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Autore: karter    25/06/2015    4 recensioni
Shiho è di ritorno dall'America per passare le vacanze in Giappone con sua sorella.
Sull'aereo di andata, la bella quindicenne, si perde tra i suoi ricordi osservando una famigliola felice.
dal testo:
"Senza volerlo spostò la sua attenzione su una famigliola felice seduta a qualche sedile dal suo. C'era un padre dall'aspetto austero, una madre dal sorriso gentile e due bambine, sorelle, che bisticciavano allegramente tra loro.
A quella vista sentì un forte dolore al petto. Un altro pezzo di cuore si era frantumato e si era accasciato su tutti quegli altri frammenti ormai ammuffiti in un angolo del suo petto."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Io Avrò Cura Di Te Perché Tu Sei Un Essere Speciale <3 '
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-Amore Fraterno-


Il paesaggio scorreva veloce davanti ai suoi occhi. Un attimo prima riusciva ancora a scorgere i sontuosi grattaceli della grande mela, l'attimo dopo era circondata da quell'azzurro acceso che caratterizzava il cielo  nelle giornate di sole.
Intorno a lei decine di curiosi osservavano la distesa di nuvole bianche sotto di loro con espressione felice, estasiata, come se non avessero mai visto nulla di più bello nella loro vita.
Shiho le osservò qualche secondo. Le sarebbe piaciuto essere come loro e meravigliarsi davanti ad uno spettacolo della natura come quello, ma sapeva che non sarebbe mai accaduto. Sorrise amaramente a quel pensiero prima di rituffarsi in quell'enorme tomo di chimica organica. Anche se aveva qualche giorno di vacanza non poteva distrarsi dai suoi doveri.
Doveri. Una parola grossa per una ragazzina.
Aveva solo quindici anni, Shiho, eppure era già stanca della vita. Akemi, quelle poche volte che riuscivano a chiacchierare, non faceva altro che ripeterle che sembrava un ottantenne imprigionata nel corpo di una bambina e spesso si ritrovava a darle ragione.
Del resto lei non era come le sue coetane, e forse non lo sarebbe mai stata.
Le vedeva le quindicenni newyorkesi che, dopo un'interminabile giornata di scuola, approfittavano del tempo libero per uscire a divertirsi con gli amici, mentre lei, seduta al tavolino di un bar, ricopiava gli ultimi appunti per essere pronta per qualche esame. Non era facile frequentare l'univeristà alla sua età, ma non aveva scelta. Non l'aveva mai avuta nella sua vita. C'era sempre stato qualcuno a decidere per lei e anche se la cosa la infastidiva, sapeva che non sarebbe mai cambiata.
Loro non l'avrebbero mai lasciata libera di vivere la sua vita.
Senza volerlo spostò la sua attenzione su una famigliola felice seduta a qualche sedile dal suo. C'era un padre dall'aspetto austero, una madre dal sorriso gentile e due bambine, sorelle, che bisticciavano allegramente tra loro.
A quella vista sentì un forte dolore al petto. Un altro pezzo di cuore si era frantumato e si era accasciato su tutti quegli altri frammenti ormai ammuffiti in un angolo del suo petto.
Quanto le mancavano i suoi genitori. Ricordava poco e niente di loro, ma anche se doloroso era normale. Era solo una bambina quando le loro mani vennero separate con forza dalle sue e da quelle di Akemi.
Spesso, chiudendo gli occhi, riusciva ancora a vedere quelle due bare chiudersi e sparire sotto terra davanti ai suoi occhi inespressivi e quelli pieni di lacrime della sorella.
Non sarebbe mai riuscita a dimenticare quel maledetto giorno che aveva seganto l'inizio della fine!

Due bambine sedevano sul sofà del loro salotto. Erano in silenzio. Nessuna delle due riusciva a parlare. Il dolore che provavano era troppo grande per essere porto da due bambine così piccole.
Davanti a loro stava un uomo dall'impermeabile nero e lunghi capelli biondi che le fissava con uno sguardo di ghiaccio. Sapeva tutto su di loro. L'Organizzazione le aveva controllate fin dal primo giorno in cui i loro occhi si erano aperti per la prima volta alla vita e se la più grande era alquanto inutile per i loro scopi, la più piccola si era dimostrata da subito un vero genio della chimica. La degna erede dei suoi genitori!
Si accese una sigaretta mentre i suoi occhi di ghiaccio contemplavano quei due piccoli angeli ai quali la vita non avrebbe mai permesso di spiegare le ali, quando un altro uomo vestito di nero li raggiunse.
-La macchina è pronta, capo!- lo informò il nuovo arrivato ottenendo un segno d'assenso da parte del biondo.
-Prendete ciò che vi serve e seguitemi!- disse poi con un'espressione glaiale alle due bambine -Da oggi inizia la vostra nuova vita!- aggiunse prima di dare loro le spalle e incamminarsi verso l'uscita.
A quelle parole le due bambine trasalirono. Quell'uomo non piaceva a nessuna delle due, ma sapevano di non avere scelta.
-Andrà tutto bene!- sussurrò la piccola Akemi intrecciando le sue dita a quelle della sorella.
Aveva paura e anche tanta, ma lei era la sorella maggiore e non poteva mostrarsi debole. Doveva essere forte per se stessa, ma soprattutto per proteggere Shiho che a quelle parole rimase impassibile. O almeno così sarebbe parso ad un occhio estraneo. Perchè se esteriormente la piccola provava a sembrare forte, dentro di lei riuscì a sentirsi sollevata grazie a quel gesto mentre si aggrappava  disperatamente a quela stretta che le sapeva di amore e tanta felicità.
Perchè una cosa era certa, finché sarebbero rimaste insieme nulla avrebbe potuto scalfirle!
 

Sorrise nel ricordare quelle parole. Perchè anche se i M.I.B. le avevano portato via ogni speranza di vivere una vita normale, al suo fianco aveva la sua nee-chan che l'avrebbe fatta sentire a casa, sempre.
Con il cuore più leggero tornò a concentrarsi su quel libro che non ne voleva sapere di finire immaginando una lunga chioma mora e due splendidi occhi cioccolato attendere con un sorriso sulle labra il suo ritorno a casa.
Non vedeva l'ora di atterrare a Tokyo!

  
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