Le fiamme stavano distruggendo l'intero edificio. Ma a me non importava: dovevo salvare Callaghan, ad ogni costo.

Correvo e non mi fermavo. Non mi sarei mai fermato, fino a quando non lo avrei trovato.

Ma per quanto continuavo a correre, non c'era la minima traccia del mio professore. “E se fosse tutto inutile?” pensai “E se Robert Callaghan fosse già un mucchio di cenere?” scossi la testa, cercando di eliminare quei pensieri.

E poco dopo ebbi la prova che erano falsi.

Callaghan era davanti a me.

<<Professore! Si sente bene?>> gli chiesi preoccupato.

Mi rispose con un tossito.

Poi improvvisamente si alzò e raccolse qualcosa da terra.

<<Professore? Professore!?>> iniziai ad urlare e ad innervosirmi non vedendo arrivare nessuna risposta, anche se sembrava in ottima forma.

Le fiamme continuavano a salire. Presto saremmo morti.

Poi guardai l'oggetto che aveva raccolto: una fascia. La fascia per controllare i microbots di Hiro. Cosa aveva in mente quell'uomo?

<<È troppo tardi.>> disse con aria seria.

Poi arrivarono i microbots: gli aveva fatto formare una sfera di protezione intorno al suo corpo per sopravvivere alle fiamme.

Lo guardai con odio mentre si allontanava verso l'uscita della scuola. No. Non poteva essere vero.

Callaghan mi aveva lasciato morire nel fuoco rovente.

Mi ero davvero sacrificato per quella persona terribile?

<<Che morte orribile, Tadashi Hamada.>>mi dissi, ormai rassegnato <<Cosa penserà Hiro? E... Baymax?>> piansi.

Non li avrei visti mai più.

No. Tutto questo era ingiusto. I miei sentimenti cambiarono da tristezza a rabbia. Dovevo vivere. Ne avevo il diritto.

Anche se ormai il mio corpo era quasi bruciato, corsi molto più veloce di prima: stavolta non si trattava di Callaghan. Si trattava di me.

Eccola: la porta del retro.

La aprii con le ultime forze che mi erano rimaste. Ero uscito dall'edificio, che esplose violentemente qualche istante dopo.

Mi sarei vendicato su Callaghan. Lo avrei ucciso. Ero vivo.