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Autore: Kira La Luna Oscura    14/01/2009    1 recensioni
Cinque ragazze partono per un viaggio in macchina, ma non sanno ancora che il loro destino è già stato segnato da forze più grandi di loro. Tra antiche sette e strani rituali, un viaggio per salvare il mondo
Genere: Sovrannaturale, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il 25 aprile del 2006, si presentava davanti a noi una giornata piena di sole, ci saranno stati almeno una trentina di gradi. Qui a Messina a quest'ora tarda della mattina il sole picchia forte. Era un venerdì ideale per una bella gita fuori porta alla scoperta delle bellezze nascoste della nostra Sicilia, sarebbe stata una settimana all'insegna dell'avventura e della scoperta on the road. Insieme alle mie amiche decidemmo di incontrarci sotto casa mia per partire. Eravamo rimaste in contatto dopo aver preso il diploma di scuola superiore. Mi stavano aiutando a caricare la macchina delle varie cose che potevano esserci utili: sacchi a pelo, tenda da campeggio, provviste, giochi di società... a nessuna venne in mente di portare una bussola o una cartina, sicure come eravamo del nostro infallibile senso dell'orientamento. La macchina non era molto grande, ci entrava giusto lo stretto indispensabile. Il cielo era terso, sembrava una giornata d’agosto, cercavamo di far entrare tutta la roba in modo che non ci cadesse tutto addosso alla prima frenata. Questo era un’avventura che sognavo da sempre... io e le mie amiche in viaggio verso luoghi sconosciuti e bellissimi. C’eravamo promesse di farlo prima o poi e così, un giorno, sedute ad un bar ci siamo dette: “facciamolo sul serio”. Ed ora, eccoci qui, a caricare una povera macchina di un peso che, speravo, riuscisse a reggere per tutto il viaggio. Il sole continuava a picchiare senza tregua.

- Ancora non si vede…

Dissi guardando seccata l'orologio... le 12:45 Maria era in forte ritardo! Conoscendola, si era fermata a rimorchiare qualche ragazzo. Non c'era alcun dubbio che fosse bellissima con i suoi occhioni azzurri, i suoi capelli biondi ondulati e il suo fisico da modella, tutti i ragazzi più carini le cadevano ai piedi. Non aveva mai avuto una storia seria con un bravo ragazzo lei amava definirsi "una piuma nel vento". Per me era libera di farne quel che voleva della sua vita ma non tolleravo i suoi eccessivi ritardi, non che io sia una ragazza puntualissima, dopotutto ho solo venti anni, è normale che non sia mai puntuale, ma lei, come in questo caso, era capace di farci aspettare più di un'ora, anche sotto il soffocante sole di metà aprile che rischiava di scioglierci come dei coni gelato.

- Dai Erika adesso arriva, smettila di guardare l'orologio mi dai sui nervi!

Mi disse Angela sorridendo.

- Non ce la faccio, è più forte di me! Lo sai che non sopporto chi mi fa aspettare, soprattutto se lo fa in una giornata calda come il fuoco dell'inferno!!

Le risposi, cercando di farmi vento con una rivista in una mano mentre, con l'altra, continuavo a fare il numero nella vana speranza che avesse il cellulare acceso.

- E' inutile che tenti di chiamarla al cellulare...

Mi disse Gabriella, mentre cercava di far entrare più cose possibili nel porta bagagli asciugandosi la fronte dal sudore per il caldo e la fatica.

- ... è stato spento per tutta la mattina, non vedo proprio perché dovrebbe accenderlo adesso. Andiamo via senza di lei, la prossima volta imparerà a farci aspettare!

Angela guardandola con stupore intervenne.

- Non possiamo lasciarla qui, non sarebbe giusto ...

- Non sarebbe giusto un cavolo!!!

Le rispose animatamente Gabriella.

- Quello che non è giusto è costringerci ad aspettarla per ore sotto un sole che spacca le pietre!!Ecco cos'è...

La discussione tra Gabriella e Angela continuava ad andare avanti con dei botta e risposta sempre più animati, io continuai ad osservarle chiedendomi come avevamo fatto a rimanere amiche avendo caratteri così diversi. Gabriella era la classica ragazza con i piedi per terra, molto seria, quella che a scuola veniva definita "secchiona" e "cocca della prof". Un metro e sessanta di pura intelligenza e critica, non del tutto magra e con gli occhiali stampati sul naso però, sapeva consigliarti in ogni momento ed essere una buona amica quando era necessario. Angela era completamente il suo opposto, viveva in un mondo tutto suo, quando cercavi di fare una discussione seria, sembrava cadesse dalle nuvole e non era mai stata quella che si dice "una studentessa modello". La classica ragazza sempre impreparata che va in bagno a fumare. Per chi non la conosceva, sembrava una bambina. Un metro e quaranta, capelli lunghi, due profondi occhi nocciola, un bel fisichino e orecchini rigorosamente zingareschi. Però, in fondo, anche lei era una buona amica nei momenti difficili e poi, uscire con lei era uno spasso! Io invece in confronto a loro non ero né carne né pesce, una normalissima ragazza di un metro e cinquantatre, capelli sempre rigorosamente corti, e con un fisico nella media. Non me la cavavo male a scuola e non ero una di quelle ragazze con la testa per aria, credo proprio che l'unica persona che facesse da collante in un gruppo di ragazze che rischiavano di darsele di santa ragione ero io. Presa da una terribile emicrania ed innervosita sia dal ritardo di Maria che dal caldo insopportabile, persi completamente le staffe.

- ADESSO BASTAAAA!!!

Urlai contro le mie amiche, che mi guardarono stupite smettendo così di litigare.

- Siete davvero insopportabili quando litigate. Non è giusto che Maria ci faccia aspettare tanto!

- Ma.....

Aveva tentato di replicare Angela che avendomi guardata negli occhi capì che non era proprio il momento di contraddirmi e si ammutolì. Gabriella guardava con sufficienza Angela come per dire "Hai visto?ha dato ragione a me!", come al solito Angela non si accorse di niente. Lo sguardo negli occhi di Gabriella non mi piacque affatto così, spensi subito il suo entusiasmo, nel frattempo avevo ripreso controllo di me; continuai....

- Tuttavia, non saremmo migliori di lei se la lasciassimo qui. Lo sai Gabry che ognuna di noi ha il suo compito in questo viaggio...

Il mio tono di voce era già cambiato, era passato dal tono arrabbiato a quello persuasivo.

- Tu sei quella intelligente...

Avevo mischiato alla persuasione un po’ di adulazione.

- Angela ha il compito di tenerci su il morale durante il viaggio e Maria... quello di agganciare qualche bel ragazzo anche per noi mentre giriamo la Sicilia.

Scoppiammo tutte e tre in una risata generale, sicuramente, sapevo come convincerle, una per una.

- Allora? Cosa ne dici?

Gabriella annuì, stava ancora sorridendo. La discussione finì lì, e sperai di non dover più sedare nessuna rappresaglia nei giorni successivi, anche se, con Maria, tutto era possibile. La discussione ci aveva fatto perdere la cognizione del tempo, era da poco passata l'una quando sentimmo il rumore di una macchina. Era una decapottabile argento con lo stereo a tutto volume che gracchiava le insopportabili canzoni da discoteca. La macchina accostò e si spense contemporaneamente con lo stereo. Ne scesero due ragazze, quella al posto di guida mise l'allarme (cosa che io consideravo inutile visto che era una decapottabile) e cominciarono ad avvicinarsi a noi. Quando furono più vicine, riconobbi nella ragazza che era al volante dell'auto la nostra amica Maria. Aveva un top giallo cortissimo che indossava senza reggiseno (per lei era solo un'invenzione maschile che le impediva di essere donna). Quel top che sembrava essersi rimpicciolito dopo un lavaggio sbagliato nella lavatrice, lasciava vedere il vistoso piercing all'ombelico e la farfalla tatuata sulla spalla... per non parlare del paio di jeans attillatissimi a vita bassa che usano le ragazze della mia generazione, look tipico di Maria. Le persone che venivano verso di noi però erano due, chi era quell'altra ragazza che era con Maria? Non era bella come Maria, non era alta e slanciata come Maria ma, sembrava proprio volerla imitare. Indossava i suoi stessi abiti, aveva un finto piercing ed un finto tatuaggio disegnato malamente.

- E quella chi cavolo è?

Dissero quasi all'unisono Angela e Gabriella, io mi risparmiai quel commento ma, ammetto che lo avevo pensato anch'io.

-Salve ragazze, come va? Allora andiamo?

Disse Maria come se niente fosse, masticando la gomma e facendo palloncini. Gabriella stava per abbaiarle contro qualcosa ma la bloccai appena in tempo con lo stesso sguardo con cui avevo impedito poco prima ad Angela di replicare a quello che stavo dicendo. Anch'io avevo una gran voglia di metterla sotto la macchina per la sfacciataggine con cui si era presentata, ma non avevo alcuna voglia di un'altra discussione e comunque, con Maria, ogni tipo di ramanzina o rimprovero era perfettamente inutile, era come parlare ad un muro di cemento armato. Così, provai a parlarle con tutta la diplomazia e la pazienza che mi erano rimaste.

- Ben arrivata Maria...

Le dissi con un sorriso falso come le mille lire del Monopoli.

- Come mai questo LIEVE ritardo?

Mi guardò tirandosi su gli occhiali da sole firmati e dopo aver fatto un palloncino con la gomma mi rispose.

- Oh si, scusatemi per questi cinque minuti di ritardo ma, ho perso tempo per scegliere il lucidalabbra e poi per strada abbiamo incontrato Luca che ci ha offerto un caffè...

Questa volta riuscii a trattenere a stento Gabriella che per la rabbia stava per saltarle addosso.

- Capisco che è stato un contrattempo davvero importante...

Ero riuscita a fermare Gabriella ma, chi avrebbe fermato me dall'ammazzarla?

- Ma, non potevi tenere aperto il telefono per avvertirci?

Le dissi, ma Maria si strinse nelle spalle come per dire che non ci aveva pensato.

- Chi è quella ragazza?una tua amica?

Ero stata il più gentile possibile, ma dentro di me pensavo "ma dove hai trovato quella specie di sosia di Barbie contraffatta?".

- Si, si chiama Janet, e si unirà a noi per il viaggio.

Mi rispose sorridendo. Dopo aver fatto le presentazioni, tentammo di entrare in macchina. Si, tentammo! Perché dovevamo essere quattro non cinque perciò, ogni nostro piano di sistemazione era andato in fumo “Ecco qui… Maria ne ha fatta un’altra delle sue”. Sono sicura che sia stato un pensiero comune in quel momento. Cercammo di fare spazio il più possibile, coprendo anche il lunotto posteriore, se la polizia stradale ci avesse fermate sarebbero stati dolori. Con un piccolo sforzo le ragazze dietro si assestarono. Riuscimmo con molta fatica ad accettare la nuova arrivata, più che altro perchè sembrava una bambola di pezza inanimata che si limitava ad imitare Maria e poi, il nome era già tutto un programma. Con molta titubanza, molto caldo e molto nervosismo partimmo destinazione Catania. La nostra avventura era appena iniziata e, con l'atmosfera tesa che c'era in quella macchina, avevo la netta sensazione che sarebbe stato un viaggio molto, molto lungo.

(Questo capitolo serve a spiegare il comportamento, il carattere e il ragionamento dei personaggi... se dovesse piacervi continuerò con i capitoli! Questo è solo l'inizio.... ^^ )

   
 
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