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Autore: FiordiMandragola    25/06/2015    0 recensioni
Lisa Mackenzie e i suoi amici tornano ad Hogwarts per il loro terzo anno, il primo dopo la vittoria del mondo magico contro Voldemort. Li attende un anno di pace... ma sarà proprio così??? Non vi siete mai chiesti come sarà Hoqwarts dopo la guerra, chi sono i nuovi professori, cosa succede nel castello?! Ecco la mia versione!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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<< Secondo me il più bello della scuola è Brendon: è troppo figo! >>
<< Ma dai! A me piace molto di più Taylor: ha degli occhi azzurri meravigliosi! >>
<< Non dovevi uscire con lui ieri pomeriggio?! Com’è andata? >>
<< Benissimo! Mi ha baciata!!! >>
<< Betty, perché non ce l’hai detto subito!!! E com’è stato?!? >>
Stavo ascoltando, ormai da un paio di ore, grandi ed importanti discussioni su chi fosse il ragazzo più bello della scuola, sul cantante più figo del momento e sul nuovo negozio di bigiotteria aperto in centro. La mamma aveva insistito perché chiamassi le mie ex compagne di scuola ed uscissi con loro, diceva che avevo bisogno di vedere degli amici, dato che Michael, Penny ed Eze vivevano tutti lontano… Nonostante mi sforzassi di fare qualche sorriso e di spiaccicare un commento ogni tanto, stavo cercando di trovare una buona scusa per andarmene scrutando il fondo del mio frappè al cioccolato come fosse una sfera di cristallo.
<< Lisa, a te chi piace? >>
Il mio nome pronunciato all’improvviso mi fece quasi sobbalzare.
<< Cosa? >>
<< Ti ho chiesto chi ti piace! >>, mi chiese nuovamente Sharon con uno sguardo spazientito e da saputella so-tutto-io.
<< Non lo so… >>, risposi non sapendo realmente cosa dire.
<< E’ impossibile! Ci sarà un ragazzo bello nella tua scuola! >>
<< Credo di sì, ma non ci ho mai pensato… >>, risposi nuovamente. Ed era proprio vero: erano successe tante di quelle cose nei due anni passati ad Hogwarts che non mi ero interessata ai ragazzi e, sinceramente, era l’ultima cosa che mi potesse venire in mente! Ma, vedendo gli sguardi straniti ed insospettiti delle ragazzine che avevo di fronte, decisi che forse era meglio inventarsi qualcosa…
<< Ah, Robert è un bel ragazzo! È del terzo anno… >>, dissi pronunciando il primo nome che mi venne in mente.
<< Robert, che nome da vecchio… e quindi non l’hai mai invitato a bere qualcosa con te? >>, insistette lei.
<< No, non c’è un bar a scuola, abbiamo solo una grande… mensa >>, risposi cercando di trovare le parole più semplici e meno compromettenti per indicare la mia meravigliosa scuola!
<< Già che tu ci vivi a scuola… e nel pomeriggio cosa fate per passare il tempo? >>
<< Il pomeriggio abbiamo lezione e, il tempo che resta, lo usiamo per fare i compiti e per studiare >>, risposi come se fosse la cosa più naturale del mondo.
<< Avete lezione anche il pomeriggio?! Che pizza! Studiate tantissimo! Almeno la sera potete uscire? >>
<< Non si può uscire dal… la scuola di sera. Di solito le serate le passo nel dormitorio con le altre ragazze, siamo in cinque! >>, dissi, cercando di sorridere per far sembrare l’argomento interessante, purtroppo senza riuscirci.
<< Che noia, non potete fare niente! Mi dispiace che non abbiate un bar, anche se dubito che tu potresti andarci con un ragazzo… >>, disse stavolta Betty, con uno sguardo malizioso sul viso.
<< Perché? >>, dissi cascando dalle nuvole.
<< Nessuno uscirebbe con te con quel taglio di capelli! >>, disse lei malignamente, sollevando le risatine stupide delle altre due.
Non potei fare a meno di arrossire: non avrei mai creduto che, quelle che un tempo erano le mie amiche, mi avrebbero deriso in un modo così stupido... Arrabbiata e delusa mi alzai, posai pesantemente i soldi del frappè sul tavolino e, senza pensarci molto, dissi:
<< Avrò un brutto taglio di capelli ma di sicuro non sono stupida come voi! >>.
E, girando i tacchi, me ne andai dalla gelateria, senza voltarmi indietro.
 
Arrivata a casa, ancora scura in volto, andai di corsa verso la mia camera senza rispondere ai richiami della mamma e di Albert che provenivano dal giardino dall’altro lato della casa e, aprendo velocemente l’anta dell’armadio, mi posizionai davanti allo specchio. Osservai con attenzione la mia figura: avevo compiuto tredici anni da ormai un paio di mesi, poche settimane dopo la sconfitta di Tu-Sai-Chi, e, oltre a qualche centimetro guadagnato in altezza e qualche piccolo brufolo in faccia, non ero cambiata molto. Il mio volto era sempre tondo e paffutello, i miei occhi sempre verdi (ma quelli andavano bene così) e soprattutto i miei capelli erano sempre a caschetto e con la frangetta sulla fronte. Procedendo con l’osservazione, dovetti ammettere che anche i miei vestiti erano gli stessi da tempo e che la camicetta rosa e la gonna a balze sopra il ginocchio forse erano poco adatte ad una tredicenne. Avevo già pensato altre volte di cambiare pettinatura e comprare qualche nuovo vestito… mi tornò alla mente anche il primo incontro con Astrea Selwyn nel camerino ad Hogmeade: l’immagine riflessa che avevo visto in quella occasione era davvero molto simile a quella che stavo guardando ora… sei lei mi avesse visto vestita così, sarebbe sicuramente scoppiata a ridere, come sempre…
Improvvisamente una sensazione di disagio mi invase: non mi sentivo più bene nei miei vestiti e nella mia pelle… avrei voluto assomigliare almeno un po’ alle ragazzine con cui avevo passato il pomeriggio, così disinibite e alla moda…
Era davvero il caso di cambiare qualcosa.
Poi lo sguardo cadde sul riflesso del dorso della mano sinistra, che avevo tenuto ben nascosta durante l’uscita per paura di strane domande: la cicatrice “sono una mezzosangue” riluceva in leggero contrasto con l’opaco del resto della pelle… era guarita bene ma, nonostante tutto, le parole si leggevano con chiarezza e al tatto risultavano in leggera sporgenza.
 “ Stupida, non vorrai somigliare a quelle oche! “, dissi fra me e me.
Una serie di pensieri ed immagini riemersero nei ricordi, o meglio, dopo l’ultimo anno a Hogwarts non mi avevano più lasciato: le orribili lezioni dei Carrow, i loro sgradevoli sorrisi, la punizione che io e Michael avevamo subito, la paura provata per la battaglia nel castello, la visione dei tanti morti che tormentava ancora i miei sogni…  e soprattutto la notizia più brutta, quella che Penny ci aveva dato pochi giorni dopo il ritorno a casa: avevano trovato il corpo di sua madre senza vita in una foresta dell’Est Inghilterra. La lettera che ci mandò diceva che, in base alle ferite che le avevano trovato sul corpo, probabilmente aveva combattuto valorosamente fino alla fine…
“ Con tutto quello che hai passato non puoi essere come loro, Lisa. Ci sono cose molto più importanti della moda e dei cantanti, cose che loro non capiscono… “, dissi ancora tra me e me tenendomi con forza il palmo sfregiato sul cuore.
Pensando mi resi conto che era proprio quello il motivo per cui nel pomeriggio non mi sentivo a posto: la guerra del mondo magico e tutto quello che era successo a scuola mi avevano mostrato la parte più difficile della vita e avevo imparato a dare un valore grande alle cose importanti, come la famiglia e l’amicizia… tutte cose di cui le mie compagne delle elementari non conoscevano l’importanza…
“ Sei di un altro mondo, Lisa… e sei felice di esserlo! “, mi dissi in conclusione, sorridendo.
La mia immagine allo specchio ricambiò il sorriso.
“ Sei di un altro mondo ma forse è il caso di cambiare look lo stesso! ”, conclusi chiudendo l’anta dell’armadio.
 
<< Mamma! >>, chiamai scendendo di corsa dalle scale.
<< Lisa, com’è andata con le ragazze? >>, mi chiese subito la mamma rientrando in cucina dal giardino.
<< Male, non voglio più uscire con loro >>, risposi con tono deciso.
La mamma rimase basita dalla mia risposta e volle sapere perché il pomeriggio era stato negativo.
<< Sono delle oche, non fanno altro che parlare di ragazzi, di cantanti e di smalti per le unghie. Queste cose non mi interessano. E poi, appena possono, si rinfacciano l’una con l’altra quello che hanno sbagliato… non si comportano così i veri amici… >>, spiegai alla mamma, sedendomi al tavolo della cucina.
<< Tutte le femmine sono oche… a parte la mamma! >>, disse Albert, lanciando uno dei suoi sguardi complici verso di lei e venendo subito ricambiato con un bacio sulla fronte, per poi aggiungere con evidente tono scherzoso: << E, dai, anche tu Lisa… >>
<< Grazie Al, sei carino come sempre! Comunque su una cosa ammetto che hanno ragione: i miei capelli sono da bambina, devo tagliarli, o meglio ancora farli crescere! Non ho mai avuto i capelli lunghi, mi piacerebbe provare! >>, dissi cercando di portarmi una corta ciocca davanti agli occhi.
<< Va bene, ti prendo appuntamento nei prossimi giorni, in effetti hai bisogno di una sistemata. Però credo sia un po’ difficile farli crescere in così poco tempo… >>, rispose giustamente la mamma.
<< Già… >>, risposi fra me e me un po’ sconfortata: non mi andava proprio di avere ancora una pettinatura da bambina ed essere presa in giro dalla Selwyn e i suoi scagnozzi… cercai quindi di risollevarmi con il secondo punto di discussione.
<< E poi dovremmo andare a comprare un po’ di vestiti nuovi, più alla moda! >>
<< E poi cosa vuoi ancora?! >>, mi fece coro Albert.
<< Non sto parlando con te! >>, dissi secca a mio fratello ricevendo in risposta una linguaccia e uno sguardo incuriosito della mamma.
<< Ma non l’hai detto tu poco fa che le tue vecchie amiche sono delle oche perché pensano solo ai vestiti?! >>, mi disse pungente la mamma.
<< Hai ragione e non voglio spendere tanto… solo che in questi anni ad Hogwarts ho sempre portato la divisa anche fuori dalle ore di lezione, ma i ragazzi più grandi non lo fanno e io non voglio mi prendano in giro perché porto le camicette di quando avevo sette anni… >>, risposi titubante. La mamma parve capire al volo il mio leggero disagio e mi disse che l’indomani saremmo andate in un negozio carino che aveva visto in città. La abbracciai per la comprensione e le diedi un grosso bacio, sotto gli occhi di disappunto di Al.
Il resto del pomeriggio e la serata passarono tranquilli, anche se non mi toglievo dalla testa l’idea di vedermi con i capelli lunghi: davanti allo specchio provai a raccoglierli come per fare una coda di cavallo (mi sarebbe piaciuto moltissimo farla!) oppure a vedere come stavo con la frangetta sollevata lasciando libera la fronte.
“ Chissà se esiste un incantesimo per farli crescere velocemente! A scuola devo trovarlo e provare! “, pensai e mi misi a dormire con questo pensiero.
Mi svegliai il mattino seguente con il vivo ricordo di un sogno: io che mi accarezzavo morbidi e lunghi capelli castani! Non feci in tempo a girarmi dall’altro lato per dormire ancora un po’ che mi resi conto di sentire qualcosa di diverso sul viso. Portai le mani sul volto e mi alzai di scatto a sedere sul letto spaventata: quelli che sentivo erano peli! Ero diventata un lupo mannaro?! Mi alzai veloce dal letto verso lo specchio e quello che vidi provocò un tuffo al cuore, ma di meraviglia: la mia faccia era coperta non da peli ma da capelli!!! In una sola notte mi erano cresciuti tantissimo e ora li avevo lunghi fino alle spalle, anche quelli della frangia che cadevano dritti sopra occhi, naso e bocca! Presi da una scatola nell’armadio un vecchio cerchietto che usavo da bambina e bloccai i capelli davanti al viso tirandoli indietro: mi piacevo moltissimo! Era bastato volerlo intensamente che si era avverato in una sola notte!!!
“ Adoro la magia! “, pensai straripante di gioia e corsi subito dalla mia famiglia per mostrare la sorpresa.
 
Quando nei giorni seguenti andai a farmi sistemare i capelli, il parrucchiere rimase decisamente stupito dal vedermi in testa una massa informe e scombinata… in effetti sembrava non andassi a tagliarli da un bel po’ di tempo, ma fortunatamente non fece troppe domande e alla fine uscii dal negozio contentissima del mio nuovo taglio! Decisi di tenerli lunghi fino alle spalle, con la riga laterale e senza frangia, con l’aggiunta di qualche piccola ciocca bionda qua e là: mi piacevo davvero moltissimo!
Le spese per i miei abiti nuovi contribuirono a sollevare ulteriormente il mio buon umore e, contrariamente al volere della mamma, comprai tutti pantaloni e maglie comode.
Il mio nuovo look mi faceva sentire bene e, anche se mi vergognavo un po’ di me stessa per l’eccessiva vanità, oltre a sentirmi più grande, mi sentivo anche più bella delle mie oche vecchie amiche.
Solo alcune piccole crepe incrinavano la mia felicità: prima di tutto il pensiero di Penny e di sua madre che ogni tanto affiorava e mi rendeva triste, poi il fatto che, nonostante fosse passata ormai la metà di luglio, non fosse ancora arrivata nessuna lettera da Hogwarts con l’invito all’iscrizione per il nuovo anno e la lista dei libri. Ricevetti conferma del mancato arrivo anche dai miei amici e, nonostante cercassi di pensarci il meno possibile e di non dare troppo peso alla questione, a volte era inevitabile che i miei pensieri partissero per la tangente: se non fossero riusciti a ricostruire il castello in tempo per l’inizio del nuovo anno? Ricordavo perfettamente le parole della Professoressa McGranitt l’ultima notte: ci aveva mandato a dormire nella nostra sala comune perché le torri non erano agibili… e se non lo fossero state mai più? C’era sufficiente spazio nei sotterranei per tutti gli studenti? Magari sì, Hogwarts era tanto grande… e se invece ci avessero scritto che l’anno era sospeso per motivi di sicurezza? E se il castello non aveva retto ai colpi della battaglia e si era accasciato al suolo? Poteva esistere un altro luogo per ospitare una scuola? Il solo pensiero mi fece rabbrividire: non c’era un posto altrettanto bello e affascinante, Hogwarts era la sola e unica scuola!
 
Con difficoltà e sentendomi di colpo infantile, contrariamente ai miei pensieri dell’ultimo periodo, una sera a cena condivisi la mia preoccupazione con la mia famiglia e, come spesso accadeva, mamma e papà ebbero parole convincenti e rassicuranti.
<< C’era giusto un articolo sulla Gazzetta del Profeta qualche giorno fa: diceva che si sta occupando della sistemazione del castello una sezione del Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici del Ministero, creata apposta per l’occasione, e che i lavori sono quasi al termine >>, disse il papà. << E’ un po’ che non leggi più il giornale, vedo! Chissà quante altre cose ti sei persa… >>, aggiunse con un lieve sorrisetto.
Dovetti ammettere che aveva ragione e mi sentii avvampare dalla vergogna: durante l’anno scolastico lo sfogliavo tutte le mattine per scovare qualche novità ma, da quando ero tornata a casa, non l’avevo più aperto…
<< Hai ragione… ma non c’è più niente di cui preoccuparsi, la guerra è finita… >>, ammisi abbassando la testa sul piatto nel tentativo di nascondere il viso arrossato dagli scherni di Albert (tentativo ovviamente fallito in modo misero perché scoppiò in una fragorosa risata).
Cercando di calmarmi e di riprendere un colorito più naturale, dopo qualche istante riemersi da sotto il tavolo e chiesi in modo serio: << Dimmi allora le cose più importanti >>.
<< Kingsley Shacklebolt è stato confermato Ministro della Magia e mi sembra di ricordare che sia stato votato quasi all’unanimità. Praticamente tutti i Mangiamorte che erano riusciti a fuggire dall’ultima battaglia sono stati catturati dagli Auror del Ministero e spediti alla prigione dei maghi… cavolo, non ricordo mai come si chiama… >>, spiegò il papà.
<< Azkaban >>, dissi.
<< Ecco, quello, brava! Sai Lisa, mi piace molto leggere il vostro giornale, è interessante! Anche se forse dovrei preoccuparmi di più della politica inglese… >>, aggiunse con voce combattuta.
<< Dovremo in effetti interessarci ad entrambi… >>, intervenne la mamma, << Inoltre, Lisa, ad Hogwarts dovranno cercare dei nuovi docenti, giusto? Anche quello richiede tempo, è una decisione importante per un preside e per chi cambia lavoro… >>.
Avevo pensato più volte anch’io a chi potessero essere i nuovi docenti, mentre per il nuovo Preside non avevo quasi alcun dubbio: sarebbe stata la Professoressa McGranitt, che era la vicepreside fino a un anno prima e che, secondo me, aveva le doti perfette per ricoprire quel ruolo.
Risposi alla mamma confermandole i miei pensieri e augurandomi che i nuovi professori fossero buoni ma soprattutto validi insegnanti.
<< Così l’anno prossimo sarà la Professoressa McGranitt la mia preside! Mi piace! >>, disse entusiasta Al, che ormai era convinto di ricevere la sua lettera e aveva addirittura detto alla mamma di non iscriverlo alla scuola media babbana perché sarebbe andato ad Hogwarts. Ero convinta anch’io che mio fratello fosse un mago, ma non avevo prove certe: non l’avevo mai visto fare piccole magie come capitava a me con le piante e i fiori… eppure doveva aver combinato qualcosa per esserne così convinto…
<< Peccato però, mi sono perso tutta la battaglia… >>, aggiunse pensieroso.
<< Non dirlo neanche per scherzo! >>, lo ammonii subito in tono serio, << Ti posso giurare che quest’anno ad Hogwarts non è stato bello per niente e, se ci fossi stato anche tu, rischiavi di ritrovarti uno sfregio come questo! >>, continuai mostrandogli la cicatrice sulla mano.
<< Lisa ha ragione, quello che ha vissuto lei non è stato un gioco! >>, lo rimproverò anche la mamma.
Albert divenne paonazzo quanto me e capii che si era già pentito della frase detta: potevo capire che quello che avevo raccontato sulla battaglia potesse sembrare entusiasmante e che Al volesse vivere una simile avventura, ma volevo fargli capire che c’era una grande differenza tra il divertimento scolastico e una guerra vera.
<< Noi abbiamo passato dei momenti di vera paura quest’anno e tanti hanno perso la vita in quella battaglia… tu avrai la possibilità di vivere Hogwarts con serenità e nel suo pieno splendore! >>, gli dissi infine per rassicurarlo.
<< Ok, avete ragione… >>, si scusò infine Albert quasi sull’orlo delle lacrime.
<< Tutto a posto, stai tranquillo >>, gli disse il papà accarezzandolo sulla testa, << Direi che stasera abbiamo capito tutti qualcosa di nuovo! >>
<< Hai ragione, grazie papi per gli aggiornamenti sul mondo magico. Prometto che tornerò a leggere più spesso la Gazzetta! E per Hogwarts ci vorrà solo ancora un po’ di tempo… >>, conclusi un po’ più tranquilla e speranzosa.
Passarono ancora un paio di settimane di trepidante attesa, prima che, una mattina sul presto, un grosso barbagianni lasciasse cadere una lettera di Hogwarts sul tappetino d’ingresso.
Dormivo ancora e fu la mamma a svegliare sia me che Al per annunciarci l’arrivo della lettera.
Al richiamo mi misi subito in piedi e scesi immediatamente le scale verso la cucina, seguita a ruota da Albert, dove si trovavano la mamma e anche il papà, non ancora partito per il lavoro.
<< Aprila subito, la leggiamo tutti insieme! >>, disse Al quasi più entusiasta di me.
La aprii con delicatezza, staccando con cautela la cera lacca con lo stemma della scuola e gustandomi il momento, fino ad estrarre i fogli contenuti nella busta. Lessi poi ad alta voce il testo:
 
“ Cara signorina Mackenzie,
ci scusiamo per il ritardo con cui riceve questa lettera, causato dalla ristrutturazione e riorganizzazione della nostra scuola.
Ci pregiamo di informarLa che il nuovo anno scolastico comincerà il primo settembre.
L’Espresso di Hogwarts partirà dalla stazione di King’s Cross, binario nove e tre quarti, alle undici in punto.
Gli studenti del terzo anno hanno il permesso di visitare il villaggio di Hogsmeade in alcuni fine settimana stabiliti. La preghiamo di restituirci l’autorizzazione, allegata alla presente, firmata da un genitore o da un tutore. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
Le indichiamo inoltre le materie facoltative che potrà scegliere di frequentare da quest’anno (fino ad un massimo di tre) e che discuterà con il Direttore della sua Casa nei primi giorni del nuovo anno scolastico. Non è necessario acquistare subito i relativi libri di testo, in quanto verranno reperiti dalla scuola dopo la sua scelta definitiva.  
Con ossequi,
Filius Vitious
Vicedirettore ”
 
<< Urca! Non mi hai detto che ci sono altre materie! E neanche che ci sono le gite! >>, disse Al con occhi sognanti.
Mi ritrovai improvvisamente bloccata dalla scossa di adrenalina che mi aveva pervaso il corpo e mi ci volle qualche istante per realizzare: dunque si tornava davvero a scuola!!! Una velocissima serie di pensieri e di ricordi legati ad Hogwarts mi sfrecciarono nella mente, ma mi riscossi perché sapevo che la mia famiglia attendeva la mia impressione.
<< Finalmente la lettera è arrivata! >>, riuscii a dire emozionata.
<< Hai visto che è finito tutto bene?! Ciao ragazzi, io vado al lavoro, ci vediamo a pranzo così mi racconti! >>, disse il papà baciandoci sulle guance, abbracciò la mamma ed uscì di casa.
<< Quante novità, Lisa! Dai, sediamoci qui che la leggiamo bene insieme!>>, aggiunse poi la mamma e ci sedemmo sul divano tutti e tre vicini.
<< Dunque, dalla lettera sappiamo che il Professor Vitious, l’insegnante di Incantesimi, è diventato Vicepreside e quindi la Professoressa McGranitt potrebbe essere davvero la nuova Preside! >>, iniziai passando lo sguardo dalla mamma ad Albert e analizzando la lettera sempre con una bella emozione nel cuore. << Sappiamo che il castello è stato sistemato e quindi sarà di nuovo bello come prima! C’è stata una riorganizzazione della scuola e quindi avranno trovato tutti i nuovi docenti! E poi ci sono le uscite ad Hogsmeade e le nuove materie che non sapevo di dover frequentare… >>
<< Dov’è Hogsmeade? >>, chiese Al.
<< E’ il villaggio sotto il castello, quello dove arriva l’Espresso… >>
<< Davvero non sapevi ci fossero delle nuove materie? >>, mi chiese la mamma un po’ scettica.
<< Davvero! Non mi sono mai preoccupata di guardare i calendari dei ragazzi degli altri anni e credevo le materie fossero sempre quelle! Anzi, l’unica che conosco è Babbanologia, ma credo proprio che la Carrow non ci sia più! >>, dissi sinceramente.
<< Guarda, l’elenco è qui dietro! >>, disse Al sbirciando l’ultimo dei tre fogli ricevuti.
Oltre al foglio appena letto e all’elenco dei libri delle materie obbligatorie, c’era un terzo foglio con l’elenco delle nuove materie e dei rispettivi libri di testo.
 
Materie facoltative
(da intraprendere fino al quinto anno di studi ed oggetto di prova di esame G.U.F.O.)
 
  • Babbanologia
Alla scoperta dei Babbani, di Gertrude Mobbit
  • Rune Antiche
Introduzione alle antiche rune, di J.K. Willington
  • Cura delle Creature Magiche
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro (già in dotazione)
  • Divinazione
L’occhio interiore – Volume primo, di Jeremia Ocolutis
  • Aritmanzia
Manuale di aritmanzia – Volume primo, di Dorothea Dorotis
 
<< Forte Lisa! Cosa credi di studiare? Sembrano materie difficili… >>, disse Albert.
<< Già, lo sembrano anche a me…  E’ difficile scegliere senza sapere che cosa trattano le materie… >>, dissi confusa. A parte Babbanologia e Cura delle Creature Magiche, che erano di facile intuizione, non avevo la più pallida idea di cosa trattassero le altre tre materie.
<< Non per niente ti hanno scritto che la scelta definitiva va fatta insieme al Direttore della tua Casa, così può spiegarti e consigliarti cosa è meglio frequentare. Anche se le materie sono facoltative, spero tu ne sceglierai almeno un paio, Lisa… mi sembra una buona opportunità! >>, intervenne la mamma.
<< Credo di sì… >>, risposi io con un po’ di preoccupazione.
Una lieve sensazione di inadeguatezza mi invase: mi parve di rivivere i primi giorni del mio arrivo ad Hogwarts, ormai due anni prima, quando avevo paura di non essere abbastanza magica per frequentare la scuola e per imparare la magia… ora, invece, sarei stata in grado di frequentare così tanti corsi? Già le materie base diventavano più difficili ogni semestre, se poi ne aggiungevo altre non avrei più finito di studiare! Ma la mamma aveva comunque ragione: non potevo non scegliere, ero in fondo anche curiosa di conoscere queste nuove materie e sapevo di andare piuttosto bene a scuola, quindi perché non tentare?! Ok, avevo già deciso di fare almeno una materia in più… però quale?
<< Lisa, cosa sono i G.U.F.O? >>, mi chiese Al risvegliandomi dai miei pensieri.
<< Sono gli esami del quinto anno, quelli che ti permettono di andare avanti con gli studi degli ultimi due anni. Quelli del settimo invece sono i M.A.G.O. >>, spiegai.
<< Quindi gli esami si fanno solo dopo cinque anni? >>, chiese nuovamente Al con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
<< No, si fanno alla fine di ogni anno. Io non li ho mai fatti perché sono sempre stati sospesi, ma credo e spero che l’anno prossimo non ci sia niente che li faccia saltare… >>
<< Oh cavolo! Non sono più sicuro di voler andare ad Hogwarts… si studia troppo… >>, rispose lui abbattuto.
<< In effetti si studia tanto… ma è tutto meraviglioso! >>, risposi io riprendendomi dalle solite preoccupazioni e facendo ritrovare il sorriso a mio fratello. << Sento i ragazzi e gli chiedo che materie scelgono! >>
<< Non hai più sentito Penelope? >>, mi chiese la mamma.
<< Le ho scritto più volte in questi mesi, anche qualche settimana fa, ma mi ha sempre risposto solo poche righe… credo non stia proprio bene e pensavo di lasciarla stare per un po’… >>, risposi. 
<< Sicuramente sta passando un momento difficile ed è proprio per questo che devi starle vicino. Chiedi anche a lei cosa vuole studiare >>, mi consigliò.
<< Va bene, vado su a preparare i messaggi e a chiamare Sebastian! Vieni con me Al! >>, e insieme salimmo velocemente in camera mia.
  
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