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Autore: Restart    27/06/2015    0 recensioni
Zayn ha appena trentasei anni quando perde tutto: la fidanzata, il successo, i soldi. 
E la sua cosa più preziosa: la voce. 
Sarà compito di Emily rimetterlo in sesto e farlo sentire nuovamente amato. 
Perché loro si sono amati, si amano e continueranno a farlo per sempre.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tenerife Sea – Ed Sheeran
Emily’s POV
“Ripetimi cosa è successo e come” Niall mi fissa dall’altra parte del divano, la mano stretta in un pugno e la testa appoggiata su di essa. E’ stanco, oggi è stata una lunga giornata e non ha voglia di stare a sentire le mie storie. Anche se i suoi occhi non dicono lo stesso.
“Mi ha chiesto di sposarlo” sentenzio a voce bassa. Lui sbuffa leggermente e si alza. Dopo aver fatto un paio di giri intorno al tavolino si risiede accanto a me, tenendo però le distanze.
“E tu che gli hai risposto?” mi guarda con gli occhi che luccicano e i denti che stringendo il labbro inferiore, non permettono ad esso di tremare.
“Lo sai cosa gli ho risposto” sbuffo scocciata. Lui si volta a cincischiarsi l’orlo della maglietta, mentre vedo il suo pomo d’Adamo salire e scendere velocemente.
“E come la rimedi adesso?” mi fissa nuovamente, e questa volta nei suoi occhi si s’illumina la speranza che io ritorni da lui. Scuoto appena la testa perché sono nell’indecisione più totale.
“Buonanotte, Emily, ci ritorneremo quando sarai cresciuta. Io l’ho fatto per te, tu lo dovrai fare per me” sbatte la porta della camera da letto e così capisco che è realmente arrabbiato con me. Mi alzo lentamente, prendo la borsa accasciata accanto al divano e me ne vado.
Londra è bellissima di sera. Mille luci, mille odori, mille rumori. I grattacieli che illuminata raccolgono tante storie. Mi piace inventare storie su cosa potrebbe essere successo a quei due che litigano furiosamente. E che cosa sta guardando quel bambino alla TV.E con chi sta parlando quella ragazza affacciata alla finestra.
Non volendo la mia passeggiata mi ha condotto a casa di Harry. Non so come mai, ma sono davanti alla sua bellissima villa, dove abita insieme alla sua bellissima Ellen, con il loro fantastico figlio Thomas. Fui la prima a cui Harry ne parlò, in tutto l’ospedale. Guardo l’ora per decidere se bussare o meno, non vorrei disturbare troppo. Lo venti. Infilo la mano in tasca e busso. Apre subito qualcuno, una domestica.
“Desidera?” mi chiede meccanicamente, per via del suo accento straniero.
“Cercavo il dottor Styles” dico velocemente, tanto da non rendermene conto. Mi pare impossibile che con tutti gli amici e le conoscenze che ho in questa città, io sia capitata proprio da Harry. Il mio acerrimo nemico, la persona che odio più al mondo. Ma come direbbe Juliette “E’ il destino”.
Ah beh, allora,
vaffanculo destino.
“Ehi, Emily, che piacevole sorpresa” è apparso davanti a me, con un infantile stampato sulle labbra.
“Smettila di fare lo sdolcinato, Harry, non ti viene bene, assolutamente” dico schietta. Lui sembra ritornarne in sé e mi fa accomodare nel suo studio.
“Va bene. Qual è il problema, dottoressa Ford? C’è qualche problema con il paziente dell’altro giorno?” chiede improvvisamente serio.
“Non propriamente” lui mi fa cenno di sedermi, mentre la domestica che mi ha aperto prima entra con un vassoio con sopra due tazze di thè fumanti.
“La signora desidera il latte?” mi chiede avvicinandosi a me. Scuoto la testa.
“Faccio da sola, non si preoccupi” le sorrido appena e lei ricambia. Harry le fa cenno di andarsene e lei gli obbedisce ciecamente.
“Da quando hai la domestica, Harry?” chiedo versandomi il latte nel thè nero. Lui mi passa lo zucchero prima di prendere parola.
“Ellen l’ha voluta. E’ comodo, può guardare Thomas quando noi siamo a lavoro. Ma ritorniamo alla questione del paziente. Cosa è successo? Ha qualche infezione?”
“Per l’amor del cielo, no! Sta bene, ma non so se l’intervento è andato bene. Lui si rifiuta di parlare” Harry alza lo sguardo dalla sua tazza e mi fissa negli occhi. Sento il suo sguardo ferirmi.
“Come è possibile? Non è quello che voleva?” chiede lentamente. Io alzo le spalle.
“Lo so. Ma non vuole parlare. Io non so cosa fare, seriamente. MI ha anche dato un anello chiedendomi di sposarlo”
“E tu?” alzo il sopracciglio e lui annuisce.
“Vuoi che ci parli io?” mi chiede in tono fraterno. Io mimo un grazie e mi allontano, lasciando la tazza di thè ancora piena.
-
La città luminosa inghiottì Emily. Si poteva vedere chiaramente il suo passo esitante e i suoi occhi pieni di lacrime. Le luci non erano abbastanza per poter illuminare il suo viso spento e stanco. Sembrava che le avessero succhiato ogni sentimento, ogni elemento umano. Era un corpo vagante per una città piena di corpi vuoti. Era paradossale, per lei, incontrare tante persone che condividessero il suo stato d’animo, se ancora ce l’aveva un animo.
Non aveva posto dove andare, era un corpo senza casa. Dopo qualche chilometro si tolse le scarpe che  iniziavano a farle male. Camminò per un tempo indefinito, facendo ciondolare le braccia intorno al corpo.
E non volendo arrivò a casa sua. I suoi piedi l’avevano condotta lì, senza che lei volesse.
Rimase impietrita davanti all’elegante portone per qualche minuto – o forse qualche ora, chi lo sa? Finché non decise di girare i tacchi e ritornarsene a vagabondeggiare in strada.
Ormai anche di Londra c’era rimasto lo scheletro. Ogni palazzo che qualche ora prima brillava, era rimasto senza vita. Tutti erano nelle loro case, a letto.
No, non tutti.
Emily era sempre sui marciapiedi deserti e salterellava come faceva quando era piccola.
Quando fu arrivata sul Tower Bridge si sporse dal parapetto, non per buttarsi, ma solo per ascoltare meglio il suono del Tamigi che scorreva. Un passante la chiamò impaurito e lei si voltò solo per rivolgergli un sorriso ebete, come quelli che fanno gli ubriachi, ma lei era perfettamente lucida.
Riprese a camminare, ma con più decisione. Sapeva dove andare.
La strada era lunga. L’asfalto pizzicava i suoi piedi nudi, ma lei non ci faceva caso. Sorrideva piena di speranza. Finalmente aveva un scopo. I pochi passanti la guardavano storto, e se ne fregavano. Per loro quella matta poteva fare qualunque cosa, basta che non rivolgesse loro la parola.
Era lì davanti. Corse veloce, ma qualcosa la fermò. Il cancello. Non aveva pensato né all’ora, né al fatto che fosse chiuso. Si tolse una forcina dai capelli e fece come le aveva insegnato suo cugino. Dopo un paio di tentativi riuscì ad aprirlo. Entrò e richiuse il cancello alle sue spalle. Gira due volte a destra, una a sinistra e poi tutto a diritto.
La tomba di suo padre era quella più nuova. Aveva anche la sua foto, una delle migliori. I fiori erano appena appassiti, ma tutto sommato a lei stava bene. Le bastava sentire suo padre vicino.
“Mi manchi. Tu saresti stato l’unico a saper trovare il bandolo della matassa. Nessuno sa aiutarmi. Nessuno sa capirmi. James è a Sacramento, si sta per sposare e non lo posso disturbare. Jesse è troppo impegnato con Chyler e Anne. Niall mi ha lasciata, Louis si deve occupare di due figli, Liam è a Monaco, Felicité non la chiamo nemmeno, rischio di prendermi qualche bestemmia, e la mamma. Lei è quella che ci capirebbe meno di tutti. L’unico è Michael, ma non lo vedo da quando è nata Chyler, potrebbe anche essere morto. Perciò mi rimanete e Julia. Papà, te lo dico a te, Julia la chiamerò domani. Non voglio disturbarla.
Sono innamorata di tre uomini, ti pare possibile? O forse quattro, contando Louis, che è la mia più vecchia cotta e tu lo sai. Il mio ex marito, Niall e Zayn. Jesse, ho iniziato ad amarlo di nuovo dal divorzio, che scemata. E poi Niall, lui mi trasmette tranquillità e una casa e infine Zayn” si fermò un attimo, raccolse qualche filo d’erba e se lo girò intorno all’ anulare. “Zayn è sempre stato il mio grande amore. Dalla prima volta che abbiamo fatto l’amore dopo il suo concerto, anzi, dalla prima volta che gli ho salvato la vita. E lui mi ha chiesto di sposarlo oggi. Gli ho fatto una ricostruzione delle corde vocali, ma non vuole parlare, perciò me lo ha scritto su un foglio e l’anello era lì. L’anello più bello del mondo, papà. Io lo amo, io amo Zayn. Dimmi tu, che devo fare” posò l’indice sulla foto di Philip e poi se ne andò, conoscendo già la risposta.







|Nota autrice|  secondo voi Emily ha accettato la proposta di Zayn o no?
Un bacio
Restart

 
   
 
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