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Autore: thebrightstarofthewest    25/06/2015    3 recensioni
Owen e Claire sono sopravvissuti al disastro di Jurassic World, con le loro ferite, fisiche, ma soprattutto interiori. Riusciranno a sopravvivere ancora al peso della colpa e della paura?
Dal testo: "Owen la guardò con i suoi grandi occhi castani: al campo di salvataggio avevano sostituito i suoi abiti logori con una tuta largheggiante ed un paio di scarpe da ginnastica che le stavano troppo grandi. Lei aveva protestato ed Owen aveva riso, ma vedendola lì, accoccolata nella sua poltroncina con gli occhi chiusi, trovò che le donassero. Le davano un’aria indifesa, lasciavano scoperta quella parte più tenera ed umana di lei, una parte che una donna in carriera del suo calibro tentava continuamente di nascondere per apparire più professionale."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And I choose to survive,
whatever it takes

"And I will light the fuse
And I'll never lose
And I choose to survive
Whatever it takes."


Owen osservò la testa di Claire scivolare lentamente sul lato del seggiolino, sopraffatta dal sonno; l’aereo si muoveva agile tra le nubi e il ronzio costante del motore senz’altro conciliava il riposo. Dopotutto, se quegli ultimi giorni erano stati per lui terribilmente impegnativi, per lei erano stati terribili e basta: il disastro nel parco, la responsabilità dei suoi due nipoti, il senso di colpa scaturito da tutta quella devastazione... Non doveva essere facile.
Owen la guardò con i suoi grandi occhi castani: al campo di salvataggio avevano sostituito i suoi abiti logori con una tuta largheggiante ed un paio di scarpe da ginnastica che le stavano troppo grandi. Lei aveva protestato ed Owen aveva riso, ma vedendola lì, accoccolata nella sua poltroncina con gli occhi chiusi, trovò che le donassero. Le davano un’aria indifesa, lasciavano scoperta quella parte più tenera ed umana di lei, una parte che una donna in carriera del suo calibro tentava continuamente di nascondere per apparire più professionale.
D’improvviso, un violento scossone percorse l’aereo; Claire scattò in piedi con aria spaventata, gli occhi sbarrati e le narici dilatate, le mani che annaspavano disperatamente, come in circa di qualcosa con cui difendersi. Se non ci fosse stato Owen di fianco a lei, probabilmente avrebbe urlato, ma lui la afferrò, con decisione e delicatezza, e la ripose a sedere.
“E’ solo una perturbazione”, la tranquillizzò, “solo una perturbazione”.
“Sì”, mormorò lei, balbettando, “sì”. Fece per aggiungere qualcosa, ma poi si fermò, fissandosi le mani che aveva intrecciato in grembo.
“Stavi… stavi sognando il parco?”, le domandò cautamente Owen.
“Beh, come potrebbe essere altrimenti? Tu riesci forse a togliertelo dalla testa?”. Alzò lo sguardo verso di lui e sospirò. “Da quando… Da quando tutta questa storia è finita non faccio che averne incubi. Rivedo tutto, Owen, ogni goccia di sangue, ogni cadavere. Perché? Perché deve succedermi questo?”.
“Non siamo noi che scegliamo i nostri sogni”, rispose lui, scrollando il capo.
“Secondo me è il senso di colpa”, sentenziò allora la donna, arricciandosi nervosamente una ciocca di capelli.
“Claire…”.
“Che altro, sennò?”.
“Ne abbiamo già parlato, no? Buttarsi giù va contro la nostra filosofia di vita!”.
Claire si girò verso di lui ed inarcò entrambe le sopracciglia con espressione scettica. “La nostra filosofia di vita? Tu avresti davvero una filosofia di vita che io condivido?”.
“La sopravvivenza, no? Pensavo fossimo d’accordo a riguardo!”, disse lui, ricambiando il suo sguardo.
“Quando migliaia di persone rischiano la vita per delle tue scelte è difficile pensare che sopravvivere sia la giusta cosa”, mormorò lei.
“C’è sempre qualcosa per cui vale la pena andare avanti”, ribatté l’uomo, “cazzo, questa sembrava la battuta di un film sentimentale di serie B!”.
Riuscì a strapparle un timido sorriso: non sembrava neppure lontanamente la Claire severa ed autoritaria che impartiva ordini nella sala di controllo del Jurassic World.
“Dimmi per cosa tu trovi la forza di andare avanti, Owen”.
“Chi, io?”.
“Chi altri sennò? Non vedo molti Owen, in giro”.
“Beh, intanto, per gli Smarties. Poi mi piacciono le grigliate, le partite di baseball, i locali di periferia… No, non quei locali, sto parlando di pub. Ehi, per chi mi hai preso? Comunque, non disdegno andare al cinema con gli amici e vorrei prendere un cane, magari un trovatello del canile. E’ abbastanza?”. Si stese sul sedile intrecciando le dita sulla nuca.
“Tu sei proprio innamorato della vita, non è vero?”, gli domandò lei, retoricamente, “Beh, per me non è così facile, dato che…”.
“Senti”, la interruppe Owen senza troppe cerimonie, ponendole due dita sulle labbra, “Ora ti darò tre buoni, anzi, ottimi motivi per cui sopravvivere d’ora in poi deve essere la tua assoluta priorità”.
Claire assunse nuovamente quella sua aria di scetticismo, ma si mise in ascolto.
“Prima di tutto, sei sopravvissuta ad un’orda di dinosauri a piede libero correndo per tutto il cazzo di giorno con un paio di tacchi! Ti sembra poco? Non dovresti valutare la tua vita molto più preziosa, adesso che sei riuscita a preservarla?”.
Lei fece spallucce. “Va’ avanti”.
“Secondo, per quanto questa esperienza sia stata terribile, ti ha dato la possibilità di riavvicinarti alla tua famiglia… Ed a quanto ho capito non è cosa da poco. Zach e Gray saranno anche stati colpiti dalle mie “abilità da Marines”, ma tu, tu ti sei trasformata da ‘zia noiosa’ a ‘Bond Girl’!”.
“Ehi, non sono mai stata la ‘zia noiosa’!”.
Owen la guardò, sogghignando. “Beh, comunque, la terza ragione è..”, non concluse la frase, ma spalancò le braccia ed ammiccò.
“E questo cosa vorrebbe dire?”, esclamò Claire ridendo. Il cuore di Owen si scaldò nel vedere di nuovo i suoi denti bianchi fare capolino dalla sua piccola bocca.
“… Il sottoscritto, no? La terza ragione è il sottoscritto!”.
La donna continuò nella propria risata, che diventava sempre più fragorosa. “Tu?! Ti attribuisci tanta importanza?”.
“Ehi, io ti ho salvato la vita!”.
“Anche io, ma non mi risulta di essere stata inclusa nella tua speciale “lista delle ragioni per sopravvivere”, o sbaglio?”.
“Perché eri sottintesa!”.
“Sottintesa, ma va’, se cominci dando più importanza alle grigliate che a me, allora che futuro possiamo avere io e…”.
Owen, forse stanco per le chiacchiere, forse solo alimentato da quel loro vuoto discutere l’uno con l’altro, da quel loro punzecchiarsi, la baciò. Proprio come aveva fatto al parco, quando lei lo aveva salvato dalla furia di un qualche maledetto dinosauro alato: la passione era la stessa, la tenerezza forse maggiore. Lei aveva bisogno del fare avventuriero di Owen, come lui aveva bisogno della sua precisione. Era un fattore di complementarità… Fondamentale per la sopravvivenza, avrebbe detto lui.
Quando le loro labbra si staccarono, furono i loro occhi ad incrociarsi, gli uni marroni, gli altri verdi.
“Owen, io ti…”.
“No, va bene così”, la fermò lui, con un sorriso, “va bene così”.
Claire si stese nuovamente, stavolta poggiando il capo sul petto di Owen e prendendogli la mano. Lui le passò il braccio intorno a le spalle.
“Sai, anche quando ero nei Marines”, esordì lui in un soffio, “mi capitava di vedere cose… a cui non avrei voluto assistere, che mi turbavano nel profondo. Tutto quel che puoi fare in questi casi è andare avanti, pensare al tuo presente senza soffermarti sul passato”.
“Ma poi tornavano di notte, quelle cose che ti turbavano?”, domandò Claire, gli occhi chiusi.
“Sempre”, ammise lui, abbozzando un sorriso, “Sei sicura di non stare più comoda con la testa appoggiata allo schienale?”.
“Cos’è, signor Grady, la disturba tutto questo contatto fisico?”, sghignazzò lei, “Mi dà sicurezza, sentire il battito del tuo cuore. Mi ricorda che non sono sola”.
“Beh, questo è vero… A meno che non ti ricordi… Il passo tuonante di un dinosauro!”, esclamò, simulando poi un roboante ruggito. Claire rise: rise del male che era accaduto, rise di quel presente che la spaventava, ricolmo com’era di interrogativi, di dubbi; rise di quel futuro che desiderava giungesse, il prima possibile.
“Vaffanculo, Owen Grady”, mormorò, ascoltando il dolce ritmo del suo cuore.
“Anche a lei, signorina”, le baciò la fronte, “anche a lei”.

"You won't pull ahead
'Cause I'll keep up the peace
And I'll reveal my strenght
To the whole human race
Yes, I'm gonna win!"

(Muse - Survival)

 

  
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