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Autore: SaraHood23    26/06/2015    2 recensioni
Si basa sugli eventi della prima stagione, dopo l'arrivo di Emma in città e il suo coinvolgimento nella vita di Henry...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri di una
Regina
 
 
 
Era un bellissimo pomeriggio di sole, caldo nonostante ci trovassimo già a fine settembre.
Il mare era calmo, il cielo limpido, all’orizzonte non si riusciva a distinguere dove finiva l’uno e dove iniziava l’altro.
C’erano persone che camminavano, altre che correvano, che sorridevano e ogni tanto si fermavano a guardarsi attorno.
Ma tra loro c’era lei! Una figura contrastante, sola che camminava sempre dritta senza mai alzare lo sguardo, senza chiedersi e guardare chi avesse accanto.
Nessuno le parlava, nessuno la cercava; si trovava lì per caso, non doveva essere in quel luogo, non in quel momento, ma nonostante ciò non riusciva a non pensare a quel posto e alla sua tranquillità.
È strano come un luogo puoi amarlo e odiarlo allo stesso tempo dando vita a sentimenti contrastanti che uniti creano un mostro.
Lei era quel mostro, o così la definivano, e lei non fece altro che accettarlo.
Dentro di sé il caos, amore, odio, felicità, tristezza, vendetta e tanta paura, paura di perdere il suo piccolo principe, l’unico a cui lei volesse davvero bene, paura che il suo stesso figlio la odiasse e la allontanasse, paura di ritrovarsi nuovamente con quel vuoto nel cuore che per anni aveva cercato di riempire ma che ancora non era completamente colmato.
Sulla spiaggia Regina non pensava a nulla e a nessuno, rimaneva in silenzio continuando a camminare e a rimuginare su se stessa.
Quando si nasce una luce ci avvolge, ma poi il tempo passa, le cose accadono e quella luce, se non coltivata con amore e bontà, si affievolisce fino a diventare tenebra. Era proprio questo quello che era accaduto a lei, una madre che la sfrutta, che le spezza il cuore, un maestro che si prende gioco di lei manipolandola per i suoi scopi, un matrimonio senza amore e una vita carica di odio e costruita sulla vendetta.
Se solo qualcuno l’avesse aiutata, le avesse detto che non importa quanto una cosa possa far male, il non averla o il volerla a tutti i costi fa ancora più male.
Ma nessuno lo fece, e ora era di nuovo sola, ancora una volta stava perdendo tutto.
Regina continuò a camminare, stringeva i pugni, gli occhi le bruciavano, si mordeva il labbro, non riusciva più a trattenere le lacrime che lentamente scesero rigandole il viso.
Il suo passo diventava sempre più lento e stanco.
E i pensieri si facevano strada nella sua mente.
 
“ Io non mi sono mai nascosta, ho sbagliato, ho ucciso, ho procurato dolore a degli innocenti ma non mi sono mai giustificata in alcun modo.
Sono consapevole dei miei errori e non vi è giorno in cui io non stia male per ciò che ho fatto, me ne pento, mi pento di aver alimentato la rabbia e la cattiveria in me.
Perché la colpa non è di nessuno, la colpa è mia perché ancor prima di odiare Biancaneve, io odiavo me stessa per non essere mai riuscita ad allontanare l'influenza di mia madre.
Era lei il mio fardello, quel marchio indelebile sulla pelle, la stessa donna che mi aveva dato la vita, in realtà, voleva solo distruggermela.
Credevo finalmente, con Henry, di aver trovato di nuovo la felicità, di essere di nuovo capace di amare.
Quando era ancora in fasce credevo che non sarei riuscita ad essere una buona madre, ero convinta di non riuscire ad amarlo come meritava eppure non volevo lasciarlo andare perché lui era, è e sarà sempre la parte migliore di me.
Lo avevo capito guardandolo negli occhi, era bastato un solo sguardo per farmi comprendere che ovunque io fossi andata, qualsiasi cosa avessi fatto per essere felice, senza di lui, sarebbe stato tutto vano e se tornassi indietro rifarei tutto, sortilegio compreso, perché se il lieto fine esiste, lui è il mio.
Però ora tutto è cambiato, lui mi odia, mi crede cattiva e si sta allontanando da me e io non posso e non voglio perderlo.
Non voglio sopportare di nuovo quel dolore, il vuoto del mio cuore, la tristezza e la solitudine.
Non lo lascerò andare, niente e nessuno potrà portarlo via da me, non importa che lei sia la sua madre biologica, lui è il mio piccolo principe, io l’ho cresciuto, io gli ho fatto da madre.
Sopporterò e affronterò qualsiasi cosa, se servirà a riaverlo, potrei sopportare anche l'Inferno purché io sappia che lui stia bene e sia al mio fianco.
Non importa quanto io debba soffrire o quanto complicata sarà la strada da percorrere, io lo troverò sempre e lo proteggerò da tutti... anche da me stessa, se necessario.
Si dice che per il molti il faro sia lume di speranza nella tempesta, quando si pensa di essere alla fine, di non riuscire a trovare una soluzione, ecco che in lontananza si mostra, come per magia, quella luce abbagliante che appare per una manciata di secondi e poi scompare per poi apparire di nuovo.
Io ho trovato il mio faro, il mio punto di riferimento in Henry, lui ha riempito il mio vuoto e so che un giorno, forse lontano o forse vicino, tutto questo dolore finirà e lui tornerà da me, dalla sua mamma. ”
 
Le lacrime continuarono a scendere calde sul suo viso, oramai era giunta all’auto, si guardò attorno per essere sicura che nessuno la vedesse, non in quel momento, non in quello stato, così vulnerabile e sola.
Si sedette, appoggiò entrambe le mani al volante, fece un respiro profondo, chiuse gli occhi e con voce flebile e tramante disse: << quella Swan sarà pure la tua mamma biologica, ma non le permetterò mai di portarti via da me, anche se tu ora non mi vuoi accanto, io non mi arrenderò. >>
Detto ciò, si asciugò le lacrime, si ricompose e si diresse verso casa, dove l’attendeva un’altra lunga e buia notte di solitudine e amarezza.
 
Sara Hood.
   
 
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