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Autore: MikaMika    25/06/2015    0 recensioni
Louis conosce il mondo del Sovrannaturale, Harry ne fa parte.
Louis lotta per distruggere il Male, Harry ne fa parte.
E' una Larry ispirata all'universo di Supernatural, dove una profezia incombe e il male è radicato ovunque e le alternative sembrano essere infelicità o morte. Ma davvero le cose andranno così?
Louis !Hunter; Harry !Vampire;
L'obiettivo è azione, mistero, pericolo e un po' di movimento!
Genere: Angst, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologue:

Era stato il caldo a svegliarlo.

Il caldo ed il sonno agitato. Aveva nuovamente fatto lo stesso incubo, quello in cui si sentiva debole, sconfitto e un paio di profondi occhi verdi lo osservavano.

Non c’era una parte del corpo che non gli facesse male, che non fosse dolorante a causa delle percosse e dell’acido lattico. Inoltre, il dolore pulsante alla testa era la prova di come, per l’ennesima volta si fosse addormentato piangendo.

Lanciò una rapida occhiata alla sveglia, sul comodino. Aveva dormito appena due ore. Non molto meno del solito, considerate le interminabili sessioni di studio a cui Dan lo costringeva e gli allenamenti che lui stesso si costringeva a fare.

L’oscurità nella stanza era asfissiante.

Il pesante silenzio che vi regnava era rotto soltanto da un mormorio troppo sottile per poterlo riconoscere.

Louis gettò i piedi fuori dal letto di malavoglia, in maniera pesante, ma calcolata. Aveva imparato a non fare alcun rumore, spostandosi. Sebbene gli fosse stato imposto di dedicare più tempo alla lettura che agli allenamenti, erano chiaramente questi ultimi a produrre i risultati migliori. Si vedeva  dai calli sulle mani, dalla forma tonica e guizzante dei muscoli. Come se non fosse bastato l’entusiasmo brillante nei suoi occhi ogni volta che teneva un’arma in mano.

 Louis  sapeva tutto del mondo sovrannaturale.
Ok, forse non era corretto vederla in questo modo. Perché se avesse saputo tutto, nulla di quello che accadde in seguito sarebbe successo. Diciamo che ne sapeva abbastanza o che comunque faceva del suo meglio.

Era nato e cresciuto in una famiglia di uomini di lettere, una delle più importanti a dire la verità. Quella del suo padre biologico e poi quella del suo primo patrigno si occupavano di leggi dell’occulto da sempre. Per questo tutti si aspettavano che il ragazzino seguisse quella strada.  La sua sfortuna, era stata quella di avere l’animo da cacciatore. Odiava le ore che lo obbligavano sui libri, chino e fermo. Preferiva di gran lunga sgattaiolare nelle palestre o ai poligoni di tiro.

Si sentiva forte, lì dentro.
Si sentiva Dio.

Mosse passi silenziosi lungo il parquet della sua stanza, fino a raggiungere la porta che era rimasta socchiusa. Non appena raggiunse le scale, che portavano al piano inferiore della sua casa a Knowcity, cittadina dimenticata da Dio, vide una flebile luce in basso, segno che qualcuno fosse sveglio a quell’orario improbabile.

L’adrenalina prese a scorrergli in corpo. Sperava, sebbene fosse folle, che qualche mostro si fosse introdotto in casa. Desiderava dimostrare al suo patrigno quello che aveva imparato, quello di cui era capace. Louis era sicuro che l’unica cosa che gli servisse fosse un’occasione. Una volta visto all’opera, Dan avrebbe desistito dal voler preparare la sua mente invece che il corpo. Avrebbe accettato che la sua strada fosse quella della caccia e forse, ma non era sicuro di poter sperare tanto, forse sarebbe stato fiero di lui.

Era giovane, aveva appena sedici anni. Eppure era pronto. Si sentiva terribilmente pronto ad affrontare quella vita di cui aveva solo letto, più di quanto fosse mai stato.

Scese le scale. Si concedeva a mala pena di respirare nel timore di essere scoperto. Si nascose dietro la parete che affacciava sull’ampia cucina rustica che Johanna aveva tanto desiderato. Diede una sbirciata e, con sua enorme delusione, le uniche figure che riconobbe all’interno erano sua madre ed il suo patrigno. Parlavano fitto, talmente piano che non riusciva a capire cosa stessero dicendo, ma tra un brusio e l’altro era quasi certo di aver sentito Dan pronunciare il suo nome. Parlavano di lui.

Cercò di avvicinarsi senza farsi vedere per ascoltare meglio, ma all’improvviso, vide sua madre irrigidirsi e gettare la testa all’indietro. Dalla sua bocca cominciarono a fluire parole, in tono roco, innaturale, quasi demoniaco. Avrebbe voluto irrompere nella cucina e strattonarla, e portarla indietro dal luogo nel quale era scivolata. Ma l’espressione di Dan lo dissuadeva. Era interessato a quelle parole, ma non preoccupato. Nonostante fossero cupe ed oscure.

Quando la terra brulicherà di male, la guerra del cuore avrà inizio. Sarà anima contro corpo, sangue contro forza. Se vincerà l’ambizione il nulla e la schiavitù dell’uomo. Se vincerà l’onore, l’arma sarà potente e affilata squarcerà ogni suo nemico. Se vincerà l’ambizione l’arma sarà strumento delle tenebre. Se vincerà l’onore giungerà l’amore e sarà vita ma l’arma si spegnerà nella morte

Quando terminò la profezia, Johanna prese fiato con prepotenza. Louis era sconvolto da quanto appena visto. Possibile che sua madre fosse una strega? Possibile che facesse parte di quell’insieme di creature che lui avrebbe voluto distruggere? Perché non gliene aveva mai parlato. Le streghe, tra le creature magiche erano pur sempre quelle con cui cacciatori e uomini di lettere talvolta riuscivano a convivere. Perché glielo aveva tenuto nascosto?

Probabilmente si sarebbe perso nel turbamento di quei pensieri, se la voce del patrigno, in quel momento, non l’avesse tirato fuori, sostituendo la confusione con il panico.

“Dobbiamo mandarlo via Jay. Non può stare qui con le ragazze”  e Louis sapeva che era di lui che stavano parlando, ma non capiva il perché  “Domani lo porterò all’Accademia, sarà controllato e costretto a studiare” rabbrividì mentre vedeva sua madre abbandonarsi alle lacrime ma chinare la testa.

Non sarebbe successo, non avrebbe lasciato che accadesse, non se poteva evitarlo. Vivere in accademia avrebbe significato essere costantemente sotto l’occhio di un tutore. Non avrebbe più potuto allenarsi, né sarebbe potuto uscire per vedere le sue sorelle. Li aveva visti gli studenti dell’accademia. Trascorrevano giornate intere chiusi nelle biblioteche in religioso silenzio. Non parlavano neanche tra di loro. Vivevano praticamente come monaci fino al diploma, per rafforzare la mente e assottigliare l’intelletto. Così dicevano almeno. Ma quella non era la vita che voleva.

In completo silenzio raggiunse la sua camera. Aveva un borsone pronto sotto il letto, per ogni evenienza, aveva letto da qualche parte che era una cosa che i cacciatori facevano sempre. Lo afferrò spingendoci dentro un altro paio di indumenti alla rinfusa e lo gettò fuori dalla finestra, sul pergolato.
Si lanciò in giardino, era un salto di appena un paio di metri, poi  si concesse un solo secondo per guardare indietro, quello che stava lasciando. Le sue sorelle, la sua famiglia, sua madre, la sua vita. Non era molto e, forse, non era neanche mai stato completamente felice lì, ma era pur sempre casa sua.
Per questo dovette sforzarsi dannatamente per comportarsi da uomo e non mettersi a piangere.

Rabbrividì e si guardò intorno quando un fruscio, dietro la grande quercia attirò la sua attenzione. Si sentiva osservato. Si sentiva bruciare. Appena qualche secondo dopo, però, la sensazione svanì.

Scosse la testa . Era sicuramente suggestione la sua, non c’era nessuno lì fuori, erano tutti dentro. Lanciò un ultimo sguardo triste a quella casa, alle tende tirate nella stanza di Lottie accanto alla sua e ci mise tutta la volontà del mondo per voltarle le spalle e lasciarla lì. Ma d’altro canto, lo aveva letto nei milioni di saggi che aveva studiato sull’argomento.

A caccia si va da soli.



ANGOLO DI MIKA:
Non so se ve ne accorgerete ma, intanto che aggiorno, sto revisionando la storia.
La realtà è che rileggendo mi sono resa conto di una serie di imbarazzanti orrori (dovuti alla maledettissima abitudine di non controllare prima di pubblicare) e anche di una serie di passaggi mal spiegati.
Ovviamente non dovete rileggerla, ma per chi magari ci capita la prima volta sarebbe bello trovare qualcosa di decente.
All the love.

Mika
  
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