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Autore: Jultine    24/06/2015    1 recensioni
"È questa la punizione che ci spetta per essere quello che siamo, per esser nati sulla Terra. Uno dei Gradi Alti ci osserva da una finestrella a chiusura stagna, pronto a dare il via ai bocchettoni. Osservo le sue labbra muoversi mute dall'altra parte del vetro. Di là ridono, scherzano, ci segnano col dito."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CLAUSOLE

 

 

I ragazzi si imbrogliano coi dadi, gli uomini coi giuramenti.”

- Lisandro

 

Stiamo stretti gli uni contro gli altri in un'asfissiante cameretta di titanio. Qualcuno indossa ancora la divisa, altri ne hanno perduto qualche pezzo, altri ancora sono nudi come vermi. Sappiamo cosa ci aspetta: a breve le spore ci riempiranno i polmoni e vi germoglieranno dentro, soffocandoci. È questa la punizione che ci spetta per essere quello che siamo, per esser nati sulla Terra. Uno dei Gradi Alti ci osserva da una finestrella a chiusura stagna, pronto a dare il via ai bocchettoni. Osservo le sue labbra muoversi mute dall'altra parte del vetro. Di là ridono, scherzano, ci segnano col dito. Tra i Cadetti c'è chi piange, chi prega, chi si picchia per chissà quale motivo. Io rimango muta e terrorizzata, con la mano serrata a quella di chi , una volta, era stata mia compagna al Dormitorio.

-Non ci ammazzano sul serio, vero?- piagnucolo -Vogliono farci cagare addosso.-

-Non lo so, forse ci ammazzano.- risponde -Sì.-

Sapevo che ci avrebbero ammazzati tutti. Eravamo in duecento al momento delle selezioni, tutti provenienti dalla Terra. Qui su Gheno ci hanno sempre odiati perché quando i nostri nonni sono arrivati, nel 2080, hanno portato il morbillo ed è morta un sacco di gente. Mi chiedo perché non ci abbiano espulsi subito e basta.

Io e Masha ci abbracciamo, o meglio, io abbraccio lei, perché Masha un braccio non ce l'ha più. L'hanno sedata e mutilata, e quando si è svegliata l'hanno costretta a mangiarlo tutto quanto. Crudo. Lei si è rifiutata, e allora le hanno asportato i seni. Se non avesse mangiato quelli le avrebbero amputato le gambe, così l'ha fatto.

Dannato servizio militare obbligatorio, avrei dovuto sfracellarmi una gamba prima delle selezioni. Non avrei dovuto firmare quel dannato contratto. Ora non sarei qui.

E non avrei sparato ad HN6.

HN6 era un giovane caporale di cui mi ero infatuata dopo pochi giorni di permanenza qui all'Accademia. Era bello, aveva gli occhi grigi e sottili, da bestia impaurita. Una gran brava persona, però, o almeno così credevo. Anche se del grado più infimo, non avrei mai dovuto fidarmi di lui. Sapeva tutto dall'inizio, ne sono sicura. Prima di farci entrare tutti quanti qua dentro ha persino inscenato un melodramma. Gli ho preso la pistola e gli ho sparato un colpo in testa. Gliel'ho incenerita, a quel figlio d'un cane. Poi mi hanno picchiata e colpita alla nuca e mi sono svegliata qui.

Un tizio biondiccio a pochi centimetri da me mugola sommessamente da almeno un quarto d'ora, e a volte urla come un ossesso. Grida da far schiantare le orecchie, implora i Gradi Alti di fargli vedere la madre.

-E trasmettetemi mia madre, per favore, per favore! Le devo dire che non torno per la licenza! Non mi danno la licenza, mamma! Mamma!-

Comincia a darmi sui nervi. Scoppio in lacrime e mi metto a tirar calci in ogni direzione, a tremare tutta quanta, da capo a piedi. Masha prova a consolarmi, mi carezza i capelli, mi dice che, almeno, moriremo insieme. Dice che sarà bello perché ci vogliamo bene, ma a me non frega un cazzo né di lei né degli altri. Voglio solo spaccare quel vetro e spedire tutti quegli aguzzini infami all'inferno.

Forse è ora. Le tubature che connettono i bocchettoni alla camera vibrano di un rombo assordante. Parte l'inno della Federazione a tutto volume. Sento i tamburi penetrarmi nel petto e vibrare fortissimo, scuotendomi ferocemente. Masha si mette ad urlare, un paio di ragazzi svengono, qualcuno vomita, qualcun altro si avventa sulle pareti metalliche e, a furia di graffiarle, si stacca le unghie. Lo spazio angusto è diventato un inferno.

L'inno termina e viene immediatamente trasmesso il Federato Ghennita. È in diretta, dice. Tutti tacciono improvvisamente, in attento ascolto. Sono udibili solo alcuni mugolii sommessi e qualche singhiozzo. Oltre il vetro di sicurezza son tutti sull'attenti.

-Oggi è un giorno memorabile- comincia -una pietra miliare nella storia di Gheno Il Misericordioso. Oggi porteremo ad esempio il sacrificio dei Figli della Terra, che s'immolano da volontari come pegno memoriale della Grande Pandemia.-

Riprendiamo a strillare più forte, a lanciare scarpe, a battere come belve furiose sulla finestrella, ma c'è pure chi grida emozionato e felice. Non capisco. Gli Alti Gradi rimangono impassibili e fieri come statue. Il Federato riprende.

-Siate fieri della vostra prole, o Gente di Fuori, poiché essa ci sarà di sempiterna ispirazione.-

La trasmissione s'interrompe. Tra il pianto e il giubilo generale le spore cominciano ad insinuarsi nello spazio angusto. Già alcuni fra noi cominciano a vomitare una schiuma gialla e grumosa; la vista mi si annebbia, tossisco, rigetto anch'io quel liquido purulento, accasciandomici sopra. È la fine. In un ultimo spasmo di vita, Masha mi prende la mano e si accosta al mio fianco.

-HN6…- esala -Non ne sapeva niente.-

Sorride. Nonostante stia per crepare, sorride beffarda, da troia moribonda.

Mi volto a fatica verso la finestrella e uno degli Alti Gradi mi saluta con un cenno provocatorio della mano.

Leggi bene le clausole quando firmi un contratto.” scrive sul vetro.

 

 

 

   
 
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