò. Le lacrime gli appannavano la vista. Si sorprese quando riuscì a raggiungere lo spogliatoio senza crollare.
Chiuse la porta alle sue spalle e crollò davvero. Le lacrime continuavano a scendere sul suo volto e i singhiozzi gli spezzavano il respiro.
Pensò di morirci, in quello spogliatoio.
-
 
Il treno cominciò a rallentare, fino a fermarsi del tutto. Lily scese, con il suo baule e il suo gatto.
Guardò quel treno scarlatto per l’ultima volta.
Hogwarts le avrebbe lasciato un vuoto dentro. Avrebbe voluto fermare il tempo più di qualsiasi altra cosa.
«Mi mancherà.» Disse una voce al suo fianco.
Lily si voltò e vide James, che scattava una foto all’Hogwarts Express.
James.
Non si parlavano più come una volta, da quel pomeriggio sul Campo da Quidditch. Si salutavano educatamente ogni volta che si vedevano. Parlavano del più e del meno, studiavano anche insieme, a volte. Ma era proprio questo a far più male.
Lily si chiedeva ancora se quel giorno era stata del tutto sincera con lui.
“Io non sono innamorata di te, James.”
Erano mesi che quella frase la perseguitava. Dopo qualche settimana che l’aveva pronunciata cominciava ad avvertirne gli effetti. Aveva un vuoto nel cuore, una voragine che si allargava ogni volta che lo vedeva.
«Già. Mancherà anche a me. Questo posto mi ha cambiato la vita.»
«Posso scattarti una foto, Lily?» Chiese lui all’improvviso.
Lily si ricordò di quel pomeriggio nel parco. Il James di un tempo non le avrebbe mai chiesto il permesso di fare qualcosa.
«No, facciamoci una foto insieme.»
James inarcò per un attimo le sopracciglia.
«C-certo. Perché no. Aspetta, chiedo a qualcuno se può …»
«No, dammi qui.»
Lily prese la macchina, girò l’obiettivo verso di loro.
«Fai una faccia buffa, mi raccomando.»
«Mi stai scambiando per una persona seria a cui hai bisogno di raccomandarlo?»
La ragazza sorrise. Fece poi una linguaccia verso l’obiettivo e scattò.
Gli porse la macchina fotografica e, nel prenderla, lui le sfiorò una mano.
Lily rabbrividì.
«Mi mancherai anche tu.» disse James.
Lily gli sorrise.
«Non è mica un addio, Potter.» Disse, senza anche pensarci. Il ragazzo si allontanò sorridendo.
Fu in quel momento che si rese conto di tutte le bugie che aveva da sempre raccontato a sé stessa.
Se fosse stata un altro tipo di ragazza, quella che ora James abbracciava, per esempio, gli avrebbe corso dietro e l’avrebbe baciato in quella stazione affollata.
Ma non lo era, non lo era mai stata. E ora ne pagava le conseguenze.
-
 
«Kate! Che ci fai qui?» disse James alla ragazza bionda, prima di abbracciarla.
«Cugino! Ti sono mancata, vero?»
Kate aveva diciannove anni e si era diplomata a Beauxbatons. I suoi genitori si erano trasferiti in Francia quando lei era piccola e James non la vedeva da anni.
«Certo che no, non avevo bisogno di una palla al piede come te.»
«Cretino.»
La ragazza cominciò a parlare a raffica e tartassarlo di domande. Aveva dimenticato quanto fosse logorroica.
Ad un certo punto perse il filo. Si voltò indietro, per guardare il treno. O forse per cercare lo sguardo di Lily. Quando lo incrociò, lei si voltò e si incamminò verso i suoi genitori, con il suo baule e il suo gatto. Per un attimo pensò di aver visto una lacrima sul suo volto.
“Non è mica un addio, Potter.”
Scosse la testa e tornò a parlare con sua cugina.
 
“Come fa ridere adesso pensarti come a un gioco 
E capendo che ti ho perso 
Ti scatto un' altra foto.”

 
 
 
Note d’autrice:
Questa “cosa” nasce da una sfida tra me e quella carogna della mia migliore amica, Amelia.
Mi ha imposto di scrivere un “what-if” in cui James e Lily non si mettono insieme durante il settimo anno, ispirandomi alla canzone di Tiziano Ferro “Ti scatterò una foto”.
Amelia, sei una brutta persona. Ti perdono solo perché mi assecondi. E perché mi devi una storia.
Ho voluto lasciare speranza con quella penultima frase. Perché è ovvio che finiranno per mettersi insieme.
Spero che non sia un completo disastro e che, almeno un pochino pochetto, vi piaccia.
Adieu!
 
Ilaria
   
 
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