Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: FedeAle1525    27/06/2015    0 recensioni
Il periodo di guarra termina e finalmente la pace torna a regnare tra le varie Nazioni.
Le relazioni iniziano a intensificarsi ed a venire allo scoperto, tra le quali quella di Temari e Shikamaru.
Frutto di questa relazione è il piccolo Shikadai, che con il suo caratterino metterà in difficoltà i genitori e porterà una ventata di aria fresca tra gli zietti.
SPOILER: questa OS contiene un piccolo SPOILER sulla fine di Naruto per chi ancora segue l'Anime e non il Manga.
Buona lettura!!! :)
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'Ultimo Arrivato



“Shikadai sbrigati o faremo tardi! Zia Miki ci aspetta!”, disse Temari a gran voce per richiamarlo.
Non ricevendo nessuna risposta si diresse in camera del figlio e senza farsi troppi problemi aprì la porta, trovandoselo sdraiato sul letto su un fianco, con un braccio a reggergli la testa. Proprio come il padre era solito fare.
“Non hai poltrito abbastanza!? Su, forza, andiamo!”, rimproverò il figlio.
“Non c’è bisogno di urlare, ci sento benissimo! E poi Zia Miki non se le prenderà per qualche minuto di ritardo!”, rispose Shikadai mentre si alzava e percorreva la strada che lo separava dalla porta.
“Dovrebbe farlo, invece!”, replicò la madre.
Già, perché Shikadai essendo l’ultimo arrivato in famiglia era coccolato da tutti, soprattutto da zia Miki e zio Gaara che non perdevano occasione di fargli passare qualche capriccio che i genitori non gli avrebbero permesso.
Avendo capito questo, il piccolo ninja aveva imparato a sfruttare questa debolezza degli zii a suo vantaggio.
Temari seguì subito dopo il figlio per accertarsi che si stesse dirigendo verso la porta di casa.
Verificato tale dubbio, rivelatosi infondato, raggiunsero l'uscio e assieme uscirono per dirigersi sul luogo dell’appuntamento: l’inizio della Via Principale di Suna.

Arrivati Miki era già lì che li attendeva e non appena si accorse di loro si mosse per raggiungerli.
“Visto!? Zia Miki è già arrivata!”, incalzò Temari riferendosi all’episodio accaduto poco prima.
“Meglio, almeno non saremmo stati noi quelli ad attendere il suo arrivo!”, rispose Shikadai è allungò leggermente il passo.
“Ben tornati!”, esordì Miki rivolgendo un sorriso ad entrambi.
“Ogni tanto fa bene ritornare a casa!”, esclamò Temari.
Dopo aver espresso quella frase per qualche secondo volse lo sguardo altrove, guardandosi intorno a ammirando le strade dal Villaggio.
Le fece piacere notare che la sua casa non era cambiata affatto dall’ultima volta.
Non ricordava più quanto tempo fosse passato, qualche giorno o forse qualche mese. Qualsiasi fosse stata l’unità di misura, la sensazione che provava ogni volta che vacava le porte di Suna era sempre la stessa: nostalgia.
E’ vero si era trasferita per amore a Konoha e di certo non rimpiangeva la scelta fatta.
Lo aveva fatto per stare affianco a Shikamaru che, essendo diventato Consigliere dell’Hokage, non poteva lasciare il Villaggio, mentre lei, avendo la possibilità di far svolgere il ruolo di guardia del corpo del Kazekage a suo fratello Kankuro, si ritrovò libera di trasferirsi.
Ma, anche se lo aveva fatto con consapevolezza, non poteva non provare nostalgia per quel Villaggio in cui era nata e cresciuta.
Così ogni volta che aveva la possibilità di tornarci cercava di cogliere anche i più piccoli attimi per godersi il suo ritorno a casa.
Miki notò il momento di smarrimento di Temari, ma comprendendone il motivo non volle disturbarla, così si avvicinò a Shikadai e si inginocchiò per arrivare alla sua altezza.
“Sei cresciuto parecchio dall’ultima volta che ti ho visto Shikadai! Allora dimmi: come va all’Accademia?”, chiese la zia al suo nipotino.
“E’ una seccatura! Non è per nulla divertente! Preferisco stare a casa e giocare a Shogi con papà!”, rispose il piccolo ninja.
“Eheh, capisco! Ma per diventare un Ninja a tutti gli effetti devi prima finire l’Accademia! Non si fanno sconti ai piccoli genietti!”, ribattè Miki, portando una mano sulla testa del Nipote per compatirlo.
“Sarebbe molto meglio! Eviterei di perdere tempo in cose inutili!”, disse Shikadai spostando lo sguardo altrove per non incontrare quello della zia.
Temari intanto si era ripresa e aveva ascoltato lo scambio di battute tra zia e nipote, e non ci mise molto a rimproverare il figlio per i suoi modi alquanto svogliati.
“Quante volte di ho detto di non rispondere con quel tono ai tuoi Zii?”, disse Temari con tono accusatorio rivolgendosi al figlio.
Tranquilla Temari, sappiamo benissimo che non lo fa con malizia! In fondo è figlio di Shikamaru, no!?”, intervenne Miki per placare Temari.
“Già, ma più cresce e più mi sembra di avere a che fare con uno Shikamaru in miniatura! E credimi è già tanto sopportarne uno in casa, figurati due!”, ribattè Temari scocciata.
“Ammetto che non deve essere facile, ma sono sicura che in fondo in fondo tale situazione non ti dispiace!”, disse Miki rivolgendo un sorriso alla Cognatina.
Temari, constatando che la frase di Miki conteneva del vero, non rispose e si limito a distogliere lo sguardo imbarazzata.
“Allora che ne dite, visto che è un po’ presto per pranzare, di andare a trovare Gaara alla Magione? Sono sicura che gli farà piacere rivedere sua Sorella e il suo Nipotino!”, disse Miki per smorzare quella situazione di imbarazzo e silenzio che si erano venuti a creare.
“Perché no! In fondo non abbiamo avuto tempo d’incontrarlo ieri al nostro arrivo!”, rispose Temari passato il momento di imbarazzo.

“E tu Shikadai? Che ne dici, ti va?”, chiese Miki al nipotino.
Nessuna delle due però si era accorta che Shikadai aveva già imboccato la via che portava alla Magione e aveva preso un piccolo vantaggio.
“Immagino che la sua risposta sia un sì!”, disse Miki accortasi del nipote poco più avanti.
“Ma quando imparerà a comportarsi da bambino normale?”, si chiese Temari rassegnata dal comportamento del figlio.
“Credo mai! Eheh!”, rispose Miki.
“Se non vi sbrigate arriveremo da Zio Gaara quando l’ora di pranzo sarà già passata da un pezzo!”, disse sempre camminando, senza voltarsi, Shikadai non avvertendo passi avvicinarsi a lui.
“Ecco, come volevasi dimostrare!”, disse Miki divertita dall’atteggiamento del nipote.
“Appena lo raggiungiamo mi sente stavolta!”, esclamò Temari alterata.
“Su Temari, lascialo stare è solo un bambino! Non è il caso di arrabbiarsi in fondo lo fa solo perché si diverte!”, disse Miki per placarla.
“E non è il solo a quanto pare!”, stavolta il tono accusatorio di Temari era rivolto a Miki.
“Tu e Gaara gli fate passare troppi capricci ed ecco il risultato!”, riproverò Miki.
“Lo so scusaci, ma non riusciamo a resistere al suo tenero faccino! E poi è il nostro primo nipotino! Proveremo a fare più attenzione d’ora in poi! Promesso!”, ribattè Miki riconoscendo le sue colpe.
“Non so perché, ma mi risulta difficile credere a questa promessa! Comunque parlando di primi nipotini, quando avrò l’onore di conoscere il mio invece?”, disse Temari con un tono alquanto malizioso e vendicativo.
“Direi di raggiungere subito Shikadai prima di fare tardi!”, risposte Miki cambiando discorso, avendo capito dove voleva andare a parare Temari.
Così facendo finta di non aver sentito si incamminò.
“Ehi Miki, aspetta! Non puoi cambiare discorso così! Voglio una risposta!”, si mise al suo inseguimento raggiungendola.
“Allora sto attendendo!?”, incalzò Temari.
“Ecco in realtà con Gaara non ne abbiamo mai parlato, perciò …”, cercò di dire Miki nascondendo l’imbarazzo.
Temari percependolo cercò di smorzare la situazione.
“Eheh, tranquilla non c’è bisogno che continui! In realtà non volevo saperlo! Cercavo solo di prendermi una piccola rivincita! Ma promettimi solo una cosa!”, disse Temari.
“Cioè?”, chiese Miki incuriosita e sorpresa.
“Che non appena lo saprai, io sarò la prima a venirne a conoscenza!”, esclamò Temari rivolgendo uno dei suoi tipici sorrisi a Miki.
“Certo! Questa è una promessa che credo di poter mantenere!”, rispose Miki ricambiando a sua volta con un sorriso.
Da quando Miki era entrata nella vita di Gaara e di conseguenza anche in quella di Temari, il loro rapporto è sempre stato di rispetto e stima reciproca.
Col tempo questo rispetto si trasformò in affetto e, essendo le uniche donne di casa, divenne presto amicizia, tanto da essere una la confidente dell’altra e anche una spalla a cui appoggiarsi.
Per questo ormai riuscivano a comprendersi anche solo con uno sguardo o scambio di battute.
Ed era quello che era appena accaduto, ancora una volta si erano capite e avevano fatto affidamento una all’altra.
Shikadai aveva sentito tutto e non potè fare a meno di sorridere e di accelerare il passo, per farsi seguire.

Arrivati alla Magione si diressero subito verso l’ufficio di Gaara.
Non appena arrivati alla porta Shikadai tentò di aprirla per entrare, ma venne bloccato dalla madre.
“Non ti ho insegnato a bussare prima di entrare?”, lo rimproverò.
“Mamma ha ragione Shikadai, lo Zietto potrebbe essere impegnato!”, disse la zia sostenendo il rimprovero di Temari.
Il piccolo ninja distolse lo sguardo infastidito, mentre Miki si avvicinò alla porta e bussò.
“Avanti!”, rispose Gaara dall’interno dell’ufficio.
Tutti e tre si apprestarono ad entrare.
“Ciao Gaara! Spero di non averti disturbato, ma ti ho portato degli ospiti oggi!”, esordì Miki.
Gaara incuriosito dalla parole di Miki smise di leggere i fogli e alzò lo sguardo scorgendo le figure della sorella e del nipote.
“Temari, Shikadai … bentornati!”, disse Gaara un po’ sorpreso.
“Ciao Gaara, è da un po’ che non ci si vede, ma vedo che continui a firmare carte come al solito!”, rispose la Sorella divertita.
“Anche questo fa parte del lavoro di un Kazekage! Voi invece quando siete arrivati al Villaggio? Nessuno mi ha avvisato!”, chiese Gaara.
“Ieri sera verso il tardi per non destare sospetti! Volevo farvi una sorpresa! E poi visto che anche Shikamaru ha avuto dei giorni di permesso inaspettati, ne ho approfittato!”, spiegò Temari.
“Inaspettati!?”, disse Gaara per lasciarsi scappare un sorrisino.
“Cosa ci trovi di così divertente Gaara!?”, chiese Temari infastidita.
“Nulla, è solo che pensavo che il nuovo Hokage di Konoha deve essere un tipo particolare!”, rispose divertito.
“Mmm … non mi risulta difficile immaginarlo, sai!”, intervenne Miki.
Temari e Miki scoppiarono in un risata, mentre Gaara si univa a loro sorridendo.
“Quindi Shikamaru non è con voi, visto che non lo vedo qui?”, chiese il Kazekage.
“No, aveva ancora un ultimo incarico da svolgere! Sarà qui nel pomeriggio!”, rispose Temari.
“Capisco!”, concluse Gaara per poi rivolgersi al suo nipotino rimasto in silenzio fino a quel momento.
“Dimmi Shikadai, cosa vorresti fare ora?”, chiese lo zio.
“Vista l’ora gradirei andare a pranzare!”, rispose con fermezza il nipote.
“Hai ragione in effetti si è fatto già tardi!”, constatò Gaara.
“A proposito di questo Gaara eravamo venuti per chiederti se ti andava di venire a pranzare con noi? E’ un giorno speciale e dobbiamo festeggiare, no!?”, intervenne Miki sperando in un riscontro positivo.
“Beh avrei ancora un bel po’ di documenti da controllare e firmare, ma una piccola pausa non potrà che farmi bene!”, rispose Gaara.
“Perfetto allora si va!”, esclamò Miki entusiasta.
In quello stesso momento, mentre stavano per avviarsi all’uscita, sentirono dei passi avvicinarsi e una figura apparve davanti all’uscio.
“Quante volte ti ho detto di chiudere la porta dell’ufficio quando viene a trovare Gaara, Miki!?”, disse Kankuro non accorgendosi di tutti i presenti.
“Eheh, scusa hai ragione, ma oggi c’è un motivo in particolare!”, rispose Miki.
“E sarebbe?”, chiese incuriosito.
Fu in quel momento che alzando lo sguardo si accorse di chi effettivamente occupava l’ufficio del fratello.
“Temari!?”, disse con tono sorpreso.
“Ti sembra questo il modo di accogliere tua Sorellona e tuo Nipote?”, replicò Temari infastidita.
“Quanto la fai lunga, era solo perché non me lo aspettavo visto che nessuno mi aveva avvisato!”, rispose Kankuro con tono non da meno.
“Certo sono stata io a non voler avvisare, ma se il Signorino vuole la prossima volta metto dei manifesti per tutto il Villaggio per annunciare il nostro arrivo!”, replicò la sorella.
“Mi chiedo ancora come Shikamaru possa sopportarti tutti i giorni!”, ribattè il fratello.
“Si dia il caso che Shikamaru ha un intelletto più sviluppato del tuo e non se la prende per così poco!”
“Ah sì!? Senti chi parla!”
“Su dai ragazzi, credo sia il caso di calmarvi e di …”, intervenne Miki per calmare gli animi.
In quel momento Shikadai si avviò passando tra i due litiganti e la zia che si era incaricata di fare da piacere della situazione.
“Certo che delle volte voi adulti siete strani … vi comportate come se foste dei bambini!”, disse il piccolo ninja mentre si grattava la testa come era solito fare il padre.
“Io non sono affatto un/a bambino/a!”, ribatterò all’unisono infastiditi dalle parole del piccolo ninja che aveva già preso piccolo vantaggio.
“Dicevate?”, ribattè Gaara.
“Non c’è nulla da ridere Gaara!”, risposero sempre all’unisono per poi fissarsi indispettiti e prendere ognuno la sua strada.
“Fa piacere vedere che anche se divisi dalla distanza il loro, anzi il nostro rapporto, come famiglia non è cambiato per nulla! Non trovi anche tu Gaara?”, chiese Miki.
“Non posso che essere d’accordo!”, rispose Gaara fiero di ciò che aveva appena visto.
Dopo essersi scambiato un sorriso reciproco si apprestarono a raggiungere il resto del gruppo.

Il cammino per arrivare al ristorante si rivelò animato, sebbene il riprovero di Shikadai agli zii, così tra qualche battibecco e qualche risata si arrivò a destinazione.
Accomodati al tavolo la proprietaria, che riconobbe i suoi prossimi clienti, si avvicinò per prendere le ordinazioni.
“Cosa posso servire al Kazekage e la sua famiglia?”, chiese sorridendo.
“Per ora nulla, la ringrazio! Serva pure gli altri clienti, intanto noi faremo le nostre scelte!”, rispose Gaara.
Sebbene fosse il Kazekage, Gaara, non amava essere privilegiato per questo.
Non si sentiva superiore a nessun abitante del Villaggio e cercava, dove possibile, di mettersi sullo stesso piano.
Questo atteggiamento, seppure apprezzato dagli abitanti, risultava difficile essere accettato da quest’ultimi, perché in lui vedevano sempre la figura del loro Kazekage, nonché Capo del Villaggio, da dover rispettare.
“Ma veramente … io …”, cercò di ribattere la proprietaria.
“Stia tranquilla, siamo in molti e ci metteremo un po’ a scegliere! Vada pure!”, intervenne Miki.
“Allora … come desiderate! Con permesso!”, fece un inchino e si allontanò per raggiungere altri clienti.
“Potresti sfruttare la tua posizione da Kazegake ogni tanto, Gaara! Qualcuno vorrebbe mettere presto qualcosa sotto i denti!”, disse Kankuro.
“Ma Kankuro, sai benissimo che …”, provò a rispondere Miki.
“Quando sono fuori dalla Magione in mezzo agli altri abitanti, mi considero uno di loro!”, rispose in modo serioso l’interpellato.
“Eheh, tranquillo, lo so! Stavo solo scherzando! Attenderemo il nostro turno come gli altri clienti!”, disse divertito il fratello.
Iniziò una divertente discussione su chi doveva scegliere cosa e dopo qualche minuto, la proprietaria li raggiunse di nuovo.
“Siete pronti per ordinare? Ora posso servirvi senza far attendere nessuno!”
“Perfetto, allora direi di far iniziare i nostri ospiti prima!”, disse Gaara.
“E direi anche di far iniziare i più piccoli! Cosa vuoi Shikadai?”, chiese Miki al nipote entusiasta.
Shikadai non se lo fece ripetere due volte e iniziò a elencare piatti uno dietro l’altro, tanto che Temari dovette intervenire per fermarlo.
“Non ti sembra di esagerare? Dove hai intenzione di mettere tutta questa roba?”, chiese Temari al figlio infastidita dal suo comportamento.
“Dove la mettono tutti!”, rispose il figlioletto seccato dall’interruzione della madre.
“Ehi, guarda che …”, cercò di rispondere al figlio.
“Tranquilla Temari! Oggi siete ospiti, perciò offro io!”, disse Gaara per calmare le preoccupazioni della Sorella e evitare che la discussione degenerasse.
“E poi Shikadai ha bisogno di crescere! Tutta quella roba non può che fargli bene!”, intervenne Miki per dare man forte a Gaara.
“Scusa, ma dovresti ben sapere, essendo un medico, che ciò che hai detto non è proprio vero!”, precisò Kankuro.
“In effetti!”, puntualizzò Temari che per una volta si trovava d’accordo col fratello.
“Eheh, ma si dai per una volta non fa così male!”, replicò Miki divertita.
“Ve lo già detto, voi lo state viziando troppo!”, ribattè la madre ormai arresa.
Entrambi, Miki e Gaara, sentitosi presi in causa sorrisero divertiti.
Finito l’elenco di Shikadai toccò ai restanti ordinare.
Il pranzo procedette senza ulteriori intoppi, così la famigliola potè godersi il pranzo dopo molto dall’ultima riunione allo stesso tavolo.

Appena usciti dal ristorante il gruppetto dovette separarsi, perché ognuno di loro doveva riprendere il lavoro interrotto.
“Gaara, è ora di andare! La nostra pausa è durata fin troppo!”, disse Kankuro al fratello quasi come fosse un rimprovero.
“Lo so! Temari scusami, ma devo andare!”
“Non preoccuparti il lavoro ti chiama!”, rispose la sorella comprendendo la situazione.
“Passeremo da te più tardi, così potremmo salutare anche Shikamaru!”
“Certo, siete sempre i benvenuti!”, rispose serenamente.
Dopo qualche secondo di silenzio Temari rivolse lo sguardo verso il figlio.
“Shikadai, non si salutano gli Zii!?”, disse la madre con tono alterato.
“Tsk, che seccatura! Zio Kankuro, zio Gaara a dopo!”, disse il nipote prima di avviarsi verso casa.
“E ti sembra questo il modo di salutare?”, rimproverò il figlio.
“Tranquilla Temari, sappiamo che è il massimo che possiamo ottenere!”, disse Gaara non pretendendo troppo dal nipote.
Detto questo si allontanò assieme a Kankuro diretto alla Magione.
“Tu Miki!? Immagino debba tornare in Ospedale?”, chiese Temari.
“Già, anche il mio lavoro mi chiama!”, rispose Miki constatando l’ora.
“Allora ci salutiamo qui?”
“Posso accompagnarvi sino a casa se volete, tanto devo comperare alcuni ingredienti per le medicine!”
“Ok, allora avviamoci subito, visto che qualcuno ha già preso un po’ di vantaggio!”, disse Temari volgendo lo sguardo al figlio.
Si apprestarono a raggiungere il piccolo ninja.

Il tragitto venne interrotto da diverse tappe, una delle quali più lunga e movimentata delle altre.
“Eccomi, scusa se ci ho messo molto, ma ho trovato parecchie cose interessanti! Non potevo lasciarmele scappare!”, disse Miki sospirando avendo fatto tutto di fretta.
“Non preoccuparti, se ti servivano hai fatto bene a prenderle! Proseguiamo!”, disse Temari facendo strada.
“Ma Temari, dov’è finito Shikadai?”, chiese Miki dopo aver constatato che il nipote non era nei paraggi.
Tutte e due iniziarono a guardarsi intorno e iniziarono a preoccuparsi non trovandolo.
All’improvviso, però, Miki scorse una piccola testa simile ad un’ananas, che le era familiare, tra la folla.
“Eccolo! L’ho trovato! E’ davanti a quella bancarella!”, disse indicando il punto in cui lo aveva visto con l’unico braccio non occupato.
Tutte e due partirono per raggiungerlo.
“Che ti è saltato in mente? Non devi allontanarti in questo modo senza dire nulla!”, rimproverò il figlio.
“Tua mamma ha ragione Shikadai! Ci eravamo preoccupati non vedendoti!”, concluse Miki.
“Ma io non mi sono allontanato più di tanto!”, rispose il piccolo ninja.
Le due si rigirano e constatarono che in effetti, ciò che aveva appena detto Shikadai corrispondeva a verità.
“Ciò non toglie, che tu non debba allontanarti senza dire nulla!”, ribattè la madre alterata.
“Allora dicci, perché sei venuto sino a qui?”, chiese la zietta nel tentativo di smorzare la situazione.
Shikadai, sempre tenendo le mani in tasca, alzò lo sguardo per indicare l’oggetto del desiderio.
La madre e la zia fecero lo stesso.
“Capito, quindi è questo che vuoi!”, disse Miki divertita constatando cosa fosse tale oggetto.
“Dopo tutto ciò che ti sei divorato, hai ancora fame!”, replicò la madre.
“Eheh, in effetti! Ma cosa vuoi che faccia un piccolo lecca-lecca!”, disse la zietta.
Temari, sapendo già come sarebbe andata a finire, decise di non intervenire e arrendersi prima di replicare.
Miki si avvicinò alla bancarella e comprò ciò che desiderava il nipotino.
“Ecco Shikadai, ora è tutto tuo!”, disse Miki consegnando il lecca-lecca a Shikadai.
Il piccolo ninja non esitò ad afferrarlo e metterlo in bocca per guastarselo, subito dopo si voltò e riprese il cammino verso casa.
“Come al solito tu lo accontenti e lui non ringrazia!”, disse Temari ormai abituata al comportamento del figlio.
“Nessun problema, anche se non lo dimostra so che gli ha fatto piacere! Basta vedere come si allontana fiero e soddisfatto della sua conquista!”, disse Miki osservando il Nipote allontanarsi.
“Quindi mi stai dicendo che … tu e Gaara lo accontentate a posta?”, chiese Temari un po’ stupita.
“In un certo senso è così, eheh! Quello che è appena successo potrebbe sembrare strano! Shikadai che desidera un oggetto così semplice e scontato come un lecca-lecca, ma è pur sempre un bambino. E’ giusto che si goda la vita come tale, ci penserà più avanti a sentirsi adulto!”, disse Miki continuando a osservarlo.
Temari rimase colpita e stregata dal discorso di Miki nel constatare che c’era del vero.
Ha sempre pensato a Shikadai come un Shikamaru in miniatura, forse pretendendo da lui atteggiamenti e comportamenti troppo maturi, ma ora che lo guardava allontanarsi con le mani in tasca e quel lecca-lecca soddisfatto, capì che chi aveva davanti era suo figlio e non suo marito.
“Tsk, hai ragione! Alla fine rimane pur sempre un bambino!”, disse Temari con un leggero sorrisino sul volto, poi si rivolse verso Miki.
“Sai Miki, se svolgerai il tuo ruolo di madre come svolgi quello da Zia … non vedo l’ora di conoscere il mio Nipotino!”, disse Temari sorridendo.
Miki non potè fare a meno di sorprendersi a tale desiderio, ma nello stesso tempo rimanerne omaggiata. Rispose con un sorriso, quindi si apprestarono a raggiungerlo ed a proseguire insieme.
Arrivati davanti casa Nara il trio si sfaldò e ognuno prese la sua strada.

Madre e figlio entrano a casa: Shikadai si diresse immediatamente nella sua camera, mentre Temari andò in sala per potersi rilassare un po’ sul divano.
“Quel ragazzino mi da sempre da penare! Come posso fare con lui?”, disse Temari entrando con voce un po’ troppo alta.
In quel momento qualcuno che stava cercando di rilassarsi sul divano, venne bruscamente disturbato.
“Tsk, insomma cos’è tutto questo frastuono!”, disse Shikamaru mentre infastidito cercava di alzarsi dal divano grattandosi la testa come suo solito.
“Vedo che sei già di ritorno da Konoha!”, disse Temari con una espressione un po’ divertita per aver interrotto il suo pisolino.
“Già, e siccome il viaggio è stato un po’ lungo stavo cercando di riposare, ma qualcuno ha dovuto interrompere tutto ciò!”, disse Shika poco prima di sbadigliare.
“Non è colpa mia se qualcuno è così svogliato da non voler raggiungere la camera per fare un pisolino! Comunque, non prendertela con me! E’ il tuo figlioletto che non perde occasione per combinare una delle sue!”, replicò Temari con un po’ di sarcasmo.
“So che mi pentirò di avertelo chiesto, ma cos’ha combinato stavolta?”, chiese Shikamaru.
“Se devi farlo per poi pentirtene puoi benissimo non farlo! Comunque ormai lo hai chiesto e non posso fare a meno di risponderti!”, disse Temari rallegrata di potersi sfogare.
Iniziò il racconto, ma verso metà si accorse che l’altro interlocutore era più concentrato a sbadigliare che prestarle attenzione.
“Ma mi stai ascoltando? Ah, è inutile con te non si riesce a parlare per più di due minuti! Sono stufa ho bisogni di rilassarmi, perciò andrò a farmi una doccia!”, disse Temari alterata e con passo accelerato lasciò la sala per dirigersi in bagno.
“Yaaaaaawn! Che seccatura!”, disse Shika prima di alzarsi e dirigersi in camera del figlio a svolgere il ruolo di padre.
Entrò in camera e notò il figlio sdraiato sul letto a pancia in su con le braccia incrociate dietro la nuca, una gamba piegata e l’altra appoggiata sopra fissando il soffitto. Gli si sedette vicino.
“Allora cos’hai combinato stavolta?”, chiese il padre per rompere il ghiaccio.
“Nulla di chè!”, rispose il figlio senza distogliere lo sguardo dal soffitto.
“Tua madre non mi sembra dello stesso parere! Dimmi, non avrai ancora approfittato della generosità dei tuoi zii?”, chiese Shikamaru prevedendo cosa potrebbe aver combinato il figlio per far innervosire la madre.
Shikadai non rispose e non si mosse minimamente dalla sua posa.
“Dal tuo silenzio posso dedurre di sì!”, incalzò Shika.
Non gli risultò difficile tale intuizione, visto che in lui rivedeva se stesso. E chi meglio di se stesso poteva conoscersi!?
Sapeva intuire cosa pensasse dai suoi gesti, visto che erano identici ai suoi, ma sapeva che aveva preso il caratterino della madre, quindi non era facile da gestire.
Tutto questo però non intimoriva il padre che, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a far breccia nel cuore del piccolo ninja.
“Non posso farci niente se gli zii sono così generosi con me! Io non gli chiedo nulla!”, cercò di giustificarsi Shikadai.
“Perché sai che non ce ne bisogno!”, rispose il padre.
Shikadai non seppe cosa rispondere visto che il padre aveva capito perfettamente la situazione, sapeva che con lui qualsiasi giustificazione era pressoché inutile.
“Beh, finchè la sfrutti per ottenere oggetti come un lecca-lecca non ci sono molti problemi, ma non è buona cosa se diventa un vizio! I tuoi zii lo fanno perché ti vogliono bene e non è bello sfruttare questo affetto per i tuoi scopi personali!”, continuò il padre.
Come risposta ottenne un cambio di posizione da parte del figlio che gli diede le spalle per mettersi su un lato tenendosi su la testa con un braccio.
“Questo è quello che tua madre avrebbe voluto dirti, ma immagino come sia andata a finire invece!”, a quelle sue parole non potè fare a meno di farsi scappare un sorriso compiaciuto, perché tale scena poteva immaginarsela benissimo avendola vissuta sulla propria pelle.
“Comunque sia, com’è quel lecca-lecca?”, chiese il padre per smorzare la tensione. Si era già divertito troppo alle spalle del figlio.
“Non è male!”, rispose il figlio.
Shikamaru si alzò dal letto.
“Perfetto, allora la prossima volta potrei anche volerlo assaggiare!”, disse il padre, sicuro che il figlio avrebbe capito il vero significato di quelle parole e lasciò la stanza.
D’altro canto il figlio non ci mise molto a capire il messaggio del padre e una volta solo in stanza, potè lascarsi scappare ciò che davvero pensava.
“Allora temo che la prossima volta dovrai tenerti più libero e portare con te un sacco di spiccioli … Papà!”, disse subito dopo aver estratto il lecca-lecca dalla bocca e subito dopo averlo assaggiato di nuovo gli sembrava avere un gusto migliore.
Continuò a rimanere in quella posizione, con lo sguardo rivolto alla finestra, e sorrise nell’immaginare la sua ipotetica uscita col padre. Nel profondo del suo cuore, anche se non lo dava a vedere, non vedeva l’ora che quella uscita arrivasse il prima possibile.




ANGOLO DELL'AUTRICE

Ciao Minna!! :)

In anzi tutto volevo fare delle precisazioni sulla mia OS!!! :)
Miki è un pg completamente inventato da me, se volete sapere qualcosa in più su di lei e la sua storia passate pure a leggere la mia ff GaaraxMiki!! :)
Per chi invece già conosce Miki e la mia ff, volevo far sapere che questa OS è una cosa completamente a parte e che si può collocare alla fine della storia!! ;)

Detto questo volevo far sapere che per scrivere questa OS non mi sono ispirata a nessun ep di Naruto e nemmeno a nessun capitolo della nuova serie Manga Naruto Gaiden!! ;)
Perciò se trovate qualche differenza di storia dall'originale è voluta!! ;)
L'episodio è nato completamente dalla mia testa dopo aver saputo dell'esistenza di Shikadai come tributo alla nuova famigliola Konoha-Suna!! ;)

Spero che vi sia piaciuto e non mi resta che ringiaziarvi per averla letta!! ^^

Alla prossima!! ;)

Un bacio!! *-*
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: FedeAle1525