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Autore: AmbraDellaRosa    26/06/2015    0 recensioni
Dal testo:
Ricordi la favole che ti raccontavano da bambino? Ricordi la magia, le parole sussurrate circa mostri spaventosi che ti avrebbero rapito? Ricordi gli incantesimi, le fate, le streghe, la lotta tra il bene contro il male? Ricordi le meravigliose creature magiche che hai osservato nel tuo libro di fiabe, con la torcia sotto le coperte? Ricordi, ancora, quando hai chiesto a tua madre se lei ci credeva?
La sua risposta fu no, probabilmente, ma se puoi credere a me, o almeno puoi provarci, se non è troppo tardi, la mia risposta è sì. Difatti, la prima regola se hai intenzione di iniziare quest'avventura è: "le leggende sono tutte vere", o quasi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Prologo
Caro lettore, 
se stai leggendo questo libro sono estremamente fiera del fatto che in te ci sia ancora un po' di luccichio nonostante tu non abbai una così tenera età. Adesso non credere che io sia pazza, d'accordo?, e so che non è una grande frase ad effetto per iniziare un libro, ma io di fatti non sono una scrittrice. Chi sono allora? Cercherò di svelartelo il prima possibile.
 
Prima di avventurarti nelle prossime pagine, è necessario che ti vengano svelate alcune cose, che anche se adesso non ricordi o non credi più, un tempo conoscevi già.
Ricordi la favole che ti raccontavano da bambino? Ricordi la magia, le parole sussurrate circa mostri spaventosi che ti avrebbero rapito? Ricordi gli incantesimi, le fate, le streghe, la lotta tra il bene contro il male? Ricordi le meravigliose creature magiche che hai osservato nel tuo libro di fiabe, con la torcia sotto le coperte? Ricordi, ancora, quando hai chiesto a tua madre se lei ci credeva? 
La sua risposta fu no, probabilmente, ma se puoi credere a me, o almeno puoi provarci, se non è troppo tardi, la mia risposta è sì. Difatti, la prima regola se hai intenzione di iniziare quest'avventura è: "le leggende sono tutte vere", o quasi.
 
Ci fu un tempo in cui questo mondo era popolato da tutto ciò in cui credevi da bambino, la Magia, e qui entro in gioco io, camminava tra le strade, tutti gli umani ne erano circondati e vivevano in simbiosi con lei, le affidavano i propri problemi, affanni, se ne servivano, talvolta ne abusavano, ma la magia c'era sempre ad accompagnarli. In ogni angolo della terra avveniva in ogni attimo qualcosa di meraviglioso e stupefacente, le persone credevano, e la loro fantasia alimentava tutto, andando oltre l'immaginabile. Le creature magiche vivevano pacificamente e condividevano il proprio sapere con coloro che si dimostrassero degni di venirne a conoscenza, così il mondo girava, luminoso, splendente, ed il suo luccichio brillava sull'orizzonte come una corona. 
 
Credo che sia giunto il momento di rivelare chi io sia; se non lo hai già intuito da solo, lettore, io sono la Magia, o almeno lo ero.
 
Un giorno, infatti, mentre osservavo il sole innalzarsi sul tuo mondo e congedare le stelle, come tutte le mattine, in compagnia delle sole mie sorelle fate, che si preparavano a risvegliare la natura, attendetti di scorgere oltre l'orizzonte il primo lampo di luccichio. Attesi, gli occhi fissi su quella linea che divide terra e cielo, ma il luccichio non arrivò. Iniziai a pensare se anch'esso potesse ritardare, certe volte, ma iniziai realmente ad agitarmi quando il sole si sollevò completamente oltre l'orizzonte e nulla accadde. 
Le mie sorelle erano avvolte da una calma innaturale, come se non avessero notato nulla o fingessero di non averlo fatto e quando tentai di manifestare loro la mia paura semplicemente si scambiarono sguardi attoniti per poi perseguire nella loro routine; scesero sulla Terra e si dispersero tra le fronde degli alberi. 
 
C'era qualcosa che non andava, lo sentivo; mi tuffai anche io a capofitto sulla terra, fendetti i cieli, le nuvole, e presto la raggiunsi. Per me fu come se la testa mi fosse stata staccata dal corpo e fatta rotolare al suolo, costretta ad osservare, in un turbine di giravolte e vertigini, ciò che stava accadendo, mentre il corpo restava fermo, immobile, pietrificato.
 Non c'era alcun luccichio proveniente dal cielo, come accadeva ogni giorno all'alba, ma anzi, il luccichio che impregnava tutto ciò che mi circondava stava iniziando a ritirarsi, piano, e poi velocemente, lasciando vuoti di opacità dietro di se', man mano che si restringeva.Nessuno sembrava accorgersi realmente della differenza ma era come se un velo invisibile fosse stato strappato via da ogni cosa e solo io potessi realmente  vederne l'assenza.
 
 Provai ad avvertire i miei fratelli, dissi loro di andare via, lontano, sfuggire in qualche modo a quel silenzioso flagello; ma loro sorrisero, splendenti e felici. Ancora oggi, non saprei dire se anche loro avessero capito o se quelle parole erano dette ingenuamente. Mi dissero che non c'era nulla da temere, che la magia non ci avrebbe mai lasciati. In quel momento mi sentii persa, abbandonata, tutto ciò per cui vivevo si stava spegnendo sotto i miei occhi, ci doveva pur essere qualcosa che io potessi fare; partii, veloce come il vento, raggiunsi il paese più vicino, già quasi del tutto grigio al mio arrivo, cercai gli sguardi della gente, avevo bisogno di loro, del loro aiuto, dovevano darmi ascolto, insieme potevamo trovare una soluzione, ma loro erano ciechi, sordi, non sentirono ne' le mie parole, ne' le mie grida, ne' videro le mie lacrime. Così capii, gli esseri umani avevano smesso di credere, la fantasia che alimentava il nostro mondo stava svanendo, e noi con essa. Scappai via, come se si trattasse solo di un incubo, andai, corsi lontano, mi precipitai intorno al mondo, lo girai in lungo ed in largo, planai su montagne bianche, fiumi musicali, laghi scintillanti. Vidi che quel sottile velo si rimpiccioliva sempre più, che tutto ciò che amavo sarebbe finito.
 
 I miei fratelli probabilmente erano più saggi di me, forse avrebbero voluto affrontare il loro destino con pace e scomparire nel nulla, trascinati via da quel lenzuolo morente, oppure forse sapevano ciò che stavo per fare. Non so perché il compito più arduo fu affidato proprio a me, di tutti, la meno saggia, la più impulsiva e l'unica che non avesse mai tutte quelle risposte, tutta quella pace dentro. Forse fu perché, io, ero la più imperfetta fra tutti, la più umana.Quando mi avvicinai a ciascuno di loro credo che sapessero che non avrei fatto domande. I loro occhi erano sempre pieni di quella consapevolezza. Nessuno disse una parola. Sorrisero, quando li uccisi; come se anche loro pensassero che facessi la cosa giusta. Volai ancora intorno al mondo, raccogliendo le loro ceneri, il loro scintillio, insieme alle mie lacrime,li trasformai tutti, ad un ad uno, in polvere luccicante. Lo scintillio non poteva morire, millenni di luce non potevano essere cancellati da un solo giorno di buio, così, capii che per salvare questo mondo era necessario un sacrificio. Prima che i miei fratelli fossero trascinati via nell'oblio da quel luccicante velo strappato così violentemente dalla Terra, le loro ceneri sarebbero state impiegate in qualcosa di più grande, qualcosa che andava oltre il tempo, la vita e la morte. 
 
Il pensare a come far perdurare lo scintillio nell'arco delle ere mi costò tutti i miei ultimi sforzi, ma credo che ne sia valsa la pena. Decisi di inventare qualcosa con l'ultimo briciolo di magia che mi restava, e così, inventai un libro, e poi un altro, e poi un altro ancora. Cosparsi le loro pagine bianche di ceneri scintillanti e le vidi colorarsi di parole e immagini, e così li spedii nel mondo, ognuno dei molti in posti l'uno diverso dall'altro, come eredità a voi umani dalla breve memoria, che tanto amo.
 
E adesso, lettore, permettimi di chiarirti ulteriormente le idee:
 
N°1.: Credevi davvero che quelli come te potessero inventare i libri? Beh, certo, dovetti darvi dei ricordi alternativi per modificare la vostra versione nella Storia e dovetti spargere un paio di indizi qua e là, a partire dalla Stele di Rosetta in avanti lungo la linea cronologica, per rendere il tutto più credibile, ma ora mi sembra sia giunto il momento per voi di sapere la verità; voi non avete inventato i libri, li avete solo copiati.  
 
N°2.: Per chi, invece, credeva che la polvere fatata fosse una cosa magnifica e bellissima non si sarà mica ricreduto se ho scelto di chiamarla cenere, vero? Ebbene si, non è altro che le ceneri dei miei fratelli, e ciò la rende la cosa più magica, pura ed innocente che esista. 
 
Ma ti chiederai adesso: come posso aver potuto raccontare e scrivere qui', sulle pagine che stai leggendo, la storia di coloro che lessero i libri che io creai? Sì, io morii quello stesso giorno, e credetti di morire esattamente come succede a voi, cosa che non vi sto a svelare, non voglio di certo rovinarvi la sorpresa, invece accadde qualcosa di leggermente diverso; io ero la Magia, e, quando tutto il mio scintillio si spense, restai semplicemente spoglia. Pensai che magari sarebbe successo lo stesso ad i miei fratelli, che magari non sarebbero spariti nel nulla e che il loro sacrificio non sarebbe stato necessario, ma poi ricordai, nella confusione che c'era nella mia mente, che la loro vita non sarebbe stata più la stessa, che non avrebbero più potuto condividere la magia con nessuno e il mondo sarebbe stato ugualmente grigio e triste. Così, quando arrivò il mio momento ricordo solo che avevo paura, esattamente come ne avrete voi, ma non mi aspettavo che in un certo senso sarei continuata a vivere, senza nemmeno cambiare forma. Semplicemente avevo perso la mia essenza, ciò che mi dava il nome, e per questo, dico di aver smesso di esistere, anche se ancora tutt'oggi, non smetto di seguire la scia dello scintillio che sparsi nel mondo, e chissà, potrei essere stata proprio lì, vicino a te poco fa, ma non farti idee, tu non te ne saresti mai accorto, sono estremamente discreta.
  
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